Ascoli allo sbando, senza guida tecnica e con la società perennemente in confusione


Dopo il venerdì nero di Lucca, con l’indecoroso prestazione della squadra, le scelte “folli” di Di Carlo e l’esonero anticipato sui social a partita in corso, l’Ascoli è ancora senza allenatore e con la situazione in classifica che torna a preoccupare

Non è stato facile decidere chi tra Pulcinelli, con quell’esonero annunciato su instagram a partita in corso, e Di Carlo, con le sue cervellotiche scelte suicide (iniziali e soprattutto a partita in corso) meritasse un ipotetico “tapiro d’oro” per la peggiore “figuraccia” del fine settimana. Poi a fugare ogni possibile dubbio ci ha pensato ancora il patron bianconero con le sue ulteriori sconcertanti dichiarazioni come novello “Alice nel paese delle meraviglie”. Quel che è certo, però, è che quella di venerdì è stata l’ennesima serata umiliante per l’Ascoli, una doppia vergogna senza precedenti. Per quanto concerne Pulcinelli non è certo in discussione la decisione di esonerare Di Carlo, una scelta sacrosanta e inevitabile, quasi doverosa, dopo l’imbarazzante scempio del Porto Elisa.

Ed ha ragione il numero uno bianconero a definire indecorosa la la prestazione dell’Ascoli contro una squadra così modesta come Lucchese (che, però, ha guadagnato 6 punti contro i bianconeri). Naturalmente quando si parla di “prestazione indecorosa” deve essere inclusa prima di ogni altra cosa proprio quella dell’allenatore, sicuramente il principale artefice di quella vergogna. Ma, al di là del fatto che non bisogna mai dimenticare che proprio i vertici societari e lo stesso Pulcinelli sono i principali responsabili di questa ennesima stagione disastrosa (almeno fin qui), le modalità con cui è stato comunicato l’esonero non sono in alcun modo accettabili. E non si tratta di una questione di forma ma di sostanza e di rispetto, anche e soprattutto nei confronti dei tifosi. Perché una società seria e rispettosa dei propri supporters, dopo quell’indecoroso spettacolo e quelle scelte tecniche incomprensibili, avrebbe dovuto imporre al proprio allenatore di presentarsi in sala stampa per spiegare le “folli” scelte della serata, per poi eventualmente nelle ore successive con un comunicato stampa comunicare l’esonero.

Per altro a peggiorare la situazione il fatto che, se ci si affretta a comunicare l’esonero addirittura a partita in corso e poi 3 giorni dopo non hai ancora trovato un allenatore (lasciando addirittura momentaneamente la guida della squadra al collaboratore di Di Carlo), non si fa altro che rafforzare l’impressione che la società sia una sorta di “Armata Brancaleone” allo sbaraglio. E per certi versi Di Carlo venerdì sera contro la Lucchese a sua volta sembrava perfettamente in linea con questa situazione. Non siamo mai stati dei grandi sostenitori dell’allenatore laziale a cui, però, riconosciamo professionalità, competenza e una lunga esperienza di campo. Per questo fatichiamo a comprendere come un allenatore come lui possa aver messo insieme una simile scia di “obbrobri”, al punto da far sorgere il sospetto che in qualche modo volesse provocare quello che poi è inevitabilmente accaduto (il suo esonero). Perché l’alternativa è che lo stesso Di Carlo fosse totalmente in stato confusionale.

Già le scelte iniziali avevano destato enormi perplessità, ma poi i cambi a partita in corso sarebbero stati impensabili perfino per Oronzo Canà (Lino Banfi ne “L’allenatore nel pallone”) e Juan Carlos Fulgencio (Leo Gullotta in “Mezzo destro mezzo sinistro – due calciatori senza pallone”). In particolare sono sembrate un’autentica follia le scelte iniziali sugli da schierare al centro della difesa. Un vero e proprio suicidio puntare sulla coppia Gagliolo-Piermarini con Curado (il centrale più affidabile in rosa) e Menna (protagonista di prestazioni positive quando è stato schierato). Per altro, dopo quanto accaduto contro il Milan Futuro, solo un kamikaze avrebbe potuto riproporre nello schieramento iniziale Gagliolo (con tanto di fascia da capitano).

Una decisione sconcertante che ha prodotto immediatamente i suoi frutti, con il gol del vantaggio della Lucchese praticamente identico alle 2 reti subite contro il Milan Futuro: errore da “pivellino” a centrocampo di Gagliolo, difesa messa come peggio non si potrebbe, Piermarini lento e macchino nel provare la chiusura, inevitabile gol per i padroni di casa. E se Piermarini, dopo aver confezionato nel primo tempo “orrori” a ripetizione, è stato lasciato negli spogliatoi (anche perché ammonito e già graziato dall’arbitro), Gagliolo è rimasto in campo, contribuendo anche al 2-1 della Lucchese, fino a quando non ha dovuto lasciare il campo per un infortunio. A meno che non ci siano motivazioni fisiche, poco comprensibile anche la scelta di schierare a sinistra Maurizi, con Cozzoli in panchina.

A centrocampo, invece, Di Carlo è sembrato come quei bambini che non riescono ad aspettare per scartare il regalo ricevuto, inserendo così Carpani appena arrivato. Che complessivamente non ha certo demeritato ma che ovviamente non poteva avere una buona intesa con i suoi compagni di centrocampo, cosa che si è ampiamente notata in diverse situazioni. In avanti, poi, con l’assenza improvvisa di Forte, Di Carlo è tornato al vecchio schieramento, preferendo Silipo, in evidente momento di flessione, a Tirelli o D’Uffizi che domenica scorsa aveva finalmente trovato il primo gol stagionale ed era sembrato molto pimpante, tanto da meritarsi i complimenti e gli attestati di stima, nel post partita, dello stesso allenatore. Che poi, “coerentemente”, a Lucca non solo l’ha schierato nell’undici iniziale ma, addirittura, non lo ha neppure inserito in campo a partita in corso, quando c’era la necessità di provare a rimontare, preferendogli prima Adjapong, poi Gagliardi. E qui arriviamo alla nota più dolente di questa disastrosa partita, i cambi decisi da Di Carlo.

A partire da quelli operati ad inizio secondo tempo, con l’inevitabile inserimento di Curado al posto di un disastroso Piermarini che, rispetto all’altrettanto disastroso Gagliolo, aveva anche il peso di un’ammonizione sulle spalle. Insieme al rientrante centrale, l’allenatore ha inserito anche Tirelli ma, invece di togliere l’inesistente Silipo, ha lasciato negli spogliatoi Marsura, l’unico che nell’imbarazzante primo tempo aveva provato a fare qualcosa e che almeno si era reso protagonista di un paio di spunti potenzialmente pericolosi.

Anche in questo caso, se non c’erano problemi fisici siamo di fronte ad una scelta semplicemente incomprensibile. Poi, dopo l’improvviso pareggio “inventato” da Tremolada (con la complicità del portiere avversario) e l’immediato 2-1 della Lucchese (con l’ennesima “dormita” della retroguardia bianconera), l’ennesimo “colpo di genio” della serata di Di Carlo, con la sostituzione (sacrosanta e tardiva, vista la prestazione) di Silipo ma l’ingresso in campo di Adjapong, non di D’Uffizi come tutti si attendevano. La tua squadra deve recuperare e togli un esterno offensivo per inserire un difensore esterno, un “capolavoro”… Dopo aver inserito Ciabuschi per l’infortunato Gagliolo, l’ultima “genialata”, la sostituzione dello stanchissimo Carpani con Gagliardi. Che, non ce ne voglia il 21ene esterno bianconero, nei minuti in cui è stato in campo ha mostrato tutti i suoi imbarazzanti limiti, facendo imprecare ulteriormente i tifosi bianconeri al pensiero che Di Carlo aveva preferito lui a D’Uffizi per l’ultimo disperato assalto.

Per altro in quel modo è ulteriormente peggiorata la situazione di una squadra senza equilibrio e di un centrocampo già in evidente difficoltà da metà ripresa. Negli ultimi minuti di gioco si vedevano giocatori bianconeri vagare in mezzo al campo senza sapere neppure dove dovevano mettersi. Uno spettacolo deprimente, per giunta contro una squadra che, nelle rare situazioni in cui i bianconeri sono arrivati dalle parti dell’area rossonera, ha dimostrato tutta la fragilità di quella che non a caso era la seconda peggior difesa del girone (anche se in realtà la difesa dell’Ascoli è sembrata ancora più fragile e impresentabile). Superfluo sottolineare che ora siamo di nuovo in una situazione a dir poco preoccupante, con la classifica per nulla rassicurante, la squadra apparsa allo sbando, per giunta al momento senza una guida tecnica e con il mercato che sta per concludersi senza che la squadra sia stata realmente rafforzata.

Altro che pensare di agganciare la zona playoff, in questo momento bisogna essere realisti e pensare a non sprofondare nella zona playout. Per questo servirebbe assolutamente una vittoria venerdì sera al Del Duca contro il Carpi. Ma in queste condizioni non è facile neppure sperarlo..

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