Dopo 8 anni e mezzo “in alto mare” gli interventi per la sicurezza delle scuole


Il sindaco conferma quanto da noi anticipato sulla Malaspina il cui progetto esecutivo è pronto da 3 anni ma non si può procedere con l’appalto e i lavori fino a quando non sarà pronta la struttura dell’ex Banca d’Italia. Mistero sulle altre scuole, farsa alla Don Bosco

Abbiamo tutti frainteso o capito male. Quando, nella primavera del 2021, il sindaco Fioravanti e l’allora senatore Castelli (oggi commissario straordinario sisma), nel presentare la famosa “Ordinanza Ascoli” per gli interventi sulle scuole, affermavano all’unisono che “senza l’Ordinanza ci vorrebbero 8 anni”, tutti abbiamo creduto che quell’Ordinanza serviva per accelerare, per completare gli interventi o quanto meno avviarli tutti in meno di 8 anni. Invece era esattamente il contrario, l’obiettivo era allungare il più possibile il tempo degli interventi.

Può sembrare assurdo ma è l’unica spiegazione possibile, a meno che non si voglia pensare che all’epoca sindaco e senatore stessero prendendo in giro i cittadini. Infatti dal terremoto sono ampiamente trascorsi 8 anni, la prossima estate saranno 8 anni anche dall’ordinanza commissariale che approvava il finanziamento per le scuole ascolane, ma il piano di interventi di messa in sicurezza è “in alto mare”. Mettendo da parte l’ironia, che quella Ordinanza era completamente inutile, se non per fare un po’ di propaganda, lo avevamo sottolineato sin dalla sua approvazione. Bastava leggere il cronoprogramma degli interventi indicato dall’Ordinanza stessa per rendersene conto, per capire come in assoluto i tempi di realizzazione previsti fossero irreali, figuriamoci ad Ascoli dove da anni si segue con la più assoluta dedizione il famoso motto “lavorare con lentezza”…

Per la scuola Massimo D’Azeglio, ad esempio, quel cronoprogramma prevedeva che complessivamente tutto l’iter, dall’avvio della progettazione alla conclusione dei lavori, sarebbe dovuto durare 25 mesi, poco più di 2 anni. Sono passati ormai 4 anni dall’avvio della fase progettuale (delibera n. 26 del 21 febbraio 2021) e non siamo neppure vicini all’avvio dei lavori. Per la scuola Malaspina, invece, il cronoprogramma dell’Ordinanza, sempre dall’avvio dell’iter di progettazione alla conclusione dei lavori, prevedeva una durata non superiore ai 19 mesi (poco più di un anno e mezzo). In realtà di anni ne sono trascorsi 4 e mezzo (delibera n. 138 del 14 luglio 2020) e ancora non è stata neppure indetta la gara di appalto per l’avvio dei lavori. E proprio della scuola Malaspina il sindaco Fioravanti ha parlato nel corso del “question time” di lunedì 13 gennaio.

Abbiamo fatto il punto su tutta la ricostruzione delle scuole – ha affermato il primo cittadino nel video-riassunto pubblicato sui social – e quindi anche dello spostamento della Malaspina all’ex Banca d’Italia per settembre per poi iniziare i lavori di adeguamento sismico alla Malaspina stessa”. Constatato che alla fine il sindaco ha confermato quello che scriviamo da tempo (vedi articolo “Sono trascorsi “appena” 8 anni, la sicurezza delle scuole e l’adeguamento della Malaspina possono attendere”), proprio la vicenda della scuola elementare Malaspina è il manifesto più emblematico e inequivocabile del “disastro” dell’amministrazione comunale in tema di messa in scurezza delle scuole, con i fatti che abbiamo raccontato da tempo, ora confermati dal sindaco stesso, che smontano la propaganda non solo dell’amministrazione comunale ma anche del commissario straordinario sisma, Guido Castelli. Che, per altro, anche lui ha una buona fetta di responsabilità in questo imbarazzante “pastrocchio”. In concreto, infatti, il sindaco ha confermato che per iniziare i lavori di adeguamento sismico della Malaspina è necessario prima spostare alunni e personale scolastica in una struttura provvisoria.

Questa struttura è stata individuata nell’ex Banca d’Italia che, però, ora ha bisogno di essere sistemata e adeguata per poter fungere da struttura scolastica. In maniera molto ottimistica il primo cittadino ha sostenuto che sarà pronta per il prossimo settembre e, di conseguenza, in quel periodo potranno anche partire i lavori di adeguamento sismico della Malaspina. In realtà non scommetteremmo un centesimo sul fatto che davvero a settembre si possa partire perché, per quanto riguarda l’intervento di adeguamento funzionale dell’ex Banca d’Italia il 23 dicembre scorso (determina n. 5174), è stato approvato il progetto esecutivo ma i lavori ovviamente non sono ancora iniziati.

Considerato che si tratta di un intervento molto impegnativo (per oltre 2 milioni di euro), ammesso che partano in questi giorni, è irrealistico pensare che i lavori possano concludersi in meno di 8 mesi. In ogni caso, anche se questa volta fosse giusta la previsione del sindaco, saremmo di fronte ad una situazione che definire imbarazzante è eufemistico. Perché vale la pena ricordare che nel Consiglio comunale del 3 novembre 2022 il primo cittadino aveva annunciato l’approvazione del progetto definitivo dell’intervento di adeguamento sismico della Malaspina, assicurando che ad inizio 2023 sarebbe stato approvato il progetto esecutivo, con la contestuale indizione della gara di appalto, con i lavori che dovevano partire entro l’estate 2023.

Da allora è sceso il silenzio ed ora scopriamo (o meglio, il sindaco conferma che quanto avevamo scritto in proposito corrispondeva all’esatta realtà) che da 2 anni e mezzo è tutto pronto ma non si può partire con i lavori perché bisogna prima avere a disposizione una struttura provvisoria dove spostare alunni e personale scolastico. Che, però, il Comune di Ascoli avrebbe potuto avere a disposizione subito, dopo la sequenza sismica del 2016, se solo l’allora sindaco Castelli, invece di vestire gli improbabili panni di Tonino Guerra (il re dell’ottimismo), avesse ammesso la realtà, cioè i tanti e gravi danni riportate dalle scuole cittadine. Una “leggerezza” che, per la Malaspina, viene pagata a caro prezzo con un ritardo nell’avvio dei lavori, a progettazione conclusa, che nella migliore delle ipotesi sarà di poco meno di 3 anni.

Senza dimenticare, poi, che Fioravanti nel suo programma elettorale del 2019 aveva messo proprio l’individuazione delle strutture scolastiche provvisorie come assoluta priorità, non riuscendo però a rispettare la promessa tra avvisi e procedure di dialogo competitivo avviate poi annullate, poi riformulate, andate a vuoto… In altre parole, con una gestione amministrativa più oculata ora la scuola Malaspina sarebbe pronta, con l’adeguamento sismico concluso, invece che essere ancora in attesa della gara di appalto e, poi, dell’avvio dei lavori.

Per altro non possiamo fare a meno di sottolineare come il sindaco, con la sua affermazione nel “question time”, non solo ha ammesso che quanto da noi scritto era pienamente corrispondente alla realtà ma, di fatto, ha smascherato gli annunci propagandistici, totalmente avulsi dalla realtà, da parte del commissario straordinario, sempre a proposito dell’intervento alla Malaspina. Infatti in un comunicato stampa del febbraio 2024, Castelli aveva scritto che “alla Malaspina la procedura di gara è in fase di avvio”, mentre il 28 agosto successivo annunciava l’inizio dei lavori “entro 6 mesi dalla data dell’accettazione”.

Nelle stesse ore in cui finalmente veniva a galla il “pastrocchio” della Malaspina, l’amministrazione comunale scriveva un nuovo sconcertante capitolo della sconcertante telenovela sulla scuola Don Bosco. Il cui iter progettuale per l’intervento di demolizione e ricostruzione era partito il 21 febbraio 2021 (delibera di giunta n. 25), con l’incarico progettuale affidato oltre un anno dopo (1 aprile 2022, determina n. 957). Quasi sei mesi dopo, però, l’aggiudicatario scopriva che per poter effettuare la progettazione serviva “un’approfondita campagna di indagini geologiche”. Un anno dopo, concluse quelle indagini, la richiesta di una nuova verifica di vulnerabilità sismica (già effettuata nel 2021…) “per un eventuale modifica della tipologia di intervento” da demolizione e ricostruzione ad adeguamento, con l’incarico affidato il 21 ottobre con determina n. 3777.

Sedici mesi dopo, con determina n. 45 del 9 gennaio scorso finalmente l’amministrazione comunale ha approvato la nuova verifica di vulnerabilità sismica, consegnata al Comune dalla società che si era assicurata l’incarico il 31 ottobre 2024. In altre parole c’è voluto più anno per effettuarla, mentre per effettuare le verifiche in 13 scuole cittadine nel 2021 erano stati impiegati pochi mesi. Quindi delle due l’una, o allora sono state fatte in maniera oltre modo superficiale, oppure ora si è tardato troppo. In ogni caso le risultanze della verifica non sono state rese note, quindi ancora non si sa se si procederà con la demolizione e ricostruzione o con l’adeguamento. Quel che è certo è che il percorso per arrivare all’avvio dei lavori è ancora lunghissimo. E se la situazione della Malaspina e della Don Bosco sembra a dir poco imbarazzante, non bisogna dimenticare che poi ci sono anche la Cantalamessa, la Ceci, la D’Azeglio, la Don Giussani di cui non si hanno più notizie.

D’altra parte, però, sono passati “appena” 8 anni e mezzo, c’è ancora tempo…

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