Sanità regionale allo sbando: ai disservizi si risponde con la propaganda


Il 2025 della sanità marchigiana si apre tanto per cambiare con la denuncia di un grave disservizio, l’impossibilità per alcuni giorni di prenotare al Cup le prestazioni da effettuare, e gli improbabili proclami dell’assessore regionale che rivendica inesistenti risultati

Siamo alle comiche. Il commento dell’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini, almeno sulla base di quanto riportato da un quotidiano locale e non smentito dall’assessore stesso, all’ennesimo disservizio della sanità marchigiana sembra una barzelletta. Il problema è che c’è ben poco da ridere, perché siamo di fronte all’ennesima dimostrazione dello stato sempre più disarmante in cui versa la sanità delle Marche e dell’incapacità di far fronte alle troppe emergenze che si moltiplicano da parte dell’amministrazione regionale e della giunta Acquaroli, la cui arma a disposizione è la propaganda.

Aveva aperto il 2025 in questo modo l’assessore alla sanità, con un post dal titolo emblematico “Sanità, anno 2025: solo buone notizie per dare di più a tutti”, come vedremo infarcito di proclami poco o per nulla aderenti alla realtà. Poi, però, la prima vera notizia del 2025 in ambito sanitario come al solito è tutt’altro che buona perché si tratta di un grave e inaccettabile disservizio di fronte al quale Saltamartini si limita ad affermare, in sintesi, uno sconfortante “non deve succedere”, come se non fosse proprio lui il titolare della sanità marchigiana, quindi colui che sarebbe deputato proprio a far in modo che determinati disservizi non avvengano. O, se avvengono, dovrebbe preoccuparsi immediatamente di trovare una soluzione, non di certificare che non va bene che si verifichino come se non dipendesse in alcun modo da lui e dalla sua amministrazione regionale…

Per capire meglio di cosa stiamo parlando, nei giorni scorsi un quotidiano locale ha pubblicato la denuncia di un cittadino di Macerata che martedì 7 gennaio ha chiamato il Cup regionale per prenotare un esame diagnostico, sentendosi rispondere da un’operatrice che era impossibile prenotare perché i vecchi codici erano cambiati e quelli nuovi non erano ancora disponibili. Di fronte alle più comprensibili proteste era intervenuto un funzionario del Cup che gli aveva confermato che la prenotazione non si poteva fare, invitandolo a provare qualche giorno dopo. Una situazione che definire assurda è riduttivo, al di là del fatto che quanto meno sarebbe stato doveroso comunicare con anticipo a tutti i cittadini quanto stava accadendo, non è in alcun modo accettabile che si blocchino le prenotazioni, soprattutto vista già la situazione a dir poco problematica con i tempi di attesa infiniti.

In ogni caso quel cittadino, come consigliato, ha poi provato a richiamare, sperando che il problema fosse stato risolto, sentendosi risponde che la prenotazione non si poteva effettuare perché si stava procedendo al riallineamento delle prestazioni. Con, in aggiunta, la beffa finale, la sottolineatura che, quando nei prossimi giorni (si spera prima possibile) la situazione si sbloccherà l’attesa per poter fare l’esame sarà comunque lunga, almeno 4 mesi! “Stiamo cercando di capire come possa essere accaduta una cosa del genere ma il cittadino ha ragione. Un fatto è sicuro: certe risposte, come quella data a lui, non possono essere date. I pazienti hanno diritto alla presa in carico e ad avere la prestazione richiesta” ha commentato l’assessore Saltamartini, interpellato a proposito dal quotidiano locale.

Una risposta inaccettabile e imbarazzante da chi ha il compito di far in modo che certi disservizi non si verifichino, che non può “cadere dalle nuvole” dimostrando di non sapere neppure cosa sta accadendo in quello che è il suo settore di riferimento. Per altro vale la pena di ricordare che disservizi di questo genere o simili sono praticamente all’ordine del giorno. Solo per limitarci agli ultimi periodi, problemi con le prenotazioni si sono verificati, per svariati motivi, a maggio, a luglio, a settembre, ad ottobre, a novembre.

Ancora una volta, ci troviamo di fronte a un sistema di prenotazione per visite mediche ed esami diagnostici che non funziona – accusa in una nota il Pd delle Marche – le liste d’attesa continuano a crescere in modo smisurato, creando difficoltà inaccettabili per i cittadini che hanno diritto a cure tempestive e accessibili. Un fatto grave: come riportato dai cittadini e dalla stampa, i tentativi di prenotazione anche per esami essenziali non riescono ad andare a buon fine. L’assessore della giunta Acquaroli, Filippo Saltamartini, si limita a dire “non deve succedere” ma è lui che deve fare in modo che ciò non accada! Serve un’assunzione di responsabilità concreta e un piano immediato per risolvere il problema. Non accettiamo ulteriori scuse o promesse! La sanità è un diritto di tutti e va tutelato con fatti concreti, non con parole vuote. Il tempo delle promesse è finito. È ora di agire, perché chi soffre non può aspettare i tempi infruttuosi di una politica incapace”.

Purtroppo, però, per l’amministrazione Acquaroli è sempre e solo il tempo della propaganda, della negazione della realtà (perché continuare a ripetere che nelle Marche la sanità funziona significa o che non si vive in questa regione o che non ci si rende conto della realtà che vivono quotidianamente sulla propria pelle tutti i cittadini), dei vuoti proclami che servono solo a mascherare il totale fallimento delle politiche della giunta stessa in tema di sanità. L’esempio emblematico è il citato post di inizio anno nel quale l’assessore Saltamartini rivendica un aumento di 100 milioni per le Marche da parte del Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile), spacciandolo come un premio per i risultati ottenuti sulle liste di attesa, annunciando poi con enfasi che “il 2025 sarà l’anno per l’avvio della realizzazione degli ospedali di Pesaro, Macerata e San Benedetto”.

Peccato che i dati concreti e reali dimostrano esattamente il contrario, come ad esempio il fatto che le Marche sono al terzo posto in Italia per rinunce alle cure proprio per gli estenuanti tempi di attesa. Potremmo citare altre graduatorie di questo tipo ma è sufficiente questa perché, secondo logica, se davvero avessimo ottenuto i risultati rivendicati dall’assessore per le liste di attesa evidentemente non accadrebbe che così tanti marchigiani rinunciano alle cure… per i tempi di attesa. La realtà è che il Cipess è un organismo politico che fa scelte politiche, non sulla base di risultati. D’altra parte se, come è avvenuto proprio nelle Marche, per utilizzare concretamente i fondi messi a disposizione dal governo per recuperare le prestazioni sanitarie non effettuate nel periodo del covid, che le altre regioni hanno immediatamente e concretamente utilizzato nei tempi, c’è la necessità di fare ricorso ai privati (come è accaduto nella nostra regione) è altrettanto evidente che ci siano problemi (non pochi) nell’erogare in tempi accettabili quelle stesse prestazioni.

Quanto all’avvio della realizzazione degli ospedali, ricordando che per Macerata e Pesaro stiamo parlando di strutture programmate dalla precedente giunta Ceriscioli e che, di conseguenza, l’avvio dei lavori è in ritardo “di una vita” (secondo il cronoprogramma annunciato da Acquaroli il progetto esecutivo per l’ospedale di Pesaro doveva essere pronto per settembre 2024, con l’avvio dei lavori entro la fine dell’), in realtà che i lavori di realizzazione partano entro il 2025 è una speranza (anzi, forse sarebbe meglio dire un’illusione), visto che in entrambi casi il progetto di fattibilità tecnica ed economica (la fase iniziale della progettazione) è stato affidato a fine 2024, con 4 mesi di tempo per concluderlo. Poi bisogna approvare il progetto esecutivo, predisporre la gara di appalto e aggiudicare la gara stessa, di fatto non ci sono i tempi tecnici per vedere l’apertura dei cantieri nel corso del 2025.

Quanto all’ospedale di San Benedetto è meglio stendere un velo pietoso, al momento di concreto non c’è nulla, nessun atto ufficiale da parte della Regione, tanto meno alcuno stanziamento. E ci vuole davvero una smisurata dose di coraggio anche solo per fare una simile promessa…

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