Le solite omissioni sui fatti di Amsterdam e chi alimenta il sentimento di antisemitismo


I soliti giornali di destra e gli esponenti del governo italiano stigmatizzano l’aggressione nei confronti dei tifosi israeliani, il premier Netamyahu addirittura evoca “la notte dei cristalli”. Fingendo di ignorare quanto accaduto il giorno e le ore prima della partita…

Il giorno dopo la partita di Europa League Ajax – Maccabi Tel Aviv i giornali di destra italiana hanno messo in secondo piano i festeggiamenti per la vittoria di Donald Trump per dare spazio a quanto di orribile è accaduto giovedì sera ad Amsterdam, tra atti di violenza diffusi e gravi, che sarebbero la testimonianza inequivocabile del pericoloso sentimento di antisemitismo sempre più diffuso in Europa, naturalmente colpa di chi in questi mesi ha protestato contro il massacro in atto a Gaza (senza naturalmente farsi neppure sfiorare dal dubbio che magari qualche responsabilità ce l’ha anche la politica di guerra di Netanyahu e del suo governo…).

I titoli con cui aprono i giornali italiani di destra sono tutti sulla stessa linea “Imboscata antisemita ad Amsterdam” titola “Il Tempo”. “Caccia all’ebreo ad Amsterdam” titola invece sul suo sito Nicola Porro che senza mezzi termini accusa gli islamici Pro Pal di aver organizzato l’agguato. “Caccia agli ebrei ad Amsterdam” rilancia “Libero”, sulla stessa linea “Il Giornale” che a sua volta titola “Amsterdam, caccia all’ebreo”, con poi in aggiunta un lungo editoriale dal titolo “Perché la violenza anti ebraica ci riguarda tutti direttamente” e, naturalmente, largo spazio ai commenti della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Che, insieme a quelli degli altri esponenti del governo, sono al centro della notizia de “Il Secolo d’Italia” che nel titolo a tutta pagina mette insieme le due cose, l’aggressione e l’intervento della presidente del Consiglio: “Tifosi israeliani aggrediti, Meloni: “Antisemitismo inaccettabile”.

All’interno dell’articolo, poi, dopo un succinto racconto di quanto accaduto nel post partita ad Amsterdam, spazio alla pioggia di interventi degli esponenti del governo, tutti rigorosamente sulla stessa linea. “L’antisemitismo dilagante è inaccettabile e spaventoso” accusa la stessa Meloni. “Un episodio vergognoso che ci riporta ai tempi bui del nazismo. Solidarietà agli israeliani aggrediti oggi ad Amsterdam e a tutte le comunità ebraiche nel mondo” afferma il ministro degli esteri Tajani. Potremmo proseguire a lungo, nella gara che subito si è scatenata tra gli esponenti di destra a chi interviene con maggiore enfasi e i racconti dei giornali di destra (e di TeleMeloni) che parlano apertamente di progrom e citano tutti il capo del governo israeliano Netanyahu che evoca “la notte dei cristalli” (la notte tra il 9 e 10 novembre del 1938 con gli atti organizzati in Germania contro sinagoghe, negozi e abitazioni di proprietà degli ebrei ordinati da Hitler e portati avanti da squadre paramilitari di SA e Gioventù Hitleriana).

Tutti sulla stessa linea, anche nel racconto di quanto accaduto, con i tifosi israeliani del Maccabi Tel Aviv che al termine della partita sarebbero stati improvvisamente presi di mira da gruppi organizzati, inseguiti, aggrediti, pestati, malmenati e feriti. Nessun dubbio e incertezza, un vero e proprio raid antisemita “in nome della Palestina libera”, sottolineano i giornali di destra italiana, con bilancio di una decina di feriti, una sessantina di arresti, anche se nelle prime ore dopo gli agguati, nella confusione e con alcuni tifosi israeliani dati per dispersi, addirittura si temevano anche dei rapimenti (il ricordo della drammatica tragedia del 7 ottobre inevitabilmente ha pesato) che fortunatamente poi sono stati esclusi. Tutto terribilmente e drammaticamente chiaro, almeno così sembrerebbe dai racconti dei media “di governo” italiani.

I primi dubbi, però, sorgono quasi casualmente, quando tra la pioggia di dichiarazioni riportate su quei media spuntano delle voci che, sulla base di quella narrazione, sembrerebbero senza senso. In particolare si cita un post del ministro della sicurezza israeliano, Ben Gvir, che su X scrive. “condanno qualsiasi tentativo di rendere colpevole la vittima”.  E perché mai il ministro israeliano dovrebbe scrivere una cosa del genere? Incuriositi abbiamo iniziato a scavare, verificare, ricercare e, con stupore e con ancora più indignazione, abbiamo scoperto che manca un pezzo, anzi più di un pezzo, molto importante a quella ricostruzione, manca tutto quello che è accaduto il giorno e le ore prima di quella vergognosa aggressione. Che, naturalmente, non giustifica in alcun modo quanto accaduto ma che altrettanto sicuramente fornisce un quadro della vicenda decisamente differente, dimostrando ancora una volta la più totale e sconcertante inaffidabilità di quella che definire informazione è un’offesa.

Il pezzo mancante parte dalla sera precedente la partita quando gruppi di ultras israeliani del Maccabi Tel Aviv si erano resi protagonisti di gravi episodi di violenza in diverse zone di Amsterdam. In particolare un paio di tentativi di aggressione nei confronti di cittadini arabi, l’aggressione e il pestaggio ad un taxista (anche lui di origine araba ma da sempre cittadino olandese) e un paio di casi di bandiere palestinesi strappate dai balconi di alcune case e poi date alle fiamme. Di quest’ultimo episodio, in particolare, ci sono diversi video che non lasciano dubbi ma, più in generale, tutte le violenze e le aggressioni perpetrate dagli ultras israeliani sono state confermate, anche con alcuni tweet, dalla polizia di Amsterdam. La mattina di giovedì la sindaca di Amsterdam Femke Halsema ha sottolineato la gravità di quanto accaduto la sera precedente ad opera dei tifosi israeliani, manifestando le proprie preoccupazioni per la partita della serata. Intanto giovedì mattina, il giorno della partita, i tifosi e gli ultras del Maccabi Tel Aviv si ritrovano in piazza Dam (in una zona centrale di Amsterdam), un raduno programmato e pubblicizzato sul web nei giorni precedenti.

In particolare a chiamare a raccolta i tifosi israeliani sono gli ultras di Fanatics, gruppo di estrema destra xenofobo conosciutissimo e tristemente noto per le ripetute intemperanze, per il loro odio nei confronti dei cittadini arabi che hanno espresso più volte in maniera anche molto violenta. Che sono i Famatics a guidare il raduno è inequivocabilmente testimoniato dalle foto pubblicate praticamente in diretta sui social. Inevitabilmente il raduno sfocia ben presto in atti di violenza contro cittadini arabi, con altre bandiere palestinesi strappate da finestre e balcone delle case, tutti documentati da video pubblicati sui social (anche dagli stessi ultras israeliani). La polizia racconta di aver salvato un paio di cittadini arabi aggrediti e picchiati, uno dei quali a terra preso a calci dopo che era stato ricoperto di mayonese.

Dai video che riprendono il corteo dei tifosi israeliani che si incamminano verso lo stadio con la metropolitana, si sentono chiaramente i cori ripetuti che inneggiano alla distruzione di Gaza, al massacro dei bambini. Cori che vengono ripetuti dentro lo stadio, provocando l’indignazione dello stadio intero, in particolare quando gli ultras israeliani intonano (più volte) il coro che, tradotto, recita così: “non ci sono scuole a Gaza perché non ci sono più bambini”. La tensione e l’indignazione, già altissima, tocca i massimi livelli dopo che gli ultras israeliani non rispettano neppure il minuto di raccoglimento per le vittime di Valencia, con ululati, fischi, cori e lancio di petardi. Il resto, il post partita, lo conosciamo bene e, a scanso di equivoci, ribadiamo non trova comunque giustificazione in quanto accaduto il mercoledì e prima della partita.

Ma è del tutto evidente che, se quella caccia all’uomo è vergognosa, è altrettanto e non meno vergognoso il comportamento degli israeliani che, a differenza di quanto afferma il ministro Ben Gvir, prima di essere vittime sono stati sicuramente colpevoli. Così come colpevole, squallido e umiliante per gli stessi cittadini israeliani è il “vomitevole” accostamento da parte del premier Netanyahu alla “notte dei cristalli”, uno schiaffo alla memoria degli ebrei vittime di quello che è considerato l’episodio più cruento e l’inizio della persecuzione nazista nei confronti degli ebrei stessi. Una grave mancanza di rispetto da parte del premier israeliano che, invece che per andare a riprenderli dopo la partita, avrebbe dovuto mandare gli aerei a prendere quei tifosi prima che iniziasse la partita, dopo che si erano resi protagonisti di quei vergognosi episodi.

Di fronte ai quali non ci può e non è accettabile che ci sia, da qualsiasi parte venga, una doppia morale, la ferma condanna deve essere espressa per il prima e per il dopo, senza distinzioni. Poi, senza alcuna forma di ipocrisia, nessuno può legittimamente essere certo che, senza gli episodi del giorno e delle ore prima della partita, non ci sarebbero state le aggressioni e le violenze del post partita. E sarebbe ancor più ipocrita negare che un certo clima nei confronti degli israeliani (con scritte apparse su alcuni muri della città e l’annuncio di manifestazioni di protesta) si respirava già da diversi giorni prima della partita. Ma è altrettanto certo che il comportamento di Netanyahu e del suo governo, così come la vergognosa censura da parte della stampa di destra italiana, non fanno altro che alimentare ulteriormente il crescente sentimento antisemita che si sta diffondendo in Europa…

 

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