Dal campo e dagli spalti solo segnali negativi per l’Ascoli
Contro il Campobasso qualcosa di più rispetto alle ultime uscite si è visto e probabilmente l’Ascoli avrebbe anche meritato la vittoria, negata da un “numero” in mischia di Mondonico. Clima surreale al Del Duca, tra bombe carta, fumogeni e la scontata contestazione
C’è di che essere ancora più pessimisti ora che dopo le 5 sconfitte consecutive. O, forse, più semplicemente la serata di mercoledì e il pareggio con il Campobasso, in un clima surreale e semplicemente indegno per una partita di calcio, sono l’ennesimo inequivocabile segnale che quella in corso ha tutti i crismi per diventare l’ennesima annata maledetta.
Perché i segnali altamente negativi arrivano innanzitutto dal campo, dove non si è riusciti a vincere una partita in cui, al di là di tutto, l’Ascoli avrebbe meritato i 3 punti, con gli ospiti che non hanno creato nulla, non sono mai stati pericolosi, non hanno mai messo in difficoltà la formazione bianconera e hanno trovato il pareggio in una mischia, con i bianconeri che in quel momento avrebbero potuto essere avanti almeno di un paio di gol. Ma anche fuori dal campo, con quanto accaduto mercoledì sera al Del Duca che conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, che in questo momento la guerra contro Pulcinelli e questa società è l’unica cosa che conta per una parte della tifoseria, costi quel che costi, non certo le sorti sempre più allarmanti dell’Ascoli.
Poteva e doveva essere se non la partita del rilancio, quanto meno quella che riportava un minimo di fiducia in una squadra che, al netto delle carenze che indiscutibilmente ha, ha confermato non essere nelle migliori condizioni mentali, che non ha la forza e la capacità di reagire al primo episodio negativo. Considerata la categoria e il suo livello, la situazione di una squadra reduce da 5 sconfitte consecutive e il clima per nulla consono ad una partita di calcio che si è respirato dall’inizio alla fine della gara al Del Duca, complessivamente i primi 60 minuti di gioco dell’Ascoli sono stati più che sufficienti. Sicuramente dal punto di vista dell’aggressività, della determinazione e della volontà.
Ma nel complesso si è vista anche una squadra un pochino più solida, che non ha concesso praticamente nulla agli avversari e non ha mai sofferto. Certo sul piano della qualità del gioco lo spettacolo sicuramente non è stato di prim’ordine ma non bisogna mai dimenticare che siamo in Lega Pro dove di squadre che hanno una buona qualità di gioco probabilmente se ne contano sulle dita di una mano (in tutti e tre i gironi). In ogni caso anche così qualcosa in più rispetto al nulla di Pineto l’Ascoli l’ha prodotto, probabilmente aiutato anche dal fatto di aver trovato il gol praticamente al primo vero affondo della partita (dopo poco più di un quarto d’ora). Trovato il vantaggio, per gran parte del primo tempo i bianconeri hanno dato la sensazione addirittura di poter anche raddoppiare, creando almeno 3-4 situazioni di potenziale pericolo, in particolare con gli spunti di Silipo e Marsura, che potevano essere sfruttati meglio.
In particolare proprio Silipo, schierato per la prima volta titolare in campionato, ha destato un’ottima impressione con la sua vivacità e la sua intraprendenza, anche se forse ogni tanto dovrebbe intestardirsi meno in azioni personali. In ogni caso ha dato un pizzico di brio in più alla manovra offensiva bianconera e, dopo pochi minuti della ripresa, al termine di un’azione personale è andato ad un passo dal 2-0, con un bel tiro a giro che ha lasciato fermo il portiere ospite ma che, purtroppo, è finito di un niente fuori. Probabilmente su quel pallone terminato a pochi centimetri dal palo è girata la partita, con i bianconeri che hanno pian piano perso campo, anche se poi il Campobasso non ha mai costruito nulla, non si è mai reso pericoloso. Con l’Ascoli ancora in silenzio stampa non è possibile sapere nulla da mister Di Carlo, certamente tutti i presenti al Del Duca hanno visto chiaramente come la sostituzione di Silipo, intorno al 20° della ripresa, non ha certo aiutato i bianconeri.
Poi, ovviamente, non potendo ascoltare la voce dell’allenatore non sappiamo se l’esterno bianconero aveva finito la benzina e se, di conseguenza, non era nelle condizioni per rimanere in campo. Dalla tribuna onestamente non sembrava, ma naturalmente non possiamo esserne certi. Quel che è invece indiscutibile è che il cambio non ha certo giovato all’Ascoli (così come poi i successivi cambi, arrivati però quando il Campobasso aveva già pareggiato e la squadra di fatto si era fermata), anche perché chi entrato al posto di Silipo, D’Uffizi, ancora una volta ha deluso, non ha minimamente inciso, come purtroppo capita dall’inizio della stagione. Se non ci fosse Tremolada, con il Campobasso tutta la partita in panchina, sarebbe sicuramente D’Uffizi la più grande delusione bianconera di questa prima parte di campionato.
Non ci stancheremo mai di ripetere, almeno fino a che resterà nell’organico dell’Ascoli, che non comprendiamo l’ostracismo nei confronti di Achik, un giocatore che quando ha giocato in Lega Pro ha messo in mostra le proprie qualità e la sua pericolosità (l’anno in Lega Pro con l’Audace Cerignola ha messo a segno 8 gol e servito 9 assist e quest’estate lo volevano in tanti, anche formazioni di serie B) e che a maggior ragione in una partita in cui, con l’Ascoli in vantaggio, si aprivano ampi spazi per le ripartenze bianconere, un giocatore con le sue qualità avrebbe potuto incidere. Nel silenzio di tecnico e società, quello di Achik resterà un mistero non chiarito. Il caso ha poi voluto che, 5 minuti dopo l’uscita di Silipo, il Campobasso ha trovato il pareggio da calcio d’angolo, con un’esecuzione di Mondonico oggettivamente tecnicamente molto apprezzabile. In quel momento la fragilità attuale dell’Ascoli è emersa con tutta evidenza, con i bianconeri che non hanno avuto la forza neppure per tentare una reazione, per provare a riprendersi il vantaggio.
Ad onor del vero, dopo l’1-1 il timore che si potesse concretizzare la beffa è affiorato ma, così come la formazione di Di Carlo, anche il Campobasso non ha fatto nulla per provare a vincere la partita. Il pareggio finale, inutile negarlo, è poco più di “brodino” per l’Ascoli, che non cambia in alcun modo né la posizione in classifica dei bianconeri né tanto meno lo stato d’animo di una squadra che avrebbe tanto bisogno di qualche risultato positivo per tirarsi un po’ su. E che, non bisogna certo essere dei geni per comprenderlo, in questo momento così difficile avrebbero quanto mai bisogno di essere aiutati e sostenuti il più possibile, anche perché, almeno per quanto concerne la partita con il Campobasso, di sicuro non sono mancati impegno e determinazione.
Però la brutta serata di mercoledì sera (perché lo spettacolo andato in scena al Del Duca, tra bombe carte e fumogeni, è stato semplicemente indegno) ha confermato che Di Carlo e i suoi ragazzi dovranno contare solo sulle proprie forze per uscire da questa situazione, non potranno certo contare sul supporto e sull’aiuto dell’ambiente e dei tifosi, quanto meno di quella parte che ha scelto e dimostrato che prima di ogni altra cosa conta la “guerra” contro Pulcinelli.
Non servirebbe neppure ribadirlo, nessuno vorrebbe ancora l’attuale patron bianconero alla guida dell’Ascoli e le responsabilità sue e della società sulla brutta piega che sta prendendo la stagione sono inequivocabili. Ma è altrettanto chiaro (almeno dovrebbe esserlo a chiunque abbia un briciolo di raziocinio) che purtroppo al momento non c’è alcuna alternativa, che non c’è nessuno che abbia l’intenzione (seria) di prendere l’Ascoli che, quindi, per ora o resta in mano a Pulcinelli o scompare. Allo stesso tempo è doveroso sottolineare, al di là del fatto che è comunque vergognoso e inaccettabile lo spettacolo andato in scena sugli spalti del Del Duca mercoledì sera, che in quel clima, in quelle condizioni sarebbe complicato giocare anche per una squadra forte ed esperta, figuriamoci per una formazione che già di suo ha limiti e cha è in un momento di grave difficoltà.
Per altro è giusto anche ricordare che, scarsi o meno che siano, i giocatori della rosa dell’Ascoli, a parte un paio di eccezioni, non c’entrano nulla con la disgraziata annata passata, non c’erano lo scorso anno e, anzi, molti di loro sono approdati in bianconero anche perché attratti dal blasone dell’Ascoli, dalla gloriosa storia di questo club, da quello che fino a poco tempo fa era conosciuto come un ambiente caldo (ma in senso positivo) e passionale, con una tifoseria sempre così vicina alla squadra. Cosa che, purtroppo, al momento non è più così, anzi, con un ambiente ostile che di sicuro non aiuta. Naturalmente senza con questo voler in alcun modo togliere responsabilità a Pulcinelli e al suo staff. Però è bene avere la consapevolezza che con una società simile, una squadra in chiara difficoltà e con dei limiti e un ambiente così ostile è difficile che le cose non precipitino.
A meno che una di queste componenti (e di sicuro non scommetteremmo un centesimo sul fatto che possa essere la società) riesca in qualche modo a sterzare e dare una scossa.