Mentre lunedì 21 ottobre i sindacati promuovono un incontro con i sindaci del territorio per parlare della drammatica situazione in cui versa la sanità picena, i consiglieri comunali dell’opposizione “interrogano” il sindaco sul futuro della sanità e dell’ospedale cittadino
“Riteniamo che di sanità, che ricordiamo è un diritto di tutte le persone, non se ne possa parlare solo in campagna elettorale, con siparietti di dubbio gusto. La situazione è disastrosa e pensiamo sia arrivata l’ora di agire”. Presentano così i consiglieri comunali dell’opposizione (Francesco Ameli, Gregorio Cappelli, Andrea Dominici, Marta Luzi, Marcucci Manuela, Emidio Nardini e Angelo Procaccini) l’interrogazione che verrà discussa mercoledì prossimo in Consiglio comunale.
Prima di quello, ci sarà un altro appuntamento importante nella giornata di lunedì 21 ottobre, con l’incontro promosso dai sindacati di categoria (Fp Cgil, Cisl Fp, Nursing Up e Ugl Salute) con i sindaci del territorio dell’Ast di Ascoli per parlare della drammatica situazione in cui versa la sanità picena ma anche delle inaccettabili condizioni in cui è costretto ad operare il personale sanitario. E’ un momento molto delicato per la sanità in generale, ma ancora di più per quella marchigiana in caduta libera, per non parlare di quella picena il cui encefalogramma ormai è praticamente piatto.
“Purtroppo anche ad Ascoli Piceno si stanno negando ai cittadini l’accesso alle cure e il diritto alla salute – spiegano gli esponenti dei gruppi consiliari Ascolto e Partecipazione, Ascoli Bene comune e Partito Democratico – ci sono liste di attesa infinite o addirittura chiuse per accedere a esami diagnostici a cui si sommano liste per gli interventi, addirittura anche quelli di carattere oncologico. C’è carenza di personale che comporta difficoltà a coprire i turni, che sottopone gli operatori a carichi di lavoro insostenibili, che genera un clima di nervosismo e insoddisfazione. Non è un caso se si assiste a una fuga verso altre strutture. Al Mazzoni c’è un taglio strutturale dei posti letto: 9 in meno in Nefrologia, 2 in Patologia Neonatale con Urologia ancora accorpata con la Chirurgia. Questa diminuzione comporta gravi difficoltà nella programmazione dei ricoveri e nell’accettazione delle urgenze. Pensiamo che tale carenza non può essere gestita come emergenza ricorrendo a Infermieri interinali, a medici in quiescenza e alle prestazioni aggiuntive. Soluzioni dispendiose e non definitive, come evidenziato anche dalla Corte dei Conti. C’è un aumento considerevole della mobilità passiva visto che i cittadini non trovano risposte nella sanità Picena. Era stato promesso che la sanità del nostro territorio non sarebbe più stata la Cenerentola delle Marche; promessa mantenuta. Ora, per rimanere nell’ambito delle favole si può definire la Piccola Fiammiferaia”.
Ironia a parte, c’è davvero molto poco da ridere, anche perché i problemi non finiscono certo qui. “L’altro grande problema è la sanità territoriale – aggiungono i consiglieri comunali – è sempre più impoverita con grave mancanza di presa in carico di cittadini/e che hanno enormi difficoltà ad accedere ai servizi di salute mentale, di prevenzione, di presa in carico delle disabilità dell’età evolutiva e degli adulti. Ci chiediamo se si sta andando verso una razionalizzazione dei servizi tra i due ospedali del Piceno come consigliato dall’assessore Saltamartini. Domanda che sorge spontanea viste anche le considerazioni fatte in precedenza. In tal caso vorremmo sapere in maniera chiara dal sindaco di Ascoli quali saranno le Unità Operative e i servizi a essere destinati in un solo ospedale/territorio e come si farà a mantenere la classificazione di ospedale di primo livello una volta che sarà privato di alcuni reparti”.
Il filo comune che lega le due iniziative è l’appello alle istituzioni locali, in particolare al sindaco di quello che ufficialmente ancora è il capoluogo di provincia, che dovrebbero difendere e sostenere le sacrosante richieste del territorio in tema di sanità e che invece in questi anni, soprattutto il primo cittadino ascolano, sono rimasti in silenzio. Un incontro, quello promosso dai sindacati, che si è reso ancor più necessario quanto accaduto nel corso della Conferenza dei sindaci che, dopo tantissimo tempo, è tornata a riunirsi ad inizio ottobre, presieduta eccezionalmente dalla direttrice generale dell’Ast.
“Diversi primi cittadini – si legge nella nota dei sindacati – hanno chiesto alla presidente di consentire ai rappresentanti sindacali, riuniti in presidio a Piazza del Popolo, di poter esporre le ragioni della protesta, ma la dottoressa Natalini si è ripetutamente opposta. Considerato che la direttrice dell’Ast continua a preferire i monologhi al confronto, intraprendendo iniziative autoreferenziali, rifiutando qualsiasi tipo di contraddittorio, rappresentando una situazione ben poco rispondente al vero, Fp Cgil, Cisl Fp, Nursing Up e Ugl Salute hanno deciso di invitare tutti i Sindaci della provincia di Ascoli Piceno ad un incontro affinché i primi responsabili della salute dei cittadini possano conoscere, nel dettaglio, le ragioni delle proteste dei lavoratori da tempo privati di alcuni fondamentali diritti sanciti dal contratto nazionale di lavoro, con conseguente compromissione del clima ambientale e depauperamento dei Servizio Sanitario Pubblico del territorio”.
“Se la quasi totalità dei cittadini piceni ha un giudizio tutt’altro che positivo della sanità pubblica – prosegue la nota dei sindacati – se otto organizzazioni sindacali, delle nove presenti in azienda, contestano duramente la gestione del personale, forse sarà opportuno che i sindaci prestino adeguata attenzione al fenomeno, a tutela dell’intera collettività. I cittadini del territorio devono sapere se i sindaci giudicano la nostra sanità pubblica adeguata o meno e se devono continuare a rivolgersi alla sanità privata o migrare al nord per ricevere ciò che la nostra Costituzione garantisce come sacrosanto diritto”.
Vedremo quale sarà la reazione e la risposta dei sindaci, soprattutto quella del sindaco di Ascoli Fioravanti che da quando il suo partito governa anche in Regione di fatto ha smesso di difendere la sanità ascolana, come aveva promesso anche in forme e in modi piuttosto plateali, probabilmente per disciplina di partito, perché siamo certi che anche il primo cittadino ascolano non possa non rendersi conto di come in questi anni la situazione già precaria della sanità ascolana sia ulteriormente e decisamente peggiorata. Per altro se, ovviamente, il sindaco Fioravanti non è certo obbligato ad incontrare i sindacati (ma altrettanto ovviamente una sua eventuale assenza sarebbe grave e inaccettabile), il primo cittadino non può certo esimersi dal rispondere all’interrogazione dei consiglieri comunali.
Sarà l’occasione per capire se il sindaco, almeno per quanto riguarda la sanità, ha più a cuore le sacrosante esigenze dei suoi cittadini o quelle del suo partito. Fino ad ora i fatti hanno dimostrato chiaramente che per Fioravanti la priorità è la seconda. Ma naturalmente il primo cittadino ha tutto il tempo per cambiare atteggiamento, dimostrandolo già in questi fondamentali appuntamenti di questa settimana.