Meloni e la destra tra autocomplotti, “cretinismo” e volontà di spostare l’attenzione


Prima la presunta indagine contro Arianna Meloni, poi l’annuncio (fatta dalla stessa sorella della presidente del Consiglio) della fine della sua relazione con Lollobrigida, poi la vicenda Sangiuliano: la folle estate della destra a rincorrere ed evocare… autocomplotti

Travaglio ne ha contati 7. Qualcuno, però, dice che siamo già oltre quota 10. Non abbiamo tenuto il conto e quindi non siamo in grado di provare a dare un numero esatto. Quel che è certo, però, è che da quando la destra è andata al governo sempre più spesso ricorre l’evocazione di presunti complotti, naturalmente ai danni della presidente del Consiglio (direttamente o indirettamente attraverso la sorella Arianna), soprattutto da parte del partito della Meloni (Fratelli d’Italia) e dei loro “cantastorie” (i giornalisti di destra). Dopo quanto avvenuto nel corso dell’estate che si appresta a terminare, poi, forse sarebbe il caso di rimodulare l’articolo 1 della nostra Costituzione per sancire che “l’Italia è un repubblica democratica fondata sui complotti” (naturalmente immaginari). Per certi versi in realtà nulla di nuovo, da anni vittimismo e paranoia sono diventati autentici pilastri della destra italiana, inevitabilmente accentuatisi da quando è al governo.

Sempre nel corso dell’estate, e ancora più negli ultimi giorni, è anche venuto fuori che la grave e patologica forma di paranoia che attanaglia questa destra non si esprime solo con la ripetuta evocazione di improbabili complotti ma spinge anche la presidente del Consiglio e la sua ristretta “cerchia” a vedere nemici praticamente ovunque. Quelli di vecchia data li conosciamo già, a partire da giudici e magistrati, proseguendo con tutti quei giornalisti che si rifiutano di tessere le lodi a questo governo a prescindere e hanno l’impudenza di approfondire e riportare notizie sgradite. Ovviamente non possono mancare i rappresentanti dell’opposizione, visti come autentici traditori della patria. In queste settimane, poi, si sono aggiunti quei “cattivoni” dei leader europei che (per chissà quale motivo…) non vogliono dar retta alla Meloni e non si bevono la storiella del ministro Fitto come possibile autorevole commissario.

A sorpresa, però, nelle ultime ore abbiamo scoperto che della lunga lista di nemici della Meloni fa parte anche la famiglia Berlusconi, in particolare Pier Silvio e Marina, che si divertono sadicamente a svelare e tirar fuori le “tresche” boccaccesche degli esponenti di governo e dei loro familiari. Ancora più sorprendente il fatto che in quella lista ci siano finiti anche i poliziotti e gli uscieri di Palazzo Chigi, entrambi sospettati di essere “gole profonde” al soldo di non meglio identificati poteri forti. E poi, un po’ meno a sorpresa, anche gli alleati di governo, Forza Italia che si diverte a creare tensioni con certe proposte come lo ius scholae, la Lega con le sue posizioni estreme soprattutto in politica estera.

Al di là del fatto che è praticamente impossibile non evocare il motto mussoliniano “molti nemici, molto onore”, l’immagine di fine estate che emerge è quella della Meloni e del suo partito “asserragliati” nel loro fortino assediati da nemici più o meno feroci di ogni genere. La cosa a dir poco singolare è che con questa lunga lista di nemici, per ogni complotto evocato non c’è mai una volta che si riesca ad indicare con precisione chi sarebbe o sarebbero i registi del complotto stesso. La realtà, molto semplice e incredibilmente evidente, è sintetizzata alla perfezione in un articolo di Salvatore Merlo (“Il Foglio”), dal titolo che è già tutto un programma: “Gli stupidi del complotto in canna”.

L’unica macchinazione contro il governo è l’autocomplotto del cretinismo di destra” scrive Merlo in relazione alle vicende di queste giorni, partendo dal surreale timore da parte della presidente del Consiglio che ci possano essere a Palazzo Chigi poliziotti ed uscieri che “spifferano” i segreti di palazzo, fino ad arrivare alla sconcertante irritazione contro la famiglia Berlusconi per il fatto che Mediaset abbia ospitato la Boccia (che poi in realtà non ha parlato, se ne è andata prima), con tanto di evocazione di improbabili burattinai che la piloterebbero. La realtà, molto semplice e altrettanto evidente, è in tutti i complotti evocati in pratica hanno fatto tutto da soli, praticamente siamo al “fuoco amico”, combinano guai e si mettono in difficoltà loro stessi, poi quando si rendono conto di averla “combinata grossa” si rifugiano dietro la coperta corta di un improbabile complotto.

E’ sempre stato così sin dall’inizio, sin dalla vicenda che ha coinvolto Delmastro e Donzelli (con quest’ultimo che candidamente alla Camera svelò che Delmastro gli aveva svelato il contenuto di alcune intercettazioni su Cospito che erano coperte da segreto), passando per la vicenda di Pozzolo, per non parlare degli autogol di Lollobrogida, delle gesta del compagno di Giorgia Meloni (Giambruno) e, ancor più, della surreale storia intorno alla maternità della parlamentare ascolana di FdI, Rachele Silvestri, che per certi versi è l’emblema di quello che Merlo definisce “l’autocomplotto del cretinismo di destra”.

Per altro è significativo come le vicende e i presunti complotti estivi che hanno colpito il governo e la presidente del Consiglio, dall’inesistente indagine contro Arianna Meloni all’annuncio della fine del rapporto della stessa con Lollobrigida, fino alla vicenda che ha coinvolto e portato alle dimissioni da ministro Gennaro Sangiuliano. Come molti ricorderanno, all’epoca (era l’aprile 2023) fece molto scalpore la vicenda della parlamentare ascolana (ma eletta in Abruzzo) che in una lunga e accorata lettera denunciava le voci intorno alla sua gravidanza, le insinuazioni sul fatto che il padre del futuro neonato non fosse il compagno ma un esponente di spicco di FdI.

Sono stata costretta a fare il test del Dna per tutelare mio figlio e il mio compagno” scriveva la Silvestri, provocando subito la reazione adirata della presidente del Consiglio e del suo partito contro i giornalisti e l’opposizione che “rovistano” nella vita privata delle persone per attaccare la maggioranza e, indirettamente, la presidente del Consiglio. La cosa buffa e al tempo stesso paradossale è che, prima della lettera della Silvestri, nessun organo di informazione e tanto meno nessun rappresentante politico dell’opposizione aveva mai proferito parola su una vicenda, fino a quella lettera mai venuta a galla. Allo stesso modo nessuno aveva fatto nomi, anche se poi aveva provocato un certo scalpore l’uscita inopportuna in proposito del ministro Lollobrigida (“voglio vedere se qualcuno ha il coraggio di fare il nome”) che inevitabilmente aveva sollevato dubbi e sospetti.

Dopo gli urli, gli strepiti, le accuse contro tutto e contro tutti dei giorni successivi, quella vicenda come è nata praticamente è morta, non si è saputo più nulla, è finita nel dimenticatoio. Così quasi nessuno è a conoscenza che 2 mesi dopo, in una lunga intervista rilasciata a “Il Foglio”, la stessa Silvestri (di cui da allora guarda il caso si sono perse le tracce…) di fatto ha ammesso che tutto era scaturito da voci messe in giro dentro il suo partito, con tanto di citazione nei confronti dell’attuale commissario sisma e senatore di FdI (“E’ stato Guido Castelli?” chiede l’intervistatore, con la Silvestri che risponde: “diciamo che non posso metterci la mano sul fuoco ma forse altro si”). Non bisogna essere dei fini osservatori per vedere l’assoluta somiglianza, quasi una continuità, tra quella e le vicende che hanno caratterizzato questa estate.

La presunta inchiesta della magistratura su Arianna Meloni è una notizia messa in giro da Sallusti, è stata ripresa dalla stessa presidente del Consiglio per evocare manovre e complotti contro di lei e il suo partito da parte di presunti “poteri forti”, che poi ovviamente non ha chiesto scusa quando è emerso ufficialmente che non esiste alcuna indagine contro la sorella. Allo stesso modo è stata la stessa Arianna Meloni, senza che prima nessuna voce fosse stata messa in giro, a comunicare la fine della sua relazione con il ministro Lollobrigida, ma, nonostante tutto, poi dal suo partito si è ugualmente scatenata la “guerra”  contro l’informazione e l’opposizione, come se la notizia fosse stata carpita di nascosto.

Fino ad arrivare, poi, all’imbarazzante vicenda di Sangiuliano, con la Boccia che da 5 anni frequenta gli ambienti della politica, sempre rigorosamente con esponenti di FdI, il ministro che ha messo a segno un surreale e clamoroso autogol, con l’intervista di 15 minuti al tg1 nella quale, in lacrime, ha confessato la relazione con la donna (che però nega…) e la presidente del Consiglio che ha trascinato oltre modo una vicenda che si sarebbe potuta chiudere in brevissimo tempo, con le immediate dimissioni di Sangiuliano. E’ assolutamente pertinente e quanto mai centrato parlare di “autocomplotto”.

Anche se poi, a differenza di Merlo, fatichiamo ad archiviare il tutto dando la responsabilità al “cretinismo di destra”, sospettando piuttosto che tutti questi polveroni sono creati ad arte sicuramente per il solito vittimismo ma anche e soprattutto per spostare l’attenzione…

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