Pietà l’è morta…


Le immagini, riprese da una telecamera della zona, della donna che investe e passa più volta sopra al corpo dell’uomo che le aveva rubato la borsetta sono agghiaccianti. Eppure sui social si moltiplicano i commenti di chi difende la donna e infierisce su quell’uomo morto…

Si può uccidere, con veemente ferocia, per recuperare una borsetta? Si può giustificare chi, con impressionante violenza, si accanisce su una persona inerme, fino ad ucciderlo, solo perché poco prima era stata vittima di un furto? Per quanto ci riguarda già solamente il fatto che ci sia la necessità di porsi simile domande è purtroppo il segno inequivocabile di quanto siamo sprofondati in basso, di come la nostra società sia sempre più alla deriva, senza più la condivisione neppure dei più fondamentali principi del vivere civile. Sosteneva Ugo Foscolo ne “ I Sepolcri” che una società che non ha il rispetto per i morti tra i suoi valori spirituali più preziosi e più largamente condivisi non merita di sopravvivere.

Negli anni passati, soprattutto in relazione ad alcuni fatti moto cruenti della nostra storia, si era spesso discusso di cosa significhi e come dovrebbe manifestarsi questo sentimento. Si è spesso citato, in proposito, la vicenda del feroce Achille che, pur avendo giurato ad Ettore morente di lasciare il suo corpo in pasto alle belve feroci, aveva poi restituito il cadavere al vecchio re di Troia Priamo perché potesse onorare degnamente il figlio morto. Stessa umana “pietas”, invece, non avevano avuto i partigiani con i corpi esanimi di Mussolini, la Petacci e gli altri gerarchi fascisti, dileggiati, insultati e umiliati a Piazzale Loreto. Erano tempi difficili, quelli, si era reduci da una sanguinosissima guerra mondiale e da una guerra civile che avevano seminato troppe vite umane e troppo odio, nelle quali erano state scritte pagine di indicibile crudeltà da parte soprattutto dei nazisti, troppo spesso aiutati dai fascisti, e quindi forse sarebbe stato troppo attendersi quel sentimento di umanità.

La nostra attuale società, almeno per quanto riguarda il nostro paese, fortunatamente da anni non vive l’esperienza drammatica di una guerra. Eppure quel senso di umana pietas, quel sentimento di umanità sembrano ormai smarriti, nei confronti dei vivi ma anche dei morti. E in una società sempre più virtuale che reale, certi indegni scempi, la mancanza del minimo rispetto nei confronti anche dei defunti si manifesta in particolare in quell’enorme piazza virtuale che è rappresentata dall’infinito mondo del web. Dove, dietro il comodo paravento del video e della tastiera, non ci si vergogna di esprimere anche le più atroci nefandezze, di infierire, inveire e umiliare anche chi non c’è più o chi si trova in una situazione di difficoltà.

In tal senso ci avevano molto colpito, qualche settimana fa, alcuni commenti sotto il post, pubblicato in una pagina facebook locale, di una donna malata di cancro che denunciava le difficoltà di prenotare ed effettuare prestazioni sanitarie per lei indispensabili ed urgenti. Era lecito e naturale attendersi solo solidarietà e umana vicinanza nei confronti di quella donna, invece con crescente indignazione siamo stati costretti a leggere commenti infastiditi e in alcuni casi addirittura censori nei confronti di una persona che, non dovrebbe essere molto complicato da comprendere, sta attraversando un momento di grande e comprensibile difficoltà. Indignazione che, nelle ore scorse, si è trasformata in rassegnato e nauseato sgomento di fronte alle disumane reazioni alla drammatica vicenda accaduta a Viareggio.

La storia ormai è nota, un 47enne senza fissa dimora ruba la borsetta ad una donna di 65 anni che stava salendo sul proprio Suv. La donna non si dà per vinta, con il suo Suv insegue il ladro e, una volta raggiunto, lo investe violentemente scaraventandolo a terra. Poi per ben due volte fa retromarcia ed infierisce violentemente su quell’uomo a terra, passandoci sopra con il Suv e schiacciandolo contro la vetrina di un negozio. Infine, come se nulla fosse, scende dal Suv, recupera la sua borsetta e se ne va lasciando a terra il corpo senza vita dell’uomo (senza neppure chiamare i soccorsi). Le telecamere della zona dove è avvenuto il fatto hanno ripreso tutto e francamente sono un vero e proprio “cazzotto allo stomaco”, sono immagini sconcertanti e raccapriccianti.

Ci sarebbe davvero poco da dire, certo quell’uomo era un ladro, possiamo sicuramente comprendere la rabbia della donna e la volontà della donna di riprendere una cosa a cui sicuramente teneva, ma la nostra e l’umana comprensione si fermano qui. Tutto il resto, la violenza nei confronti di quello sbandato, la ferocia con cui la donna si accanisce su un corpo ormai inerme, non possono in alcun modo essere ammessi né tanto meno giustificati. Così come non si possono accettare e giustificare i vergognosi commenti, intrisi di feroce violenza e della perdita di ogni senso di umanità, di quanti inneggiano e sostengono quella donna o, peggio ancora, infieriscono a parole su un povero disperato defunto. Avevamo inizialmente pensato di riportarne, a titolo esemplificativo, alcuni ma non ne vale la pena, ci vergogniamo noi al posto loro, non merita spazio questa che definire immonda spazzatura è un eufemismo.

Purtroppo, però, come sempre in queste circostanze ormai nel nostro paese non c’è mai fine al peggio e in questo caso ancora una volta “il peggio” è rappresentato da una certa classe politica, da quelle forze politiche che sfruttano e alimentano gli stati d’animo e le posizioni più becere della nostra società . Stiamo parlando della Lega che in qualche modo si è subito preoccupata di difendere la donna. Sorvolando (per umana decenza) sullo sconcertante post di Salvini (“se l’uomo che ha perso la vita non fosse stato un delinquente non sarebbe finita così”), sconcertano soprattutto le affermazioni del vice segretario del Carroccio.

La signora non può essere accusata e indagata per omicidio volontario – ha affermato Andrea Crippa – la magistratura deve assolutamente tener conto del contesto, della situazione molto particolare e della paura che certamente questa signora aveva in quel momento. Tutte attenuanti che vanno tenute ben presenti. Purtroppo la totale assenza della certezza della pena e la praticamente totale assenza di fiducia degli italiani nella giustizia porta a fatti di questo tipo”. Non sappiamo se Crippa ha visto le immagini di quanto accaduto (speriamo per lui di no, almeno avrebbe una parzialissima giustificazione), sappiamo però con assoluta certezza che, pur trovando terribilmente fuorviante quel ragionamento, in ogni caso la Lega è ormai da anni al governo del paese e, quindi, ha delle enormi responsabilità in proposito.

Nessuno può farsi giustizia da solo, se salta questo principio vengono meno le fondamenta della società civile” commenta Fabio Salamida, esprimendo un principio che non dovrebbe neppure essere sottolineato. Così come dovrebbe superfluo ricordare che una borsetta “non vale la vita di un altro essere umano”. Purtroppo, però, nella nostra società anche l’ultimo briciolo di umanità sembra essere diventato fuori moda, sembra esserci spazio solo per sentimenti di vendetta, di crudeltà e di violenza. Che non si fermano e non si attenuano neppure di fronte ad un povero disperato morto…

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