“Ast Attack”: cronache “marziane” dalla sanità ascolana…


Mentre la situazione degli ospedali di Ascoli e San Benedetto è sempre più drammatica e  la sanità picena va a rotoli, la direzione dell’Ast in un comunicato festeggia il “grande” risultato ottenuto: le ferie “godute da tutti i lavoratori”…

Dopo aver letto la nota diffusa il 31 agosto dalla direzione dell’Ast di Ascoli in merito alle ferie dei suoi dipendenti, ci è tornata in mente una delle scene più esilaranti del film “Mars Attack”. Quella in cui il presidente degli Stati Uniti James Dale (Jack Nicholson) nella riunione di urgenza con il suo staff dopo che i “marziani” hanno fatto una carneficina in Senato e si apprestano ad invadere la terra, spiega il suo piano d’intervento: “voglio che la gente sappia che le scuole e gli asili resteranno aperti, voglio che l’uomo della strada sia sicuro che tutti i giorni l’immondizia verrà regolarmente ritirata. E voglio un agente di polizia ad ogni incrocio”.

Ovviamente ad Ascoli e nelle strutture dell’Ast non c’è in corso alcuna invasione di “marziani” ma, per certi versi, la situazione è decisamente più grave. Dopo le recenti dimissioni e pensionamenti mancano una decina di primari tra gli ospedali di Ascoli e San Benedetto, per non parlare di medici e personale sanitario. Complessivamente la situazione nei due nosocomi è sempre più drammatica, così come disastrosa è quella delle liste di attesa, con alcune prestazioni che addirittura non si riescono a prenotare neppure a lunghissima scadenza. Per non parlare delle condizioni in cui opera il personale sanitario, senza dimenticare che da tempo sono in forte contrasto con l’Ast stessa e la Regione che continuano a fare “orecchie da mercanti” di fronte ad alcune sacrosante rivendicazioni.

In un simile disastroso e disperato contesto, con prospettive future se possibile ancora più nefaste, è semplicemente paradossale la nota con cui la direzione dell’Ast esprime la propria soddisfazione perché “tutti lavoratori sono riusciti a fruire del periodo di ferie nei termini previsti dal Contratto collettivo del lavoro senza ritardi e senza contrazioni e non si è dovuto ricorrere all’accorpamento dei reparti o alla riduzione dei servizi ai cittadini”. Sembra una barzelletta o, appunto, una scena di un film comico, invece è la sconcertante realtà con cui purtroppo i cittadini ascolani, abbandonati a se stessi da chi aveva promesso di difenderli, devono fare drammaticamente i conti tutti i giorni.

Nel mondo “normale” la direzione dell’Ast dovrebbe occuparsi concretamente di intervenire e cercare di risolvere tutti i disservizi citati, dovrebbe operare e spiegare in che modo e in quanto tempo riuscirà a coprire tutti i posti da primario che sono attualmente scoperti, dovrebbe preoccuparsi di potenziare il personale sanitario delle due strutture ospedaliere per garantire ai cittadini l’effettuazione dei necessari ed indispensabili servizi. Invece nel meraviglioso regno di Ugualos si preoccupa di comunicare ai cittadini stessi che tutti i lavoratori dell’Ast stessa hanno fruito delle ferie, senza che nessuna delle istituzioni locali chieda conto di questa imbarazzante boutade. Che, per altro, andrebbe inquadrata nei giusti termini, cosa che come al solito sono i sindacati di categoria (Fp Cgil, Cisl Fp, Nursing Up, Fials e Ugl Salute) a farlo, rivendicando i diritti “violati” dei dipendenti e annunciando l’intenzione di mantenere vivo lo stato di agitazione. “

Relativamente alla regolare fruizione delle ferie estive – si legge in una nota congiunta – tutte le organizzazioni sindacali, nella riunione tenutasi con la direzione dell’AST in data 28/08/24, hanno dato atto che tale obiettivo è stato conseguito, ma hanno tenuto a precisare che lo stesso è stato raggiunto imponendo grossi sacrifici ad una parte del personale dipendente che a volte ha dovuto rinunciare alla prescritta giornata di riposo nonché spesso è stato sottoposto ad una mobilità selvaggia per coprire turni di lavoro in località distanti anche 40 KM dalla ordinaria sede. Se si pensa poi che circa 1200 dipendenti devono ancora percepire, a decorrere dal 21/05/2018, compensi per i tempi di vestizione, per un ammontare medio complessivo superiore a 7000 Euro cadauno nonché ad una parte dello stesso personale non sono stati ancora pagate le progressioni economiche orizzontali a decorrere dal 2022 e ad altra parte a decorrere dal 2023, si può ben comprendere quale sia la condizione ambientale nei singoli posti di lavoro.

Fp Cgil, Cisl Fp, Nursing Up, Fials e Ugl Salute nello stigmatizzare lo stato di assoluta emarginazione in cui si trova la sanità pubblica picena, privata delle necessarie risorse umane e finanziarie manterranno vivo lo stato di agitazione fino al totale riconoscimento di tutti i diritti dei dipendenti finora impunemente violati”.

Attraverso la diffusione di comunicati, l’indizione di presidi ed altre iniziative sindacali – si legge in un comunicato successivo – denunciamo da tempo all’opinione pubblica la gravissima e reiterata violazione di una pluralità di diritti, patrimoniali e non, in danno al personale dipendente, derivante, in particolare, dello stato di emarginazione finanziaria a cui è stata sottoposta la sanità pubblica Picena, rendendo, tra l’altro, incandescente il clima nei singoli ambienti di lavoro. Codesta Direzione, con le sue pubbliche contro deduzioni, invece, tenta di dimostrare che nell’Azienda tutto funzioni a meraviglia, elogiando la bontà degli stessi servizi sanitari. Diciamo tenta perché basterebbe un piccolo sondaggio tra la popolazione per rendersi conto che il 90% degli intervistati esprimerebbe fortissima insoddisfazione sulla qualità della sanità pubblica del territorio.

Se l’intervista, poi, dovesse essere effettuata tra gli operatori del settore, ci troveremmo di fronte ad una ben più elevata percentuale. La Direzione della Ast e la Regione Marche non credono sia giunta l’ora di riequilibrare i finanziamenti della sanità pubblica regionale affinché venga garantito il rispetto dei diritti dei dipendenti della AST di Ascoli Piceno e soprattutto venga restituita dignità ai cittadini di questo territorio?”.

Richiesta sacrosanta, che dovrebbe essere sostenuta e rilanciata dalle principali istituzioni locali (a partire dai sindaci di Ascoli e San Benedetto), che purtroppo non ha alcuna possibilità di essere accolta. Perché non ci si può certo aspettare nulla da chi, come la direzione Ast, di fronte allo sfascio della sanità locale ha il coraggio di festeggiare le ferie godute dai dipendenti. Quanto alla Regione, non che prima fossero “rose e fiori”, ma dall’arrivo di Acquaroli la situazione è precipitata, in generale ma soprattutto per il nostro territorio, con il governatore e la sua giunta che hanno potuto penalizzare impunemente il Piceno, grazie al silenzio complice di chi invece aveva promesso di difenderlo ad ogni costo. E che ora, nel fine settimana, si appresta ad accogliere e tributare tutti gli onori del caso al “carnefice” della sempre più derelitta sanità ascolana…

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