Scuola Malaspina: oltre il danno, la beffa!


In surreale comunicato il commissario sisma Castelli parla della scuola Malaspina come esempio positivo del “metodo di lavoro” portato avanti da Acquaroli e Fioravanti. Fingendo di ignorare che i lavori nella scuola dovevano concludersi ad inizio 2022 (ma non sono neppure iniziati…)

A febbraio (esattamente il 16 febbraio) “alla Malaspina la procedura di gara è in fase di avvio”. Sei mesi e mezzo dopo (esattamente il 28 agosto) “l’inizio dei lavori entro 6 mesi dalla data dell’accettazione”. Sull’atteso (quasi quanto Godot…) intervento di adeguamento sismico della scuola Malaspina si consuma l’ennesimo sconcertante teatrino all’insegna della più spudorata e imbarazzante propaganda. Protagonista il commissario straordinario ricostruzione sisma 2016, Guido Castelli che 6 mesi e mezzo fa assicurava che la gara per l’affidamento dei lavori finalmente, dopo anni di ritardo e di attesa, era in fase di avvio.

Ora, invece, praticamente si augura che entro 6 mesi partano i lavori, in un surreale comunicato stampa, che è un cazzotto allo stomaco a chi da anni si batte inascoltato per la sicurezza delle scuole, dal titolo che definire tra l’ironico e il satirico è un eufemismo: “Obiettivo scuole: ricostruzione sostenibile nel cratere. L’esempio del Malaspina di Ascoli Pieno”.   La scuola elementare ascolana in effetti è realmente un esempio ma, a differenza di quanto vuole far credere il commissario, dei peggiori, perché è l’emblema dell’imbarazzante incapacità dell’amministrazione comunale, della sconfortante confusione e approssimazione con cui si è affrontato e si sta continuando ad affrontare i fondamentali interventi per la messa in sicurezza delle scuole cittadine.

E’ notizia di questi giorni – si legge nel comunicato – l’accettazione da parte del GSE della richiesta di incentivo del conto termico alla scuola Malaspina di Ascoli Piceno, pari a 218 mila euro, sostanzialmente la somma dal facsimile di 219.766,80. Il caso del “Malaspina” è uno dei tanti esempi di un metodo di lavoro, portato avanti in sinergia con il presidente della Regione Francesco Acquaroli e con il sindaco Marco Fioravanti che si preoccupa di assicurare una ricostruzione sicura e adeguata ai nuovi canoni di sicurezza e sostenibilità”. Siamo di fronte alla massima e più sfrontata espressione di propaganda, alla straordinaria capacità di trasformare un colossale fallimento addirittura in un improbabile successo, con la consapevolezza che tanto c’è sempre una percentuale di “boccaloni” pronta a crederci.

E ci vuole davvero una smisurata dose di spregiudicatezza per ostentare il “caso Malaspina” come esempio positivo del presunto metodo di lavoro portato avanti dall’accoppiata Acquaroli-Fioravanti sulla ricostruzione e messa in sicurezza delle scuole. Detto che il governatore marchigiano non ha e non ha avuto alcun ruolo in questa vicenda, visto che i fondi per le scuole sono deliberati e decisi nel 2017 (quando al governo della Regione c’era Ceriscioli), il commissario straordinario alla ricostruzione finge di dimenticare che il sindaco di Ascoli nel 2019, quando è stato eletto per la prima volta, aveva promesso di ricostruire e di sistemare le scuole cittadine in 3 anni.

Ne sono passati più di 5 e siamo ancora in alto mare, con appena una delle 10 scuole oggetto della prima ordinanza commissariale (quella del luglio 2017) che ha visto la conclusione dell’intervento e ben 7 scuole (Malaspina compresa) dove invece i lavori, dopo oltre 7 anni, devono ancora partire. E parte della responsabilità per questo inaccettabile ritardo è proprio dello stesso Castelli che, quando era sindaco di Ascoli, non ha fatto effettuare le necessarie verifiche di vulnerabilità sismica e, soprattutto, ha fatto perdere 2 anni di tempo con l’improbabile project financing che, già dal momento della sua presentazione, era chiaro a tutti che non fosse percorribile perché non rispettava le norme in materia.

Per altro è alquanto singolare che, dopo mesi, si torni a parlare della Malaspina solo per questo contributo, senza però svelare l’autentico mistero che riguarda proprio quella scuola che, insieme alla scuola Cagnucci e alla Tofare, doveva essere la prima a veder partire i lavori. Anche perché delle scuole oggetto dell’ordinanza del luglio 2017, proprio la Malaspina è quella in cui l’iter per l’intervento è iniziato prima di tutte le altre, con la delibera di giunta n. 138 del 14 luglio 2020 che dava il via alla fase di progettazione. E’ importante ricordare come proprio quella delibera, ed in particolare le quasi 10 pagine dell’allegato documento istruttorio, inchioda la passata amministrazione comunale, quella guidata dal sindaco Castelli, alle proprie gravi responsabilità perché dimostra innanzitutto che nei terribili mesi dell’interminabile sequenza sismica, mentre spargeva ottimismo a piene mani e ripeteva la surreale affermazione secondo cui le scuole cittadine avevano superato brillantemente il test del sisma, l’attuale commissario alla ricostruzione era ben consapevole del contrario.

Perché il documento istruttorio sottolinea come “da scheda Aedes 32671 redatta il 4 novembre 2016 dalla Squadra P1173” la scuola Malaspina risultava “temporaneamente inagibile ma agibile con provvedimenti di P.I.”. Sempre quel documento istruttorio ricordava anche che quella stessa scuola, insieme alla scuola Borgo Chiaro, era l’unica su cui erano state effettuate le verifiche di vulnerabilità sismica, il cui esito per nulla edificante (livello di rischio compreso tra 0,30 e 0,45, decisamente lontano dall’indice di rischio 1 che vuol dire sicurezza) era stato comunicato al Comune nel dicembre 2018. Quindi a quella data l’amministrazione comunale e il sindaco Castelli erano a conoscenza della problematica situazione della scuola Malaspina ma, invece di intervenire immediatamente, hanno perso altri 2 anni dietro a quell’improbabile e improponibile project financing.

Così solo nel luglio 2020 è partito l’iter per l’intervento, con i soliti tempi “messicani” del Comune di Ascoli. Secondo quanto previsto dall’inutile Ordinanza Ascoli, così elogiata dallo stesso Castelli e dal sindaco Fioravanti, tutto l’intervento alla Malaspina, dall’avvio dell’iter progettuale alla conclusione dei lavori, doveva durare non più di 19 mesi, quindi la scuola adeguata e sicura doveva essere pronta per i primi mesi del 2022. In realtà c’è voluto praticamente un anno solo per l’affidamento dell’incarico per la progettazione (determina n. 1707 del 12 giugno 2021).

Ma, con quegli ormai tradizionali surreali colpi di scena che avvengono solo nel meraviglioso regno di Ugualos, 6 mesi dopo aver affidato l’incarico di progettazione magicamente il Comune si è accorto che erano necessarie indagini e prove strutturali. Così il 30 dicembre 2021, con determina n. 4363 veniva affidato l’incarico per l’effettuazione di quelle indagini “propedeutiche alla progettazione”. Poi sull’intervento alla scuola Malaspina, il cui costo era nel frattempo lievitato dagli iniziali 3,3 ai 5,2 milioni di euro, calava il più assoluto silenzio, praticamente per un anno fino al 3 novembre 2022 (quando, secondo l’Ordinanza Ascoli, teoricamente già da 7-8 mesi i lavori dovevano essere conclusi.

Quel giorno, nel Consiglio comunale aperto sulle scuole, il sindaco annunciava che era stato approvato il progetto definitivo, che entro inizio 2023 veniva approvato quello esecutivo, con la conseguente indizione della gara e l’avvio dei lavori previsto per l’estate 2023. Cronoprogramma confermato un mese dopo nel giornalino comunale “Cento Torri”. Da quel momento, però, non si è saputo più nulla, ovviamente i lavori non sono affatto partiti nell’estate ma neppure entro la fine del 2023.

A febbraio 2024, poi, il già citato comunicato del commissario straordinario sisma che annunciava che “la procedura di gara è in fase di avvio”. Evidentemente, però, deve esserci stata qualche complicazione, visto che 6 mesi e mezzo dopo di quella gara “in fase di avvio” non c’è ancora traccia. In compenso ora è arrivato l’annuncio di quel contributo che, ovviamente, non cambia di una virgola la situazione. Al netto di ogni propaganda, quello della scuola Malaspina resta si un esempio, ma niente affatto edificante…

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