L’ipocrisia e l’incoerenza dei paladini della “famiglia tradizionale”


Pretendono di imporre a tutti la famiglia tradizionale,  uomo e donna uniti nel “sacro” vincolo del matrimonio con lo scopo di procreare. Ma poi dalla presidente del Consiglio alla sorella Arianna, passando per Salvini si comportano in maniera esattamente opposta…

Come direbbe Lubrano, la domanda sorge spontanea. “Ma esiste un sostenitore della famiglia tradizionale che non sia divorziato, che non abbia figli fuori dal matrimonio, che non sia segretamente attratto da persone del suo stesso sesso o che non vada a letto con ragazzine minorenni?” chiede ironicamente Fabio Salamida dopo che la sorella della presidente del Consiglio, Arianna Meloni, ha pubblicamente annunciato la fine del suo legame con il ministro Francesco Lollobrigida a cui era unita, ma non in matrimonio, e dal quale aveva avuto 2 figli.

Come tutto ciò che ruota intorno agli esponenti di questo governo e, in particolare di Fratelli d’Italia, ogni occasione è giusta per praticare l’unico sport nel quale sono insuperabili: il più patetico vittimismo. Che, naturalmente, non è mai solamente fine a se stesso ma, soprattutto, serve per spostare l’attenzione da situazioni e vicende ben più serie nelle quali il governo è in grave difficoltà. In particolare in questa ultima parte dell’estate nella quale proprio la sorella della presidente del Consiglio è al centro di comprensibili polemiche, sia per il suo ruolo nelle cosiddette nomine (la vorace smania di occupare tutte le poltrone possibili da parte del governo e di Fratelli d’Itali), pur non avendo incarichi di governo o essere stata eletta in Parlamento, sia, ancor più, per quanto sta emergendo sui finanziamenti concessi dalla “Fondazione Alleanza Nazionale”, nel cui cda sono presenti proprio Arianna Meloni, oltre a Fabio Rampelli e Italo Bocchino.

Prima c’hanno provato con la surreale “bufala” su un’ipotetica ed inesistente indagine su Arianna Meloni, lanciata da Sallusti (non nuovo a queste improvvisazioni) e subito cavalcata con il solito campionario di accuse su ipotetici e improbabili complotti dai vertici del partito e dalla stessa presidente del Consiglio, impietosamente smascherata nel momento in cui la Procura di Roma ha confermato quello che in realtà tutti, a parte i soliti “boccaloni”, avevano ampiamente compreso, cioè che non è in corso alcuna indagine sulla sorella della presidente del Consiglio. Che, subito dopo, in una lunga intervista su “Il Foglio” ha annunciato la fine della sua relazione con il ministro dell’agricoltura.

Una confessione del tutto spontanea e in alcun modo provocata da voci (totalmente inesistenti) ma che, in un surreale teatrino dell’assurdo, è poi diventata l’ennesima occasione per vestire nuovamente i panni delle vittime perseguitate a cui viene messa sotto osservazione anche la vita privata (come se non facessero anche di peggio agli avversari politici…), lamentandosi di un’attenzione morbosa da parte dell’informazione come se la separazione tra Arianna Meloni e Lollobrigida fosse stata scoperta in chissà quale subdolo modo e non fosse frutto, come invece avvenuto, dell’improvviso annuncio della diretta interessata. “E’ avvilente che il popolo italiano debba preoccuparsi degli affari sentimentali dei politici. Siamo costretti a farlo perché in questo momento al potere c’è una famiglia allargata fatta di sorelle, cognati, ex e chi più ne ha più ne metta” commenta amaramente il prof. Saraceni. Che, poi, pone l’accento su quella che è da sempre la più profonda e inaccettabile ipocrisia della destra italiana.

Nel rispetto della più fulgida tradizione del centro destra – afferma Saraceni – anche Meloni protegge la famiglia tradizionale degli altri. Da Berlusconi a Fini, da Meloni a Meloni, questa gente si sposa, divorzia, procrea fuori dal matrimonio il che va benissimo, per carità, sono affari loro. Peccato che poi si arroghino il diritto di giudicare le famiglie degli altri sbraitando nelle piazze di essere cristiani praticanti”. Senza troppi giri di parole, i fatti reali e concreti dimostrano in maniera inequivocabile che siamo governati da autentici ipocriti, profondamente incoerenti, che hanno la stessa presunzione del Marchese del Grillo (“perché io so’ io e voi non siete un cazzo”), per cui certe leggi, certe rigide imposizioni, un certo tipo di società deve valere solo per gli altri, per i cittadini comuni, non certo per loro che si sentono di rango superiore e che, di conseguenza, possono fare tutto ciò che vogliono, anche esattamente l’opposto di quello che vorrebbero imporre a tutti gli altri.

Nessuno, tanto meno chi scrive, vuole disprezzare o non dare la giusta importanza a quella che viene definita la famiglia tradizionale, composta da un uomo e una donna che si uniscono nel “sacro” e indissolubile vincolo del matrimonio per poi mettere al mondo figli. Nel 2024, nel mondo che corre e si evolve così velocemente e con la società che cambia e si trasforma in continuazione, pensare che quella sia l’unica forma di famiglia possibile è un’assurdità fuori dal tempo, ma è giusto e doveroso rispettare comunque chi la pensa in una certa maniera. Non merita invece neppure il minimo rispetto anzi, merita il massimo e più profondo disprezzo chi continua a voler imporre certe regole ferree, per altro strumentalizzando anche il credo religioso che sostengono di voler seguire e rispettare (e addirittura imporre a tutti), che invece puntualmente calpestano in tutti quei casi in cui non fa comodo e non è funzionale alla propria propaganda (basterebbe pensare al tema dell’accoglienza).

E’ la storia recente della destra italiana, della più inaccettabile e spudorata ipocrisia di questa destra che in origine era impersonificata dall’allora presidente della Camera Casini (ora finito nel campo opposto), divorziato e riaccompagnato ma che politicamente era uno dei principali paladini della famiglia tradizionale, dal vicepresidente del Consiglio Fini e, naturalmente, soprattutto da Silvio Berlusconi con i suoi vari matrimoni, i figli nati dalle varie relazioni, i suoi costumi sessuali che, ovviamente, erano quanto di più lontano ci potesse essere da quella morale e dai dettami religiosi che invece si volevano imporre a tutti i cittadini. Ora sono Salvini e la famiglia Meloni gli emblemi della più bieca e insopportabile ipocrisia della destra italiana.

Erano tutti in prima fila a Verona, qualche tempo fa, a garantire e ribadire l’appoggio a politiche per promuovere la famiglia tradizionale, in quel congresso dove si potevano ascoltare posizioni e dichiarazioni aberranti, come quelle di chi sosteneva che gli omosessuali devono essere curati (un pensiero simile l’avevano già i nazisti). Una vergognosa presa in giro, un’offesa a chi crede realmente nei valori cristiani e viene umiliato e irriso da chi, come Salvini, in campagna elettorale giura sul Vangelo, ripete incessantemente che esiste un’unica famiglia ma che ha un figlio con l’ex moglie, una figlia fatta con un’altra compagna, poi lasciata per un’altra donna, a sua volta lasciata per una nuova momentanea compagna.

Di certo non meno ipocriti e incoerenti le sorelle Meloni, quelle che nella precedente campagna elettorale si dichiaravano paladine della famiglia tradizionale che, però, non è esattamente quella che hanno in mente per loro, con compagno e figli senza matrimonio, da poter lasciare senza alcun problema quando è il momento. Che poi, per intenderci, non è nulla di strano o di censurabile, è assolutamente la normalità (per voler utilizzare un termine che non ci piace affatto). Ma se da anni fai una dura battaglia presentando tutto quello che esula dal matrimonio (ovviamente tra un uomo e una donna) come sbagliato e innaturale, sostenendo con finta convinzione che i figli devono essere concepiti e messi al mondo solo nell’ambito del “sacro” legame del matrimonio, allora non puoi che comportarti coerentemente di conseguenza.

Invece, come da tradizione della destra italiana, Giorgia Meloni e sua sorella Arianna fanno esattamente il contrario, la presidente del Consiglio non sposata ma accompagnata per anni con Giambruno (dal quale si è staccata dopo i “fuori onda” sui comportamenti a dir poco imbarazzanti del suo compagno), da cui ha avuto anche una figlia. La sorella in coppia con Lollobrigida, con due figli nati da quella relazione, ma rigorosamente non sposata. C’è un episodio di qualche anno fa, quando ancora Giorgia Meloni era solamente a capo di Fratelli d’Italia e non alla guida del governo, che mette inequivocabilmente a nudo la profonda ipocrisia e la spocchiosa presunzione alla Marchese del Grillo che anima questa destra. Nei giorni successivi al citato congresso di Verona, ospite a “Otto e mezzo” l’attuale presidente del Consiglio fu giustamente “stuzzicata” da Lilli Gruber sulla sua situazione familiare, convivenza more uxorio e figlia fuori dal matrimonio, in assoluto contrasto con i principi che da sempre sosteneva di difendere e promuovere.

L’allora leader di Fratelli d’Italia reagì in maniera piuttosto seccata, invitando la giornalista “a farsi gli affari suoi” perché della propria vita privata ognuno fa quel vuole. Naturalmente questa sacrosanta rivendicazione, su cui siamo convintamente d’accordo, per la Meloni vale solo per lei, per la sorella Arianna, per Salvini e per i “privilegiati eletti” della destra, non per tutti i cittadini. E, allora, in un paese civile e consapevole, ogni volta che le sorelle Meloni, Salvini e qualche altro ripropongono la solfa della famiglia tradizionale bisognerebbe chiedere loro conto della loro incoerenza.

Ricordandogli che quel “della propria vita privata ognuno fa quel che vuole” deve necessariamente valere per tutti, non solo per una casta di privilegiati…

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