Più luci che ombre ma rammarico per l’occasione persa nell’esordio dell’Ascoli


Scampoli di ottimo Ascoli contro un’ottima Spal e successo sfumato per due gravi disattenzioni difensive. Convince l’attacco, con Corazza e Tirelli in gol e Marsura che conferma le sue qualità, difesa ancora da sistemare e centrocampo che ha bisogno di qualcosa in più

Che quella appena iniziata sarà una stagione molto difficile per l’Ascoli era ampiamente noto. Ma se mai ce ne fosse stato bisogno, la conferma è arrivata in occasione della prima giornata di campionato. Che, sorvolando su alcuni sconcertanti “deliri” della vigilia dell’esordio, ha certificato che non sarà per nulla semplice trovare il necessario equilibrio per analizzare le prestazioni dei bianconeri nel clima da “tutti contro tutti” che purtroppo continua a respirarsi.

Il nervosismo di tutto l’ambiente è ben sopra i livelli di guardia, la tifoseria è più che spaccata e divisa, praticamente i supporters bianconeri sono in guerra tra loro, con da una parte chi vorrebbe a prescindere sostenere la squadra e chi invece ha come priorità la guerra a Pulcinelli e all’attuale società, al punto che da una parte e dall’altra qualsiasi cosa, anche in minimo particolare, viene estremizzato ed esasperato, sia positivamente che negativamente. Le reazioni, in troppi casi ai limiti della più folle isteria, al pareggio del “Mazza” ne sono l’inequivocabile emblema. Sicuramente con questo clima non sarà facile per nessuno lavorare e cercare di fare il meglio, dovranno essere pazienti e bravi direttore sportivo, allenatore e giocatori a non farsi condizionare e travolgere.

Provando ad estraniarsi da questo folle esasperato clima, per provare ad analizzare quanto visto a Ferrara occorre innanzitutto considerare che inevitabilmente l’Ascoli (ma d’altra parte anche la Spal) è ancora un cantiere aperto, che il gruppo lavora insieme da pochissimo tempo (con alcuni giocatori arrivati da pochi giorni) e che in generale il calcio d’agosto, compreso quello ufficiale, va preso sempre con le molle. Partendo da questi presupposti il 2-2 finale ha fornito tante indicazioni, in gran parte positive, evidenziando anche abbastanza chiaramente dove c’è la necessità di intervenire (con il mercato ma anche con qualche aggiustamento da parte dell’allenatore.

Soprattutto, però, il pareggio finale lascia anche dei forti rimpianti, già solo per il fatto che, quando a metà ripresa sei avanti 2-0 e stai controllando la partita, è inevitabile avere rimpianti se poi non riesci a portare a casa la vittoria. Che sostanzialmente l’Ascoli avrebbe meritato, pur se i padroni di casa non hanno certo demeritato e, soprattutto nel primo tempo, hanno messo in alcune fasi in difficoltà la formazione di Carrera. Che ha chiuso la prima frazione avanti in virtù della splendida giocata di Marsura finalizzata alla perfezione da Tirelli ma anche grazie ad un paio di ottimi interventi di Raffaelli (il primo sullo 0-0) e ad un errore sotto porta di Rao che, quasi allo scadere, si è divorato il pareggio.

Nell’intervallo Carrera ha cambiato qualcosa, ha inserito Campagna che è entrato nel modo migliore possibile ed in avvio di ripresa i bianconeri hanno preso il dominio della gara, sfiorando prima con Varone il raddoppio, trovato poi da Corazza, al termine di una discesa travolgente di Adjapong. In quel momento l’Ascoli era in totale controllo e sembrava quasi in cassaforte la vittoria. Sfumata, però, nel giro di 6 minuti non a fronte di una reazione rabbiosa dei padroni di casa che ha messo alle corde i bianconeri, ma a causa di due grossolane ingenuità su due situazioni di gioco da fermo.

Semplicemente imbarazzante il gol dell’1-2, arrivato addirittura da fallo laterale, con il mancato intervento di Varone che ha sorpreso altri tre bianconeri che erano in area, con in aggiunta l’indecisione di Raffaelli che ha facilitato il tap-in vincente da due passi di Rao. Ma responsabilità bianconere ci sono anche sul gol del pareggio, con troppa libertà lasciata ad Arena (pericoloso sui colpi di testa) sulla punizione (ingenuamente regalata in un’azione per nulla pericolosa) dalla tre quarti. Molto si è discusso, nel post partita sui social, sui cambi operati sullo 0-2 da Carrera che ha tolto contemporaneamente Corazza e Marsura (inserendo al loro posto Caccavo e D’Uffizi).

Ovviamente l’allenatore ha il polso della squadra e conosce le condizioni dei giocatori, quindi è facile ipotizzare che entrambi fossero ormai allo stremo, perché in caso contrario non sarebbe comprensibile la sostituzione dei due pilastri dell’attacco bianconero, che stavano mettendo in grande difficoltà la retroguardia spallina (magari ad uno dei 2 avremmo comunque chiesto uno sforzo per qualche minuto ancora…). Al di là di tutto, però, non sono certo state le sostituzioni a cambiare il volto della partita perché l’Ascoli nella ripresa non ha mai sofferto, ha regalato i 2 gol alla Spal che non ha costruito altri pericoli, mentre sono stati proprio i bianconeri a cercare con più convinzione la vittoria, creando due ulteriori opportunità per tornare in vantaggio, la prima sprecata da una conclusione inguardabile di Campagna tutto solo al limite dell’area, la seconda sventata da una prodezza di Melgrati su D’Uffizi.

Tirando le somme, la partita del “Mazza” ha confermato che ha un reparto avanzato di tutto rispetto, con qualità in abbondanza e giocatori che possono fare la differenza in Lega Pro, anche se bisogna sperare che Corazza non abbia mai problemi perché al momento manca una valida alternativa all’ex Cesena (senza voler affrettare i giudizi, non sembra poter essere Caccavo) che ha confermato le sue qualità sotto porta (a Ferrara un’occasione avuta, un gol) mettendo però in mostra anche altre importanti caratteristiche, come la capacità di tenere palla e far salire la squadra e, soprattutto, la straordinaria abilità di trovare sempre gli spazi e di liberarsi dalla marcatura degli avversari.

L’esordio in campionato ha anche confermato la qualità e il valore di Marsura, splendido dell’affondo con assist in occasione dell’1-0, che ha le potenzialità per fare ancora di più, magari entrando più spesso nel vivo delle azioni. Se Marsura e Corazza sono delle conferme, Tirelli è una piacevole sorpresa. Nel primo tempo è stato il più vivace dei suoi in avanti e, sul perfetto assist dell’ex Catania, non ha sbagliato. Ma Carrera ha la fortuna di avere qualità in avanti anche in panchina, con D’Uffizi a sorpresa non schierato titolare e che quando è entrato ha comunque dimostrato di poter incidere (solo una prodezza di Melgrati gli ha negato il gol vittoria). Qualità che non manca neppure all’ultimo arrivato, Acick, ancora indietro e non utilizzato a Ferrara, ma che con il Cerignola ha dimostrato di poter essere determinante. Come detto manca un’alternativa a Corazza, anche in considerazione dello stop, per ora di 9 mesi, di Forte.

La partita con la Spal ha, però, anche confermato che manca ancora qualcosa a centrocampo, che Bando (2006) sicuramente ha potenzialità ma deve crescere e deve avere una valida alternativa. Varone è sicuramente affidabile, nonostante l’errore in occasione dell’1-2, Campagna è entrato molto bene e Bertini ha lasciato intravedere cose interessanti ma indiscutibilmente, se si vuole puntare in alto, il centrocampo bianconero ha bisogno almeno di un innesto di livello per la Lega Pro. Discorso differente, invece, per quanto riguarda il reparto arretrato che, pure, ha mostrato qualche incertezza e in diverse occasioni ha sofferto troppo.

Al netto di alcune giustificazioni comprensibili (il reparto è completamente nuovo e deve trovare l’intesa, Gagliolo era alla prima partita dopo un lungo stop), forse sarebbe il caso di rivedere qualcosa. Non necessariamente intervenendo sul mercato, anche perché in panchina c’erano un paio di difensori (Tavcar e Quaranta) che sulla carta in Lega Pro dovrebbero essere più che affidabili. Qualche perplessità ha sollevato anche la scelta di schierare in porta Raffaelli, autore di un paio di buoni interventi ma indeciso in occasione dell’1-2, invece che il nuovo arrivato Livieri, sicuramente più esperto.

Nel complesso più luci che ombre, anche se inevitabilmente ci sono ancora diverse cose da sistemare, sul campo ma anche con un ultimo intervento di mercato, per potere concretamente disputare un campionato di vertice (quanto di vertice poi eventualmente si capirà più avanti). Con la consapevolezza, però, che con il clima da “guerra civile” che purtroppo continua ad respirarsi, inevitabilmente tutto è più difficile e complicato.

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