Disastro sanità: gli autogol di Acquaroli e la toppa peggiore del buco…


Gli ultimi casi di malasanità, la tac negata ad una donna a rischio tumore a San Benedetto e la mammografia ad agosto 2026 ad una donna operata alla mammella ad Ascoli, scatenano le polemiche. E l’intervento del governatore si trasforma in un clamoroso autogol…

Mai come in questo caso, e in genere quando si parla della situazione della sanità marchigiana, è pienamente pertinente la famosa locuzione attribuita a Dante Alighieri secondo cui “un bel tacer non fu mai scritto”. Non sappiamo se il governatore marchigiano Acquaroli conosca Dante, quel che è certo, però, che davvero farebbe meglio a tacere e ad evitare in tema di sanità lunghi ed inutili post per provare a giustificare l’ingiustificabile. Innanzitutto perché chi, come lui, guida una Regione dovrebbe parlare con atti e fatti concreti, se è in grado di farlo, non certo con post che irrimediabilmente assomigliano sempre a patetiche “supercazzole”.

Soprattutto, però, perché quando non si hanno fatti concreti da poter sbandierare o motivazioni reali e credibili dietro le quali potersi difendere, inevitabilmente si finisce di prestare il fianco a commenti pesantissimi e repliche circostanziate e accusatorie corredate da dati inequivocabili, finendo così per trasformare quello che doveva essere un post propagandistico in un clamoroso autogol. D’altra parte, però, in questo il governatore Acquaroli davvero non ha eguali, è uno specialista degli autogol come il mitico Comunardo Niccolai (giocatore del Cagliari degli anni ’70 diventato famoso proprio per i suoi autogol), in particolare quando si parla di sanità è una garanzia, come apre bocca o scrive qualche post puntualmente risulta ancora più dannoso. E non si è smentito neppure in questo caso, con un post sui social che sembra pubblicato dal suo peggiore e più accanito rivale politico per metterlo in difficoltà.

Anche se non c’è alcun riferimento concreto, è indiscutibile che il governatore marchigiano abbia deciso di intervenire dopo gli eventi e le polemiche degli ultimi giorni, con alcuni casi di marchigiani che non sono riusciti a prenotare o si sono visti fissare l’appuntamento visite e prestazioni oggettivamente urgenti addirittura tra un paio di anni… In particolare l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica negli ultimi giorni è stata catalizzata da 2 vergognose vicende che si sono sviluppate nel territorio piceno. Parliamo innanzitutto di quella della giovane donna a rischio tumore a cui a San Benedetto era stata negata una tac urgente perché non c’erano posti. Il medico della donna aveva contattato l’assessore regionale alla sanità Saltamartini che era intervenuto direttamente per risolvere il caso.

Sicuramente encomiabile ma, purtroppo, casi simili nelle Marche e, ancor più, nel Piceno sono all’ordine del giorno e non può certo sempre intervenire l’assessore per trovare una soluzione, è evidente che è il sistema sanitario marchigiano che non funziona, anzi, è letteralmente andato in tilt. La conferma solo un paio di giorni dopo, con una donna ascolana operata al tumore al seno che sul gruppo “Sei di Ascoli se” ha denunciato il fatto che l’appuntamento per la mammografia al seno che necessariamente deve effettuare ogni anno le era stata fissato addirittura al 26 agosto 2026. Dopo l’inevitabile “polverone” che questa ennesima storia di malasanità ha scatenato, ecco l’intervento pubblicato dal governatore Acquaroli sulla propria pagina facebook.

Buongiorno a tutti – scrive Acquaroli – ogni volta che parliamo di sanità, ma anche di altri argomenti, ricevo molte segnalazioni di criticità. La maggior parte di esse riguardano le liste di attesa ma non solo. Queste difficoltà non toccano solo le Marche ma anche le altre Regioni, problematiche talmente sentite che il ministro Schillaci e il governo Meloni, dopo moltissimi anni di tagli e restrizioni, sono intervenuti con un decreto dedicato. Ad aggravare una situazione già in difficoltà è sicuramente stata anche la pandemia, scaricando una domanda maggiore di prestazioni sanitarie sul sistema. Le criticità maggiori però sono sul territorio, ovvero tutti quei servizi, compresa la medicina generale, che soffrendo e non riuscendo a drenare la domanda di salute, scarica sul sistema delle liste di attesa e sull’emergenza un numero elevato di prestazioni inappropriate che sottraggono forze al sistema sanitario stesso.

A titolo esemplificativo si pensi agli accessi ai Pronto Soccorsi dei codici bianchi e verdi, che non trovando risposte altrove sono costretti a fare lunghe attese. D’altronde il territorio per molti anni non è stato debitamente sostenuto e organizzato, lasciando i medici di medicina generale a se stessi, non prevedendo neanche la sostituzione per alcuni di essi che sono andati in pensione. Questi sono alcuni macro esempi delle cause che mettono in sofferenza il sistema sanitario quotidianamente. La nostra riforma, che si snoda su tre fasi, si è posta l’obiettivo d’individuare queste criticità e studiare le soluzioni per ognuna di esse. Occorre maggiore efficientemento organizzativo e risorse ma anche tempo. È semplice capire che dove è mancata la programmazione, lasciando presidi e territori deserti, la ricostruzione del sistema non può prescindere dalla presenza fisica di operatori e professionisti preparati e qualificati che vanno reperiti tra le disponibilità. Certo la tecnologia, penso alla telemedicina, può aiutarci ma da sola non basta.

La nostra sanità resta comunque all’avanguardia del sistema sanitario come attestato dalle classifiche AGENAS sui LEA, e quando la riforma sarà completamente operativa, il sistema sarà ancora più efficiente, di questo siamo certi. Continueremo ad approfondire ogni criticità con le relative soluzioni messe in campo nei prossimi giorni al fine di condividere con tutti voi un percorso conoscitivo complesso ma necessario”. Puntuale e immediato l’effetto boomerang, con una pioggia di critiche e proteste da parte di cittadini marchigiani, alcune anche molto dure.

Le ricordo che la sanità è regionale e lei in questi anni non ha fatto nulla per migliorarla, anzi l’ha peggiorata”, “Vi siete dovuti impegnare parecchio per fare peggio. Solo proclami autoreferenziali sui giornali. Incompetenti”, “Il nulla, non dice niente di concreto e intanto le persone muoiono per non poter fare controlli oncologici”, “Scrivi meno e fai di più”, “Se l’assessore alla sanità non è in grado andrebbe sostituito” alcuni dei commenti letti sotto il post del governatore, con in aggiunta l’intervento di numerosi cittadini del nord delle Marche desiderosi di evidenziare che la situazione è “tragica” anche al nord delle Marche e ad Ancona. Un mal comune che mai come in questo caso non fa affatto mezzo gaudio…

Tornando allo sconfortante post del governatore marchigiano, qualcuno dovrebbe spiegare ad Acquaroli che continuare a dare la colpa degli attuali disastri a chi c’è stato prima di lui può avere un minimo di senso il primo anno, dopo 4 anni è un’ammissione di incapacità. Anche perché, bene o male che ha fatto chi l’ha proceduto, tutti i dati confermano che comunque da quando ci sono Acquaroli e la destra al governo della regione la situazione è notevolmente peggiorata, anche e soprattutto nel Piceno. Discorso simile per la pandemia che non può in alcun caso rappresentare un alibi, anche perché c’è stata per tutti, non solo nelle Marche.

Se poi tutte le altre regioni hanno utilizzato i fondi stanziati dal governo Draghi per recuperare le prestazioni non effettuate nel periodo della pandemia, ottenendo ulteriori cospicui fondi, e invece la nostra Regione non è riuscita a fare lo stesso, utilizzandone appena un terzo, di chi mai sarà la responsabilità? Quanto al nuovo piano regionale sanitario, al di là del fatto che la stessa Corte dei Conti l’ha inesorabilmente stroncato, è significativo che solo nei giorni scorsi, a 2 anni dall’approvazione del piano stesso, la giunta regionale si è finalmente ricordata di approvare le indispensabili e fondamentali linee guida di approvazione per gli atti aziendali delle Ast. Un ritardo inaccettabile, emblema di quanto sia deficitaria, praticamente fallimentare, la politica sanitaria di Acquaroli e della sua giunta.

Infine a proposito delle classifiche relative ai Lea al posto di Acquaroli eviteremmo accuratamente di citarle. Perché è vero che le Marche non sono tra le peggiori regioni (ma di sicuro non sono all’avanguardia) ma è altrettanto innegabile che praticamente tutti i parametri sono decisamente peggiorati e, soprattutto, che secondo quei dati e quelle classifiche la situazione nella nostra regione era notevolmente migliore prima che arrivasse Acquaroli. Neppure Niccolai sarebbe stato capace di mettere a segno un simile autogol…

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