Beffa di ferragosto “annunciata”per la sanità ascolana e l’ospedale Mazzoni


In un comunicato stampa alla vigilia di ferragosto la Regione certifica e conferma quello che in realtà era già ampiamente chiaro, nei progetti e nei progetti di Acquaroli e della destra il nuovo ospedale di San Benedetto sarà di primo livello e punto di riferimento del territorio

Alla vigilia di ferragosto, quando inevitabilmente l’attenzione dei cittadini è ai minimi termini, la Regione Marche con un inequivocabile comunicato stampa ha messo fine all’equivoco sugli ospedali del territorio piceno e alla pietosa farsa relativa all’ipotetico e paradossale “ospedale di primo livello su due plessi” messa in scena in questi anni. Il programma e il progetto del governatore Acquaroli e della giunta regionale di destra prevedono per il Piceno che l’ospedale di primo livello sia a San Benedetto, la nuova struttura che la Regione ha annunciato di voler realizzare, con conseguente retrocessione del “Mazzoni” ad ospedale di secondo livello (visto anche quanto previsto dal decreto Balduzzi, pienamente in vigore).

In realtà nulla di particolarmente sorprendente e di inatteso, era assolutamente ovvio e scontato che, una volta messo da parte l’ospedale di vallata e puntando sulla realizzazione del nuovo nosocomio in Riviera, il nuovo ospedale di San Benedetto non poteva che essere di primo livello (perché in caso contrario sarebbe una follia anche solo pensare di realizzarlo). Ed era sufficiente conoscere un minimo la situazione e le prospettive della disastrata sanità marchigiana per avere la piena consapevolezza che, sfumata la grande opportunità di avere un ospedale di qualità nella vallata, l’alternativa non poteva che essere quella di far diventare il nuovo ospedale di San Benedetto (quando mai verrà realizzato) punto di riferimento della sanità picena ormai ridotta ai minimi termini. Ora, però, ad annunciarlo è la stessa Regione e il governatore Acquaroli nel comunicato stampa dello scorso 14 agosto.

Il nuovo plesso – si legge nel comunicato – servirà i cittadini del distretto di San Benedetto del Tronto e del suo circondario, con una popolazione stimata in circa 150 mila abitanti oltre alle presenze turistiche, essendo uno stabilimento ospedaliero di primo livello, sede di fondamentali reparti specialistici. Nella Conferenza si è anche parlato del ruolo che l’ospedale di San Benedetto in particolare svolge nell’erogazione di servizi al vicino Abruzzo” “La realizzazione del nuovo ospedale di San Benedetto del Tronto – aggiunge il governatore Acquaroli – è un obiettivo prioritario per la nostra amministrazione, per garantire una struttura adeguata alla città e a tutto il comprensorio di riferimento”.

Al di là dei numeri “sparati” a caso (la matematica non è un’opinione, la provincia di Ascoli ha 207 mila residenti, il capoluogo piceno con le zone limitrofe e montane supera quota 80 mila, evidentemente qualcosa non torna…) e del fatto che è positivo che la Regione si sia finalmente accorta che d’estate, con i turisti, aumentano i residenti nel territorio (solo qualche settimana fa l’assessore Saltamartini aveva affermato il contrario…), il senso e il “nocciolo” del comunicato è chiaro ed inequivocabile ed è la certificazione che per Acquaroli e la sua giunta San Benedetto, con il futuro nuovo ospedale, è il centro e l’indiscusso punto di riferimento della sanità picena. Nella visione della destra che è al governo della Regione, San Benedetto avrà l’ospedale di primo livello, in quel nosocomio saranno ubicati i “fondamentali reparti specialistici” e, di conseguenza, anche se nessuno, tanto meno in quel comunicato, ha il coraggio di dirlo e ammetterlo apertamente, il già sin troppo derelitto ospedale di Ascoli è destinato ad essere di supporto e assolutamente secondario.

Un vero e proprio “capolavoro”, frutto dalla sconsiderata, autolesionistica e demagogica visione politica della destra ascolana e dei suoi principali rappresentanti, dagli assessori e consiglieri regionali fino ad arrivare al sindaco Fioravanti e a tutta l’amministrazione comunale che hanno fatto diverse campagne elettorali strumentalizzando la delicata situazione sanitaria, con lo slogan “mai più Cenerentola delle Marche” che oggi suona come una vergognosa presa in giro, visto che con l’avvento di Acquaroli e della destra alla guida della Regione invece che “mai più” siamo diventati “sempre più Cenerentola delle Marche”, che hanno dichiarato guerra all’ospedale di qualità nella vallata (che secondo tutto il personale medico e sanitario era l’unica flebile speranza per la disastrata sanità picena), riuscendo a far tramontare quel progetto per trovarsi ora con la clamorosa probabile beffa di un nuovo ospedale ma a San Benedetto e di livello comunque inferiore rispetto a quello che non hanno voluto.

Nonostante il periodo e l’ormai tradizionale sottomessa rassegnazione della città, c’è chi sui social ha reagito alla “beffa” invocando un immediato intervento del sindaco in difesa dell’ospedale cittadino e degli ascolani. Appello inutile perché Fioravanti in questi anni ha sempre taciuto e ha accettato tutte le pesanti e inaccettabili penalizzazioni che la Regione a guida Acquaroli ha imposto alla nostra città, da obbediente “soldatino” ha sempre dimostrato che per lui la priorità è il proprio partito, la propria parte politica, non certo gli interessi dei suoi cittadini. Per questo, anche di fronte alle peggiori “schifezze”, non hai mai detto una parola, non ha mai alzato la voce in difesa della nostra sanità ed è sin troppo facile prevedere che non lo farà neppure questa volta.

E magari gli altri esponenti della destra ascolana racconteranno nuovamente la “favoletta” che per l’ospedale di Ascoli non cambierà comunque nulla (come se poi fosse una buona notizia, perché il “Mazzoni” è sempre più ridotto ai minimi termini…) o peggio ancora riproporranno la surreale “supercazzola” del primo livello su due plessi, confidando sul fatto che un buon numero di “allocchi” è pronto a credere anche la più colossale fesseria. La realtà inequivocabile e indiscutibile, certificata da quel comunicato, è che per la Regione governata dalla destra il futuro punto di riferimento della disastrata sanità picena dovrà essere il nuovo ospedale di San Benedetto, con  il conseguente ulteriore e inevitabile depotenziamento dell’ospedale ascolano.

Va detto però che stiamo ancora parlando di intenzioni e progetti perché gli eventuali tempi di realizzazione del nuovo ospedale non sono certo brevi (e neppure certi). Infatti nel comunicato si sostiene che la riunione che si è svolta in Regione il 13 agosto (a cui hanno partecipato tra gli altri gli assessori regionali Baldelli e Saltamartini e la direttrice generale dell’Ast di Ascoli Natalini) “di fatto rappresenta una tappa fondamentale del percorso per l’affidamento della gara per la progettazione, è stato esaminato dettagliatamente il piano del fabbisogno sanitario per la realizzazione della nuova struttura”.

A seguito della conferenza – si legge ancora nel comunicato – l’assessorato ai lavori pubblici può ora avviare l’elaborazione del Dip (Documento di indirizzo alla progettazione) ovvero il documento strategico attraverso il quale vengono individuate le caratteristiche, i requisiti e gli elaborati necessari per la definizione di ogni livello di progettazione per il nuovo ospedale di San Benedetto”. A tal proposito l’ex direttore sanitario dell’Inrca, Claudio Maria Maffei, in merito al comunicato stampa, accusa la Regione di essere ormai priva di ogni senso del pudore, ricordando come il nuovo ospedale di San Benedetto era già stato previsto nel primo programma di edilizia sanitaria nel luglio del 2021 “come conseguenza della rinuncia all’unica scelta sensata e cioè quella dell’ospedale unico Ascoli-San Benedetto”, decisione confermata nel 2022 e nel maggio 2023 (nel nuovo piano socio sanitario regionale), con il primo passettino fatto nel luglio 2023 (l’accordo con il Comune che comprendeva anche la scelta della sede).

Insomma hanno deciso 3 anni di farlo e poi hanno impiegato 3 anni per avere chiari i motivi” afferma Maffei. Che poi sottolinea come “le risorse per questo nuovo ospedale non ci sono e vanno trovate e prima o poi qualcuno si sveglierà a Roma al ministero della salute e a quello dell’economia e delle finanze e si accorgerà che la programmazione ospedaliera delle Marche è contro la norma e la bloccherà”. Nell’attesa che quanto previsto da Maffei accada, le prospettive future per la sanità ascolana sono sconfortanti, incredibilmente peggiori di quelle presenti già così desolanti…

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