“Velagate”, quando la toppa è peggio del buco…


Mentre infuriano le polemiche per la gita in barca a vela di 9 dipendenti dell’Ast di Ascoli “per migliorare la coesione tra loro”, la direttrice Nataliani scarica ogni responsabilità sostenendo che “non ho autorizzato quella scelta e non la condivido”…

Per buttarla sull’ironia (si ride per non piangere…) si potrebbe dire che una selezionata elite dei dipendenti dei vari enti pubblici dell’incantato regno di Ugualos ha davvero una fortuna unica perché i propri superiori si interessano in maniera spasmodica del loro benessere psico-fisico. Al punto da spendere oltre 12 mila euro per aiutarli nella ricerca della felicità (vedi articolo “Un’elite di dirigenti e dipendenti obbligati a ricercare la felicità, l’ultima follia del Comune”) o anche poco meno di 5 mila euro per organizzare una gita in barca a vela di 2 giorni con l’obiettivo di migliorare la coesione tra loro. Mettendo da parte l’ironia, nella vicenda che ha gettato ancora una volta i vertici sanitari del Piceno nella bufera è quanto mai opportuno sottolineare che la toppa è risultata peggiore del buco.

Perché la tardiva e imbarazzata presa di distanza da parte della direttrice Natalini (“non ho autorizzato quella scelta e non la condivido”) per certi versi aumenta notevolmente le perplessità e inevitabilmente fa pensare sempre più ad un Ast allo sbaraglio, dove regnano sovrani caos e anarchia. E come sottolinea l’ex consigliere regionale sambenedettese Urbinati “la Natalini deve spiegare, non scaricare le responsabilità. Sta lasciando in balia delle onde professionisti seri e competenti che, fino a prova contraria, hanno partecipato ad un evento autorizzato dai loro superiori. Quando le acque si agitano lei abbandona la nave, si dimetta”.

Dimissioni diffuse avevano chiesto anche Nurisnd e Usb con un comunicato stampa. “Benvenuti nella favolosa realtà dell’Ast di Ascoli  – si leggeva nella nota – dove noi, gli instancabili lavoratori, siamo i moderni “schiavi” ai remi, faticando giorno e notte per far avanzare una nave che sembra avere più buchi di un colino e fa acqua da tutte le parti. Intanto, i pochi eletti, non solo non remano, ma se ne vanno in barca a vela, ovviamente a spese nostre dato che è denaro pubblico. Mentre noi, infermieri, OSS, ostetriche, tecnici di radiologia, ausiliari e operatori tecnici, ci vediamo negati diritti contrattualmente dovuti da anni, loro se la godono in barca. Come se non bastasse, l’acconto della Produttività Collettiva 2023 ad agosto è misteriosamente stato negato, lasciandoci a bocca asciutta! Una Vergogna. Quindi, lavoratori, meditate. Meditate su come in questa Azienda Sanitaria, chi si spacca la schiena viene costantemente ignorato, mentre chi vive di privilegi non fa altro che godersi la vita senza remare in barca a vela. Ora mandateci tutte/i in barca a vela o dimettevi tutti!”.

Ed in effetti in qualsiasi altro posto al mondo, dopo una simile vicenda, qualche “testa” sarebbe inevitabilmente caduta. Ma ormai c’è poco di cui stupirsi, è chiaro a tutti che il meraviglioso regno di Ugualos è un mondo a parte, nel quale i sonnolenti e sempre più sottomessi sudditi in larga maggioranza digeriscono come nulla fosse qualsiasi “schifezza”, con poche eccezioni. “Un’azienda sanitaria con un deficit economico notevole, con una direttrice che risparmia sulla distribuzione di acqua e fruttini, con cittadini che hanno enormi difficoltà a prenotare esami e visite specialistiche, con operatori sanitari chiamati a lavorare nei turni di riposo, che fa? Paga con i soldi di tutti noi un viaggio in barca a vela a 9 dipendenti. Il motivo? Migliorare la coesione tra i membri dell’organizzazione. Ma per governare un’azienda occorre essere amici o competenti?” domanda ironicamente la consigliera comunale e responsabile sanità del Pd di Ascoli Manuela Marcucci.

E’ uno schiaffo a tutti i malati del nostro territorio che non riescono ad avere prestazioni sanitarie urgenti e a volte neppure a prenotarle” accusa la consigliera regionale Anna Casini. “E’ uno schiaffo nei confronti dei cittadini che non riescono a prenotare visite in tempi umani (quindi costretti a recarsi nel privato) e nei confronti degli operatori sanitari che ogni giorno portano avanti l’AST di Ascoli Piceno con enormi sacrifici” aggiunge il segretario provinciale dem Francesco Ameli.

Con la presa di distanza da parte della direttrice nei confronti dei suoi sottoposti facendo finta di non sapere – prosegue – è stato fatto peggio: è l’evidenza di come nella sanità picena si scarichi sugli anelli più deboli responsabilità che invece dovrebbero essere assunte dai più alti in grado. Non si può però far finta di non sapere che i direttori delle AST sono stati nominati con una delibera della giunta Acquaroli, il quale insieme ai suoi assessori e consiglieri regionali del Piceno non ha più speso una parola sulla situazione disastrosa che il territorio vive. Non una parola sulla riapertura della MURG a San Benedetto, sulla situazione della chirurgia, radiologia, cardiologia, neurologia.. la lista purtroppo è lunga!” “La verità – prosegue Ameli – è che nella sanità picena ogni giorno emergono nuove criticità che mettono in evidenza l’incapacità di questa amministrazione nel garantire servizi essenziali e dignitosi ai cittadini a fronte di comportamenti eticamente discutibili: formazione in barche a vela, forze dell’ordine per dimettere i pazienti, taglio di acqua yogurt e banane. Abbiamo una guida sanitaria debole, scaricata dai partiti di centrodestra i quali fanno finta di non sapere e non vedere. Ma i cittadini hanno memoria e coscienza: per questo è convinzione di tutti che questi 4 anni di governo regionale siano stati fallimentari”.

Adesso però è il momento di agire – conclude il segretario dem – per questo, ora che le linee guida per il regolamento delle conferenze di sindaci sono state approvate, non è più rinviabile la convocazione di quest’ultima da parte dell’AST per poter affrontare di petto le problematiche che il Piceno vive, una terra nella quale a causa del caos generato è vietato ammalarsi”. Intanto, in attesa che chi di dovere “batta un colpo”, sulla vicenda il Pd marchigiano ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale con prima firmataria la consigliera regionale Anna Casini

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