Dopo la cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi Salvini parla di “offesa a milioni di cristiani”, Malan (FdI) addirittura evoca immagini sataniche e blasfeme e Pillon che chiede il ritiro della delegazione italiana. Come al solito la realtà è completamente differente…
Che brutte “bestie” sono l’intolleranza e l’ignoranza, ancor più quando si uniscono in un micidiale cocktail che dà origine a sconcertanti deliri e imbarazzanti “figuracce”. Come quelle rimediate dalla destra italiana più estrema e retrograda che, offuscata appunto dal germe dell’intolleranza (e del razzismo) e condizionata dalla propria più profonda ignoranza, ha davvero dato sfoggio del peggio di sé sproloquiando senza senso e senza criterio sulla cerimonia di inaugurazione dei Giochi olimpici di Parigi.
Se poi aggiungiamo quel pizzico di arroganza e tracotanza che non manca mai alla destra italiana (che in questo caso avrebbe dovuto quanto meno informarsi bene e verificare prima di sparare “boiate” ed esporsi a simili figuracce) e l’astio covato in queste settimane contro la Francia per la mancata vittoria della destra estrema francese annunciata e data per certa da gran parte degli esponenti politici e, ancor più, dalla stampa di destra, ecco che il pastrocchio assume proporzioni quasi bibliche. Quello a cui abbiamo assistito nelle ore scorse è stato uno spettacolo desolante e disarmante ma per certi versi anche esilarante perché capita davvero raramente di ascoltare e leggere simili fandonie tutte insieme.
Con in testa, neanche a dirlo, il vice presidente del Consiglio Matteo Salvini a denunciare l’improbabile insulto nei confronti di milioni di cristiani per l’ultima cena in versione drag queen (che, come vedremo, in realtà non era affatto l’ultima cena…), in un crescendo di deliri e farneticazioni si è arrivati addirittura a vaneggiare circa la presunta presenza nel corso della cerimonia di un vitello d’oro, secondo il capogruppo al Senato di FdI Malan “emblema dell’idolatria e della blasfema disobbedienza” (secondo il racconto della Bibbia nel libro dell’Esodo), fino ad arrivare alla richiesta di ritiro dalle Olimpiadi dell’Italia in forma di protesta contro la cerimonia blasfema (l’ex senatore leghista Pillon) e al boicottaggio di massa delle “sataniche” Olimpiadi di Parigi proposto dai soliti complottisti di casa nostra.
Naturalmente, come avviene sempre nel nostro paese, ad alimentare certi farneticazioni ci hanno pensato i soliti giornali e giornalisti di destra che nelle ore successive alla cerimonia di inaugurazione hanno cavalcato quei deliri, rilanciando le accuse sull’ipotetico grave insulto ai cristiani di tutto il mondo, spingendosi addirittura a denunciare “la celebrazione ridicola e volgare di un regime” (sul sito di Nicola Porro). “Celebrata l’ideologia di fondo delle elites del continente, a Parigi dovevano celebrare un regime ma sarebbe riduttivo pensare solo alla Francia, ci ha messo il cappello anche Ursula Von der Leyen” si legge ancora nell’articolo, ovviamente senza che venga in alcun modo spiegato in cosa consisterebbe questo ipotetico regime né, tanto meno, cosa c’entri l’odiatissima (dalla destra italiana perché non si è prostrata ai piedi di Giorgia, anzi, l’ha messa all’angolo) riconfermata presidente della Commissione europea. In realtà basta proseguire qualche riga ancora per comprendere, senza alcun dubbio, quale sia il vero problema e cosa alimenti la protesta della destra italiana.
“L’ultima cena in versione drag queen e l’uomo barbuto che si dimena per essere sessualmente provocante sono la fiera della bruttezza” si legge infatti nell’articolo che poi si dilunga a dileggiare e infierire su quel segmento di cerimonia che, per banalizzare, sarebbe una sorta di inno all’inclusione, altro concetto che per la destra italiana retrograda e anche un po’ razzista è impossibile da digerire. Il riconoscimento dato in mondovisione, nella cerimonia di apertura delle Olimpiadi, a trans, drag queen e, in generale, a tutto l’universo Lgbtqia+, l’esaltazione del concetto di inclusione nel senso più esteso del termine ha letteralmente fatto “sbarellare” la destra italiana legata ancora ad una visione del mondo e della società medievale. “Sono bastate un paio di esibizioni per scatenarli e dimostrare che reagiscono come bestie se esposti a certi impulsi” commenta ironicamente Fabio Salamida che, in pochissime parole, ha perfettamente centrato il problema.
Poi la profonda ignoranza e lo sprezzo del ridicolo hanno fatto il resto, portando alla luce anche la profonda ipocrisia di una certa destra italiana. E quando si parla di ipocrisia e senso del ridicolo è praticamente inevitabile che ci sia di mezzo Salvini. “Aprire le Olimpiadi insultando miliardi di cristiani nel mondo è davvero un pessimo inizio, cari francesi. Squallido” ha scritto sui social poche ore dopo la fine della cerimonia inaugurale, facendo in particolare riferimento a quella che lui e tanti altri “accecati” dall’intolleranza hanno interpretato come una rivisitazione “blasfema” del capolavoro di Leonardo da Vinci. Ma, al di là del fatto che è a dir poco paradossale che parli di “insulto ai cristiani” chi da anni non si fa alcun scrupolo di blandire il rosario, l’effige e i santini della Madonna e il crocefisso per biechi motivi di propaganda elettorale, bisognerebbe ricordare a Salvini e a quanti come lui hanno protestato come “L’ultima cena” sia uno dei dipinti più ripresi della storia, ricreato e riproposto in ogni modo in chiave ironico-satirica con i Simpson, con altri cartoni animati, con i personaggi di Dr House, con i tossicodipendenti, addirittura anche con i gangster della seria de “I Soprano”.
In nessuna di quelle circostanze, però, nessuno ha detto nulla, ha ritenuto offensiva o blasfema la riproduzione. In altre parole, quindi, per Salvini e quelli come lui non è offensivo rappresentare Gesù e gli apostoli come gangster, lo è se invece vengono rappresentati come drag queen. Al di là di ogni altra considerazione, però, si potrebbe dire “tanto rumore per nulla” perché in realtà “L’ultima cena” di Leonardo non c’entrava proprio nulla, sarebbe stato sufficiente leggere il post del Comitato olimpico di quelle stesse ore: “L’interpretazione del dio greco Dioniso ci rende consapevoli dell’assurdità della violenza tra esseri umani”. “Non era l’Ultima cena la mia ispirazione – ha poi aggiunto il direttore artistico della cerimonia Thomas Jolly – credo che fosse abbastanza chiaro che si trattava di Dioniso che arriva a tavola, è il dio della Festa. L’idea era una grande festa pagana legata agli dei dell’Olimpo, Olimpo, spirito olimpico”.
D’altra parte, però, non si poteva certo pretendere da Salvini e C. un simile livello di cultura, né che sapessero che le Olimpiadi moderne furono istituite nel 1896 da un’iniziativa del barone Pierre de Coubertin con l’obiettivo di far rivivere lo spirito dei giochi sacri dell’antichità celebrati in onore di Zeus a Olimpia (quindi Gesù e il cristianesimo non c’entrano proprio nulla…). Come detto, però, l’apice del delirio l’ha raggiunto il capogruppo al Senato di FdI, Lucio Malan, che ha scambiato un’opera di Paul Jouve installata nell’area del Trocadero dal 1937, una scultura di bronzo che raffigura un toro e un cervo, per un vitello d’oro “emblema dell’idolatria e della blasfema disobbedienza” (secondo il racconto della Bibbia nel libro dell’Esodo).
E’, per altro, significativo come nessuno di loro (né Salvini né Malan, né tanto meno qualcuno dei giornali italiani di destra) si sia poi sentito in dovere di scusarsi per i clamorosi abbagli presi, confermando come quasi sempre l’intolleranza e l’ignoranza di accompagnino anche con una smisurata arroganza. Naturalmente questo non significa e non può certo significare che non si possa criticare la cerimonia di inaugurazione o, tanto meno, che si debba per forza applaudire. E’ del tutto legittimo (e ci mancherebbe pure…) che ci sia chi non ha gradito, manifestando nostalgia per la tradizionale cerimonia di inaugurazione all’interno di uno stadio.
E’ però indiscutibile che in quel caso allo spettacolo (bello o brutto che lo si voglia considerare) non avrebbero certo potuto assistere (per giunta gratuitamente) i 400-500 mila spettatori (non ci sono cifre ufficiali, solo ufficiose) che hanno assistito alla sfilata inaugurale lungo la Senna. Ribadendo il pieno rispetto nei confronti di quanti non hanno gradito quel genere di cerimonia (senza per questo dover vaneggiare su altro…), non possiamo che sottoscrivere il commento di Leonardo Coen (su “Il Fatto Quotidiano”) che ha definito la cerimonia “stravagante, irriverente, audace: è stata come Parigi, un passo avanti rispetto alle altre capitali”. Ancor più quando sostiene che“questa cerimonia è stato un calcio nel deretano dei razzisti, dei fasci, degli xenofobi, di chi odia il movimento Lgbt”.