Il governatore marchigiano, tramortito dal “tonfo” nel Governance Poll 2024, rivendica sui social il risultato delle Marche nel rapporto nuovo sistema di garanzia pubblicato dal ministero della salute. Che, però, certifica il consistente peggioramento della sanità nella nostra regione…
Era evidente e l’avevamo sottolineato (vedi articolo “Debacle Acquaroli, il peggior governatore regionale d’Italia”) come Acquaroli avesse accusato il colpo. Ma nessuno poteva certo immaginare che l’esito disastroso, per il presidente della Regione, del Governance Poll 2024 (ultimo posto e gradimento in picchiata, con -2,5% rispetto allo scorso anno e -6,1% rispetto alle elezioni) potesse mandare così pesantemente in tilt il già molto confuso governatore marchigiano. Al punto da spingerlo ad esporsi ad un’imbarazzante e per certi versi storica “figuraccia” con la pubblicazione sui social di un post per celebrare un risultato non propriamente edificante per la sanità marchigiana che invece, Acquaroli, con la lucidità simile a quella mostrata negli ultimi mesi dal presidente americano Biden, ha interpretato in maniera positiva.
“A proposito di classifiche – scrive il governatore marchigiano sui social – Il Sole 24 Ore, dopo aver pubblicato lunedì quella sul gradimento dei presidenti di Regione, che con il 43% mi vede come nei due anni precedenti al 13° posto, ha pubblicato ieri anche questo importante monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza delle regioni che però non è stato praticamente ripreso dagli organi di informazione. Allora lo pubblico io affinché possiate vedere tutti. Le Marche si confermano tra le regioni punteggio più alto, soprattutto nell’area distrettuale e quella ospedaliera. Ciò non significa che vada tutto bene e che non ci siano criticità, siamo consapevoli che c’è tanto da lavorare ma questa è sicuramente una buona notizia. E’ questo il genere di classifiche che ci interessa”.
Peccato, però, che il Rapporto nuovo sistema di garanzia (Nsg), pubblicato nei giorni scorsi dal ministero della salute, che attraverso dati e relazioni (compresi i livelli essenziali di assistenza) fotografa la capacità di ogni regione di garantire il diritto alla salute dei propri cittadini, in realtà fotografa una situazione a dir poco che preoccupante per la nostra regione che vede peggiorare praticamente quasi tutti i dati. E quelle che Acquaroli chiama “buone notizie” in concreto certificano che le Marche perdono due posizioni, scendendo dal sesto all’ottavo posto (in passato erano state anche sul podio), fanno registrare un crollo senza precedenti nell’area prevenzione (-21,71), nella quale riescono ad ottenere un punteggio decisamente peggiore anche rispetto al 2020 (-18,10), cioè rispetto al periodo covid. Non solo, le Marche sono tra le regioni che rispetto al precedente rilevamento fanno registrare il più accentuato peggioramento (-14,70, da 257,90 a 243,20), riuscendo addirittura ad ottenere un punteggio complessivamente più basso (243,20) rispetto a quello ottenuto nel 2020 (245,74), quando naturalmente i punteggi di tutte le regioni si abbassarono drasticamente perché condizionati dalla pandemia da covid.
Ed è significativo come tutte le regioni rispetto al 2020 hanno migliorato anche di 20-30 punti il proprio punteggio, fanno eccezione l’Abruzzo, la Valle d’Aosta e, appunto, le Marche. Che, per altro, secondo il rapporto del ministero vantano un altro primato di cui c’è poco di cui andar fieri, anzi, di cui bisognerebbe vergognarsi: sono tra le 6 regioni italiane che hanno una percentuale di rinunce alle cure e alle prestazioni superiore alla media nazionale che è del 5%. Ci sarebbe, poi, da aggiungere che nella valutazione Crea (Centro per la ricerca economica applicata in sanità) Sanità, riportata anche nel rapporto, le Marche di posizioni ne perde addirittura 4, scendendo al 10° posto, e ottenendo per la prima volta da quando esiste la valutazione Crea un indice di performance inferiore al 50% (46%).
Per altro, al di là di tutti quei dati, sarebbe sufficiente quanto è riportato nell’area “Equità sociale” dei cosiddetti indicatori No Core del rapporto del ministero per comprendere come la situazione nella nostra regione sia sempre più allarmante. “I cittadini delle Marche – si legge – sono costretti alla rinuncia a prestazioni sanitarie per inappropriatezza organizzativa nell’offerta dei servizi e/o per ragioni economiche”. Sono quasi 90 mila (il 5,9%) i cittadini marchigiani che sono stati costretti per quelle ragioni a rinunciare alle prestazioni sanitarie, un dato di fronte al quale bisognerebbe solamente provare profonda vergogna e il per il quale bisognerebbe chiedere scusa ai marchigiani stessi, invece di pubblicare certi inopportuni post auto celebrativi, che più di ogni altro testimonia il colossale fallimento della politica sanitaria di Acquaroli e dell’assessore regionale alla sanità Saltamartini.
Oltre a quello sullo sconcertante numero di marchigiani che rinunciano a cure e prestazioni, il dato più clamoroso per le Marche è quello relativo all’area Prevenzione nel quale si assiste ad un autentico e preoccupante crollo (-21,71), con la nostra regione che mai negli anni passati aveva ottenuto un punteggio così basso (60,91). “Il drammatico dato negativo della prevenzione sanitaria delle Marche, altro non ì che la faccia di Acquaroli e Saltamartini i quali, in questi anni di sciagurato governo regionale, hanno distrutto la prevenzione sanitaria o forese non ne hanno compresa l’importanza, riducendo e talvolta addirittura cancellando le diverse attività, azioni e interventi che si sarebbero potuto mettere in campo a difesa delle persone” accusa il consigliere regionale del Pd Carancini, che poi entra più nello specifico.
“Il presidente Acquaroli – afferma – è scappato per anni dal mostrare il coraggio di investire in prevenzione e i risultati sono sotto gli occhi di tutti si pensi all’educazione alimentare, alle vaccinazioni, alla profilassi (prevenzione primaria), ovvero alle vaste opportunità degli screening (prevenzione secondaria), o ancora alla gestione dei forme di ipermedicalizzazione (prevenzione quaternaria)”.”Il pessimo governo della sanità delle Marche – conclude Carancini – ha sempre bocciato nei passaggi legislativi e programmatori della sanità gli emendamenti sulla prevenzione che il gruppo del Pd ha provato a proporre, dimostrando miopia politica e l’inadeguatezza di governare una comunità come le Marche. Ora Acquaroli ha un’ultima occasione, nelle linee di indirizzo dell’atto aziendale per le aziende sanitarie c’è un ulteriore emendamento che ho presentato in qualità di relatore di minoranza per dare indirizzo ai direttori generali di impegnare e strutturare nella programmazione dei propri bilanci risorse crescenti con destinazione attività sanitaria di prevenzione”.
“Nel 2020 esattamente in questi giorni – aggiunge la capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Anna Casini – iniziava una campagna elettorale improntata dalla destra proprio sulla sanità che, a suo dire, la giunta precedente aveva ridotto allo sbando (ricordare il Piceno mai più Cenerentola, vero’). Dopo 4 anni di governo la situazione è sotto gli occhi di tutti: cittadini e operatori sanitari vivono sulla loro pelle un drastico calo della qualità dei servizi, certificato anche dai dati che dicono che oggi la sanità delle Marche è peggiorata sia rispetto agli anni passati che in relazione alle altre regioni”. Ed in effetti quanto la situazione in questi anni sia peggiorata, dalle liste di attesa alla qualità complessiva del servizio sanitario regionale, è clamorosamente evidente, senza dimenticare il divario che si è ulteriormente allargato tra il Piceno, sempre più Cenerentola delle Marche, e il resto della regione, che pure ha visto un progressivo peggioramento della situazione.
Ora, però, con quel post sui social è proprio Acquaroli, in questo particolare momento sicuramente meno lucido di Biden, a suggerire a tutti i marchigiani una chiave di lettura inequivocabile, con il riferimento al rapporto del ministero della sanità. Che, però, certifica inequivocabilmente il consistente peggioramento della sanità marchigiana, passata da un punteggio complessivo di 257,82 nell’ultimo anno di governo Ceriscioli all’attuale 243,20. Come si suol dire in queste circostanze, colpito e affondato…