Dalla scalinata Leopardi al costosissimo concerto di… zio Ndò: in poche ore il meglio e il peggio del regno di Ugualos


Mercoledì è stata inaugurata la meravigliosa scalinata Leopardi che diverrà simbolo di “Ascoli Città della Ceramica”, 24 ore dopo va in scena in piazza del Popolo il concerto del quasi ascolano Russel Crowe per il quale il Comune spende 140 mila euro…

Il “meglio” e il peggio in un paio di giorni. Capita anche questo nel meraviglioso ed incantato regno di Ugualos. Nello spazio di 24 ore si passa dal vivere uno dei momenti più belli ed esaltanti per la città, con l’inaugurazione (stavolta per davvero, non come la “pagliacciata” dal sapore di propaganda elettorale dell’inaugurazione del cantiere immaginario della curva sud…) della scalinata Leopardi a quello che probabilmente, nonostante in questi anni di “schifezze” ce ne sono state in gran numero, è il punto più basso e imbarazzante mai toccato dal capoluogo piceno, con il concerto in piazza del Popolo di Russel Crowe con “The Gentlemen Barbers” per il quale l’amministrazione ha speso l’incredibile cifra di 140 mila euro. Era da settimane che si parlava della scalinata Leopardi, dello straordinario lavoro che stavano facendo 10  ceramisti ascolani (Andrea Fusco, Anna Maria Falconi, Barbara Collina, Barbara Petrelli, Barbara Tommasini, Cinzia Cordavani, Giulia Alesi, Giuseppina Di Spurio, Luciano Caponi, Patrizia Bartolomei), con ognuno di loro che ha firmato 5 gradini, alternati a frasi tratte dalla poesia “Ascoli mié bella” del poeta ascolano Emidio Cagnucci.

Ma alla fine il risultato finale è di quelli che lasciano davvero senza parole, semplicemente incantevole. E per una volta l’orgoglio e la soddisfazione del sindaco Fioravanti, espressa sui social nel giorno dell’inaugurazione, è più che comprensibile e assolutamente condivisibile. “La scalinata Leopardi diverrà simbolo di Ascoli Città della Ceramica – scrive il primo cittadino – il lavoro di 10 ceramisti ascolani, i versi della poesia Ascoli mié bella, le decorazioni di 884 maioliche: uno straordinario progetto di riqualificazione urbana per rendere ancora più suggestiva la nostra splendida città”. “Tutte li forestiére che n’Ascule è venute o ghié piaciuta sta piccola cettà” recitano alcuni dei versi della poesia di Cagnucci riportati nei gradini della scalinata. E, di certo, ora i forestieri che verranno potranno avranno una ragione in più per giudicare splendida la nostra città.

Non capita e non è capitato tanto spesso negli ultimi anni di poter essere realmente e completamente orgogliosi per qualcosa che è stato fatto e realizzato nel capoluogo piceno, in questo caso, di fronte ad uno spettacolo del genere, è praticamente impossibile non esserlo. Peccato che, in una sorta di immediato contrappasso, poche ore dopo, nel salotto della città, va in scena l’evento che copre di vergogna lo stesso capoluogo piceno, non certo per il concerto di Russel Crowe in se (l’attore neozelandese ha toccato e toccherà altre città italiane con il suo tour) ma per l’inaccettabile spesa di 140 mila euro e, ancor più, per il fatto che, tranne qualche commento polemico sui social, questo inaccettabile spreco di denaro pubblico è stato accettato come sempre in silenzio, senza una seria e sacrosanta protesta come invece sarebbe doveroso in situazioni come questa. Che confermano come questa città purtroppo ormai abbia l’encefalogramma quasi piatto, accetta e subisce di tutto senza mai fare nulla, supinamente.

L’esempio più evidente di questo atteggiamento che definire remissivo è un eufemismo viene dalla sanità ormai ridotta ai minimi termini. Negli ultimi anni (non che prima la situazione fosse poi così tanto migliore) la Regione ha ulteriormente penalizzato il nostro territorio, ha ridotto l’ospedale cittadino alla stregua di un ospedaletto di periferia senza che praticamente nessuno (a parte qualche esponente dell’opposizione) abbia protestato, abbia provato a difendere il sacrosanto diritto degli ascolani ad avere una sanità quanto meno decente. Non che la situazione sia migliore, anzi, a San Benedetto (e questo rappresenta un’aggravante perché significa che in tutto il territorio piceno la situazione della sanità è drammatica) ma almeno nella cittadina rivierasca si è provato e si sta provando a fare qualcosa, sono stati creati un paio di comitati cittadini in difesa dell’ospedale (o, più correttamente, per la realizzazione del nuovo ospedale) e della sanità cittadina e magari alla fine qualcosa in più potrebbero ottenere (anche la realizzazione del nuovo ospedale che a quel punto, inevitabilmente, diventerebbe di primo livello).

Ormai è chiarissimo e l’hanno ampiamente capito in Regione, il capoluogo piceno può essere penalizzato in ogni modo, senza limiti, tanto il sindaco per obbedienza di partito non dirà mai nulla e la città è così supinamente rassegnata che accetta di tutto, senza mai neppure provare ad alzare la testa. Tornando al concerto di Russel Crowe già il semplice fatto che da giorni l’amministrazione comunale e l’informazione locale lo definisce uno degli eventi più attesi dell’estate ascolana è il segno di quanto questa città stia scivolando sempre più in basso. Nel resto delle Marche, per non andare troppo oltre, gli eventi più attesi dell’estate sono rassegne e manifestazioni culturali di livello, conosciute ed apprezzate in tutta Italia e, in alcuni casi, anche fuori dal nostro paese.

 Nel capoluogo piceno, invece, l’evento dell’estate è il concerto di Russel Crowe che, come mostra un video dei sempre irresistibili e bravissimi autori della pagina facebook Gta Sun Beach, canta (anche se forse sarebbe meglio dire “storpia”) “Sarà perché ti amo” dei Ricchi e Poveri (che, grazie all’attore neozelandese, improvvisamente sembrano degli artisti di caratura internazionale…). “Quando zio Ndò si ‘mbriaca a la sagra della salsiccia a Carassai e decide di salire sul palco” si legge nel post di Gta Sun Beach. In pratica, parafrasando quel post, l’evento più atteso dell’estate ascolana è il concerto di zio Ndò… Si ride per non piangere…

Tra gli obiet­ti­vi del­l’am­mi­ni­stra­zio­ne, vi sono an­che quel­li di pun­ta­re su una pro­gram­ma­zio­ne cul­tu­ra­le qua­li­fi­ca­ta al fine di tra­sfor­ma­re la cit­tà in un polo cul­tu­ra­le d’ec­cel­len­za e di ren­de­re la mu­si­ca pro­ta­go­ni­sta del­la pro­gram­ma­zio­ne cit­ta­di­na” si leg­ge nel­la de­li­be­ra n.183 con la quale l’amministrazione comunale, il 27 giugno scorso, ha approvato la spesa di 140 mila euro per il concerto… di zio Ndò! Ironia a parte, al di là del fatto che nella delibera in questione non si specifica affatto come si arriva ad una simile cifra (si parla genericamente di spese per le solite incombenze tecniche, che anche ad esagerare non saranno mai particolarmente elevate, e per il cachet), per rendersi conto di quanto inaccettabile e ingiustificabile siano quei 140 mila euro (anche se in un posto normale non servirebbe neppure spiegarlo…) basterebbe pensare che per l’apprezzatissimo Festival internazionale del jazz di La Spezia (24 – 30 luglio), che vedrà esibirsi anche lo stesso Russel Crowe oltre Paolo Fresu, Irene Grandi, Mike Stern, Goran Bregovic e l’omaggio a Bill Evans, si spende praticamente la stessa cifra.

E, guardando a quanto avviene dalle nostre parti, solo qualche decina di migliaia di euro in più si spende per la rassegna “Sferisterio Live” a Macerata che prevede complessivamente 9 serate con protagonisti artisti del calibro di Mario Biondi, Umberto Tozzi, Gigi D’Alessio, Fiorella Mannoia, l’inedito duo Panariello-Masini, la Pfm che canta De Andrè, Il Volo, Antonello Venditti e Biagio Antonacci. Non c’è molto da aggiungere se non che in nessuna delle altre tappe del suo tour è prevista una spesa del genere (che non può comunque essere giustificata dal fatto che in tutti gli altri posti si paga il biglietto per assistere al suo concerto e ad Ascoli invece no). Per certi versi, però, quella che a nostro avviso è un’autentica follia è la degna fine di una vicenda a dir poco paradossale sulle presunte (e mai accertate, anzi, tutte le ricerche effettuate dai vari Archivio di Stato hanno dato ben altro risultato) origini ascolane del “gladiatore” che, va detto, ha comunque sempre sostenuto di avere questo particolare legame con il nostro territorio.

D’altra parte, riprendendo una famosissima citazione tanto cara ad Andreotti (“a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca…”), avrebbe migliaia e migliaia di buoni motivi Russel Crowe per rivendicare, anche non fossero reali, le proprie origini ascolane…

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