L’improbabile favola dell’Ast di Ascoli “nel paese delle meraviglie”


I sindacati manifestano indignazione e grave preoccupazione “per la disastrosa gestione delle risorse umane” e degli ospedali e denunciano “disfunzioni organizzative e violazioni contrattuali”. Ma secondo l’Ast il clima con i sindacati stessi è “sereno e collaborativo”…

Quando qualche giorno fa l’Ast 5 di Ascoli ha diramato il comunicato stampa che riassumeva e commentava il confronto con i sindacati che si era svolto mercoledì 26 giugno, per un attimo abbiamo pensato ad una burla, di essere finiti su “Scherzi a parte”. Invece alla fine ci siamo dovuti arrendere, quel comunicato purtroppo non era affatto uno scherzo ma la sconcertante e inequivocabile conferma di come i vertici dell’azienda sanitaria ascolana hanno perso ogni contatto con la realtà e vivono in una sorta di incantato mondo virtuale. Al punto da non rendersi più conto non solo della situazione sempre più drammatica in cui versa la sanità ascolana, ma neppure del clima sempre più incandescente che si è creato, con i sindacati perennemente sul piede di guerra.

E’ stato un confronto proficuo e sereno, come non avveniva da diverso tempo – si legge nel comunicato dell’Ast – dopo una fattiva collaborazione e tanti risultati raggiunti nei primi mesi di attività della nuova direzione dell’Ast negli ultimi due mesi gli incontri sindacali erano stati caratterizzati da accesi dibattiti e scontri su diverti punti, tanto da dove riproporre in più occasioni i medesimi argomenti per impossibilità, non tanto di trovare un punto di incontro, ma di completare il confronto. Ieri, invece, i rapporti tra la parte datoriale e la parte sindacale sono stati collaborativi e sereni”. Una “serenità” che le varie sigle sindacali hanno espresso in maniera inequivocabile nelle ore e nei giorni successivi con un diluvio di comunicati dal tenore non particolarmente “pacifico”, nei quali i termini che ricorrono più frequentemente sono “indignazione”, “rabbia”, “vergogna”.

Noi sottoscrittori, rappresentanti dei sindacati Nursind e Usb, vi scriviamo con indignazione e grave preoccupazione riguardo alla disastrosa gestione delle risorse umane e delle strutture ospedaliere nell’Ast 5 di Ascoli. La direzione generale dell’Ast 5 ha portato ad una situazione intollerabile, che minaccia la sicurezza dei pazienti e il benessere del personale” si legge nella lettera di Nursind e Usb, indirizzata il 27 giugno (il giorno successivo all’incontro) al presidente della Regione, all’assessore regionale e, per conoscenza, ai sindaci del territorio piceno, nella quale si chiede un urgente intervento “per il ripristino delle condizioni di sicurezza ed efficienza nei nostri ospedali”.

Nonostante ripetute denunce iniziate un anno fa la direzione ha scelto di ignorare i nostri allarmi, aggravando la crisi con tagli drastici al personale e ai servizi. La riduzione dei posti letto, già al di sotto degli standard regionali, e il sovraccarico di lavoro hanno creato un ambiente altamente rischioso e propenso a errori clinici gravi” prosegue poi la lettera nella quale si ricorda anche come molti reparti “critici e di eccellenza, come Rianimazione di Ascoli e San Benedetto, la Patologia Neonatale di Ascoli, Nefrologia di Ascoli, la Murg di San Benedetto sono stati gravemente depotenziati. Questo smantellamento ha reso la sanità locale pericolosa e inefficace. La responsabilità per ogni conseguenza nefasta e danno derivante da queste decisioni scellerate ricade interamente sulla direzione e voi”.

La Rsu stigmatizza con determinazione le mobilità selvagge da mesi perpetrate in danno al personale, in particolare sanitario, con le conseguenti gravissime penalizzazioni in termini organizzativi e finanziari, accentuatesi nelle ultime settimane verosimilmente per la gravissima carenza di lavoratori che l’Azienda si ostina a non voler implementare nonostante le innegabili carenze organizzative che si ripercuotono intensamente sull’incolpevole utenza destinataria di un servizio pubblico sempre più depauperato” si legge invece nel comunicato del 27 giugno della Rappresentanza unitaria sindacale (Fp Cgil, Fp Cisl, Nursing Up, Fials, Ugl Salute) che poi definisce “paradossali, provocatorie e contraddittorie” le dichiarazioni della direzione sulla dotazione organica, giudicata dall’azienda, nei giorni precedenti, congrua e sufficiente per far fronte ad ogni evenienza e  garantire la regolare funzione delle ferie estive al personale dipendente.

Peccato che poi, nelle stesse ore, è emerso che la stessa direzione aziendale ha dato incarico ad alcune agenzie interinali di ricercare personale da assegnare all’Ast di Ascoli. E proprio la sconcertante ricerca di infermieri attraverso l’agenzia interinale, insieme alla situazione delle Radiologie dei due ospedali, da giorni sono al centro delle furibonde proteste dei sindacati. “Questa situazione è inaccettabile e rappresenta un paradosso vergognoso – accusano Nursind e Usb – mentre l’Ast di Ascoli assume infermieri e Oss solo per i 4 mesi estivi, le agenzie private propongono contratti più lunghi e stabili. Questo evidenzia, non solo la cronica inadeguatezza nella gestione del personale da parte dell’Ast, ma anche un pericoloso spostamento verso la privatizzazione del servizio sanitario. Non resteremo in silenzio mentre si tenta di smantellare il servizio sanitario nazionale nella nostra provincia, continueremo a lottare con forza e determinazione per difendere la sanità pubblica e la dignità dei lavoratori. E’ ora di dire basta ad una gestione irresponsabile e di pretendere un cambiamento immediato”.

Pacchiano e più che prevedibile flop nella programmazione del servizio infermieristico dell’Ast di Ascoli – accusa la Rsu – noi abbiamo sempre sostenuto che era indispensabile assumere almeno 50 unità infermieristiche, a tempo determinato, per garantire la regolare fruizione delle ferie estive ai dipendenti e assicurare la presenza dei sanitari nei due nuovi servizi aperti i primi di giugno, come l’ospedale di comunità a cui è stata garantita la presenza degli infermieri, con regolare turnazione e la presenza di un coordinatore, per oltre due settimane dopo la sua inaugurazione, senza che all’interno vi fosse alcun degente mentre, paradosso dei paradossi, in altri servizi gli infermieri devono effettuare doppi turni e saltare i riposi.

L’Ast, invece, ha sempre sostenuto che il personale era più che sufficiente anche per affrontare il periodo feriale, ma ora, davanti alla scontata realtà dei fatti, ha adottato la determina n. 153 del 28 giugno scorso per assumere per 6 mesi infermieri attraverso agenzie interinali nel momento in cui, nel recente passato, quando era assolutamente possibile, si è rifiutata di accettare le richieste di assegnazioni provvisorie ad Ascoli di infermiere/i che lavorano, anche fuori regione, genitori di figli con età inferiore agli anni tre, così come previsto dall’articolo 42 bis del decreto legislativo 151/2001 oppure di accettare richieste di comando, sempre di infermieri che prestano la loro attività fuori del nostro territorio. Alla faccia della nuova politica a tutela della famiglia…! Non abbiamo parole per descrivere tali scelte, come non comprendiamo come mai nessuno assuma una chiara posizione finalizzata ad interrompere il costante declino di tutto il servizio sanitario pubblico nel Piceno”.

Un successivo comunicato della Rsu ha, poi, portato alla luce quella che viene definita la “ciliegina”, l’autorizzazione ai coordinatori e alle posizioni organizzative a coprire turni scoperti attraverso la loro diretta prestazione lavorativa compensata come prestazione aggiuntiva con un compenso medio pari a 480 euro a turno. “Con 4 turni – spiega la Rsu – si percepirebbe l’intero stipendio di un mese di un normale infermiere, per non dire che i citati funzionari, nelle giornate in cui coprirebbero i turni, verrebbero a percepire sia il compenso per la loro ordinaria funzione sia quello per la prestazione aggiuntiva, il tutto ovviamente senza confronto con le rappresentanze sindacali. Alla faccia dei risparmi, della tutela dei lavoratori e delle lavoratrici madri, dei criteri di equità, imparzialità e buon andamento espressi dall’art. 97 della Costituzione, dei regolamenti, delle norme contrattuali e legislative”. “Riteniamo che qualcuno non possa continuare a girarsi dall’altra parte” conclude il comunicato con il quale la Rsu denuncia che “disfunzioni organizzative e violazioni contrattuali imperversano nella Ast di Ascoli”.

Nella giornata di martedì 9 luglio, poi, ancora la Rsu, con un nuovo comunicato, denuncia la nuova trovata dell’Ast di Ascoli per la radiologia, il lavoro straordinario in luogo di quello ordinario. “Tale assurda programmazione dell’attività è però illegittima perché non può ricorrersi al lavoro straordinario per attività prevedibili e programmabili ed è quindi impensabile che tutti i giorni il reperibile presti attività straordinaria secondo una pianificazione del lavoro ordinaria” accusa la Rsu che sottolinea come “tutto questo, seppure sembra fantascienza, sta avvenendo nella più grande pubblica amministrazione del territorio piceno”.  Dove, comunque, per l’Ast di Ascoli tutto o quasi funziona alla perfezione e il clima con i sindacati è sereno come mai prima…

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