Posti insufficienti e tariffe elevate, asili nido “off limits” per le famiglie ascolane


E’ noto da anni che gli asili nido comunali sono insufficienti per soddisfare le richieste delle famiglie ascolane e la conferma arriva dalla pubblicazione delle graduatorie per l’assegnazione dei posti per l’anno educativo 2024-25: esclusi per mancanza di posti il 60% dei bambini

Bisogna riconoscere che per una volta il sindaco Fioravanti ha mantenuto le promesse ed in parte è stato davvero coerente. Nel programma elettorale con cui si era presentato alle elezioni comunali del 2019 l’attuale primo cittadino non aveva neppure menzionato quello che invece è un problema non certo secondario per la nostra città, gli asili nido che non hanno posti sufficienti a soddisfare le richieste delle famiglie ascolane e con tariffe non certo così accessibili, ed in effetti nei suoi primi 5 anni di mandato non ha fatto assolutamente nulla, ha continuato ad ignorare il problema. Che non è presente neppure nei programmi del rieletto primo cittadino per i prossimi 5 anni.

D’altra parte che a Fioravanti e alla sua giunta non interessi fornire alle giovani famiglie ascolane un servizio invece fondamentale è confermato dal fatto che il Comune di Ascoli ha scelto di non sfruttare l’opportunità fornita dal Pnrr per fare nuovi asili nido comunali, nonostante nel capoluogo piceno ci siano solamente 3 asili nido pubblici, del tutto insufficienti per soddisfare le richieste delle famiglie ascolane. Come confermano inequivocabilmente le graduatorie per l’assegnazione dei posti nei tre asili nido comunali (“Lo Scoiattolo”, “Lo Scarabocchio” e “Zerotre”) per l’anno educativo 2024/2025 pubblicate nei giorni sul sito internet del Comune di Ascoli.

Infatti ben il 60% delle domande delle famiglie ascolane non sono state accolte per carenza di posti, su 155 domande pervenute in Comune solo 62 sono state accolte, nel senso che solo 62 bambini sono stati ammessi e avranno un posto nell’asilo nido mentre gli altri 93 sono stati esclusi e inseriti in lista di attesa. Nel dettaglio, l’asilo nido “Lo Scoiattolo”, nelle varie sezioni (lattanti, divezzi, semidivezzi), ha accolto solo 25 bambini su 66 richiedenti, “Lo Scarabocchio” 22 su 51 e “Zerotre” 17 su 40. “Quasi 100 bambini non potranno usufruire di un posto negli asili nido comunali – accusa il segretario provinciale e consigliere comunale dem Francesco Ameli – un’emergenza che avevano già sollevato diversi mesi fa e che ora, con la pubblicazione delle graduatori, è venuta alla luce”.

Era il maggio scorso, in occasione della visita ad Ascoli della ministra della famiglia Roccella. “Chissà se il sindaco Fioravanti le ha spiegato che la sua amministrazione con il Pnrr ha scelto di non fare nuovi asili nido comunali mentre, purtroppo, ce ne sono solo 3, con un posto disponibile ogni 4 bambini” spiegava allora Ameli. Che ora, dopo la pubblicazione delle graduatorie, torna ad incalzare l’amministrazione comunale. “Una città nella quale 100 famiglie sono costrette a cercare sistemazioni alternative per i propri figli – accusa – è una città nella quale le giovani coppie difficilmente sceglieranno di tornare. Come pensano di invertire il tasso di -500 abitanti l’anno in città se non danno alle giovani coppie l’opportunità di avere servizi pubblici (tra l’altro non economicissimi) in grado di far conciliare la vita lavorativa con quella familiare. Vorrei una città in cui non si debba scegliere se avere un figlio o lavorare”.

Siamo di fronte alla solita incoerenza e alla più profonda ipocrisia di una certa destra, di cui il sindaco è autorevole espressione, che a parole e nei proclami propagandistici dichiara di voler difendere l’istituzione famiglia e combattere il costante calo delle nascite, ma che poi, nei fatti, si comporta esattamente al contrario, penalizzando pesantemente e doppiamente le famiglie con figli piccoli, da un lato non mettendogli a disposizione (almeno a gran parte di loro) un servizio fondamentale, dall’altro imponendo comunque per quel servizio stesso tariffe elevate che, per come sono strutture le fasce di reddito, finiscono per svantaggiare soprattutto le famiglie con reddito medio basso.

Sulla situazione degli asili nido comunali interviene anche la neo consigliera comunale Marta Luzi (Ascolto & Partecipazione) che ha vissuto e sta vivendo sulla propria pelle i disagi che derivano da questa inaccettabile vicenda. “Anche quest’ anno mi sono ritrovata ad affrontare la questione delle graduatorie dei nidi comunali e anche quest’ anno mia figlia non è rientrata insieme a tanti altri, troppi bambini. Sono diversi anni che chiedo spiegazioni e mi batto senza ottenere nulla” afferma Marta Luzi che, però, non si limita a denunciare quanto sta accadendo ma avanza anche delle proposte concrete

“Da consigliera comunale – prosegue – mi sento di fare queste 3 proposte, perché bisogna essere propositivi e costruttivi: 1) aumentare i nidi a gestione diretta, abbiamo solo 3 i nidi comunali. Tempo fa si parlava dell’intenzione di realizzare un nuovo asilo nido lungo la zona industriale, e andrebbe benissimo, l’importante è accertarsi che sia stata fatta un’ attenta ed effettiva analisi del bisogno. Vista la domanda altissima ne aggiungerei anche un altro all’interno della città, magari in un quartiere in cui non è presente; 2) stipulare un rapporto di convenzione tra il Comune e tutti i nidi privati esistenti compartecipando al costo della retta; 3) aumentare, almeno raddoppiando, le fasce del reddito Isee sulla base delle quali viene calcolata la retta mensile del nido comunale.

Quest’ultima è una proposta che mi ha suggerito una mamma attraverso i social, citando come esempio Bologna. Dove in effetti non solo le fasce di reddito Isee scattano ogni 500 euro fino ad arrivare a 35.000, ma offrono anche tante altre tipologie di sconto sulla retta mensile. Un altro esempio virtuoso è quello del Comune di San Lazzaro di Savena (circa 32 mila abitanti) dove gli asili nido sono gratuiti e c’è anche un Istituto scolastico che garantisce la scuola media a tempo pieno. E’ fondamentale cercare di vedere come fanno gli altri e far capire che non stiamo parlando di fantascienza ma di pratiche che in altri Comuni italiani sono realtà”.

E’ un problema di volontà politica e, soprattutto, di priorità. In quei comuni per i sindaci e le amministrazioni comunali il supporto alle famiglie con figli piccoli è una priorità concreta nella quale investire fondi per cercare di fornire un servizio in grado di soddisfare le richieste delle famiglie stesse e, soprattutto, a prezzi accessibili anche a quelle con redditi medio-bassi. Ad Ascoli, invece, per il sindaco Fioravanti e l’amministrazione comunale la tutela e il supporto alle famiglie con figli piccoli è solamente uno dei tanti slogan per la propaganda perché poi in concreto non si fa nulla, anzi, si continuano a penalizzare le famiglie ascolane con un servizio assolutamente insufficiente e con tariffe non adeguate. Almeno questo è quanto accaduto fino ad ora, come dimostra il fatto che il 60% delle famiglie che ne hanno fatto richiesta non potranno usufruire di un posto in asilo per i propri figli.

Un problema che viene alla luce ora ma che è noto da tempo perché da anni si continua ad evidenziare come siano assolutamente insufficienti i 3 asili nido comunali attualmente presenti. Il sindaco, però, fino ad ora non ha voluto o non è stato in grado di fare nulla per aiutare le famiglie ascolane. Nel primo Consiglio comunale dopo le elezioni Fioravanti ha dichiarato di voler essere il sindaco di tutto e di voler collaborare anche con le opposizioni. Ora ha subito l’opportunità di dimostrare che quelle affermazioni non erano, come purtroppo troppo spesso accade, solo vuoti proclami, prendendo in seria considerazione quelle proposte che potrebbero quanto meno servire per migliorare un servizio per le famiglie, fino ad ora assolutamente inadeguato.

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