“Pastrocchio” promozione, “dilettanti allo sbaraglio” in Comune (per non pensar male…)


Il 6 maggio scorso, ad un mese dalle elezioni comunali, la giunta comunale ha approvato la delibera n. 142 che prevede una serie di iniziative per la promozione del territorio che sollevano dubbi e perplessità sotto diversi punti di vista, a partire da quello economico

A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca” era solito ripetere il più volte presidente del Consiglio Giulio Andreotti. E spesso, di fronte ad atti ufficiali e comportamenti a dir poco incomprensibili da parte dell’amministrazione comunale, è quasi impossibile non “pensar male”. Come nel caso della delibera di giunta comunale n. 142 del 6 maggio scorso, “Progrmma Iti “From past to smart”- Intervento di promozione integrata finanziato a valere sulle risorse del programma operativo complementare 2014/2020 ai sensi dell’art. 242 del DL 34/2020. Approvazione iniziative di promozione integrata”. Che in assoluto avrebbe provocato non pochi dubbi e perplessità ma che, a maggior ragione visto il periodo in cui è stata approvata (ad un mese dalle elezioni comunali), è praticamente inevitabile che induca “a pensar male”…

E’ quanto mai doveroso sottolineare come i risultati delle elezioni comunali, con la plebiscitaria riconferma del sindaco Fioravanti, hanno poi ampiamente dimostrato che il primo cittadino uscente non aveva certo bisogno di alcun genere di aiuto, così come non avrebbe avuto bisogno di tutta quella surreale serie di annunci e proclami propagandistici, quasi del tutto privi di fondamento, che pure ha sciorinato nelle ultime settimane prima dell’appuntamento elettorale. In ogni caso, anche accantonando i cattivi pensieri e i sospetti su un eventuale provvedimento di naturale elettorale, quella delibera suscita comunque grandissimi dubbi, al punto da far pensare, volendo escludere chissà quale secondo fine, che sia stata concepita da autentici “dilettanti allo sbaraglio”.

Nello specifico, con quella delibera si stabilisce di utilizzare parte delle economie degli interventi “Promozione Integrata del patrimonio e dell’attrattività territoriale” e “OspitalitAscoli” del Programma Iti “From past to smart” per un programma di promozione integrata “del patrimonio e dell’attrattività del territorio piceno, sotto il profilo turistico e culturale” per un impegno di spesa di circa 40 mila euro. In particolare si stabilisce di realizzare una serie di attività di comunicazione e promozione “che favoriscano un rafforzamento e un riposizionamento dell’immagine di Ascoli Piceno attraverso, ad esempio, l’individuazione di testimonial, la realizzazione di video o dirette streaming promozionali, la realizzazione di contenuti specificamente destinati a essere veicolati sui social network e che mostrino le eccellenze del territorio ascolano e promuovano eventi speciali”.

In realtà, analizzando più nel dettaglio la delibera stessa, la prima anomalia che emerge è che il programma di promozione finanziato con quei circa 40 mila euro, a differenza di quanto enunciato in delibera, non prevede in alcun modo testimonial o dirette streaming (e praticamente ignora i social network) ma, molto più semplicemente, articoli, redazionali, video e inserzioni pubblicitarie. Nello specifico sono previsti un piano di comunicazione con l’emittente televisiva Tvrs, per un importo di 8.200 euro oltre iva, che “comprenda la realizzazione e messa in onda di 4 speciali della durata di 15 minuti con i quali raccontare sotto ogni punto di vista la città di Ascoli, la realizzazione e messa in onda di 4 speciali della durata di 15 minuti attraverso i quali raccontare sotto diversi punti di vista le frazione di Ascoli e la realizzazione e messa in onda di 3 spot pubblicitari del territorio della durata di 30 secondi”.

Previsto, poi, un piano di comunicazione con la rivista online Picenonews24, per un importo di 25.000 euro oltre iva, “mediante 20 redazionali, interviste e articoli che affrontino e approfondiscano le seguenti tematiche: gastronomia locale del Piceno, patrimonio artistico e storico del Piceno, Piceno Outdoor Adventure, iniziative tipiche cittadine, Piceno by Night, Piceno set Film”. Infine anche la partecipazione nel 2024 all’iniziativa di promozione e valorizzazione turistica “Grand Tour delle Marche” per un importo di 3.000 euro oltre iva, la pubblicazione di 2 pagine redazionali sulla rivista “Borghi & Città Magazine” per un importo di 1.800 oltre iva e la stampa di materiale di informazione turistica da distribuire in vari punti del capoluogo piceno per un importo di 1.000 euro oltre iva.

Ribaditi i dubbi sulla tempistica a dir poco sospetta (ad un mese dalle elezioni comunali), a voler essere generosi e cauti complessivamente l’impressione che se ne ricava è innanzitutto di un’assoluta scarsa conoscenza del settore (per usare un eufemismo) e, di conseguenza, di una serie di iniziative promosse senza un criterio logico. Inevitabile chiedersi (cosa che avrebbe dovuto fare prioritariamente l’amministrazione comunale) con quale criterio sono state scelte quella emittente televisiva e quella rivista online, se qualcuno si sia prima preoccupato di analizzare attentamente i dati sull’ascolto e sul seguito di quei due organi di informazione, se per caso non ci fossero altre emittenti o altre riviste online che magari avrebbe potuto assicurare una diffusione più ampia dei messaggi promozionali che si volevano veicolare. Per altro è del tutto evidente la palese e clamorosa contraddizione di una campagna per promuovere l’immagine della città in chiave turistica veicolata attraverso mezzi di informazione che hanno una diffusione quasi esclusivamente locale.

Ma l’aspetto che suscita le maggiori perplessità e che solleva non pochi dubbi è sicuramente quello relativo al costo delle varie iniziative. Qualcuno si è per caso preoccupato di effettuare una seria indagine di mercato prima di stabilire determinati importi? La risposta è scontata, ovviamente no. Per altro non è certo necessario conoscere a fondo il mercato di riferimento per rendersi conto da una parte del costo clamorosamente eccessivo per determinati servizi e dall’altra dalla mancanza di senso logico e coerenza nella stessa previsione di spesa. In particolare i 25 mila euro oltre iva per 20 tra articoli e redazionali della rivista online rappresentano una cifra molto più che sproporzionata, eccessiva e completamente fuori mercato, anche se, come poi è previsto nel disciplinare dell’affidamento del servizio, articoli e redazionali diventassero 25.

Oltre 1.000 euro ad articolo o redazionale (che, non essendoci in proposito nessuna indicazione sul disciplinare stesso, potrebbe essere anche di 10 o meno righe) sarebbe un costo spropositato anche se a scriverli fosse di proprio pugno la giornalista del Washington Post Caroline Kitchener, premio Pulitzer per il giornalismo 2023. Al di là del prezzo inspiegabilmente eccessivo, è del tutto evidente anche che non c’è proporzionalità e alcuna logica tra i vari impegni di spesa perché non si capisce su che base, se per un redazionale o un articolo anche di poche righe si spende più di 1.000 euro, uno speciale di 15 minuti trasmesso in tv possa invece costare praticamente la metà.

Così come per un’intera pagina di redazionale, per giunta in un magazine diffuso su tutto il territorio italiano e anche in alcuni paesi esteri, si possa spendere molto meno rispetto ad un singolo redazionale, per giunta su un quotidiano on line conosciuto solo nel nostro territorio. Un imbarazzante “pastrocchio” che solo nell’incantato regno di Ugualos poteva passare quasi inosservato e non provocare proteste e polemiche. Che poi tutto ciò sia avvenuto ad un mese dalle elezioni inevitabilmente rende più sconcertante la vicenda e induce “a pensar male”, anche se visti certi precedenti (vedi articolo “Viaggio indietro nel tempo e costosissimi redazionali: benvenuti nel meraviglioso mondo di Ascoli città metromontana”) è fondato il sospetto che, in fondo, si tratti solamente di incapacità nel gestire e organizzare certe iniziative. In pratica la scelta è tra la padella o la brace…

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