Il francobollo della vergogna, l’Italia commemora uno squadrista fascista


Il 6 giugno il Mimit ha presentato il francobollo che celebra i 140 anni dalla nascita di Italo Foschi, protagonista delle peggiori nefandezze nel periodo del fascismo. Imbarazzo e scaricabarile ma le linee guida del ministero non lasciano dubbi sulle responsabilità

Italo Foschi, fondatore dell’A.S. Roma calcio, è una delle figure più controverse del periodo del fascismo. Nato a Corropoli, in provincia di Teramo, fu fedele collaboratore del gerarca Farinacci che lo volle come federale di Roma e fu a capo delle squadracce fasciste che devastarono la casa dell’ex premier Nitti e le redazioni di vari giornali. E’ a lui che si rivolge Mussolini all’indomani del discorso di Matteotti alla Camera il 30 maggio 1924 per regolare i conti con l’opposizione e sarà proprio Foschi a guidare i fascisti romani che circondano il Parlamento e aggrediscono e offendono i parlamentari dell’opposizione che escono da Montecitorio affinchè non seguano l’esempio di Matteotti.

Ed è sempre Foschi che inneggia ad Amerigo Dumini, l’assassino del segretario del Parti Socialista, proponendolo come modello di fascista esemplare che non ha rivelato a nessuno la responsabilità del regime nel rapimento e nell’uccisione di Matteotti. Protagonista di una serie infinita di aggressioni violente, per un periodo fu allontanato dal partito fascista per l’eccessiva violenza della sua attività squadrista. Riammesso per ordine di Farinacci, intraprese poi la carriera prefettizia, continuando a distinguersi per le violenze squadriste. Nel corso della guerra aderì poi alla Repubblica Sociale e dal novembre 1943 fu Capo della Provincia a Belluno, al servizio del Terzo Reich nella zona Alpenvordland, dove si distinse ancora una volta per le azioni violente e per il supporto ai rastrellamenti nazisti nel corso dei quali furono brutalmente uccisi decine e decine di inermi civili, compresi donne e bambini. Infine il nome di Foschi è presente anche nell’elenco dei responsabili della persecuzione antiebraica in Veneto stilata dal Centro Studi Internamento Deportazione.

Sembra impossibile da immaginare anche nella sempre più sconclusionata Italia governata dalla destra, abbiamo atteso disperatamente che apparisse il cartello che annunciava che eravamo su “Scherzi a parte”, invece è tutto incredibilmente vero: il 6 giugno scorso il Ministero delle imprese e del made in Italy (Mimit) ha presentato il francobollo che celebra i 140 anni dalla nascita di Italo Foschi. In pratica il governo di destra, ed in particolare il ministro Urso, che, come vedremo, ha la facoltà di decidere e di scegliere quali francobolli commemorativi emettere, ha deciso che è giusto onorare e commemorare uno dei protagonisti delle peggiori nefandezze del periodo del fascismo.

Con l’ipocrita motivazione che in realtà il francobollo commemorativo viene emesso per ricordare la nascita di chi, appunto Foschi, ha fondato l’A.S. Roma calcio. Anche perché, è del tutto ovvio, sarebbe stato davvero troppo motivare quella che resta comunque un’indecenza con le “gesta” compiute da Foschi nel periodo del Ventennio e della seconda guerra mondiale, persecuzione degli ebrei compresa. Per altro, a rendere la vicenda ancora più sconcertante e inaccettabile, c’è il fatto che tutto ciò è avvenuto proprio mentre si organizzavano le iniziative per commemorare i 100 anni dell’omicidio Matteotti, con tanto di emissione di un francobollo e cerimonia di presentazione che si è svolta pochi giorni dopo, nell’imbarazzo generale. Una vergognosa offesa al buon senso e, soprattutto, alla memoria di Matteotti da parte di un governo e di un ministro che, nella migliore delle ipotesi, hanno dimostrato tutta la loro incapacità.

A completare un quadro già così semplicemente imbarazzante c’è, poi, il fatto che pochi giorni prima lo stesso Mimit aveva bocciato la richiesta, presentata dalla preside del liceo Orazio di Roma, dell’emissione di un francobollo per celebrare l’ottantesimo anniversario della Liberazione di Roma (4 giugno 1944), motivata dal ministero stesso sostenendo che il fine dei francobolli “è quello di commemorare gli eventi di rilevanza nazionale nonché storica, dovendo d’altra parte contenere il numero di emissioni annuali”. Secondo logica, quindi, per il Mimit è un evento di rilevanza nazionale la fondazione della Roma calcio ma non la liberazione dai nazifascisti della capitale italiana. Ne consegue, sempre per logica, che la scala di valori e di priorità del ministero prevede che sia decisamente più importante il calcio che la storia del nostro paese e della nostra capitale.

Ancor più se, per onorare la fondazione della Roma, si celebra un fascista autore di ogni genere di nefandezza, compresa l’esaltazione dell’omicidio di quel Matteotti, ipocritamente commemorato pochi giorni dopo. “Quello del ministero è un atto grave – si legge in una nota della Rete degli Studenti Medi Lazio e la Cgil – che tenta di cancellare un pezzo fondamentale della storia del nostro Paese provando a dare giustificazioni di ordine organizzativo sulle selezioni dei francobolli che vengono emessi. Inoltre, uno dei francobolli emessi è proprio quello in ricordo di Italo Foschi, fascista, che lodò il capo della squadraccia che uccise Giacomo Matteotti. Questo atto del governo è l’ennesima forzatura che prova a rimuovere la Liberazione dal nazifascismo e riscrivere la storia del ventesimo secolo. Non rimarremo a guardare“.

In realtà il primo a denunciare la vergognosa anomalia (per usare un eufemismo) è stato l’ex ministro del governo Berlusconi Carlo Giovanardi, componente della Consulta filatelica, l’organo del ministero che sovraintende all’emissione dei francobolli (ma essenzialmente con funzione consultiva). “Sono venuto a sapere di questa emissione solo perché ho ricevuto un invito per la cerimonia ufficiale, non se ne è mai parlato in Consulta di una emissione dedicata ad Italo Foschi” ha denunciato Giovanardi. Oltre la vergogna, anche la più profonda codardia perché tutto è stato fatto cercando di dare meno risalto possibile a quanto stesse accadendo. Così, oltre ad evitare di parlarne in Consulta, anche la presentazione è avvenuta insolitamente praticamente in maniera anonima. “Al Mimit devono essersi accorti della figuraccia – accusa Antonio Di Marco del Pd – così la presentazione è stata quasi clandestina, il ministro Urso non si è fatto vedere e nessuna immagine né comunicato sono usciti dal suo solerte ufficio stampa che, pure, pubblicizza con grandissima enfasi ogni emissione filatelica”.

Per trovare traccia della presentazione del francobollo dedicato a Foschi bisogna ricorrere ad un sito di tifosi romanisti, forzaroma.info, che pubblica la notizia con tanto di foto della cerimonia nella quale si riconosce il senatore di Fratelli d’Italia Guido Liris. Che, però , nei giorni successivi, una volta che la notizia si è diffusa, ha evitato di rilasciare dichiarazioni e di spiegare le ragioni della sua presenza. Anche perché con il diffondersi della notizia inevitabilmente (e fortunatamente è il caso di aggiungere…) si amplificano le polemiche, con 12 associazioni di consumatori che hanno chiesto a Poste Italiane il ritiro immediato del francobollo e anche una petizione lanciata on line per chiedere l’immediato ritiro. E, di fronte alla crescente protesta, è iniziato il solito scaricabarile, al punto che alla fine è inevitabile chiedersi chi ha deciso l’emissione di quel vergognoso francobollo celebrativo.

La risposta è, come sempre, negli atti ufficiali, in questo caso nelle “Linee guida per l’emissione delle carte valori postali”,  per altro emanate dal sottosegretario di stato Fausta Bergamotto (FdI). L’art. 4 (Il Programma di emissione delle carte valori postali) non lascia dubbi: “Il Programma di emissione delle carte-valori postali è definito dal Ministro o dal suo delegato e reca le carte-valori postali con i relativi numero di valori e data di emissione. Il Programma è annuale e viene reso noto al pubblico mediante pubblicazione sul sito istituzionale del Ministero. Il Ministro, o il suo delegato, esercita le proprie competenze nel rispetto delle presenti Linee guida, mantenendo tuttavia la propria discrezionalità sia nell’individuazione delle serie tematiche, sia nella scelta delle carte-valori postali, dei temi e delle immagini da assegnare al singolo francobollo”.

E’ il ministro o un suo delegato a decidere, in altre parole la responsabilità è comunque del ministro Urso (FdI). Che, in un paese civile, avrebbe già chiesto scusa per la vergognosa scelta, prima di dimettersi. Già, ma l’Italia del 2024 non assomiglia neppure ad un paese civile…

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