Paradosso Musei civici: la surreale celebrazione del “fanalino di coda” delle Marche


Ennesimo imbarazzante capitolo della sconcertante campagna elettorale, con il sindaco che sui social celebra i risultati del 2023 dei Musei civici che, però, confermano come il capoluogo piceno anche in questo settore sia di gran lunga il fanalino di coda delle Marche…

In quell’imbarazzante teatrino da avanspettacolo che è diventata la campagna elettorale in vista delle elezioni comunali dell’8 e 9 giugno ormai non passa giornata senza che il sindaco Fioravanti non rivendichi presunti e improbabili (anzi, inesistenti) successi del suo mandato amministrativo. Come abbiamo già sottolineato (vedi articolo “Il surreale spettacolo di una campagna elettorale da incubo”), il primo cittadino, non potendo vantare successi reali e traguardi concretamente raggiunti, cerca disperatamente di compensare con la propaganda, costruendo, con il supporto “supino” di gran parte dell’informazione locale, quel capoluogo virtuale e irreale, dove tutto procede al meglio e si mietono uno dopo l’altro solo risultati positivi, utile solo alla sua campagna elettorale.

Ma in questa smania di raccontare successi che esistono solo nella sua fervida immaginazione, il sindaco spesso sconfina nel ridicolo, rivendicando come improbabili affermazioni anche i più clamorosi flop della sua amministrazione o risultati assolutamente negativi. Come, ad esempio, nel caso della messa in sicurezza delle scuole cittadine, indiscutibilmente il fallimento più clamoroso e imbarazzante di questa amministrazione. O, ancora, come il post dei giorni scorsi nel quale Fioravanti rivendica il molto presunto grande risultato dei musei cittadini, sciorinando dati che, in realtà, confermano come anche in questo campo Ascoli sia di gran lunga la Cenerentola delle Marche, a distanza praticamente siderale dagli altri capoluoghi di provincia delle Marche.

I numeri dei 5 anni di mandato amministrativo – scrive il primo cittadino – certificano un importante incremento relativo agli accessi nei Musei Civici. Si è partiti con 15.167 ingressi nel 2019, prima di un inevitabile calo negli anni 2020 e 2021, purtroppo fortemente condizionati da restrizioni e chiusure del periodo covid. Terminata la fase dell’emergenza, il boom di visite 20.069 ingressi nel 2022, addirittura 25.046 nel 2023”. Un grande lavoro svolto insieme al prof. Stefano Papetti, direttore dei Musei Civici, e a tutti gli operatori delle cooperative Integra e Il Picchio”.

Al di là del fatto che, per fare correttamente il confronto con il periodo pre covid, bisognerebbe ricordare che all’epoca alcune delle strutture che ora fanno parte dei Musei Civici del capoluogo piceno (Pinacoteca, Forte Malatesta, Galleria d’arte contemporanea “Licini”, Museo dell’arte ceramica e Teatro Ventidio Basso) non erano visitabili, solo nel meraviglioso regno di Ugualos può accadere che si celebri un ultimo posto in classifica e un risultato che, se paragonato a quanto avviene nel resto della regione, è purtroppo da considerare assolutamente negativo. Perché nell’analizzare seriamente i dati forniti da Fioravanti bisogna innanzitutto partire dalla considerazione che, dopo il periodo del covid e le conseguenti pesanti limitazioni agli spostamenti, come è stata riacquistata la libertà incondizionata di muoversi si è verificato un vero e proprio boom del turismo che ha positivamente, e in maniera consistente, avvantaggiato anche le strutture museali che hanno visto negli ultimi anni impennare i dati sulle visite.

In particolare i musei marchigiani nel 2023 complessivamente hanno fatto registrare un aumento superiore al 50% rispetto al 2022 che già aveva fatto segnare dati in positivo. Ancona e Arcevia hanno fatto segnare un +61%, Macerata un +65%, Numana +71%, addirittura Fermo e Pesaro un aumento superiore all’80%, con quest’ultima che nei primi 3 mesi del 2024 ha fatto segnare il vero e proprio record del +170% (quasi 20 mila visitatori da gennaio a marzo 2024). Come visto anche ad Ascoli nel 2023 si è registrato un aumento di visitatori nei Musei Civici ma decisamente più contenuto, poco più del 24%, decisamente al di sotto della media regionale e ancora più distante dai picchi fatti registrare dai principali centri marchigiani.

Per certi versi ancora più imbarazzante il quadro che emerge dal confronto sul numero complessivo di visitatori che, tanto per cambiare, vede Ascoli nettamente fanalino di coda nelle Marche. Senza prendere in considerazione Urbino, che ha numeri 10 volte superiori e 25 mila visitatori li ha solo nel mese di agosto, purtroppo non c’è davvero paragone perché Ascoli ha numeri inferiori anche a realtà come Arcevia che hanno una tradizione museale purtroppo ben differente da quella del capoluogo piceno. Se poi il confronto lo facciamo con i comuni più grandi e con i capoluoghi di provincia, Ascoli esce con “le ossa rotte”. Senigallia e Fabriano nel 2023 hanno superato i 40 mila visitatori, Fermo ha raggiunto quota 42 mila visitatori lo scorso anno e in questa prima di 2024 ha avuto un ulteriore incredibile incremento, tanto che dopo meno di metà anno sfiora già i 25 mila visitatori.

Per quanto riguarda i Musei di Macerata e Pesaro non ci sono i dati ufficiali di tutto il 2023 ma nel primo caso ci sono i dati relativi ai 3 mesi estivi (oltre 20 mila visitatori) e del periodo natalizio (oltre 7 mila visitatori) che sono già sufficienti a superare nettamente quelli del capoluogo piceno (e complessivamente sicuramente siamo oltre quota 60 mila visitatori). Per quanto concerne Pesaro, invece, ci sono i dati riferiti al periodo estivo del 2023, con circa 30 mila visitatori, che già così superano ampiamente quelli fatti registrare dai Musei ascolani nell’intero anno passato. Quanto ad Ancona solo il Museo Omero, con quasi 40 mila visitatori, supera ampiamente i numeri del nostro capoluogo, con l’aggiunta dei quasi 20 mila visitatori del Museo Archeologico e della Pinacoteca. Mancano i dati relativi al Museo Diocesano ma complessivamente nel 2023 siamo intorno ai 100 mila visitatori.

Ed è paradossale constatare come, mentre ad Ascoli il sindaco celebra come risultato sensazionale i 25 mila visitatori (e l’ultimo posto regionale), nel capoluogo regionale con numeri 4 volte superiori (e la conferma della seconda realtà delle Marche dietro l’inarrivabile Urbino) ed una crescita del 61% si parla comunque di numeri non pienamente soddisfacenti.  Campagna elettorale a parte, il problema è che negli ultimi anni c’è il brutto vizio, nel capoluogo piceno, di far passare per straordinari ed esaltanti risultati e iniziative che in realtà sono modesti e da tempo consuetudinari nel resto della regione (e del paese). L’amministrazione comunale celebra inesistenti risultati o novità che sono rivoluzionarie solo in una città sottosviluppata e l’informazione locale, senza mai avere un minimo scatto d’orgoglio, si limita a fare da cassa di risonanza.

Lo scorso anno, ad esempio, dopo le festività pasquali l’amministrazione comunale e l’informazione locale hanno celebrato la presunta straordinaria affluenza nei Musei cittadini nei  giorni di Pasqua e del lunedì dell’Angelo, millantando come grandissimo successo i circa 600 visitatori in quei 2 giorni fingendo di ignorare che solamente Arcevia e Urbisaglia hanno avuto il doppio dei visitatori, mentre se si guardava ai musei di Fabriano, Ancona, Senigallia, Macerata in ognuna di quelle 2 giornate avevano fatto registrare un numero di visitatori 2-3 volte superiore. Ancora più imbarazzante l’incredibile enfasi con cui l’informazione locale ha presentato nel luglio 2023 la decisione dell’amministrazione comunale di stabilire orari di apertura straordinaria (per il solo periodo estivo) per Pinacoteca, Forte Malatesta e Teatro Ventidio Basso che prevedevano per le prime due strutture l’apertura il solo venerdì sera dalle 19 alle 23 e per il Teatro l’apertura alle visite il venerdì e il sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.

Di fronte alla pomposa enfasi degli amministratori e dell’informazione stessa sembrava che fossimo di fronte ad un’iniziativa unica nel suo genere, mai attuata prima nelle Marche e in tutta Italia. In realtà da anni, praticamente da decenni, nel resto delle Marche (e ovviamente del paese) per tutto il periodo estivo e nei fine settimana i musei sono aperti di sera (e non solamente il venerdì), per non parlare del fatto che i teatri storici, nel mondo civile, da sempre sono visitabili (e non solo in determinati giorni). Al netto della campagna e della propaganda elettorale, se davvero il capoluogo piceno aspira ad una crescita complessiva e, soprattutto, culturale è necessario che si prenda coscienza della distanza siderale che purtroppo lo separa dal resto della regione anche in questo campo, cercando di capire le ragioni di una simile situazione e iniziando a lavorare per colmare questa enorme distanza, senza nascondersi e consolarsi con risultati parzialissimi che non sono comunque degni di un capoluogo di provincia che ha un minimo di ambizione.

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