Dopo Nefrologia, le Radiologie di Ascoli e San Benedetto: la sanità picena devastata dai tagli
In un duro comunicato Fp Cgil e Cisl Fp denunciano il taglio del personale notturno dei reparti di Radiologia degli ospedali di Ascoli e San Benedetto e le gravissime conseguenze per la salute dei cittadini che questa decisione rischia di provocare
Per la sanità marchigiana e, ancor più, per quella picena esistono due mondi. Quello virtuale quasi fiabesco raccontato dal governatore Acquaroli (l’ultimo caso nei giorni scorsi a San Benedetto) nel quale tutto funziona quasi alla perfezione e dove di anno in anno, naturalmente grazie all’operato della Regione, la situazione è in continuo miglioramento. Quello reale, con cui devono fare drammaticamente i conti i cittadini marchigiani e piceni ma anche il personale sanitario costretto ad operare in condizioni sempre più inaccettabili, dove la situazione è tale che ormai si può tranquillamente affermare che il diritto alla salute, costituzionalmente tutelato, non viene per nulla garantito.
A smontare, se mai ce ne fosse stato bisogno, inequivocabilmente il racconto virtuale e fiabesco di Acquaroli ci ha pensato il report di Eures e Adoc, reso noto ad inizio settimana, che fotografia una situazione molto più che allarmante per la sanità marchigiana, in un quadro generale nazionale decisamente preoccupante. Per quanto riguarda il nostro territorio, invece, è la cronaca quasi giornaliera che racconta di sempre nuovi tagli, di sempre maggiori disservizi e sempre nuove proteste da parte degli operatori sanitari e dei sindacati di riferimento (i cittadini invece sembrano ormai rassegnati…), nel silenzio colpevolmente complice di chi aveva promesso di tutelare il diritto alla salute dei propri cittadini e che invece ha ritenuto più opportuno preoccuparsi degli interessi del proprio partito e della propria parte politica (ogni riferimento al sindaco Fioravanti è… puramente voluto). Così, dopo la denuncia dei tagli (ben 8 posti letto, pari al 50%) al reparto di Nefrologia dell’ospedale di Ascoli da parte di Usb Ascoli e Nursind, ora arriva quella di Fp Cgil e Cisl Fp sul taglio del personale notturno negli ospedali di Ascoli e San Benedetto. Nel comunicato le due sigle sindacali spiegano con straordinaria chiarezza ciò che sta accadendo e come drammaticamente i tagli annunciati potrebbero provocare grandissimi problemi al personale sanitario ma anche e soprattutto ai cittadini.
“All’assemblea sindacale svoltasi ieri sera – si legge nel comunicato – i tecnici di Radiologia dei due reparti di Ascoli e San Benedetto hanno partecipato in massa rappresentando una situazione allarmante: dal 22 aprile scorso, giorno in cui la Direzione ha applicato la riorganizzazione – ovvero il taglio del personale notturno – i tempi di attesa notturni per le prestazioni diagnostiche di entrambi gli stabilimenti, come era presumibile, sono raddoppiati. Se infatti già in tempi non sospetti lamentavamo una carenza di personale tale (circa 10 unità) da non consentire la piena attività, oggi, con il dimezzamento dei tecnici di radiologia nel turno notturno, la situazione è totalmente degenerata. Non solo lo è per i tempi di attesa a cui i pazienti sono costretti, ma soprattutto per l’impennata del rischio clinico a cui vanno incontro.
Non potrebbe d’altronde essere altrimenti, considerando che le prestazioni richieste dal PS, dalla Sala Operatoria o per l’interventistica e l’Emodinamica sono spesso salvavita e vanno erogate in tempi brevissimi onde evitare conseguenze drammatiche per gli assistiti. E’ appena il caso di ricordare che, oltre alla soppressione del secondo tecnico notturno, è stato addirittura soppresso il secondo reperibile, portando i livelli di assistenza a condizioni addirittura peggiori di quelle prima del covid. Non solo infatti l’Azienda ha ritenuto di ridurre il personale, ma ha anche previsto una nuova procedura per l’attivazione del reperibile: secondo le nuove istruzioni, il secondo tecnico potrebbe essere attivato, per una TAC, solo dal 5° paziente in poi il che, in base alla natura degli esami da svolgere, potrebbe tradursi anche in cinque ore di attesa.
Dunque, considerando che quando il reperibile viene chiamato dalla Sala Operatoria o dall’Emodinamica, il tecnico in servizio non può fare affidamento che sulle sue forze e, qualora la situazione degenerasse, non ci sarebbe alcun tecnico da poter chiamare a supporto, la decisione assunta dall’AST sembra priva di una qualsivoglia motivazione rispetto al servizio che questa Pubblica Amministrazione deve ai nostri concittadini, se non quella di risparmiare al massimo sulla spesa del personale”.
Per chi ancora non l’avesse capito, la situazione è molto più che allarmante, è praticamente drammatica. Perché, come spiegano perfettamente le due sigle sindacali, in casi di grande emergenza (che possono e si sono spesso verificati nelle due strutture ospedaliere picene) c’è più del concreto rischio, praticamente quasi la certezza, che non venga garantita l’assistenza necessaria. Per concludere Cigl e Cisl sottolineano come anche questa inaccettabile decisione, questo ennesimo taglio di fatto non è altro che l’ennesimo assist a favore della sanità privata.
“Se poi si pensa al fatto che, già attualmente, un tecnico si trova a svolgere in contemporanea esami su due pazienti, e dunque su due macchinari, e che durante il periodo estivo la Risonanza Magnetica resterà chiusa nell’orario pomeridiano per mancanza di tecnici – conclude il comunicato – si capisce chiaramente perché, da anni, la FP CGIL e la CISL FP lamentano una presenza della sanità privata in costante crescita. Chi effettuerà le prestazioni ai cittadini del Piceno, se l’Azienda Pubblica non ha nemmeno il personale per poter aprire le diagnostiche? C’è davvero bisogno di rispondere a questa domanda? Noi, per onestà intellettuale, crediamo proprio di no”.
Magari potrebbe provare a rispondere il governatore Acquaroli che, con grande sprezzo del ridicolo, solo pochi giorni fa a San Benedetto ha avuto il coraggio di affermare che la sua riforma “ha migliorato l’organizzazione sanitaria pubblica e ha ridotto il ricorso ai privati”…