“Pa­stic­ci” isti­tu­zio­na­li e fe­sti­val del­l’au­to­le­sio­ni­smo, Asco­li di nuo­vo “spal­le al muro”


In una sur­rea­le 36^ gior­na­ta di cam­pio­na­to, con le de­ci­sio­ni del­la Lega che, di fat­to, han­no fi­ni­to per fa­vo­ri­re il Bari, l’A­sco­li si fa male da solo fuo­ri e den­tro il cam­po, fi­nen­do per per­de­re con­tro il Co­sen­za. Ora ser­vo­no 2 vit­to­rie per ave­re la cer­tez­za di non re­tro­ce­de­re di­ret­ta­men­te

Non è cer­to il caso di ab­ban­do­nar­si ad un fa­ci­le “vit­ti­mi­smo” e, an­cor più, sa­reb­be sem­pli­ce­men­te ri­di­co­lo pa­ven­ta­re chis­sà qua­le com­plot­to ai dan­ni del­l’A­sco­li o in fa­vo­re di qual­che squa­dra. A mag­gior ra­gio­ne, quin­di, ci pre­me ri­ba­di­re quan­to ri­pe­tia­mo da sem­pre, cioè che i bian­co­ne­ri si tro­va­no in que­sta si­tua­zio­ne di clas­si­fi­ca, co­stret­ti ora a vin­ce­re le ul­ti­me 2 par­ti­te per non ri­schia­re la re­tro­ces­sio­ne di­ret­ta, solo per col­pe pro­prie, in par­ti­co­la­re del­la so­cie­tà che ha sba­glia­to pra­ti­ca­men­te tut­to sia in sede di mer­ca­to (esti­vo e in­ver­na­le), sia nel­la scel­ta de­gli al­le­na­to­ri. Però, dopo quan­to ac­ca­du­to in una 36^ gior­na­ta di cam­pio­na­to sem­pli­ce­men­te sur­rea­le, è più che le­ci­to, anzi qua­si do­ve­ro­so, por­si qual­che do­man­da.

Per­ché mai la Lega se­rie B ha de­ci­so di far gio­ca­re Bari –Par­ma dopo e non in con­tem­po­ra­nea con al­tre par­ti­te che in­te­res­sa­va­no di­ret­ta­men­te e che po­te­va­no con­di­zio­na­re l’at­teg­gia­men­to dei du­ca­li, ri­schian­do così di fare un gros­so fa­vo­re (come poi pun­tual­men­te ac­ca­du­to) al Bari im­pe­gna­to nel­la lot­ta sal­vez­za? E qua­le “ge­nio” ha ri­te­nu­to nor­ma­le e op­por­tu­no de­si­gna­re un fi­schiet­to ba­re­se pro­prio una di quel­le par­ti­te il cui ri­sul­ta­to avreb­be po­tu­to in­fluen­za­re il com­por­ta­men­to del Par­ma al San Ni­co­la (Ca­tan­za­ro-Ve­ne­zia) e un al­tro ar­bi­tro ba­re­se al Var di Asco­li-Co­sen­za, par­ti­ta il cui ri­sul­ta­to era im­por­tan­te an­che per il Bari?

Sen­za do­ver sco­mo­da­re la vec­chia af­fer­ma­zio­ne tan­to cara ad An­dreot­ti (“a pen­sar male si fa pec­ca­to ma spes­so ci si az­zec­ca”…), “unen­do i pun­ti­ni” e sul­la base dei fat­ti ac­ca­du­ti è del tut­to evi­den­te che que­ste di­scu­ti­bi­li de­ci­sio­ni han­no fi­ni­to per av­van­tag­gia­re pa­le­se­men­te il Bari, a sca­pi­to di al­tre squa­dre im­pe­gna­te con i pu­glie­si nel­la lot­ta per evi­ta­re la re­tro­ces­sio­ne (in par­ti­co­la­re Asco­li e Bari). An­che per­ché il caso ha poi vo­lu­to che a Ca­tan­za­ro si ve­ri­fi­cas­se il ri­sul­ta­to che di fat­to ha con­se­gna­to, pri­ma an­co­ra di gio­ca­re, la pro­mo­zio­ne al Par­ma (vit­to­ria dei pa­dro­ni di casa), per al­tro gra­zie ad al­cu­ni cla­mo­ro­si ed evi­den­ti er­ro­ri del­l’ar­bi­tro Ay­rol­di di Mol­fet­ta (l’e­spul­sio­ne del gio­ca­to­re del Ve­ne­zia Sver­ko, il ri­go­re de­ci­si­vo e as­so­lu­ta­men­te ine­si­sten­te as­se­gna­to al 91° al Ca­tan­za­ro).

Così come ad Asco­li il var (Na­sca di Bari) è ri­sul­ta­to de­ci­si­vo per il ri­sul­ta­to fi­na­le con i suoi due in­ter­ven­ti per can­cel­la­re i due ri­go­ri as­se­gna­ti sul cam­po da Pic­ci­ni­ni (as­so­lu­ta­men­te ine­si­sten­te il pri­mo, qual­che dub­bio in più sul se­con­do)  ma an­che con il man­ca­to in­ter­ven­to in un ter­zo pos­si­bi­le caso da ri­go­re per l’A­sco­li (Mar­con tra­vol­ge Ma­si­ni pri­ma di col­pi­re il pal­lo­ne e, in casi si­mi­li in se­rie A, più vol­te dopo vi­sio­ne al Var è sta­to as­se­gna­to il cal­cio di ri­go­re). Sia­mo abi­tua­ti a non cre­de­re, al­me­no fino a pro­va con­tra­ria, alla ma­la­fe­de e, quin­di, ri­te­nia­mo che in que­sto caso i ver­ti­ci del­la Lega han­no com­mes­so una se­rie di im­ba­raz­zan­ti “pa­stic­ci”, evi­ta­bi­li sem­pli­ce­men­te con il mi­ni­mo sin­da­ca­le di buon sen­so, per in­ca­pa­ci­tà, non per la vo­lon­tà con­cre­ta di fare qual­cu­no a di­sca­pi­to di qual­cun al­tro.

Di cer­to, però, quel­lo che è ac­ca­du­to in que­sta ter­z’ul­ti­ma gior­na­ta ri­schia se­ria­men­te di mi­na­re la cre­di­bi­li­tà del cam­pio­na­to ca­det­to e, co­mun­que, in qual­che modo ha fi­ni­to per con­di­zio­na­re la clas­si­fi­ca, in par­ti­co­la­re nel­la lot­ta sal­vez­za. Quel­lo che per cer­ti ver­si stu­pi­sce an­co­ra di più è che quan­to meno l’a­no­ma­lia del­la par­ti­ta Bari-Par­ma non in con­tem­po­ra­nea con le al­tre si po­te­va e si do­ve­va evi­ta­re, già nel com­men­to alla par­ti­ta di Ter­ni ave­va­mo lan­cia­to l’al­lar­me e ci aspet­ta­va­mo che quan­to meno l’A­sco­li si mo­bi­li­tas­se, sol­le­ci­tas­se la Lega per far cam­bia­re l’o­ra­rio di ini­zio del­la gara. Per al­tro è giu­sto ri­cor­da­re che il pre­si­den­te bian­co­ne­ro Car­lo Neri è an­che vi­ce­pre­si­den­te del­la Lega di se­rie B e quin­di una sua de­ci­sa pre­sa di po­si­zio­ne avreb­be avu­to un cer­to peso e un cer­to va­lo­re.

Però la so­cie­tà bian­co­ne­ra e, in par­ti­co­la­re, il pa­tron Pul­ci­nel­li è trop­po im­pe­gna­ta a scam­biar­si pue­ri­li ri­pic­che e in­fan­ti­li “di­spet­tuc­ci” da bam­bi­ni ca­pric­cio­si con una par­te dei ti­fo­si per po­ter­si an­che pre­oc­cu­pa­re di tu­te­la­re la squa­dra bian­co­ne­ra. Già per­ché men­tre, gra­zie alle “di­scu­ti­bi­li” de­ci­sio­ni del­la Lega, ci si pre­pa­ra­va a que­sta sur­rea­le 36^ gior­na­ta, con­tem­po­ra­nea­men­te ad Asco­li an­da­va in sce­na un non meno sur­rea­le fe­sti­val del­l’au­to­le­sio­ni­smo, de­gno del mi­glior Ta­faz­zi, tra le inop­por­tu­ne e fuo­ri luo­go “pun­zec­chia­tu­re” del nu­me­ro uno bian­co­ne­ro e le al­tret­tan­to di­scu­ti­bi­li (al­me­no nei tem­pi) rea­zio­ni di una par­te del­la ti­fo­se­ria.

Sfor­zan­do­ci a par­la­re solo di cal­cio gio­ca­to, quel­la con­tro il Co­sen­za è una scon­fit­ta che evi­den­te­men­te pesa tan­tis­si­mo per­ché al­lon­ta­na e ri­du­ce le pos­si­bi­li­tà di con­qui­sta­re la sal­vez­za di­ret­ta e pone i bian­co­ne­ri nel­la con­di­zio­ne di do­ver vin­ce­re le ul­ti­me due par­ti­te di cam­pio­na­to per evi­ta­re spia­ce­vo­li sor­pre­se. Poco con­ta in que­sta fase che quel­la di mer­co­le­dì è pa­le­se­men­te una scon­fit­ta im­me­ri­ta­ta, che per quel­lo che han­no fat­to ve­de­re in cam­po i bian­co­ne­ri avreb­be­ro quan­to meno me­ri­ta­to il pa­reg­gio, che alla squa­dra non si può cer­to rim­pro­ve­ra­re qual­co­sa sul pia­no del­l’im­pe­gno e del­la de­ter­mi­na­zio­ne e che, pur non cre­den­do alla for­tu­na o alla sfor­tu­na, ef­fet­ti­va­men­te con­tro i ca­la­bre­si al­l’A­sco­li è gi­ra­to tut­to stor­to.

Con una sin­te­si estre­ma e per cer­ti ver­si ba­na­le si po­treb­be dire che alla fine il Co­sen­za ha vin­to per­ché ha un gio­ca­to­re come Tu­ti­no, che con una gran gio­ca­ta ha tra­sfor­ma­to in gol il pri­mo ed uni­co er­ro­re in fase di­fen­si­va dei bian­co­ne­ri, che da solo vale mol­to più di tut­ti gli at­tac­can­ti mes­si in cam­po nel cor­so del­la par­ti­ta da Car­re­ra. “E’ la dura leg­ge del gol” can­ta­va mol­ti anni fa Max Pez­za­li e pur­trop­po il pro­ble­ma del­la scar­sa con­fi­den­za con il gol è la prin­ci­pa­le, an­che se non l’u­ni­ca, la­cu­na che sta così pe­san­te­men­te con­di­zio­nan­do il cam­pio­na­to bian­co­ne­ro. Sen­za ri­pe­te­re le so­li­te cose, è suf­fi­cien­te sot­to­li­nea­re che nel­le ul­ti­me 5 par­ti­te l’A­sco­li ha mes­so se­gno una sola rete, quel­la de­ci­si­va di Bot­te­ghin a Ter­ni, in par­te va­ni­fi­can­do il buon la­vo­ro di­fen­si­vo (un solo gol in­cas­sa­to in que­ste 5 gare).

Per al­tro, a dif­fe­ren­za di al­tre gare, in quel­la con­tro il Co­sen­za i bian­co­ne­ri han­no crea­to tan­tis­si­mo, so­prat­tut­to nel­la fase ini­zia­le del pri­mo e del se­con­do tem­po. In par­ti­co­la­re i pri­mi 20 mi­nu­ti del­la par­ti­ta pro­ba­bil­men­te a li­vel­lo di qua­li­tà del cal­cio pro­po­sto sono sta­ti i mi­glio­ri di que­sto cam­pio­na­to del­l’A­sco­li, con la squa­dra cor­ta e ag­gres­si­va, Ca­li­ga­ra bra­vo a ver­ti­ca­liz­za­re e det­ta­re i tem­pi, Fal­ze­ra­no e Ze­da­d­ka mol­to vi­va­ci sul­le fa­sce. I bian­co­ne­ri han­no avu­to an­che le op­por­tu­ni­tà per pas­sa­re in van­tag­gio ma per due vol­te Mar­son è sta­to bra­vo (pri­ma su una con­clu­sio­ne rav­vi­ci­na­ta di Ne­sto­ro­v­ski, poi su un cross ra­den­te di Fal­ze­ra­no che, sen­za l’in­ter­ven­to in tuf­fo del por­tie­re, lo stes­so at­tac­can­te ma­ce­do­ne avreb­be po­tu­to co­mo­da­men­te spin­ge­re in gol), poi ci si è mes­so an­che il palo, sul col­po di te­sta di Ze­da­d­ka (dopo una bel­la azio­ne an­co­ra di Fal­ze­ra­no).

Poi, dopo il palo col­pi­to da Cam­po­re­se dopo un cal­cio di pu­ni­zio­ne dal­la fa­scia de­stra, la par­ti­ta si è fat­ta più equi­li­bra­ta, con il Co­sen­za che ha pre­so cam­po e, nel fi­na­le di tem­po, ha tro­va­to il gol con la gran gio­ca­ta di Tu­ti­no. Nel­la ri­pre­sa l’A­sco­li è par­ti­to nuo­va­men­te mol­to for­te e nei pri­mi 20 mi­nu­ti ha più vol­te avu­to la pos­si­bi­li­tà di tro­va­re il pa­reg­gio. Pri­ma con Di Tac­chio che, tut­to solo in area, ha col­pi­to trop­po de­bol­men­te e cen­tral­men­te di te­sta, in­ve­ce di ser­vi­re Du­ris tut­to solo a due pas­si dal­la por­ta. Poi è toc­ca­to a Ca­li­ga­ra, tut­to solo al li­mi­te del­l’a­rea, a man­ca­re di po­chis­si­mo la por­ta, su­bi­to dopo è sta­to Du­ris, solo da­van­ti al por­tie­re, a con­clu­de­re trop­po cen­tral­men­te, per­met­ten­do a Mar­son di re­spin­ge­re.

Dopo una cla­mo­ro­sa usci­ta sba­glia­ta del por­tie­re ca­la­bre­se, non sfrut­ta­ta dei bian­co­ne­ri, è sta­ta la vol­ta di Vai­sa­nen di spre­ca­re di te­sta, da ot­ti­ma po­si­zio­ne, una ghiot­ta op­por­tu­ni­tà. Ine­vi­ta­bil­men­te nel­l’ul­ti­ma par­te di gara, con l’A­sco­li sbi­lan­cia­to alla ri­cer­ca del pa­reg­gio, il Co­sen­za ha avu­to un paio di op­por­tui­ni­tà (straor­di­na­rio Va­squez su Maz­zoc­chi), men­tre la fre­ne­sia e l’an­sia cre­scen­te han­no fi­ni­to per con­di­zio­na­re i bian­co­ne­ri che, co­mun­que, qua­si al 90° han­no avu­to con Ta­ran­ti­no, su straor­di­na­rio as­si­st di Bot­te­ghin, l’ul­ti­ma op­por­tu­ni­tà per pa­reg­gia­re la par­ti­ta.

Dopo que­sta scon­fit­ta l’A­sco­li si tro­va al ter­zul­ti­mo po­sto in clas­si­fi­ca, a pari pun­ti con Bari e Ter­na­na e con lo Spe­zia (se­stul­ti­mo po­sto che vale la sal­vez­za di­ret­ta) 3 pun­ti più avan­ti. Sul­la base de­gli scon­tri di­ret­ti se il cam­pio­na­to fi­nis­se ora sa­reb­be la Ter­na­na a re­tro­ce­de­re, con Asco­li e Bari a di­spu­ta­re il play­out, con i pu­glie­si con il van­tag­gio del­la mi­glio­re po­si­zio­ne in clas­si­fi­ca. Man­ca­no, però, an­co­ra 2 par­ti­te e con 2 vit­to­rie l’A­sco­li sa­reb­be quan­to meno cer­to di evi­ta­re la re­tro­ces­sio­ne di­ret­ta, sen­za do­ver con­ta­re sui ri­sul­ta­ti del­le sue ri­va­li. Inu­ti­le ag­giun­ge­re mol­to al­tro, su­per­fluo sot­to­li­nea­re che sa­reb­be im­por­tan­te ve­de­re a Pa­ler­mo e con il Pisa al Del Duca un Asco­li sul pia­no del gio­co si­mi­le a quel­lo vi­sto con il Co­sen­za ma ov­via­men­te più con­cre­to sot­to por­ta. L’u­ni­ca cosa che con­ta in que­ste due gare è il ri­sul­ta­to, nul­l’al­tro. Spe­ran­do che non ci sia­no al­tri “pa­stic­ci” isti­tu­zio­na­li e che per 10 gior­ni pa­tro­ne e ti­fo­si pen­si­no esclu­si­va­men­te al ri­sul­ta­to sul cam­po…