Altro record negativo per la sanità, le Marche tra le peggiori per tempi di attesa nei Pronto Soccorso
Secondo il report Agenas le Marche al penultimo posto per i tempi di attesa per codici gialli e al quart’ultimo per codici verdi, rispettivamente con una media di attesa di 9 e 5 ore. Fallita la riorganizzazione e le nuove linee guida dei Pronto Soccorso annunciate dalla Regione
Era l’inizio dell’estate 2022 quando la Regione Marche, con comunicati stampa e anche una “pomposa” conferenza stampa, annunciava l’avvio del piano di potenziamento che, almeno secondo gli annunci del governatore marchigiano e dell’assessore regionale alla sanità, avrebbe prodotto enormi benefici per gli utenti e aveva lo scopo di “riorganizzare e potenziare le attività dei pronto soccorso e ridurre i tempi di attesa e i disagi dei cittadini”. “Noi rispondiamo concretamente ai bisogni dei cittadini marchigiani” affermavano con orgoglio Acquaroli e Saltamartini. In realtà quello annunciato era un piano sperimentale, della durata di 3 mesi (dal 15 giugno al 15 settembre 2022) ma il governatore e l’assessore alla sanità non avevano dubbi sui risultati e, quindi, sul fatto che quel piano sperimentale sarebbe poi proseguito anche dopo l’estate 2022. In realtà all’epoca, dopo aver analizzato le presunte novità previste, avevamo sollevato qualche dubbio, sostenendo che in concreto quel piano si sarebbe rivelato l’ennesimo bluff (vedi articolo “Riorganizzazione dei pronto soccorso, il grande bluff”).
Ed in effetti, passata l’estate, di quel piano non si è saputo più nulla, al punto che la Regione ha omesso anche di fare l’annunciato resoconto dei risultati ottenuti in quei 3 mesi. Poco più di un anno dopo, questa volta alla fine dell’estate 2023 altro giro, altra corsa, con il nuovo annuncio della Regione dell’approvazione di nuove guida per i Pronto Soccorso che avrebbero, sempre secondo i proclami di Acquaroli e Saltamartini, ridotto il sovraffollamento e i tempi di attesa. Anche in questo caso, però, dopo gli annunci è sceso il silenzio, mentre le cronache locali, da Pesaro a San Benedetto, hanno continuato senza sosta a raccontare di lunghissime attese, di disagi inenarrabili e situazioni ai limiti della decenza nei vari Pronto soccorso marchigiana.
Poi nei giorni scorsi è arrivato il report dell’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) a certificare quello che in realtà già era sin troppo chiaro, cioè che, al di là degli annunci, la situazione nei Pronto Soccorso delle Marche è ulteriormente peggiorata. Anzi, siamo praticamente la regione peggiore d’Italia per quanto riguarda i Pronto Soccorso, al penultimo posto (solo la Sicilia ha fatto peggio) per tempi di attesa per codici gialli e al quart’ultimo (davanti a Friuli, Valle d’Aosta e Liguria) per codici verdi. Sempre secondo il report dell’Agenas la permanenza al Pronto Soccorso nelle Marche è di circa 9 ore per i codici gialli e poco meno di 5 per i codici verdi. Dati che purtroppo non stupiscono e che, anzi, pensando a quanto avviene negli ospedali di Ascoli e San Benedetto probabilmente sono anche sin troppo ottimistici.
Per altro nelle due strutture pubbliche picena la situazione è destinata a peggiorare, visto che dovrebbe addirittura essere ulteriormente ridotto il personale che opera nel Pronto Soccorso (soprattutto all’ospedale di San Benedetto). “La situazione della sanità marchigiana è sempre più preoccupante – accusa la segretaria regionale del Pd Chantal Bomprezzi – siamo tra i peggiori d’Italia per i tempi di attesa nei Pronto Soccorso e nelle prestazioni sanitarie, un dato inaccettabile che deriva dalla mala gestione della giunta regionale Acquaroli. Questa situazione drammatica evidenzia chiaramente la mancanza di investimenti adeguati e una gestione incapace di garantire un servizio sanitario salvavita come i Pronto Soccorso”. Come diceva sempre Andreotti, “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca” ed in questo caso è inevitabile “pensare male”.
Magari dietro il pessimo funzionamento dei Pronto Soccorso marchigiano c’è solo la sconfortante incapacità di questa Regione di far funzionare in maniera accettabile un servizio così fondamentale, ma il sospetto che invece ci sia anche una sorta di strategia volta a favorire i privati è praticamente impossibile non averlo. Anche perché, magari sarà solamente una coincidenza fortuita, ma guarda il caso negli ultimi tempi nelle Marche sono spuntati i primi Pronto Soccorso privati a cui i cittadini possono rivolgersi, ovviamente a pagamento, per i codici meno gravi. In quest’ottica segnali ancora più inquietanti arrivano per quanto riguarda le liste di attesa e il tentativo di recuperare le prestazioni non effettuate nel periodo del covid.
“Il 41% dei fondi stanziati per il recupero dei tempi di attesa è andato ai privati, hanno indebolito la capacità del sistema sanitario pubblico di rispondere alle esigenze dei pazienti” denuncia il consigliere regionale ed ex sindaco di Macerata Romano Carancini. Che ci sia dietro una precisa strategia politica per favorire i privati o che sia solo frutto di incapacità politica (ed è persino difficile capire quale delle due ipotesi sarebbe la peggiore…), il dato di fatto purtroppo incontrovertibile è che la sanità marchigiana sta andando a rotoli, collezionando un record negativo dopo l’altro. Dai tempi di attesa, al recupero delle prestazioni non effettuate nel periodo covid, passando per il dato “agghiacciante” dei marchigiani che rinunciano ad effettuare le prestazioni stesse, quasi 150 mila parti al 10% rispetto alla media nazionale del 7%, fino appunto ad arrivare ai tempi di attesa nei Pronto Soccorso.
Sono i risultati, inequivocabili e incontrovertibili, della discutibile (per usare un eufemismo) politica sanitaria targata Acquaroli – Saltamartini…