Ascoli in bilico tra i soliti limiti e lo “scaricabarile” di Pulcinelli
A Cittadella, dopo un avvio difficile, i bianconeri giocano una partita discreta ma non vanno oltre lo 0-0 per i soliti limiti offensivi e anche un pizzico di sfortuna (una traversa e un palo). Ma Pulcinelli accusa i giocatori di “poco furore agonistico”
Tutto si può dire del numero uno bianconero Pulcinelli, meno che non sia molto abile, quando le cose si mettono male, a spostare l’attenzione e la responsabilità su altri. Anche perché trova terreno sin troppo fertile in tanti tifosi bianconeri, soprattutto in questo momento in cui la rabbia per il rischio retrocessione sempre più concreto finisce per accecarli. Così, in una partita come quella di Cittadella che ha confermato in maniera sin troppo evidente i limiti strutturali di questa squadra, il patron dell’Ascoli ovviamente si è guardato bene dal fare un minimo di autocritica (se la squadra ha certe gravi carenze strutturali di chi sarà mai la colpa?), spostando l’attenzione sui giocatori e trovando immediatamente sponda sui social in tantissimi tifosi. “Poca convinzione e poco furore agonistico visto in campo! Senza vincere diventa dura parlare di salvezza! Peccato” ha scritto Pulcinelli commentando un pareggio che, soprattutto per la concomitante vittoria della Ternana a Cremona, complica la rincorsa salvezza.
In altre parole, se l’Ascoli fatica (per usare un eufemismo) a segnare e a costruire occasioni da gol, secondo il patron bianconero è colpa del “poco furore agonistico” dei giocatori. Ma, se davvero così fosse, visto che stiamo parlando di un problema che l’Ascoli ha dall’inizio del campionato, finora ad ora Pulcinelli dov’era? E, se realmente tutto nasce semplicemente dal “poco furore agonistico”, perché non è intervenuto con decisione prima, richiamando con autorevolezza la squadra (anche minacciando sanzioni per scarso impegno), invece di aspettare la 33^ giornata di campionato? La risposta è sin troppo semplice e arriva proprio dalla partita del Tombolato, non è certo un problema di furore agonistico o di mancanza di determinazione, perché dal punto di vista dell’atteggiamento e dell’attenzione in campo, dopo i primi minuti difficili, alla squadra si può rimproverare ben poco.
Molto più semplicemente quest’Ascoli ha dei limiti offensivi imbarazzanti, che in tante situazioni non hanno permesso ai bianconeri di raccogliere quanto avrebbero meritato. Come, appunto, nel caso della partita contro il Cittadella nella quale sicuramente l’Ascoli, per quanto visto nei 90 minuti, avrebbe meritato qualcosa di più dello 0-0. Però, se dopo 10 partite in bianconero, stiamo ancora aspettando un gol, un assist, magari anche solo una giocata di qualità di Zedadka, preso a gennaio proprio per dare più incisività e qualità al gioco offensivo, è evidente che siamo di fronte ad una scelta discutibile (per non dire espressamente sbagliata). E, se dall’altro lato, a destra, anche quando bisogna provare a spingere di più e a servire le torri in area (come nella parte finale della partita con il Cittadella, quando in campo c’erano Streng e Nestorovski), non c’è alcuna alternativa a quel Falzerano, sicuramente encomiabile per impegno e abnegazione, ma che neppure per sbaglio riesce a mettere un cross degno di tal nome, è altrettanto chiaro che il problema è strutturale, nella composizione della rosa, nel non aver avuto la capacità, a gennaio, di porre rimedio alle lacune che si erano ampiamente evidenziate.
Per certi versi proprio Falzerano è la più lampante dimostrazione di quanto inopportune e strumentali siano le affermazioni fatte da Pulcinelli nel post partita. All’esterno destro bianconero (che non bisogna mai dimenticare ad agosto era tra i partenti, dopo una stagione deludente, ed invece alla fine è rimasto ed è diventato praticamente titolare inamovibile…) tutto si può dire meno che non metta grinta, determinazione e abnegazione quando scende in campo. A Cittadella, dopo un avvio difficile, ha corso per tutta la partita, ha coperto e provato a spingere, ha svolto più che diligentemente il suo compito ma, poi, non è stato capace di mettere in area un cross invitante per gli attaccanti, per non parlare delle occasioni in cui avrebbe potuto concludere in porta (in un paio di circostanze).
Non certo per mancanza di “furore agonistico”, semplicemente perché più di quello non è, perché i suoi limiti sono evidenti e imbarazzanti. Soprattutto, però, Pulcinelli, prima di “sparare” certe sentenze, avrebbe dovuto riflettere sul reparto offensivo, sull’attacco che Carrera ha messo in campo in una partita che bisognava cercare di vincere a tutti i costi. Non sempre nel calcio i numeri sono necessariamente significativi, in questo caso invece sono sin troppo emblematici. Rodriguez e Duris, i giocatori che componevano la coppia di attacco titolare al “Tombolato”, tutto sono meno che dei bomber, sono più seconde punte abituate a svariare sul fronte offensivo, e di certo non hanno una gran confidenza con il gol, come dimostra il fatto che, insieme, dal 2021 ad oggi in 140 partite hanno realizzato 13 gol.
Il problema è che Carrera non aveva alcuna alternativa, perché Streng non può essere considerato tale, anzi, sarebbe il caso che l’allenatore bianconero si convincesse definitivamente che con il finlandese in campo l’Ascoli di fatto è come se giocasse in 10. E, almeno dall’inizio, non lo era neppure Nestorovski, al rientro dopo l’ennesimo problema fisico, che non aveva più di una ventina di minuti sulle gambe. Certo si può discutere sui cambi offensivi operati da Carrera, se Rodriguez e Duris avevano entrambi finito la “benzina”, sicuramente sarebbe stato meglio inserire insieme al macedone D’Uffizi che almeno con la sua vivacità avrebbe potuto procurare qualche problema alla difesa avversaria, piuttosto che l’impresentabile Streng. Però non bisogna neppure dimenticare che lo stesso D’Uffizi fino ad ora è sceso in campo (quasi sempre a partita in corso) 20 volte e al suo attivo vanta 0 gol ed un unico assist, un bottino davvero insufficiente per un giocatore offensivo.
Questo per dire che, senza più Pedro Mendes, il potenziale offensivo dell’Ascoli sarebbe di bassissimo livello anche in LegaPro. In altre parole, il problema principale per cui i bianconeri faticano a trovare il gol non è certo il “furore agonistico”, è la qualità dell’attuale reparto offensivo. Senza dimenticare, poi, che, quanto a qualità nella fase offensiva, neppure il centrocampo bianconero brilla particolarmente. Con Masini e Caligara, con dietro Di Tacchio tra i migliori per intensità e continuità, qualcosina in più si è visto, qualche buona trama, anche alcune interessanti verticalizzazioni. Nulla di trascendentale, ma sicuramente un briciolo di qualità in più, purtroppo poi vanificata dalla terrificante sterilità offensiva.
Va detto che poi, a chiudere il cerchio, ci si è messo anche un pizzico di sfortuna, con la clamorosa traversa di Masini nel primo tempo (con la palla che poi è rimbalzata sulla linea e, per uno strano effetto, invece di entrare è uscita) al termine della migliore azione di tutta la partita dell’Ascoli e il palo di Vaisanen nella ripresa, con in entrambi i casi Kastrati fuori causa. Sicuramente positiva, dopo lo spavento iniziale, la prestazione della retroguardia, nonostante un trio difensivo (Mantovani, Vaisanen e Quaranta) inedito.
Dopo l’occasione avuta ad inizio gara da Pandolfi, la cui conclusione a colpo sicuro è stata fortunatamente respinta dal suo compagno di squadra Tessiore, il Cittadella non si è più reso pericoloso. A conferma che, nel complesso, alla fine l’Ascoli avrebbe meritato qualcosa in più del pareggio. Che, purtroppo, peggiora la classifica dei bianconeri, nonostante le sconfitte di Bari, Spezia e Feralpi e il pareggio casalingo del Cosenza. Pesa la vittoria nel recupero della Ternana a Cremona che lascia l’Ascoli al terzultimo posto in classifica (che vorrebbe dire retrocessione diretta), con la zona playout teoricamente a 2 punti (Bari e Spezia 35 punti) ma virtualmente a 3, visto che con entrambe l’Ascoli ha gli scontri diretti in negativo. Un punto più avanti (Cosenza e Ternana 36 punti) c’è la salvezza diretta. Con 5 partite e 2 scontri diretti (a Terni e con il Cosenza in casa) da giocare, nonostante tutto ci sarebbe ancora la possibilità di evitare il peggio.
E’ chiaro, però, che ora diventa fondamentale, quasi imprescindibile, vincere sabato prossimo al Del Duca contro il Modena, quando Carrera si spera possa ritrovare pedine molto importanti come Botteghin e, soprattutto, Nestorovski con un autonomia maggiore (oltre al rientro dopo la squalifica di Bellusci). Non sarà affatto facile ma bisogna comunque provare a crederci e cercare di spingere tutti insieme dalla stessa parte: i tifosi che l’hanno sempre fatto, la squadra che deve tentare di mettere ancora qualcosa in più in campo, la società che deve evitare queste continue ed inutili provocazioni…