Crollo delle nascite ed emorragia di residenti, c’era una volta il capoluogo di provincia…
Ad inizio dell’estate scorsa la stampa locale celebrava la ricetta vincente del sindaco Fioravanti, da prendere come esempio nel resto delle Marche. Ora, però, i dati ufficiali Istat certificano che, a differenza del resto delle Marche, solo ad Ascoli si registra un crollo dei nuovi nati…
Chi ha buona memoria ricorderà sicuramente quando, ad inizio dell’estate scorsa, nel mondo al contrario che ormai caratterizza il capoluogo piceno (e sta iniziando a contagiare anche il resto della regione…) è andata in scena la surreale celebrazioni del fantomatico boom di nuovi nati. Come sempre in prima fila nella paradossale esaltazione di qualcosa che in realtà non esisteva i quotidiani locali, con titoloni a tutta pagina, lodi sperticate e stucchevoli inni al sovrano cittadino (naturalmente il sindaco Marco Fioravanti) che, grazie alla straordinaria e convincente ricetta adottata dal Comune di Ascoli (almeno così veniva raccontata), era l’indiscusso protagonista del presunto straordinario successo, di questo improvviso presunto boom di “culle piene”, in assoluta controtendenza con quanto avveniva nel resto della regione (sempre sulla base di quello che raccontavano i quotidiani locali).
Nello specifico la (molto presunta) straordinaria ricetta escogitata dal sindaco Fioravanti altro non era che un banalissimo “bonus bebè” (misura inflazionata e adottata da centinaia di comuni italiani…), un contributo tra i 200 e i 400 euro per i sicuramente apprezzabile, anche un bambino comprenderebbe che non sono certo poche decine di euro a poter spingere mamme e papà a mettere al mondo un figlio. Per altro già all’epoca sarebbe stato sufficiente dare una sbirciatina ai dati ufficiali per avere la conferma che non solo il millantato boom di nuovi nati esisteva solo nella fervida immaginazione dell’amministrazione comunale e dei suoi fedeli cantori, ma, addirittura, che nella prima parte del 2023 si era verificato un calo delle nascite nel capoluogo piceno.
Però chiedere agli organi di informazione locale di verificare documenti e dati ufficiali è pretendere troppo, soprattutto da chi è ormai abituato esclusivamente a fare da cassa di risonanza ai proclami e alla propaganda dell’amministrazione comunale. Ed ora che, di fronte ai dati ufficiali e incontrovertibili, in una sorta di singolare paradosso si scopre che la realtà è esattamente opposta e capovolta rispetto a quella che si è raccontata, si finge che certe celebrazioni non siano mai avvenute, si cerca di dare il meno risalto possibile a quei dati, a quelle notizie. Che, come anticipato, disegnano uno scenario del tutto capovolto rispetto a quello “millantato”.
Infatti, mentre ad inizio estate la stampa locale celebrava il caso positivo e in controtendenza, per quanto riguarda le nascite, del capoluogo piceno rispetto al resto delle Marche, i dati ufficiali Istat riferiti all’ultimo anno (2023) ci dicono che in realtà mentre nel resto della regione aumentano i nuovi nati e anche i residenti, solo ad Ascoli continuano a diminuire sia i nuovi nati che i residenti. Infatti i dati Istat certificano che la popolazione residente nelle Marche è passata da 1.484.298 dell’anno precedente a 1.484.427 di fine 2023, con un leggerissimo ma significativo aumento (+129), in controtendenza con quanto avviene nel resto del paese. Stesso discorso per quanto riguarda le nascite, nelle Marche si verifica una leggera crescita nel 2023, con 8.790 nuovi nati rispetto agli 8.779 del 2022, mentre a livello nazionale si registra l’ennesima consistente diminuzione del 3,6%.
Cresce la popolazione residente anche nella provincia di Ascoli che passa dai 200.988 abitanti del 1 gennaio 2023 ai 201.066 del 1 gennaio 2024 (+ 78). Un leggero aumento che si riscontra praticamente in tutti i principali comuni della provincia, a partire da San Benedetto che addirittura supera quota 47 mila (47.034 rispetto ai 46.957 del 1 gennaio 2023), passando per Grottammare (da 15.868 a 15.890), Monteprandone (da 12.931 a 13.051, Folignano (da 8.726 a 8.739), Castel di Lama (da 8.430 a 8.432). Detto che a San Benetto si registra anche un contenuto aumento dei nuovi nati, che passano dai 268 del 2022 ai 275 del 2023, purtroppo proprio il capoluogo piceno è una sorta di mondo a parte rispetto al resto della regione (come avviene in troppi settori) ma anche rispetto al resto della provincia.
Infatti Ascoli continua inesorabilmente a perdere residenti, erano 45.571 il 1 gennaio 2023, sono diventati 45.483 il 1 gennaio 2024. Se calcisticamente da anni non c’è confronto con i cugini rossoblu, per quanto riguarda gli abitanti la situazione si capovolge, ormai non c’è più partita e San Benedetto è di gran lunga il comune della provincia con il maggior numero di residenti, con quello che si fatica sempre più a considerare il capoluogo di provincia che continua irrimediabilmente a perdere residenti, destinato ben presto (al massimo nello spazio di 2-3 anni) a scendere anche sotto quota 45 mila.
Negli anni ’90, con i residenti tra i 55 e i 56 mila, si parlava di obiettivo 60 mila per il capoluogo piceno, se si pensa che ancora nel 2013 si era sopra quota 50 mila si comprende la proporzione di quella che è giusto definire una vera e propria fuga di residenti. Che ha avuto un incremento impressionante negli ultimi 2 anni, visto che nel 2021 ancora si viaggiava intorno quota 47 mila. Ancora più significativo, però, è il dato sui nuovi nati con, a differenza di quanto incredibilmente raccontato l’estate passata da amministrazione comunale e organi di informazione, una consistente diminuzione, visto che si passa dai 255 del 2022 ai 233 del 2023, quasi tre volte superiore rispetto alla media nazionale (-9% contro il -3,4% a livello nazionale).
In altre parole, i dati confermano quello che avevamo già ampiamente sottolineato l’estate passata (vedi articolo “Meno nati e fuga di residenti, crisi demografica senza fine per Ascoli”), sulla stampa locale è andata in scena la surreale celebrazione di un clamoroso fallimento! E’ doveroso sottolineare, proprio per quella correttezza informativa che non dovrebbe mai mancare, che sarebbe ingiusto e fuori luogo attribuire al sindaco Fioravanti e alla sua amministrazione comunale questa continua e consistente diminuzione di nuovi nati che è in atto da tempo, anche se indiscutibilmente negli ultimi anni si è notevolmente accentuata (nel 2017 erano stati 310 i nuovi nati).
E’ altrettanto doveroso, però, rimarcare come quel bonus bebè così tanto sbandierato dal sindaco e dai suoi accoliti è soltanto uno specchietto per le allodole, qualcosa di utile solo per la propaganda ma in concreto senza alcuna minima possibilità di incidere sul cosiddetto problema, molto complesso e articolato, delle “culle vuote”. Per altro quanto quell’intervento sia irrisorio e marginale ancora una volta lo confermano gli atti ufficiali, in questo caso la determina n. 4398 di fine 2023 che svela come nell’anno passato solo una cinquantina di famiglie hanno usufruito di quel bonus, con una spesa a carico del Comune di 11.500 euro (praticamente poco più di 200 euro a famiglia in un anno).
Alzi la mano chi pensa che un contributo di 200 euro in un anno possa in qualche modo rappresentare un minimo stimolo a mettere al mondo un figlio. Se il problema del crollo delle nascite sarebbe ingeneroso attribuirlo al primo cittadino, più in generale sarebbe invece doveroso riflettere sul fatto che tutti i dati confermano come in questi 5 anni è sensibilmente peggiorata la situazione del capoluogo piceno. Che, lo testimoniano anche e soprattutto gli atti ufficiali del Comune, oltre al crollo delle nascite e alla fuga continua di residenti, ha visto peggiorare tutti i dati maggiormente significativi, dall’indice di vecchiaia a quello sulla popolazione attiva.
In altre parole, appare inarrestabile, anzi è sensibilmente accelerato, l’irreversibile declino del capoluogo piceno. Come scrivono costantemente i suoi più affezionati seguaci sui social, “bravo Marco, grazie Marco”…