Il governo affonda la ricostruzione post terremoto


A gennaio, il commissario straordinario Castelli assicurava che il superbonus 110% nelle zone terremotate non avrebbe subito variazioni fino a fine 2025. Invece il governo ha approvato un decreto legge che elimina ogni tipo di sconto in fattura e la cessione del credito

Da una parte la propaganda, incessante e dai toni sempre insopportabilmente enfatici, che ci racconta come tutto procede sempre al meglio, con continue quanto improbabili accelerazioni, contando sul fatto che ad 8 anni dal terremoto (e già solo tale tempo trascorso dovrebbe spingere politici e amministratori ad usare ben altri toni e ad evitare in assoluto di parlare di “accelerazioni”…) l’attenzione sulla ricostruzione, naturalmente ad esclusione dei diretti interessati, è quasi completamente scemata. Dall’altra la cruda e sconfortante realtà che invece evidenzia come tutto proceda terribilmente a rilento, con lo sconforto e la delusione di chi continua a vedere puntualmente andare in fumo le tante, troppe promesse fatte sempre con inaccettabile superficialità e facilità da politici e amministratori e, anzi, si è ormai assuefatto a subire addirittura “mazzate” e ulteriori penalizzazioni.

E l’ennesimo esempio di come questi due mondi, quello virtuale della propaganda politica e quello reale con cui devono tristemente fare i conti quotidianamente tutti i cittadini direttamente colpiti dall’emergenza sismica del 2016, viaggino su due linee parallele e distanti è arrivato proprio in questi giorni. Mentre il commissario straordinario per la ricostruzione Guido Castelli nel suo continuo tour nelle zone terremotate e sui social esalta l’impegno del governo e delle Regioni (naturalmente guidate dalla destra) per accelerare e facilitare la ricostruzione, proprio nelle ore scorse è arrivata una nuova mazzata per quei territori. A sorpresa e senza alcun preavviso che poteva anche solo far immaginare quanto stava avvenendo, il Consiglio dei ministri di martedì 26 marzo ha approvato un decreto legge che prevede nuove limitazioni sui bonus edilizi, con l’eliminazione di ogni tipo di sconto in fattura e della cessione del credito per tutte le tipologie che ancora lo prevedevano.

Nella successiva conferenza stampa il ministro dell’economia Giorgetti ha poi spiegato che il provvedimento, che non era all’ordine del giorno, ha lo scopo di tenere sotto controllo i costi. Al di là di ogni altra considerazione è del tutto evidente che il nuovo stop al superbonus anche per il cratere sismico è un colpo mortale per la ricostruzione ma, per quanto ovviamente molto meno importante, per la stessa credibilità del commissario straordinario Castelli. Che solo 2 mesi fa, in un comunicato stampa ufficiale, assicurava che il superbonus 110% nelle zone terremotate non subirà variazioni fino al 31 dicembre 2025. “E’ un brutto risveglio stamattina per il cratere – si legge sul profilo facebook del gruppo “La terra trema noi no” – se così fosse sarebbe una carneficina per committenti e imprese. Prepariamoci al piede di guerra perché se non ci sarà un ripensamento o dovranno essere modificati i costi parametrici o dovremo dimenticarci la ricostruzione”.

I decisori politici, a ogni livello, ci avevano sempre rassicurato che il cratere sismico sarebbe stato tutelato – afferma il presidente di Cna Macerata Maurizio Tritarelli – questo provvedimento ha eliminato, invece, le residue fattispecie che consentivano l’utilizzo delle opzioni di cessione del credito e dello sconto in fattura al posto delle detrazioni fiscali. Ciò avrà gravi conseguenze per la ricostruzione post-sisma, per le imprese del comparto edile e per l’intera comunità del Centro Italia colpita dal sisma del 2016”. “Il nuovo decreto superbonus affonda la ricostruzione post terremoto – accusa la parlamentare marchigiana Alessia Morani – con il decreto superbonus approvato ieri sera in Consiglio dei ministri la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha deciso di mettere su un binario morto la ricostruzione post sisma. Con il provvedimento hanno tolto la possibilità dello sconto in fattura e la cessione del credito, di fatto bloccando tutte le pratiche di ricostruzione che prevedevano l’accollo per i privati. Questo cambio di regole repentino in corsa causerà il blocco dei lavori e molti danni economici a zone già devastate da un sisma, nel 2016 e 2017, che ha causato morte e distruzione”.

A meno di un intervento immediato e risolutivo da parte di tutte le istituzioni a partire da Anci Marche e i sindaci del cratere, sta per piombare sulle Marche del Sud il più grande tradimento degli ultimi anni a cittadini terremotati ed imprese – aggiunge il segretario provinciale dem Francesco Ameli – con una ricostruzione che va a rilento e con le pratiche che non si sbloccano, il superbonus e la cessione del credito erano un metodo per consentire di far camminare (seppur lentamente) la ricostruzione. Con il blocco di tale opzioni, i cittadini non avranno possibilità di coprire economicamente gli interventi e quindi la ricostruzione subirà un grave stop diventando quindi quindi la ricostruzione dei ricchi!”. Per scongiurare il disastro, servirebbe un’immediata e seria mobilitazione di tutti i rappresentanti istituzionali del territorio, a partire dal governatore Acquaroli (per quanto riguarda le Marche), passando per i sindaci dei comuni del cratere.

E’ quello che auspica la parlamentare Alessia Morani secondo cui “i 4 presidenti di Regione, tutti di centrodestra, dovrebbero andare immediatamente a protestare con il governo per quello che sta accadendo”. E, naturalmente, “lo stesso dovrebbe fare il commissario di Fratelli d’Italia Guido Castelli – aggiunge la Morani – perché quello che accadrà sarà sostanzialmente l’abbandono delle zone terremotate e la distruzione di un pezzo di economia molto importante per queste aree martoriate”. Per altro, visto che si era direttamente esposto in prima persona, Castelli questa volta dovrebbe protestare con la massima decisione.

Abbiamo già sentito il commissario straordinario ricostruzione Guido Castelli – si legge ancora nel post del gruppo “La terra trema noi no” – che sta cercando di far fare marcia indietro al governo”. Ovviamente non ci si può che augurare che ci riesca. In caso contrario per coerenza dovrebbe immediatamente dimettersi da commissario straordinario. Altrimenti sarebbe complice della scelta dissennata del governo, e, a quel punto, farebbe meglio ad evitare ulteriori e non gradite passerelle nei territori del cratere…

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