Dal termine dei lavori in via Trieste ai cartelloni autostradali per promuovere la città, fino alle surreali vicende relative alle scuole cittadine: lo spirito carnevalesco è il denominatore comune di annunci e atti ufficiali dell’amministrazione comunale del capoluogo piceno…
Se è vero, come recita un famoso proverbio popolare, che “a Carnevale ogni scherzo vale”, si può tranquillamente sostenere che nel Comune di Ascoli è sempre Carnevale. Perché molti degli atti ufficiali e degli annunci dell’amministrazione comunale sono così sconcertanti ed incomprensibili da poter essere spiegati solo pensando allo spirito goliardico e beffardo che caratterizza il carnevale ascolano. Ed a proposito di “scherzi di Carnevale”, Il più riuscito e divertente (si ride per non piangere…) è sicuramente quello sulla riapertura di via Trieste, un evergreen che, anche se inizialmente in forma differente (con l’annuncio dell’avvio dei lavori ), praticamente ci tiene compagnia da quando si è insediata l’amministrazione Fioravanti.
“Nell’uovo di Pasqua c’è la riqualificazione di corso Trieste” ha titolato nei giorni scorsi un quotidiano locale che ha annunciato il termine dei lavori e la conseguente riapertura della via, anche al transito veicolare, per la fine di marzo, sulla base nel “cronoprogramma aggiornato di Palazzo Arengo”. Che, nel pieno rispetto del terzo comandamento, da due anni praticamente onora ogni festa, religiosa o meno che sia, annunciando con enfasi la riapertura di via Trieste. Che, secondo quegli annunci, doveva avvenire in occasione del Carnevale 2024 e, prima ancora, entro Natale 2023 o al massimo la fine dell’anno. Ma anche per la fine dell’estate, se non addirittura per ferragosto o, andando un po’ più indietro, entro Pasqua 2023, ad essere pessimisti prima dell’inizio dell’estate. Ancora più stupefacente il fatto che ogni volta il copione è sempre lo stesso, con il costante annuncio di improvvise quanto improbabili accelerazioni dei lavori imposte dall’amministrazione comunale, le “sperticate” e del tutto inopportune esaltazioni del presunto continuo monitoraggio da parte del sindaco Fioravanti e dell’assessore ai lavori pubblici Cardinelli “per garantire il rispetto del cronoprogramma” e “assicurare che i lavori termineranno nei termini e nei tempi previsti”.
In qualche caso, poi, quando si è voluto addirittura esagerare (all’insegna del motto reso famoso da una commedia teatrale del 1986 di Pietro Garinei, “Se devi dire una bugia dilla grossa”) gli annunci della fine dei lavori sono stati accompagnati dal racconto immaginario di lunghissimi turni di lavoro, addirittura questa estate qualche quotidiano locale, probabilmente in preda ad allucinazione, ha narrato di turni di lavoro notturno per completare l’intervento entro la fine dell’estate stessa, quando nella realtà all’epoca si faticava a vedere qualcuno al lavoro anche durante il giorno. Solo per ricordare l’imbarazzante festival degli annunci, “L’intervento di via Trieste accelera” titolava un quotidiano locale il 22 dicembre 2022, spiegando poi nell’articolo che il cronoprogramma stilato dal sindaco prevedeva la fine per la primavera, “nella peggiore delle ipotesi nei primi giorni d’estate”.
“In corso Trieste si va di fretta” annunciavano le locandine dei giornali locali il 14 luglio 2023, con tanto di articoli che spiegavano che “non si dorme neanche più per stringere i tempi, per rispettare il cronoprogramma imposto dal sindaco Fioravanti e dall’assessore Cardinelli che prevede la fine dei lavori per il mese di ottobre”. Altro giro, altra corsa, il 6 dicembre scorso l’annuncio tanto atteso, “Entro fine anno terminano i lavori in via Trieste”, con tanto di rassicurazione “l’ha annunciato il sindaco Fioravanti, anche se c’è più di una speranza che già a Natale la via sarà pronta”. Poi c’è stato Carnevale, ora Pasqua.
Con l’effetto, più o meno voluto, che tutti questi annunci hanno fatto perdere di vista l’unico dato certo, quello che secondo gli atti ufficiali del Comune stesso e il contratto i lavori dovevano concludersi entro aprile 2023, cioè un anno fa. E che, di conseguenza, la nuova via Trieste sarà inaugurata, sicuramente “in pompa magna”, guarda il caso poco prima delle elezioni… Se possibile ancora più paradossale, ai limiti della barzelletta, la vicenda dei cartelloni turistici per la valorizzazione del capoluogo piceno situati sull’A14.
Come si ricorderà da anni il Comune di Ascoli ha siglato un accordo con l’Ad Moving Spa (società del gruppo Autostrade per l’Italia Spa) per la promozione della città attraverso due cartelloni (uno direzione nord, l’altro direzione sud) poco prima dello svincolo di San Benedetto, allineandosi con quanto da tempo avevano fatto tutte le più importanti città marchigiane. Che, in quei cartelloni, promuovono il proprio patrimonio artistico, monumentale e culturale (Fano i tesori dell’antica Roma, Senigallia i Della Rovere, Ancona la storia dai greci al medioevo, Macerata lo Sferisterio, Urbino Palazzo Ducale, ecc.). I “geni” del Comune che si occupano di promozione, invece, hanno deciso di puntare sulle olive all’ascolana, con lo slogan “Ascoli terra delle olive ascolane” e sullo sfondo l’immagine di piazza del Popolo. Una scelta che ha provocato non poche polemiche e discussioni, che svilisce e umilia lo straordinario patrimonio storico, architettonico e monumentale che il capoluogo piceno ha la fortuna di possedere.
Per altro i “geni” del marketing e della promozione turistica di Ascoli quanto meno si sarebbero dovuti chiedere come mai tutti gli altri Comuni hanno fatto un altro tipo di scelta, a maggior ragione se poi proprio quei Comuni volano come presenze turistiche, mentre il capoluogo piceno continua mestamente ad essere la Cenerentola delle Marche. In ogni caso il 31 dicembre 2023 è scaduto l’accordo con l’Ad Moving Spa e nel rinnovarlo per i prossimi 3 anni (2024-2026), al costo complessivo di 36 mila euro, nella delibera n. 38 del 7 febbraio scorso l’amministrazione comunale ha annunciato il cambio. Niente più olive ascolane? Neanche per sogno, lo slogan resta sempre lo stesso, a cambiare sarà l’immagine sullo sfondo. In altre parole, si continua a puntare sulle olive (e non sul nostro straordinario patrimonio architettonico-monumentale) e si toglie dai cartelloni l’immagine di piazza del Popolo, il vero gioiello della città. Un scherzo, una gag degna della migliore tradizione carnevalesca ascolana. Solo che in questo caso siamo alla realtà che supera di gran lunga ogni più fervida fantasia.
Così come per la determina 4894 di fine dicembre, ma pubblicata sull’albo pretorio comunale nei giorni scorsi, relativa alla liquidazione al dirigente comunale del compenso incentivante per i lavori di adeguamento dell’edificio scolastico Massimo D’Azeglio. In questo caso la “carnevalata” è addirittura duplice, innanzitutto perché stiamo parlando di lavori effettuati nel 2016, quasi 8 anni fa, per altro a cavallo del periodo dell’emergenza sismica. Soprattutto, però, perché evidentemente quei lavori non hanno sortito un particolare risultato, visto che nel programma di interventi per la messa in sicurezza delle scuole cittadine per quanto riguarda la Massimo D’Azeglio è prevista la demolizione e ricostruzione. Anche perché, proprio in seguito all’emergenza sismica che si è verificata tra gli ultimi mesi del 2016 e i primi del 2017 proprio la D’Azeglio è risultata tra le scuole che hanno riportato i maggiori danni.
In altre parole si può dire che “l’intervento è riuscito ma il paziente è morto”. E questa ennesima vicenda a dir poco surreale è l’ulteriore conferma che ad Ascoli, soprattutto in Comune, il Carnevale non finisce mai…