Ingenuità, disattenzioni difensive e cambi incomprensibili: a Catanzaro ennesimo “suicidio” dell’Ascoli


Sconfitta pesante per i bianconeri, che avevano coltivato l’illusione della vittoria, che mette in dubbio l’efficacia del mercato di gennaio e conferma la sensazione che Castori sia in stato confusionale, completamente “nel pallone” dopo l’espulsione di Valzania

Anche se dopo il “suicidio” di Catanzaro è oggettivamente molto difficile, non bisogna lasciarsi prendere dallo sconforto. Certo quello subito al Ceravolo per l’Ascoli è un durissimo colpo, una sconfitta, dopo aver coltivato l’illusione della vittoria, che fa ancora più male di quella casalinga con il Sudtirol. Perché inevitabilmente amplifica i dubbi sulla reale efficacia del mercato di gennaio, già emersi dopo la sconfitta contro gli altoatesini, e conferma la sensazione che Castori sia in stato confusionale, in grandissima difficoltà nella lettura delle partite e dei conseguenti cambi da operare che, puntualmente, sortiscono effetti deleteri per i bianconeri.

Naturalmente, al netto delle gravissime colpe della società per aver allestito, dopo 2 mercati e 24 acquisti, una rosa non all’altezza, non sarebbe giusto addossare all’allenatore tutte le responsabilità per la sconfitta di Catanzaro. Sicuramente determinata anche dall’ennesima grave ingenuità di un singolo giocatore (Valzania), oltre che dalle purtroppo solite disattenzioni difensive. Però nelle ultime due settimane la gestione della squadra da parte di Castori è semplicemente cervellotica. Contro il Sudtirol, ad esempio, serviva un centrocampista di qualità come Masini, prima della squalifica in assoluto il migliore e il più continuo dei suoi, che invece è rimasto desolatamente in panchina tutta la gara, con l’allenatore bianconero che, quando servivano forze fresche in mezzo al campo, gli ha preferito Caligara, fermo da 3 mesi. A Catanzaro, invece, l’ex Genoa è rimasto in campo fino alla fine, anche se nella parte finale di gara in palese difficoltà fisica, con Caligara rimasto in panchina nonostante a centrocampo servisse come il pane qualche forza fresca.

Limitandoci alla partita del Ceravolo, dopo l’espulsione di Valzania Castori è andato completamente nel pallone, con il folle doppio cambio pochi minuti dopo il rosso e quello nel finale, dopo l’autogol di Bellusci, che hanno consegnato la partita ai padroni di casa. Inserire un centrocampista (Giovane) al posto di uno dei 2 attaccanti, per irrobustire il centrocampo, poteva avere un senso e in assoluto non era una mossa sbagliata. Ma solo chi non aveva visto la partita (o un tifoso giallorosso) poteva togliere D’Uffizi, un fastidio costante per la difesa giallorossa, invece dell’impalpabile Streng. Completamente privo di logica, invece, l’inserimento di Zedadka al posto di Celia.

Con D’Andrea a bordo campo pronto ad entrare per portare spinta e vivacità sulla fascia destra (la sinistra dell’Ascoli), togliere l’esterno sinistro difensivo di ruolo, per giunta fino a quel momento autore di una buona prestazione soprattutto in fase difensiva, per inserire un esterno con caratteristiche prettamente offensive è stato un vero capolavoro di autolesionismo e, in concreto, la mossa vincente… per il Catanzaro! Il 20enne giallorosso è sicuramente un giocatore di prospettiva ma sabato, di fronte allo spaesato Zedadka, è sembrato un fenomeno da pallone d’oro. L’algerino non lo ha mai visto ed è letteralmente andato nel pallone, tanto che, pochi minuti prima del 2-2, si è perso a centro area l’altro neo entrato Olivieri che, nell’occasione, ha fallito il pareggio colpendo malissimo di testa un pallone che doveva solo essere spinto in rete.

A quel punto Castori ha provato a correre ai ripari, spostando Zedadka a destra e dirottando a sinistra l’esausto Falzerano, a sua volta superato con irrisoria facilità da D’Andrea in occasione dell’autogol di Bellusci per il 2-2. Recupero compreso, mancava poco meno di un quarto d’ora e, con un Ascoli che aveva già rinunciato anche solo a tenere un po’ palla, Castori ha pensato che non servisse più il centrocampo, togliendo Di Tacchio e Falzerano per inserire altri due centrali difensivi, Quaranta e Vaisanen. Ma la difesa ad oltranza, con i bianconeri tutti negli ultimi 20 metri, non è servita a mantenere almeno il pareggio perché, come era prevedibile, con uno schieramento senza capo né coda la squadra è andata in confusione.

Al punto che, con 5 centrali difensivi in campo, l’Ascoli ha subito il 3-2 su calcio d’angolo, con Donnarumma lasciato libero di colpire sul primo palo e Iemmello (l’attaccante più pericoloso dei giallorossi…) libero a centro area di mettere in rete, con Botteghin e Mantovani che si dimenticano di contrastarlo, mentre Quaranta e Vaisanen a centro area si guardano intorno come se non sapessero chi prendere e cosa fare. Analisi della partita a parte, i numeri sono impietosi, Castori fino ad ora sta facendo leggermente peggio di chi l’ha preceduto (media punti 0,90 rispetto a 0,92 di Viali), con l’aggravante che l’attuale tecnico bianconero ha potuto contare sui rinforzi del mercato di gennaio. Sui quali, però, dopo le ultime partite è più che lecito avere qualche dubbio.

Detto che a questa squadra serviva un po’ di qualità da centrocampo in avanti (e a disposizione nel mercato di gennaio c’erano diversi giocatori che avrebbero fatto al caso dell’Ascoli…), difficile capire il senso dei tre nuovi arrivi in avanti, giocatori tutti da scoprire che per rendersi utili avrebbero bisogno di quel tempo (e nel caso di Streng anche di una squadra con altre caratteristiche di gioco) che l’Ascoli non ha, vista la situazione di classifica. Sulla carta sicuramente la difesa è stata rinforzata con l’arrivo di una schiera di centrali (Gagliolo, Vaisanen, Mantovani) anche se, ironia della sorte, in concreto nelle ultime due partite proprio le disattenzioni difensive hanno compromesso il risultato.

Sicuramente positivo l’arrivo di Celia che, però, con Falasco messo fuori rosa, di fatto non ha alternative a sinistra, mentre un discorso a parte merita Valzania, il rinforzo scelto per dare sostanza al centrocampo bianconero. In assoluto si tratta di un giocatore di livello per la categoria, solo che è arrivato ad Ascoli in condizioni non ottimali, con la necessità di trovare il ritmo partita. Castori lo ha sempre schierato, anche perché non ha tante alternative, sperando che l’ex Cremonese possa trovare al più presto una condizione accettabile e, quindi, ci può stare che le sue prestazioni fino ad ora non siano state particolarmente brillanti. Assolutamente inaccettabile, soprattutto per un giocatore della sua esperienza, è invece la folle e incomprensibile entrata che a lui è costata l’espulsione e all’Ascoli probabilmente una partita che, dopo lo svantaggio iniziale (ennesima disattenzione difensiva), i bianconeri avevano ribaltato e stavano controllando senza eccessivi problemi.

Nonostante le reazioni dei tifosi bianconeri sui social, in realtà c’è poco da discutere, l’entrata del centrocampista bianconero, con quel piede così alto e con i tacchetti sulla caviglia dell’avversario (che tocchi, prima o dopo che sia, anche la palla non cambia nulla), è di quelle che in epoca Var vengono sempre sanzionate con il rosso. Un intervento senza senso, anche perché avvenuto nella metà campo giallorosso, in un’azione che non era certo pericolosa. Senza voler infierire, sarebbe necessario che la società intervenga per prendere opportuni provvedimenti nei confronti dell’ex grigiorosso perché la sua “follia” è costata carissimo all’Ascoli. Che ora è stato raggiunto in classifica da Ternana e Spezia e si trova quindi al terz’ultimo posto in classifica, con la salvezza diretta che resta a 5 punti (i 27 di Sudtirol e Sampdoria), grazie alle sconfitte degli altoatesini e dei doriani.

E’ del tutto evidente che la situazione è critica, anche perché prima ancora di pensare alla salvezza diretta bisogna scongiurare lo spettro della retrocessione diretta, purtroppo desolatamente concreto con 5 squadre (Lecco all’ultimo posto, Feralpi al penultimo e Ascoli, Ternana e Spezia al terz’ultimo) racchiuse in appena 2 punti. Per altro il calendario non aiuta perché venerdì sera arriva al Del Duca la Cremonese seconda in classifica a caccia di punti per la promozione diretta. Ma, con 14 partite ancora da giocare, lasciarsi sopraffare dallo sconforto e dalla rassegnazione non avrebbe senso. C’è il tempo e, nonostante i limiti di questa squadra, c’è la possibilità di scongiurare il peggio. Evitando di ripetere errori e follie individuali e, ancor più, certe incomprensibili disattenzioni difensive. Sperando che Pedro Mendes e Nestorovski recuperino al più presto e, naturalmente, che Castori ritrovi un po’ di lucidità…

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