C’era una volta il gladiatore ascolano…


Fioravanti e il Consiglio comunale, senza alcun riscontro concreto e in barba al regolamento comunale, assegnano la cittadinanza onoraria a Russel Crowe. Ma le indagini e gli approfondimenti dell’Archivio di Stato non confermano le presunte origini ascolane dell’attore…

Ad ognuno il suo. Nelle stesse ore in cui Pesaro, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si preparava legittimamente a festeggiare l’avvio dell’anno da Capitale della Cultura italiana, Ascoli, che avrebbe potuto essere al posto di Pesaro se solo i suoi amministratori fossero stati in grado di presentare un progetto serio e credibile, si consolava, come vedremo un po’ meno legittimamente, con la stucchevole pantomima della cittadinanza onoraria assegnata “in fretta e in furia” al gladiatore, l’attore neozelandese Russel Crowe. Al sindaco Marco Fioravanti e alla sua giunta non è parso vero, a pochi mesi dalle elezioni, di poter avere a disposizione un “trofeo” da poter esporre (come se le eventuali e presunte origini ascolane di Russel Crowe fossero in qualche modo merito dell’attuale amministrazione…), non avendo in concreto successi reali da poter rivendicare e, anzi, avendo fallito tutti gli obiettivi pomposamente dichiarati 5 anni fa.

Così, con una celerità a dir poco insolita per la sua amministrazione e senza alcun riscontro concreto, in barba a quello che prevede in proposito il regolamento comunale ha portato la proposta di cittadinanza onoraria in un Consiglio comunale che, ovviamente, ha dato subito il via libera. Peccato, però, che nelle ore scorse a spegnere entusiasmi e illusioni ci ha pensato l’Archivio di Stato di Ascoli che non ha fatto altro che il proprio dovere, ha effettuato indagini e ricerche che (almeno fino ad ora) non hanno confermato le origini ascolane dell’attore neozelandese.

Da giorni la ricerca delle origini ascolane dichiarate da Russel Crowe è al centro del dibattito cittadino e nazionale – scrive l’Archivio di Stato sulla propria pagina facebook – Da più parti ci sono pervenute richieste di informazioni in merito. La deontologia archivistica ci ha imposto di condurre indagini oggettive che hanno richiesto diversi giorni di approfondimento. Ad oggi, nessun documento consultato (Archivio di Stato e Archivio diocesano) consente di attestare che Luigi Ghezzi, figlio di Agostino (cioè l’antenato del noto attore neozelandese), sia nato nella città di Ascoli Piceno. La ricerca continua”. A supporto di quanto affermato, l’Archivio di Stato di Ascoli ha pubblicato nel dettaglio, sempre sui social, il resoconto delle ricerche effettuate.

Punto di partenza – si legge nel resoconto – è quanto affermato dal famoso attore neozelandese su twitter lo scorso 3 gennaio: Luigi Ghezzi, suo trisavolo oggi sepolto ad Auckland, sarebbe nato nel 1829 ad Ascoli Piceno da tale “Augestine” (così nel tweet), italianizzato Agostino o Augusto, e Annunziata nata a Parma. Le risultanze hanno mostrato la presenza in città di vari cognomi Ghezzi, in particolare i fogli di famiglia dei suddetti ci permettono di ricostruire nel dettaglio gli alberi genealogici, dove però risultano sempre assenti i nominativi dei presunti antenati di Russel Crowe, Agostino Ghezzi e suo figlio Luigi”. Il resoconto, poi, cita nel dettaglio il registro catastale n. 292 a cui, nei giorni scorsi, era stato fatto riferimento come conferma del trisavolo di Russel Crowe, che però non fornisce affatto alcun appiglio possibile.

L’indagine – si legge nel resoconto – è quindi proseguita con l’analisi dei catasti storici prodotti dalla Cancelleria del censo di Ascoli per gli anni 1838 – 1850. Il primo consultato, denominato Rustico Urbano e relativo ai trasporti e correzioni, è stato il n. 292 il quale riporta, in data 9 settembre 1849, la particella n. 2185 intestata a Luigi Ghezzi, definita appartenente all’urbano e collegata alla particella n. 799 (un orto, del valore di estimo scudi 12, baiocchi 66), precedentemente intestata a Sosi Antonio. Per meglio chiarire il collegamento tra le particelle e gli intestatari sopra menzionati sono stati effettuati ulteriori approfondimenti. In particolare è stato consultato il reg. 772 denominato Gregoriano urbano relativo a trasporti e correzioni, in cui si evidenzia la presenza di Luigi Ghezzi fu Francesco che in data 26 luglio 1838 risulta già essere proprietario di un orto, contraddistinto dalla particella n. 799, sito lungo il Corso (attuale corso Mazzini, zona chiesa del Carmine).

Tale indicazione è stata altresì avvalorata dalla voltura n. 506 del 26 luglio 1838 in cui si esplicita che il sopracitato Ghezzi acquista la particella in questione da Sosi Antonio del fu Giovanni; in tale documento si riscontra anche la presenza della particella n. 2185, frutto di nuova attribuzione, contigua alla n. 799, entrambe intestate a Luigi Ghezzi fu Francesco. Da tutte queste risultanze emerge chiaramente che l’unico Luigi Ghezzi (1788-1873) presente ad Ascoli, ad oggi attestato co oggettività documentale, è figlio di Francesco. Deve pertanto essere abbandonata l’ipotesi, avanzata nei giorni scorsi, che aveva individuato nel Luigi Ghezzi citato nel registro catastale n. 292, di cui sopra, il trisavolo di mr. Crowe”.

La favoletta del gladiatore ascolano, quindi, sembra destinata a smontarsi inequivocabilmente e molto celermente, così come troppo velocemente era stata costruita, anche se l’Archivio di Stato, correttamente, ha proseguito e sta proseguendo comunque nelle verifiche. “La ricerca sulle presunte origini ascolane di Russel Crowe – si legge ancora nel resoconto – sta proseguendo con la consultazione dei registri dei battesimi, matrimoni e morti e degli stati delle anime conservati nelle varie parrocchie cittadine. Al momento, grazie alla preziosa collaborazione interistituzionale con l’Archivio Diocesano di Ascoli Piceno (nella persona del direttore don Elio Nevigari), dopo aver consultato le serie dei registri dei battesimi, matrimoni e morti e degli stati delle anime della Parrocchia del Duomo per gli anni 1795-1850, possiamo confermare la presenza di vari Ghezzi residenti nella circoscrizione parrocchiale di riferimento, tuttavia gli stessi non sono riconducibili a quelli citati dal Crowe come suoi antenati”.

Oltre agli archivi parrocchiali cittadini – conclude il resoconto dell’Archivio di Stato – l’indagine potrebbe allargarsi alle altre fonti documentarie conservate nei diversi comuni del territorio provinciale (anagrafe e stato civile, catasti, parrocchie, ecc.) con la speranza di riuscire ad attestare le origini picene del noto attore”. Sin dall’inizio della vicenda, sulla base di informazioni ovviamente superficiali, si era ipotizzato che in realtà le origini di Russel Crowe potessero essere picene ma non precisamente del capoluogo. Per questo, al di là della comprensibile soddisfazione per l’inattesa risonanza mediatica ottenuta dopo l’annuncio dell’attore neozelandese, sarebbe stato quanto mai opportuno agire con la massima cautela. Anche perché ora c’è il rischio concreto che quel clamore, dopo la cittadinanza onoraria data senza alcuna seria verifica, si trasformi in un clamoroso boomerang…

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