Il governatore Acquaroli prova a confondere le acque ma la delibera n. 2074 del 29 dicembre scorso non lascia spazio a dubbi: per il 2024 previsto un taglio di quasi 150 milioni di euro per la sanità marchigiana. I tagli maggiori per l’Azienda ospedaliera Torrette e per l’Ast di Ascoli
Come abbiamo sempre sottolineato, chi governa e amministra (presidente del Consiglio, governatore regionale, sindaco) parla con gli atti ufficiali e non con annunci, comunicati stampa e proclami, utili esclusivamente per la propaganda. Per questo il governatore marchigiano Acquaroli può fare tutti i comunicati e tutti i post che vuole per provare a sostenere che non ci saranno tagli alla sanità marchigiana ma la verità raccontata dagli atti ufficiali, le delibere di giunta regionale, è purtroppo inequivocabile e indiscutibile.
In particolare la delibera di giunta regionale n. 2073 del 28 dicembre 2023 (“Disposizione agli Enti del Servizio Sanitario Regionale per la redazione del bilancio preventivo economico 2023 e del bilancio pluriennale di previsione 2023-2025”) e la n. 2074 del 29 dicembre 2023 (“Autorizzazione agli Enti del Servizio Sanitario Regionale alla redazione del bilancio preventivo economico 2024 e del bilancio preventivo di previsione 2024-2026”) non lasciano spazio a dubbi e ad interpretazioni: nel 2023 i fondi stanziati dalla Regione per il servizio sanitario regionale ammontano a 3.346.078.284 euro, per il 2024 sono stati invece stanziati 3.196.865.855 euro. In pratica sono quasi 150 milioni di euro in meno (149.212.429 euro per l’esattezza), in assoluto un’enormità, ancor più per una sanità ormai al collasso come quella marchigiana.
“Volevo tranquillizzare tutti rispetto alla notizia dei tagli alla sanità marchigiana – ha scritto sui social domenica scorsa il governatore Acquaroli – notizia inesistente ma solo frutto della mistificazione di qualcuno che ha evidentemente l’interesse unico a destabilizzare un sistema che sta già affrontando sfide complesse. A chi mi chiede come mai allora ci sia stata questa notizia la risposta è molto semplice: abbiamo anticipato alle aziende una parte delle risorse totali che poi verranno incrementate. La sanità ha sicuramente molti problemi strutturali, ma se c’è stato un governo che ha deciso di invertire la tendenza aumentando i trasferimenti alle Regioni è quello attuale presieduto dal presidente Meloni, e grazie a queste risorse anche nella nostra regione avremo a disposizione per la prima volta una quota aggiuntiva”.
Atti e documenti alla mano l’unico che prova a mistificare e a negare la realtà è proprio il governatore Acquaroli che non può non essere consapevole di cosa è previsto dalle due delibere citate, approvate dal presidente stesso e dalla sua giunta regionale a ridosso della fine del 2023. La matematica non è un’opinione, rispetto al 2023 c’è un taglio di 150 milioni di euro (quasi il 5% in meno) e in alcun modo quegli atti ufficiali lasciano intendere o anche solo sperare che quello stanziamento sia solo una sorta di anticipazione, che poi ci saranno risorse aggiuntive che arriveranno non si sa bene da dove. Infatti se così fosse nella delibera in questione si farebbe riferimento al presunto stanziamento aggiuntivo che, invece, non viene mai neppure ipotizzato.
Per altro, a scacciare ogni dubbio in proposito, nella delibera n. 2074, proprio sulla base di quello stanziamento e della conseguente divisione dei fondi tra le varie Ast marchigiane, si autorizza “gli Enti a redigere il bilancio preventivo 2024 e il bilancio pluriennale 2024-26”. In altre parole le Ast marchigiane programmeranno (entro il 31 gennaio 2024) tutta la loro attività dell’anno in corso basandosi su quei fondi, in consistente diminuzione rispetto al 2023, senza alcuna previsione o anche solo ipotesi di un ulteriore finanziamento aggiuntivo. Non si tratta in alcun modo di un acconto, quindi, come invece prova a far credere il governatore marchigiano, è una misura definitiva. Infatti se ci fosse anche solamente la possibilità, come sostiene Acquaroli, che le “risorse totali poi verranno incrementate”, ci sarebbero sicuramente dei riferimenti in delibera, soprattutto ci sarebbe l’indicazione alle Ast della possibilità di programmare facendo leva su ulteriori fondi che, invece, sono solo nella fervida immaginazione del governatore marchigiano.
Che, per altro, dovrebbe ben sapere che il fondo sanitario nazionale (pari a 134,1 miliardi di euro) è stato già deciso e approvato a fine 2023 (nell’ambito dell’approvazione della finanziaria 2024), con tanto di via libera da parte delle due Camere. Quindi il fondo per 2024 è quello, così come le risorse distribuite tra le varie regioni, non c’è al momento alcuna previsione di ipotetici stanziamenti aggiuntivi. Del tutto immaginaria, poi, anche la presunta “inversione di tendenza” da parte del governo Meloni che in realtà, al netto dell’inflazione, ha stanziato qualche fondo in più solo rispetto alla spesa tendenziale della Nadef (Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza) perché in concreto il 2023 si è chiuso con uno stanziamento complessivo e reale di 135 miliardi di euro, quindi leggermente superiore (di poco meno di 1 miliardo di euro) rispetto allo stanziamento previsto per il 2024. E, non a caso, il rapporto spesa sanitaria/Pil precipita al 6,2% rispetto al 6,6% del 2023 (con ulteriore discesa prevista per gli anni successivi).
Naturalmente in concreto poi la riduzione complessiva dello stanziamento per il servizio sanitario regionale si traduce in minori fondi per le Aziende sanitarie territoriali (Ast) e per le due aziende ospedaliere (Torrette e Inrca). In termini assoluti l’Ast che subisce il taglio più consistente di fondi è quella di Ancona (-55 milioni di euro), in percentuale, invece, è l’azienda ospedaliera Torrette che fa registrare un taglio del 10%, seguita, guarda il caso, dall’Ast di Ascoli con una diminuzione dei fondi del 7,8% (in fondo all’articolo i fondi complessivi assegnati ad ogni Ast, con tra parentesi lo stanziamento del 2023). Quasi superfluo sottolineare che le conseguenze di questo taglio rischia di essere devastante per la sanità marchigiana, ancor più per un territorio come il Piceno che invece avrebbe bisogno di un consistente aumento dei fondi per provare almeno a colmare parte della distanza abissale che, almeno per quanto riguarda la sanità, separa il nostro territorio rispetto al resto delle Marche.
Più in generale le aziende sanitarie inevitabilmente dovranno operare tagli drastici sui costi, diminuendo il numero delle prestazioni e, conseguentemente, aumentando drammaticamente le liste di attesa, già a livelli oltre modo inaccettabili. In altre parole, un disastro…
Fondi assegnati alle Ast delle Marche per il 2024 (tra parentesi i fondi assegnati nel 2023)
AST PESARO:
661.792.656 e. (715.882.362 e.) -54.089.706 e.
AST ANCONA: 767.012.333 e. (822.154.278 e.) -55.141.945 e.
AST MACERATA: 580.336.879 e. (620.682.596 e.) -40.345.717 e.
AST FERMO: 278.440.527 e. (298.060.761 e.) -19.620.234 e.
AST ASCOLI: 414.817.915 e. (449.564.309 e.) -34.746.394 e.
TORRETTE: 406.715.573 e. (452.080.181 e.) -45.364.608 e.
INRCA: 87.749.972 e. (94.453.801 e.) -6.703.829 e.