La ministra Santanchè e i suoi fedeli “cantori” non avevano dubbi, il 2023 sarebbe stato per il turismo l’anno dei record e del primato. I dati ufficiali, però, raccontano tutt’altra storia, con l’Italia tra le peggiori in Europa e lontanissima dai numeri pre covid
Non c’è molto di che essere orgogliosi, però è innegabile che, per quanto riguarda l’andamento turistico del 2023, a livello nazionale si è deciso di adottare il “modello Ascoli”. Che, come chi conosce le vicende del capoluogo piceno sa bene, prevede un vero e proprio “martellamento” su tutti i mezzi di comunicazione, social compresi, con l’ossessiva riproposizione di proclami e annunci su ipotetici numeri fantasmagorici e record strabilianti, che poi puntualmente non trovano il benchè minimo riscontro nei successivi dati ufficiali. Sono anni che per mesi sindaco, amministrazione e i loro fedeli “cantori” (la stampa locale) festeggiano la presunta invasione di turisti, mai confermata, però, quando vengono diffusi i dati ufficiali.
Quest’anno lo stesso copione è andato in scena a livello nazionale, con governo e parte dell’informazione che per mesi ha fatto credere che il 2023 sarebbe stato senza dubbio l’anno dei record per il turismo. “Turismo record in Italia nel 2023” annunciava trionfante ad inizio estate Sky Tg24. “Il 2023 sarà l’anno dei record per il turismo in Italia” rilanciava nello stesso periodo Panorama, mentre l’Adnkronos annunciava senza esitazioni già a fine maggio: “Italia, il 2023 è l’anno boom del turismo”. Ancora più paradossale il fatto che in questi mesi la stampa “amica”, in particolare i vari Sechi, Bocchino, Sallusti, per difendere la ministra Santanchè dai tanti guai anche giudiziari in cui è coinvolta ripetevano che, però, la ministra stava comunque ottenendo risultati e record senza precedenti per quanto riguarda il turismo italiano.
E proprio la Santanchè nella primavera scorsa annunciava con malcelata convinzione: “siamo i più belli ma non siamo mai stati bravi a promuoverci, per quanto riguarda il settore turismo il 2023 sarà l’anno del sorpasso rispetto a prima della pandemia, il nostro obiettivo è essere i primi e i migliori in Europa”. Erano i giorni della presentazione della campagna “Open to Meraviglia” che poi si si è rivelata uno dei più clamorosi e imbarazzanti flop, con una serie impressionante di errori. Ma, ironia della sorte, nelle settimane successive più si scoprivano gli imbarazzanti strafalcioni di quella campagna e più i media rilanciavano i proclami sulla trionfale stagione turistica. Che, poi, con il passare delle settimane è quasi finita nel dimenticatoio, con anche qualche timido accenno che faceva immaginare che forse il record di turisti e il primato in Europa non fossero così scontati come era stato raccontato.
Poi nei giorni scorsi Eurostat ha pubblicato i dati ufficiali sul turismo nel 2023 dai quali risulta che effettivamente rispetto al 2022 l’Italia fa registrare un contenuto aumento (e non poteva essere altrimenti, visto che i primi mesi del 2022 hanno ancora subito le conseguenze dell’ultima parte della pandemia) ma allo stesso tempo risulta tra i peggiori paesi europei e, soprattutto, resta decisamente lontano dai numeri fatti registrare prima del covid. Ancora più significativo il fatto che l’aumento di presenze turistiche (pernottamenti) è completamente determinato dalla consistente crescita che si è registrata nei primi mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente quando, per gli effetti della pandemia, si erano registrati in tutta Europa numeri decisamente negativi. Emblematico a tal proposito il fatto che invece durante la stagione estiva l’Italia ha fatto registrare addirittura un sensibile calo di presenze rispetto all’estate 2022 (quando, con la pandemia ormai alle spalle, si era ripreso a viaggiare).
Andando nel dettaglio, da gennaio a settembre del 2023 in Italia si sono registrati circa 366 milioni di pernottamenti turistici rispetto ai 353 dello stesso periodo del 2022. A differenza di quanto annunciato dalla Santanchè, siamo decisamente lontani dai numeri fatti registrare prima del covid, con circa 380 milioni di pernottamenti sia nel 2018 che nel 2019 (gli ultimi due anni prima della pandemia). Complessivamente, quindi, l’Italia ha fatto registrare una crescita di turisti inferiore al 4% (3,9%), decisamente inferiore alla media europea che sfiora il +10%, con l’Albania che ha fatto registrare un aumento record del 54%. Come anticipato la leggera crescita nel nostro paese è stata esclusivamente determinante dal previsto aumento di pernottamenti che si è verificato nei primi mesi dell’anno, con addirittura una crescita di quasi il 50% nel solo mese di gennaio e una media del 10-15% in più nei mesi successivi, fino all’inizio dell’estate.
Si perché la stagione estiva poi si è rivelata un mezzo flop, con numeri sorprendenti in negativo per l’Italia con 201 milioni di pernottamenti rispetto ai 210 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente, pari ad un -4,1%. Quasi superfluo aggiungere che il dato relativo all’estate 2023 è nettamente peggiore rispetto a tutte le ultime estati prima della pandemia (2017, 2018, 2019). Tra i 33 paesi europei monitorati da Eurostat solo Lussemburgo e Danimarca, rispettivamente – 4,9 e -4,4%, hanno fatto peggio dell’Italia. Molto bene, invece, Grecia (+7,5%) e Portogallo (+2,2%), leggera crescita anche per la Spagna (+ 0,8%), mentre un calo, sia pure molto più contenuto rispetto a quello dell’Italia, si registra anche in Germania (-0,5%) e in Francia (-1,1%).
Per quanto riguarda il nostro paese nella stagione estiva sono diminuite sia le presenze degli italiani (-5,6% rispetto al 2022) sia quelle degli stranieri (-2,3%). Volendo semplificare e banalizzare, si potrebbe affermare che, numeri alla mano, in Italia i dati sul turismo sono risultati in crescita fino alla presentazione e all’avvio della campagna “Open to Meraviglia” che, al di là dei numeri negativi, da “fiore all’occhiello” di cui vantarsi è diventata uno dei peggiori incubi per la ministra Santnachè. Che, per altro, di certo non può più nascondersi dietro al paravento dei dati turistici “mai così positivi” per provare a tirare su la sua immagine, demolita da tutte le imbarazzanti vicende che riguardano le sue aziende (o ex aziende).
Ma i dati ufficiali di Eurostat sono significativi anche per la nostra regione perché smascherano anche l’ennesimo improbabile bluff tentato dal governatore marchigiano Francesco Acquaroli. Che un paio di mesi fa, al TTG Travel Experience di Rimini (una delle più importanti manifestazioni per la promozione del turismo mondiale) a proposito dei primi dati ufficiali della stagione turistica marchigiana si era dichiarato soddisfatto per il fatto che la “flessione complessiva delle Marche è molto più contenuta rispetto all’Italia”, con un -1,8% per quanto riguarda gli arrivi (1.942.007 rispetto ad 1.978.455 del 2022) ed un -4,2% di presenze (8.764.547 pernottamenti rispetto ai 9.150.448 del 2022).
I dati ufficiali di Eurostat, però, dimostrano che l’Italia ha fatto registrare un leggero aumento, anche se inferiore al resto d’Europa, e non certo una diminuzione, quindi sbugiardano in maniera impietosa e indiscutibile il governatore delle Marche. Che probabilmente è riuscito in una clamorosa impresa, cioè fare una “figuraccia” peggiore rispetto alla ministra Santanchè…