Natale con la morte nel cuore e la preoccupazione per il futuro dell’Italia


Sarà un Natale triste pensando alla guerra ancora in corso in Ucraina e alla feroce e sanguinosa vendetta di Israele, che ha assunto i connotati di un genocidio, in risposta al criminale atto terroristico di Hamas. Ed il quadro generale del nostro paese non è certo più incoraggiante

Sarà ancora una volta un Natale caratterizzato da una profonda tristezza, unita ad una crescente preoccupazione. A renderlo tale gli eventi delle ultime settimane, nel mondo ma anche nel nostro paese. Non è certo una novità, purtroppo negli ultimi anni raramente si è potuto vivere un Natale davvero sereno. Prima, tra il 2016 e il 2017, il terremoto che ha colpito il centro Italia e, in particolare, il nostro territorio. Poi la pandemia che ci ha accompagnato tra il 2020 e il 2021. Quello del 2023 invece è un Natale segnato dalle guerre che stanno provocando morte e distruzione.

In realtà quella a Gaza più che una guerra è un autentico massacro, una feroce e sanguinosa vendetta da parte di Israele, in risposta al criminale atto terroristico di Hamas, che ormai ha assunto i connotati di un vero e proprio genocidio. E lo sdegno per l’atroce e violenta ferocia dei terroristi di Hamas non può affatto giustificare quello che sta facendo Israele nei confronti della popolazione palestinese di Gaza, siamo di fronte ad inauditi crimini di guerra che, se esistesse ancora un organismo internazionale con un briciolo di credibilità, andrebbero puniti e sanzionati duramente. I numeri sono semplicemente terrificanti, si sono superati i 20 mila morti di cui circa 8 mila bambini, una strage senza precedenti che mette Israele sullo stesso piano, se non addirittura peggio, dei terroristi di Hamas.

La mostruosità di certe cifre è sconcertante, ancora più se si mettono a confronto con quelle dell’altra guerra che non accenna a terminare, quella in Ucraina, che in quasi 2 anni ha prodotto oltre 10 mila morti civili, tra cui quasi mille bambini. Sono comunque numeri atroci che, però, rendono l’idea di quello di inaudito che sta facendo Israele. Restando in Ucraina ci sono, però, altri numeri che rendono il quadro sconvolgente. Secondo quanto riportato qualche settimana fa dal New York Times il numero totale di soldati ucraini e russi uccisi o feriti dall’inizio guerra ha ormai raggiunto la soglia del mezzo milione, con perdite militari (soldati uccisi o feriti) che superano le 300 mila unità per i russi e si avvicinano a 200 mila per gli ucraini. E se a Gaza è addirittura difficile in questo periodo natalizio pensare anche solo ad un cessate il fuoco, in Ucraina sembra ormai che neppure ci sono speranze di arrivare presto alla pace, alla fine della guerra.

Tra i tanti aspetti collaterali prodotti da queste guerre c’è anche e soprattutto il terrificante imbarbarimento di una parte dell’informazione e dell’opinione pubblica, soprattutto nel nostro paese, che considera un particolare irrilevante la strage di civili e di bambini e, peggio ancora, che si commuove solo per alcune vittime. Lo abbiamo scritto e lo ribadiamo con forza, la perdita di ogni vita umana, ogni essere umano ucciso è per noi un evento drammatico, inaccettabile, a prescindere dalle eventuali ragioni che possono esserci alla base. Per questo chi davvero ha ancora conservato un briciolo di umanità e di coerenza non può che condannare duramente la strage compiuta da Hamas ma, al tempo stesso, anche l’inaudita vendetta che sta portando avanti Israele.

Così come, al di là di ogni altra considerazione, non si può non essere dalla parte dell’Ucraina, aggredita e attaccata dalla Russia di Putin. Se il quadro internazionale è così grigio, anche quello del nostro paese non è certo più edificante. Nel fine settimana scorso l’ennesimo naufragio in mare ha provocato la morte di 61 disperati. Morti la cui responsabilità ricade inevitabilmente sul nostro paese e, in particolare, sul governo Meloni con il folle decreto anti Ong che, di fatto, rende complesso, quasi impossibile, effettuare salvataggi in mare.

Sempre per quanto riguarda il nostro paese, gli ultimi giorni hanno definitivamente smascherato il tentativo della presidente del Consiglio di accreditarsi un ruolo e una posizione importante nello scacchiere politico europeo. La trattativa per la riforma del patto di stabilità, condotta e decisa da Germania e Francia con l’Italia messa ai margini e costretta ad accettare un accordo che per il nostro paese è devastante, e le nuove norme sulla distribuzione tra i paesi europei dei migranti, particolarmente svantaggiose per l’Italia, hanno svelato come in realtà l’Italia e l’attuale governo non godano di alcuna considerazione in Europa. Ed il guaio è che le decisioni prese peseranno pesantemente nei prossimi anni.

When you think you ‘ve had too much of this life, well hang on, every body hurts, take confort in your friends” cantavano i Rem nel 1992 in una delle più belle canzoni scritte dalla band statunitense, poi utilizzata dal governo inglese per una operazione benefica in occasione del terremoto di Haiti del 2010. “Quando pensi di averne avuto abbastanza di questa vita, beh tieni duro. Tutti soffrono, trova conforto nei tuoi amici”. E sicuramente non c’è periodo migliore di quello natalizio, anche e soprattutto in questo difficile contesto nazionale ed internazionale, per provare un po’ di conforto negli amici, nei parenti. Ed a proposito di amici, il Natale che è alle porte è l’occasione migliore per ringraziare i tanti amici che continuano a seguire questo blog. I miei auguri e, soprattutto, i miei più sinceri ringraziamenti vanno a tutti coloro che continuano a leggermi, ad incoraggiarmi, che mi scrivono per segnalarmi situazioni meritevoli di attenzione, per fornirmi spunti interessanti e, soprattutto, che mi esortano a proseguire, ad andare avanti.

Rappresentano un forte stimolo a proseguire, a non lasciar perdere, anche se è innegabile che la fatica e la pressione sempre più forte si fanno sentire. Non è per nulla semplice provare a fare un’informazione libera, attenta esclusivamente ai fatti. Non lo è in generale nel nostro paese, lo è ancor più in una provincia così piccola. Senza voler fare un inopportuno vittimismo, si potrebbe scrivere un libro (e non è escluso che prima o poi non lo faccia…) sulle minacce, i ricatti, le pressioni che bisogna sopportare e che spesso vigliaccamente colpiscono anche la sfera familiare. Naturalmente altra cosa e altro discorso coloro che sollevano critiche, che non condividono alcuni giudizi, alcune prese di posizione. Anche a loro vanno i miei ringraziamenti, le critiche, anche dure (ma senza trascendere negli insulti e nelle offese), se concrete e motivate aiutano a crescere, a migliorarsi, possono essere anche più utili degli elogi.

A tutti voi vanno, quindi, i miei più sinceri e sentiti auguri con la speranza che il Natale possa regalarvi, per quanto possibile, un momento di serenità. L’appuntamento qui su questo blog è per il 27 dicembre. Ci sono ancora tante storie interessanti da raccontare in questo fine 2023. E, ne siamo certi, ce ne saranno tantissime anche nel nuovo anno…

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