Per la Corte di giustizia europea illegittimo e contrario alle norme Ue il monopolio Fifa e Uefa che non hanno alcun diritto di imporre sanzioni ai club che intendono partecipare alla Superlega. Disfatta per il presidente Uefa Ceferin, “figuraccia” del presidente Figc Gravina
“The Fifa and Uefa rules on prior approval of interclub football competions, such as Super League are contrary to Eu law”. Erano passate da poco le 9 di giovedì 21 dicembre 2023 quando, con queste parole, la Corte di giustizia europea ha scritto una pagina destinata a rimanere nella storia e, soprattutto, a stravolgere e rivoluzionare il calcio per come l’abbiamo visto e vissuto fino ad ora. “Le regole Uefa e Fifa sull’approvazione a priori di competizioni come la Superlega sono contrarie al diritto dell’Unione europea” ha sancito la Corte europea rispondendo alla domanda che i legali della Superlega avevano posto attraverso il tribunale di Madrid: l’Uefa è un monopolio e abusa della sua posizione per mantenerlo?
La sentenza della Corte di giustizia europea non lascia dubbi e certifica che quello di Uefa e Fifa è un monopolio assolutamente illegittimo, contrario alle norme europee, e che non hanno alcun diritto di imporre sanzioni nei confronti di club che intendono partecipare ad altre competizioni. Alla vigilia si ipotizzava un verdetto non esattamente favorevole alla Uefa ma, allo stesso tempo, non così netta mente a favore della Superlega. L’unico che, invece, si era lanciato in una previsione ottimistica per la Uefa era stato Karl Heinz Rummenigge. “La Superlega ha perso, è ora che lo ammetta, il calcio è di tutti, non dei ricchi” aveva dichiarato 24 ore fa quello che un tempo è stato uno dei più grandi giocatori europei (con Bayern Monaco e Inter) e che ora, invece, si è pateticamente ridotto a lacchè dell’impresentabile presidente Uefa Alexander Ceferin (vero grande sconfitto della giornata e principale responsabile di quanto accaduto), nonché emblematica espressione della profonda ipocrisia che pervade gli attuali vertici del calcio europeo.
Sentire parlare del “calcio di tutti, non dei ricchi” da parte del dirigente del club tedesco da sempre più ricco (il Bayern Monaco), che spadroneggia incontrastato in Germania forte del suo potere economico e politico, è ben oltre la farsa. E se il presidente Uefa ha atteso in silenzio l’esito della vicenda, un altro dei suoi più imbarazzanti lacchè, il presidente della Figc Gabriele Gravina, ha voluto invece anticipare la sentenza, esponendosi all’ennesima cicloscopica “figuraccia”. “Chi aderisce alla Superlega è fuori dal calcio italiano – ha affermato il presidente della Figc – noi siamo stati l’unica federazione che ha assunto una posizione molto chiara. Siamo totalmente contrari, esiste una norma federale per la quale chi aderisce a quel mondo esce dal sistema federale del calcio”.
Quella norma e quella minaccia sono ora “carta straccia” dopo la sentenza della Corte europea e la posizione “molto chiara” assunta da Gravina ora si rivela un imbarazzante autogol. In questo paese le dimissioni, un gesto di dignità d fronte al disastro commesso, non sono più di moda ma mai come ora se al presidente della Figc resta un briciolo di amor proprio dovrebbe immediatamente farsi da parte. Tornando alla sentenza della Corte europea di giustizia per certi versi si può addirittura sostenere che è più dura e più netta di quanto i responsabili della Superlega potessero sperare ed è innegabile che può davvero stravolgere il calcio. Perché di fatto sbatte la porta in faccia alla Uefa e alla Fifa, alle loro minacce di sanzioni nei confronti dei club che sostengono la Superlega. Il testo della sentenza da questo punto di vista è sin troppo chiaro. “Impedire ai club e ai giocatori di giocare competizioni come la Superlega è illegale” si legge nella nota che poi aggiunge che “non esiste un quadro normativo della Fifa e della Uefa che ne garantisca la trasparenza, l’obiettività, la non discriminatorietà e la proporzionalità”.
Chiarissima anche la motivazione che ha spinto la Corte ad emettere una simile sentenza: “l’organizzazione di competizioni di calcio per club e lo sfruttamento dei diritti media sono, evidentemente, attività economiche, quindi devono rispettare le regole della concorrenza e il rispetto delle libertà di movimento. Per questo attualmente Fifa e Uefa stanno abusando di posizione dominante”. Se l’effetto più evidente e rivoluzionario della sentenza è quello di aprire a scenari futuri che fino a qualche tempo fa sembravano impensabili, l’altra evidente conseguenza è che la pronuncia della Corte europea di giustizia fa a pezzi il sistema di potere, dai contorni dittatoriali, che avevano costruito in questi anni i presidente di Fifa e Uefa, Infantino e Ceferin.
Quest’ultimo, in particolare, è il grande sconfitto ma anche il principale responsabile di quanto accaduto perché è del tutto evidente che il progetto Superlega con tutti i suoi grandi limiti (così come era stato proposto inizialmente era, per dirla alla Fantozzi, “una cagata pazzesca”) altro non era che la risposta sbagliata ad una gestione Uefa inaccettabile da parte del suo presidente. Mirata non certo allo sviluppo e alla crescita del sistema calcio ma semplicemente a coltivare il proprio potere, che invece di arricchire e portare risorse alle società di calcio ha “drenato” fondi, con l’assurda distribuzione dei fondi derivanti dai diritti tv delle varie competizioni calcistiche europee che, invece di finire alle società, in larga parte finivano alla Uefa stessa.
“Tutti i campionati nazionali sono gestiti dagli stessi club, solo a livello europeo i club non hanno voce in capitolo” spiegava correttamente Bernd Reichart, capo di A22, la società che gestisce il progetto Superlega. Senza dimenticare il fatto che nel sistema di potere all’interno della Uefa creato da Ceferin un ruolo e una posizione predominante (chissà perché…) lo hanno sempre più acquisito i proprietari del Manchester City e del Paris Saint Germain, rispettivamente Mansur bin Zayd Al Nahyan (Abu Dhabi United Group) e Al Thani e Nasser Al-Khelaifi, liberi con le rispettive società di fare “il bello e il cattivo tempo”, di fregarsene delle regole sul fair play finanziario vera croce di tutte le altra società di calcio europee. Le responsabilità di Ceferin sulla situazione che si è ora verificata e su quanto accadrà al calcio europeo sono enormi, da anni era noto il malcontento di gran parte delle società europee, lo stesso presidente della Uefa era stato informato sin dall’inizio del progetto Superlega ma non ha voluto provare a trovare soluzioni condivise, è andato allo scontro. Ne è uscito a pezzi e come lui il calcio europeo.
Cosa in concreto ora accadrà al calcio europeo è presto per dirlo, quel che è certo è che nulla sarà più come prima. “Dopo aver letto la risoluzione e aver confermato l’illegalità del monopolio Uefa, saremo finalmente in grado di pubblicare i risultati di più di anno di consultazioni e proporremo un formato di competizioni europee aperto per più di 60 club che saranno trattati in maniera corretta e equa” spiegava Reichart prima della sentenza, facendo capire che la Superlega che potrebbe nascere sarebbe molto diversa da quella presentata nell’aprile 2021, con l’obiettivo di garantire sia il merito sportivo che la stabilità dei guadagni senza mettere a rischio i campionati nazionali. E’ probabile che inizialmente prevarrà l’attendismo da parte delle società, che non ci si sbilancerà.
Ma ormai la strada è tracciata e il calcio europeo come l’abbiamo visto e conosciuto fino ad ora è destinato a non esserci più. Pensando ai vari Ceferin, Gravina, Rummenigge e ai proprietari di Manchester City e Paris Saint Germain sicuramente una buona notizia. Tutto da capire, però, se quello che verrà poi non sarà addirittura peggio…