Errori, ingenuità e limiti tecnici: cronaca di una crisi annunciata


La sconfitta con lo Spezia fa sprofondare al penultimo posto l’Ascoli, raggiunto proprio dai liguri e superato dalla Ternana. Una situazione preoccupante che, però, non arriva certo inattesa perché figlia delle discutibili scelte della società e di un mercato a dir poco fallimentare

Doveva essere la partita del riscatto e del rilancio. Invece lo scontro diretto con lo Spezia al Del Duca si è trasformato per l’Ascoli nel punto più basso della stagione (almeno si spera). E ora la situazione in classifica si è fatta molto preoccupante, con i bianconeri, raggiunti dallo Spezia e superati dalla Ternana, ora al penultimo posto, con la zona playout ad un punto (Lecco 14) e quella salvezza a 4 (Reggiana e Sudtirol 17 punti). Poco conta che, per quanto si è visto in campo, fedele fotografia di due squadre in evidente difficoltà, il risultato più giusto sarebbe stato il pareggio. Ed è assolutamente inutile e fuorviante invocare la malasorte. Perché se l’Ascoli ha perso non è certo per sfortuna o per colpa degli episodi sfavorevoli, quanto piuttosto per i propri errori e le proprie ingenuità che hanno regalato 2 gol ad una squadra che non sembrava in grado di far male agli avversari.

Esattamente come i bianconeri che, al di là del gol di Bellusci nato da fallo laterale, non si sono mai resi realmente pericolosi, con il portiere ligure Zoet mai impegnato seriamente per tutta la partita. A maggior ragione, viste le evidenti difficoltà di costruire occasioni da gol, l’Ascoli dovrebbe avere la massima attenzione nella fase difensiva, evitando regali. Come invece accaduto contro la Spezia, prima con la colossale ingenuità di Di Tacchio, poi con la solita “dormita” difensiva su un calcio da fermo (in questo caso una punizione dalla trequarti) che ha condannato i bianconeri alla sconfitta.

Si può discutere fino alla noia sul rigore del vantaggio ospite, anche se in epoca Var quei penalty solitamente vengono sempre assegnati. Di certo non ci sono alibi o giustificazioni per il centrocampista bianconero, protagonista di un intervento inutile e scomposto, con quel braccio alto e staccato dal corpo, per altro su un’azione neppure pericolosa, con il giocatore dello Spezia che stava uscendo dall’area. Meglio stendere un velo pietoso, invece, sull’ennesimo gol preso da calcio da fermo, con la difesa schierata. Era il 90° e bisognava avere la massima attenzione perché il pareggio, anche se non era il risultato auspicato alla vigilia, poteva comunque essere considerato un risultato positivo. Invece su un cross neppure irresistibile, Hristov ha potuto colpire di testa indisturbato tra le “statuine” della difesa bianconera, regalando la preziosa vittoria ai suoi.

Naturalmente, errori a parte, l’Ascoli ha per l’ennesima volta confermato i limiti in fase offensiva, con un centrocampo incapace di costruire gioco, due esterni che non spingono quasi mai, un trequartista evanescente ed inutile e, di conseguenza, le due punte che non ricevono uno “straccio” di pallone giocabile. Il guaio è che si possono anche discutere le scelte operate da Castori (in particolare quella di continuare a proporre Masini come trequartista che, di fatto, è come giocare con un uomo in meno…) ma realisticamente l’allenatore bianconero non ha certo tante alternative. Soprattutto a centrocampo dove nelle prime due partite della sua gestione ha schierato Gnahorè a fianco di Di Tacchio, mentre sabato con lo Spezia è partito Milanese a fianco dell’ex Salernitana, con risultati sconfortanti, soprattutto in fase di costruzione del gioco.

Nella ripresa Castori ha inserito D’Uffizi dietro le punte, arretrando Masini ma non che le cose siano particolarmente migliorate, anche se lo stesso D’Uffizi quanto meno è sembrato un pizzico più vivace. Con Caligara (nella rosa attuale di centrocampo quello con maggiore qualità) e Falzerano indisponibili per infortunio, oltre ai giocatori citati l’unica eventuale alternativa di centrocampo era rappresentata da Giovane che, però, fino ad ora ha sempre deluso quando è stato chiamato in causa. La realtà è che la rosa di centrocampo dell’Ascoli qualitativamente è di bassissimo livello, assolutamente inadeguata per il campionato di serie B. Così come bassa è la qualità degli esterni, con Falasco a sinistra a tratti irritante (non bisogna dimenticare che fino alle ultime ore di mercato sembrava destinato ad andarsene) e di fatto senza concrete alternative, mentre a destra che giochi Adjapong o Bayeye l’apporto alla manovra è praticamente inesistente.

Come anticipato l’unico appunto che si può fare a Castori riguarda l’ostinazione nello schierare dietro le due punte Masini, in una posizione in cui l’ex Genoa non sembra in grado di rendersi utile alla squadra (ammesso che ci sia un ruolo nel quale sia in grado di farlo). Se proprio si vuole insistere con il trequartista dietro le due punte allora sarebbe più opportuno provare dall’inizio D’Uffizi, che almeno sembra più vivace e proposito, o anche Millico che ha già giocato in quel ruolo. Senza, però, illudersi che possa chissà quanto migliorare e diventare più efficace il gioco offensivo dei bianconeri… A completare ulteriormente le cose c’è anche la condizione non certo brillantissima dei due attaccanti schierati sempre titolari da Castori, con Pedro Mendes che, lampo di Reggio Emilia a parte, è decisamente giù di tono, mentre Rodriguez cerca di darsi da fare ma non riesce mai ad incidere come dovrebbe. E con Nestoroski fermo ai box, anche in avanti le alternative scarseggiano, c’è il solo Manzari che di certo non è un bomber.

In realtà non che lo Spezia, che non bisogna dimenticare  è retrocesso dalla serie A ed era partito con ben altre ambizioni, abbia fatto vedere molto di più e dopo i primi 20 minuti di gioco, con gli ospiti che si erano fatti vivi con una conclusione centrale di Houda alzata in angolo da Viviano, era già chiaro che il risultato poteva cambiare solo su episodi, vista l’enorme difficoltà delle due formazioni di produrre gioco. Ad indirizzare la gara, come detto, l’ingenuità di Di Tacchio, con Verde freddo nel realizzare il rigore. A dir poco sterile la reazione dell’Ascoli, per tutto il primo tempo incapace di impensierire la difesa ligure, mentre proprio sul finire della prima frazione è stato bravissimo Viviano a tenere in gioco i suoi con una gran parata su conclusione al volo di Kouda, dopo una respinta corta della difesa bianconera.

In avvio di ripresa i bianconeri sono subito partiti all’assalto, con indiscutibile cuore e determinazione, anche se in maniera un po’ confusa, trovando quasi subito il pareggio con Belllusci, bravissimo a sfruttare al meglio una corta respinta della difesa spezzina su un fallo laterale battuto lungo in area. La formazione di Castori ha provato ad insistere ma senza mai dare l’impressione di poter creare pericoli e apprensioni allo Spezia che, a sua volta, praticamente non si è più visto dalle parti di Viviano. Poi, quasi al 90°, la solita “dormita” difensiva su una punizione dalla trequarti ed il gol decisivo di Hristov.

Qualche minuti prima era uscito uno sfinito Bellusci (che fino alla vigilia della gara sembrava non dovesse essere della partita). Ma la sua assenza dal campo non può certo rappresentare un alibi perché non è comunque ammissibile, per una squadra di serie B, prendere un gol simile. A fine partita i tifosi bianconeri hanno contestato Pulcinelli e la società ma non la squadra. Bisognava farlo ad agosto, a mercato ancora aperto, quando invece chi osava sottolineare la scarsissima qualità della rosa che la società stava predisponendo nella migliore delle ipotesi veniva tacciato dalla maggioranza dei tifosi stessi come “gufo”.

In questo momento è inutile farlo, bisogna solo cercare di stare vicino e supportare una squadra complessivamente scarsa e al momento in grande difficoltà per cercare di arrivare alla fine del girone di andata limitando i danni. Poi a quel punto si che i tifosi dovranno incalzare Pulcinelli e la società che hanno il dovere di intervenire concretamente e in maniera massiccia sul mercato di gennaio, possibilmente in maniera celere, per assicurare a Castori i rinforzi necessari (in ogni reparto) e metterlo nelle condizioni di affrontare il girone di ritorno con una formazione all’altezza dell’impegno. Ben sapendo che nel mercato di gennaio non è certo semplice trovare rinforzare adeguati ma con la consapevolezza che, in caso contrario, servirebbe poi un vero e proprio miracolo per evitare la retrocessione.

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