Mentre nella classifica sulla qualità della vita nelle province Ascoli si colloca al 27°, in quella dei comuni capoluogo di provincia con il 61° posto si conferma il peggiore delle Marche. Ma l’informazione locale cita solo la prima e “dimentica” la seconda…
Nel mondo al contrario (nulla a che vedere con quell’obbrobrio di Vannacci che qualcuno continua impropriamente a definire libro…) del capoluogo piceno può tranquillamente capitare che venga dato ampio risalto, da stampa e politici locali, alla classifica sulla qualità della vita delle province italiane (che ovviamente riguarda tutto il territorio piceno nel suo complesso) e che invece venga completamente ignorata e fatta passare sotto silenzio quella sui capoluoghi di provincia, quindi che riguarda esclusivamente Ascoli e non il resto del territorio piceno.
A maggior ragione se la prima (che riguarda tutta la provincia) è positiva mentre la seconda (che riguarda esclusivamente il capoluogo piceno) fornisce invece un risultato estremamente negativo. E’ esattamente quello che sta accadendo in questi giorni, con la quasi totalità della stampa locale che ha dato (giustamente, per carità) ampio risalto alla classifica sulla qualità della vita delle province italiane elaborata da “Il Sole 24 Ore”, con Ascoli che guadagna rispetto al 2022 15 posizioni e si colloca al 27° posto (dietro Ancona 24^ e Pesaro 25^), mentre è stata quasi totalmente oscurata (un po’ meno giustamente…) quella di Legambiente (Ecosistema urbano) sulla qualità della vita dei capoluoghi di provincia che vede Ascoli al 61° posto, ancora una volta peggior capoluogo di provincia delle Marche.
E’ il solito imbarazzante e paradossale teatrino che si ripete da tempo in questo periodo dell’anno quando arriva il momento delle annuali classifiche sulla qualità della vita. Che per i nostri amministratori sono un importante punto di riferimento e il fedele specchio dell’operato dell’amministrazione stessa quando la classifica fornisce un risultato positivo, mentre non sono da prendere seriamente in considerazione quando invece il risultato che emerge non è così edificante. E, visto che ormai da diversi anni dalla classifica sulla qualità della vita nelle province arrivano risultati decisamente migliori rispetto a quella sulla qualità della vita nei soli comuni capoluogo di provincia, ecco che sindaco di Ascoli e amministrazione comunale, come sempre ben spalleggiati da gran parte della stampa locale, si auto incensano e rivendicano improbabili meriti di fronte al risultato della provincia, mentre fingono di ignorare o sminuiscono, senza mai assumersi alcuna responsabilità, i risultati puntualmente negativi che da anni si ripetono in quella che riguarda esclusivamente il capoluogo di provincia.
E’ quanto sta accadendo in questi giorni, con gran parte dei quotidiani locali che hanno dato ampio risalto alla classifica 2023 sulla qualità della vita nelle 107 province italiane che ha visto quella di Ascoli passare dal 42° al 27° posto, subito dietro le province di Ancona (24^) e Pesaro (25^) ma davanti a Macerata (37^) e Fermo (50^). “Questa classifica certifica di nuovo il grande lavoro che abbiamo fatto in questi ultimi anni, abbiamo puntato molto sulla qualità della vita, abbiamo un assessorato dedicato a questo settore” ha commentato Marco Fioravanti che, evidentemente, deve aver pensato di essere diventato anche il presidente della Provincia di Ascoli, oltre che il sindaco del capoluogo piceno. Ironia a parte nulla di nuovo, è la solita storia che si ripete da anni, non potendo rivendicare reali successi della sua amministrazione, il primo cittadino cerca pateticamente di appropriarsi di risultati positivi che non sono certo dipesi da lui, se non in minima parte.
Vale, infatti la pena ricordare, che Ascoli con i suoi 45.383 abitanti, rappresenta meno di un quarto dell’intera provincia, quindi influisce sul risultato finale per meno del 25%. E, come vedremo, alla luce dei risultati dell’altra classifica sulla qualità della vita, quella che riguarda esclusivamente i capoluoghi di provincia, si potrebbe addirittura ipotizzare che in realtà influisce in maniera negativa, che senza i dati del capoluogo piceno il risultato della provincia di Ascoli sarebbe migliore. Per altro il commento del sindaco Fioravanti, oltre ad essere del tutto fuori luogo, di fatto si trasforma in uno dei più clamorosi autogol della sua amministrazione di fronte al fatto che esiste ed è stata resa nota solo qualche giorno prima anche la classifica sulla qualità della vita nei comuni capoluogo il cui risultato per Ascoli non è certo particolarmente edificante.
Stiamo parlando di Ecosistema urbano 2023, giunta quest’anno alla trentesima edizione, la graduatoria elaborata da Legambiente sulla base di oltre 30 mila dati raccolti attraverso i questionari inviati ai 105 comuni capoluogo e ad altre informazioni provenienti da fonti statistiche accreditate. Ed in quella graduatoria, pur guadagnando posizioni rispetto al 2022, Ascoli è al 61° posto e si conferma ancora una volta il peggior capoluogo di provincia delle Marche, con Macerata al 27° posto, Pesaro al 28° e Ancona al 35° posto (Ecosistema urbano, per ragioni francamente misteriose, continua ad ignorare Fermo).
E, allora, se dovessimo usare il criterio enunciato dal sindaco Fioravanti per la classifica sulla qualità della vita nelle province, dovremmo concludere che questa classifica certifica il pessimo lavoro svolto dall’amministrazione comunale in questi anni e il conseguente evidente fallimento dell’assessore dedicato a questo settore (l’assessore Maria Luisa Volponi). In realtà, come abbiamo sempre sottolineato, questo genere di graduatorie vanno prese con le dovute precauzioni, non rappresentano certo “il verbo”, non possono certo essere utilizzate per emettere giudizi definitivi sull’operato di un’amministrazione e semmai possono costituire un’indicazione di massima sulla situazione generale del nostro territorio, provinciale nel primo caso, comunale nel secondo. D’altra parte non seve certo la classifica di Legambiente per scoprire che la qualità della vita nel capoluogo piceno non sia delle migliori.
Di fatto l’ha certificato la stessa amministrazione comunale nel Documento unico di programmazione (Dup) 2024-2026 che evidenzia l’incessante crollo di residenti, il record negativo del tasso di natalità, il consistente peggioramento dell’indice di vecchiaia, la fuga senza sosta dei giovani, oltre all’aumento della povertà (quello certificato dalla Caritas). E non bisogna certo essere dei geni per comprendere che in un territorio con simili dati la qualità della vita non può certo essere particolarmente eccelsa. Tornando ad Ecosistema urbano 2023, è significativo il fatto che Ascoli risulta il fanalino di coda delle Marche, oltre che nella classifica generale, anche in ben 9 dei 18 indicatori presi a riferimento nell’indagine, in alcuni casi addirittura agli ultimi posti della classifica nazionale (97° posto nell’indicatore “Vittime della strada”, 92° in quello sul verde pubblico, 93° in quello relativo al numero di alberi presenti in città).
Sottolineati dati altamente negativi anche per quanto riguarda il tasso di motorizzazione (89° posto), il trasporto pubblico (88° posto) e l’uso efficiente del suolo (82° posto), quelli migliori arrivano dalle isole pedonali (20° posto) e dalla concentrazione di biossido di azoto nell’aria (22° posto). Da sottolineare anche l’81° posto per quanto riguarda le piste ciclabili, soprattutto in relazione al fatto che nell’altra classifica, quella delle province, la provincia di Ascoli si colloca invece al 32° posto. A dimostrazione che il capoluogo piceno semmai contribuisce a peggiorare, non certo a migliorare, la situazione e quindi la classifica della propria provincia…