C’era una volta il diritto allo studio…


Caro affitti, borse di studio e alloggi universitari negati agli aventi diritto: il nuovo anno accademico riparte con le stesse problematiche e con la protesta degli studenti che si sono sentiti presi in giro dal governo Meloni. Situazione molto delicata anche nelle Marche

Se ben 1800 studenti universitari che avevano diritto ad un alloggio nelle residenze universitarie non sono riusciti ad ottenerlo è del tutto evidente che è più che lecito parlare di diritto allo studio negato. Purtroppo è quanto sta accadendo nelle Marche dove ancora una volta la giunta Acquaroli e la destra al governo della regione dimostrano di non avere particolarmente a cuore (per usare un eufemismo) le esigenze e i diritti dei nostri ragazzi. D’altra parte, però, anche a livello nazionale, con il governo Meloni non che le cose vadano molto meglio, anzi. Dopo le proteste scoppiate in quasi tutte le università contro il caro affitti e il problema alloggi l’esecutivo e la stessa presidente del Consiglio avevano promesso interventi e stanziamenti per migliorare la situazione.

Come ormai è tradizione di questo governo, però, anche quelle fatte agli studenti sono rimaste promesse vane, tanto che a fine settembre sono ripartite le proteste e, soprattutto alla Sapienza di Roma e al Politecnico di Milano, sono ricomparse le tende davanti alle università. E, dopo il lancio nazionale del 25 settembre proprio nel piazzale Aldo Moro davanti alla Sapienza (a cui hanno partecipato anche una delegazione di parlamentari dell’opposizione e rappresentanti della Cgil), la mobilitazione ha coinvolto ben 25 città universitarie di tutto il paese (nelle Marche Ancona).

Ad Aprile abbiamo piantato le tende in venti città – si legge in una nota dell’Udu (Unione degli universitari – eppure non è servito a niente. A settembre siamo tornati nelle aule universitarie e abbiamo trovato una situazione peggiorata. Gli affitti sono aumentati, i libri costano di più e il governo cosa ha fatto nel frattempo? Non solo non ha previsto nuove misure di supporto ma, addirittura, ha sprecato le risorse del Pnrr per studentati di lusso, dichiarando alla Commissione europea dei posti letto aperti da anni come se fossero nuovi. Ci sentiamo presi in giro”.

In risposta alla mobilitazione degli studenti universitari il governo a fine settembre, nell’ambito del decreto Energia, il governo ha stanziato poco più di 17 milioni di euro che serviranno ad erogare le borse di studio a poco meno di 5 mila studenti idonei non beneficiari. Un piccolissimo passo avanti ma che non può essere in alcun modo sufficiente, come sottolinea Camilla Piredda dell’Udu: “Chiediamo al presidente Meloni e al ministro Bernini di trovare urgentemente un miliardo di euro per intervenire su studentati pubblici, affitti, borse di studio, salute mentale e caro libri. Oltre a smettere di sprecare le risorse del Pnrr per gli alloggi privati che costano mille euro al mese”.

E non si tratta certo di un’esagerazione perché, senza sottovalutare l’importanza degli interventi necessari per caro libri e salute mentale, solo la situazione di borse di studio e alloggi negli studentati è oltre modo critica. Per quanto concerne gli idonei non beneficiari non ci sono dati ufficiali ma alcuni numeri parziali testimoniano inequivocabilmente la portata della situazione (e quanto poco impattante sia il provvedimento del governo). Solo in Veneto, ad esempio, sono circa 3.500 gli universitari idonei che però non hanno ricevuto la borsa di studio, mentre lo stesso presidente Zaia sottolinea che per il 2023-2025 mancano poco meno di 14 milioni di euro per coprire le richieste degli idonei.

Per certi versi addirittura peggiore (in relazione al numero degli iscritti) la situazione in Abruzzo dopo gli idonei non beneficiari sono poco meno di 2.500 e addirittura ci sono 600 studenti che ancora non avevano ricevuto la borsa di studio del 2021-2022. Qualche dato in più c’è, invece, per quanto riguarda gli studenti idonei non beneficiari di alloggio, circa 20 mila considerando, però, che mancano i dati di 3-4 regioni (tra cui il Lazio). Le Marche, quindi, sono in buona compagnia in un “mal comune” che mai come in questo caso non fa certo “mezzo gaudio”.

Oltre ai gravi problemi del sistema sanitario, la giunta Acquaroli ha dimostrato un altro evidente fallimento nel campo dell’istruzione, in particolare per quanto riguarda le borse di studio destinate agli studenti. Nel corso dell’anno accademico 2022-2023 ben 1800 studenti che avevano diritto ad un alloggio nelle residenze universitarie non sono riusciti ad ottenerlo a causa di un piano insufficiente e di risorse inadeguate” accusa la segretaria regionale del Pd Chantal Bomprezzi.

Questo denota un totale disinteresse da parte della giunta regionale verso le crescenti esigenze degli studenti – prosegue la segretaria dem – causate dall’incremento dei costi della vita, degli affitti e dall’inflazione. La mancanza di adeguate risposte sta minando l’attrattività delle nostre università e il diritto allo studio e questi fatti dimostrano chiaramente un’assenza di prospettiva e innovazione nelle politiche regionali”. Il 3 ottobre scorso il Consiglio regionale ha approvato il piano regionale per il diritto allo studio che, secondo la segretaria del Pd, “manca di obiettivi chiari e non offre soluzioni per gli studenti che necessitano di alloggi”.

Per altro nel corso dell’iter di approvazione del piano sono stati proposti dal gruppo consiliare del Pd emendamenti migliorativi che, però, sono stati tutti respinti dalla maggioranza. Che la situazione degli alloggi per universitari sia decisamente allarmante l’aveva sottolineato lo stesso Erdis Marche (l’Ente regionale per il diritto allo studio)  che nel già nel giugno scorso aveva reso noti i numeri che confermano l’emergenza, con 3.742 posti letto a disposizione per gli universitari a fronte di 5.511 aventi diritto. Secondo l’Erdis sono in corso di realizzazione e saranno disponibili nei prossimi anni altri 1.201 posti letto (457 a Camerino, 274 Urbino, 247 Macerata, 153 Ancona e 70 Ascoli).

Intanto, però, il problema resta e il diritto allo studio di tanti studenti nelle Marche (ma, come abbiamo visto, anche nel resto d’Italia) continua ad essere impunemente calpestato. Nella più totale indifferenza del governatore Acquaroli e della presidente del Consiglio Meloni…

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