Da 10 anni “zeru tituli”, crisi senza fine per la pallavolo giovanile nel Piceno


Dal 2014 ad oggi (con la pausa nel 2020 per il covid) tra pallavolo maschile e femminile sono stati assegnati 70 titoli regionali giovanili ma le formazioni della provincia di Ascoli non sono riuscite a portane a casa neppure uno, ottenendo la miseria di 8 podi

Con la disputa delle prime due giornate della Coppa Marche maschile e femminile (riservata alle formazioni che disputano i campionati regionali di serie C e serie D) è ripartita la stagione agonistica della pallavolo marchigiana. Quella precedente si era chiusa con la conferma della crisi sempre più profonda della provincia di Ascoli (anche nella pallavolo…), che da troppo tempo non riesce a conquistare un titolo regionale giovanile, maschile o femminile che sia, e che annaspa visibilmente anche con le formazioni di categoria. A livello giovanile la stagione 2022-2023 ha visto in campo maschile il solito dominio della Lube Civitanova (ha vinto 3 dei 4 titoli regionali in programma), in campo femminile quello della Collemarino Ancona (3 titoli su 4). Ancora “zeru tituli” (per dirla alla Mourinho) per la provincia di Ascoli, un flop che ormai si ripete da 10 anni, con in aggiunta il fatto che sono rarissimi anche i podi conquistati.

Una crisi sempre più profonda, confermata dal fatto che alle selezioni regionali le ragazze e i ragazzi della provincia di Ascoli sono sempre in larghissima minoranza, spesso si contano sulla punta delle dita. Prima di ogni ulteriore approfondimento, sono necessarie alcune precisazioni. Partendo dal fatto che la Federazione regionale è strutturata in 4 Comitati provinciali, uno per ogni provincia marchigiana (Ancona, Macerata, Pesaro), mentre Ascoli e Fermo sono riunite in un unico Comitato territoriale. Quindi la nostra analisi riguarda esclusivamente le formazioni della provincia di Ascoli, non l’intero Comitato territoriale Ascoli – Fermo (anche in quel caso, in realtà, la differenza con il resto della regione è abissale).

Ricordando che nel 2019/2020 non sono stati assegnati titoli regionali (per il covid), nelle altre stagioni sono stati assegnati ogni volta 8 o 9 titoli regionali. In quella passata i 4 titoli regionali assegnati nel maschile, sono andati alla Volley Game Falconara nell’under 13, mentre i titoli under 15, under 17 e under 19 sono stati conquistati dalla Lube Macerata. Quattro anche i titoli assegnati al femminile, con quello dell’under 13 alla Paoloni Appignano (Mc), mentre Collemarino Ancona ha conquistato i titoli under 14, under 16 e under 18. Per quanto riguarda la provincia di Ascoli non solo non ha conquistato alcun titolo ma non è neppure arrivata a giocarsi una finale per il titolo.

Per quanto concerne il Comitato Ascoli-Fermo, al maschile per le fasi finali di tutte le categorie si è qualificata sempre la Videx Grottazzolina, mentre al femminile in under 18 e under 16 hanno partecipato alla fase finale regionale due formazioni della provincia di Ascoli (Pagliare e Riviera Samb, entrambe eliminate in semifinale), mentre in under 13 e under 14 c’erano formazioni del fermano (Pallavolo Fermo e Casette d’Ete per l’under 13, Rapagnano per l’under 14). Complessivamente nelle 8 stagioni che si sono disputate al 2014/2015 ad oggi sono stati assegnati 70 titoli ma le squadre della provincia di Ascoli non sono riuscite a portarne a casa neppure uno (1 solo titolo regionale per il Comitato Ascoli-Fermo, al femminile con Porto San Giorgio), ottenendo la miseria di 8 sui 140 podi a disposizione.

Il paragone con le altre province è semplicemente imbarazzante. In testa c’è la provincia di Ancona con 32 titoli e 47 podi, poi quella di Macerata con 25 titoli (22 per la Lube) e 28 podi, la provincia di Pesaro ha 12 titoli e 45 podi, quella di Fermo 1 titolo e 12 podi. C’è, per altro, da sottolineare che negli ultimi anni la situazione è addirittura peggiorata perché 6 di quegli 8 podi risalgono al periodo pre covid. Va anche sottolineato che, se per quanto riguarda il settore giovanile maschile c’è quanto meno la parzialissima giustificazione che sono pochissime le società nella provincia di Ascoli (solamente 3), in quello femminile c’è una discreta abbondanza con ben 14 società (4 ad Ascoli, 2 a San Benedetto, 2 a Grottammare, poi una ciascuna a Folignano, Offida, Pagliare, Castel di Lama, Comunanza, Monteprandone), in linea con le altre province (solo Ancona ne ha molte di più, 22).

Oltretutto, nonostante il covid abbia inevitabilmente inciso, anche nella provincia di Ascoli la pallavolo continua ad essere lo sport più frequentato dalle ragazze. Di conseguenza ad avere e svolgere una fondamentale funzione sociale nella crescita dei nostri ragazzi (che poi è la funzione primaria e più importante). Però da un punto di vista strettamente agonistico-sportivo fatica terribilmente a tirar fuori ragazzi e ragazze che possono emergere e, al tempo stesso, ad essere competitivo, all’altezza del resto della regione, continuando invece ad essere la cenerentola delle Marche.

Se possibile la situazione è ancora peggiore per quanto riguarda il capoluogo piceno, dove ormai siamo quasi all’encefalogramma piatto. Basterebbe pensare che negli ultimi 2 anni nessuna formazione ha conquistato un titolo provinciale giovanile, con solamente due finali per il titolo disputate, sempre al maschile (under 15 quest’anno, under 17 lo scorso anno), mentre per quanto riguarda il settore femminile da qualche anno il vero punto di riferimento, sia per numeri che per risultati, è diventata la Junior Volley Villa Pigna. Quanto alle ragioni di questa profonda crisi non sono certo di facile comprensione.

Di sicuro non è un problema di mancanza di tecnici di valore, visto che ce ne sono diversi che negli anni passati hanno dimostrato di essere in grado di far crescere i più giovani e le più giovani e ottenere con loro (e non solo) ottimi risultati, soprattutto se messi nelle condizioni necessarie per lavorare come vorrebbero e dovrebbero. E forse sarebbe il caso di riflettere sulle ragioni per cui la maggior parte di quei tecnici hanno scelto di lavorare in società del vicino Abruzzo, del fermano o del resto della regione, dove sono messi nelle condizioni ideali. Cioè senza le pressioni e le interferenze esterne, dei genitori o, peggio ancora, di dirigenti in cerca di gloria che si improvvisano tecnici ed esperti di pallavolo, non avendone minimamente le competenze, e che si arrogano il diritto di voler decidere come allenare le ragazze e di voler indirizzare le scelte tecniche.

Una squadra, un gruppo di ragazze e di ragazzi per poter crescere individualmente e come squadra hanno innanzitutto bisogno di avere alle spalle una società nella quale ci si il più profondo rispetto dei ruoli, che abbia la capacità e la pazienza di saper programmare, senza aver fretta di ottenere immediatamente risultati che possono arrivare nel tempo solo attraverso il lavoro assiduo in palestra. Sarebbe, poi, opportuno chiedersi per quale ragione da queste parti sia terribilmente più complicato avviare collaborazioni tra società, come invece avviene nel resto delle Marche, tanto che, quando all’orizzonte appare un gruppo di ragazzi o ragazze che ha numeri e prospettive, si cerca in ogni modo (e quasi sempre si riesce) di mettere “i bastoni tra le ruote”, invece che favorirne e aiutarne la crescita.

Come è inevitabile che sia la crisi sempre più profonda della pallavolo giovanile si ripercuote poi anche sulle squadre più grandi, con risultati sempre più deludenti. Basterebbe pensare che in questa stagione, dopo diversi anni, la provincia di Ascoli non avrà alcuna formazione, né al maschile né al femminile, nei campionati di serie B, con appena 2 squadre nel campionato regionale di serie C maschile (Riviera Samb e Asd Pallavolo Ascoli) e 2 in quello femminile (Pagliare e Offida).

bookmark icon