Spazzati via in 10 mesi anni di proclami propagandistici della coppia Salvini e Meloni, capaci solamente, ora che sono al governo, di coprirsi di ridicolo con provvedimenti e iniziative imbarazzanti. Come il memorandum di Tunisi, la cui inutilità è confermati dai dati
I numeri e le immagini delle ultime 24 ore testimoniano in maniera tanto eloquente quanto imbarazzante il più clamoroso e fragoroso fallimento del governo Meloni. Ben 110 sbarchi a Lampedusa in una sola giornata, con oltre 5 mila migranti, rappresenta qualcosa di mai visto fino ad ora, un record inavvicinabile. E le immagini di quei barchini pieni di migranti in fila davanti al porto di Lampedusa, in attesa di poter sbarcare, sono qualcosa di mai visto prima ad ora, segno che il traffico verso l’Italia è ai livelli impensabili. Lo stop agli sbarchi o, quanto meno, la loro drastica riduzione è da sempre il “cavallo di battaglia” di questa destra. Che, una volta arrivata al governo del paese, proprio su questo campo ha dimostrato tutta la propria incapacità.
D’altra parte i numeri sono impressionanti e di settimana in settimana bisogna aggiornare i record. Quello che sembrava clamoroso del luglio scorso (23.420 sbarchi) è stato spazzato via da agosto, con 25.664 sbarchi. E settembre potrebbe far impallidire quelle cifre, visto che nei primi 12 giorni si è già ampiamente superata quota 13 mila sbarchi (e nelle ultime 24 ore gli sbarchi sono proseguiti a ritmi impressionanti). Dall’inizio dell’anno sono oltre 123 mila i migranti sbarcati, già quasi 20 mila in più rispetto a tutto il 2022. Se poi paragoniamo i dati attuali allo stesso periodo dello scorso anno il confronto è imbarazzante, siamo praticamente al doppio di sbarchi rispetto al 2022, addirittura il triplo rispetto al 2021.
“Non partono più”, “E’ finita la pacchia”, “La Meloni chiude i porti, stop agli sbarchi” titolavano i giornali (ammesso che si possano definire tali) della destra nelle settimane successive al giuramento del governo di destra. Chissà se ora i vari Feltri, Belpietro, Sallusti, Borgonovo, che all’epoca rilanciavano queste insulse boiate, non provano una profonda vergogna di fronte a numeri che dimostrano (se mai ce ne fosse stato ancora bisogno) quanto inattendibili siano. Nei 10 mesi di governo Meloni si sono verificati oltre 155 mila sbarchi, per arrivare a quella cifra (destinata ad aumentare ulteriormente) bisogna mettere insieme gli sbarchi del 2020, del 2021 e dei primi 9 mesi del 2022.
“Non è vero che l’immigrazione non si può fermare” ripeteva ossessivamente “Giorgia la chiacchierona”. “Basta migranti, siamo pronti a difendere i confini ad ogni costo” urlava “Matteo lo sparaballe”. Per anni i migranti sono stati il principale argomento, la bandiera di questa destra, con improbabili e irrealizzabili promesse demagogiche, utili solo a rinfocolare gli animi e l’odio di quella parte purtroppo consistente della società italiana cresciuta a “pane e razzismo”. Per anni Meloni, Salvini. FdI e Lega hanno rivendicato di avere le soluzioni per fermare gli sbarchi, dall’impraticabile “blocco navale” all’insensata guerra alle Ong, dal pattugliamento del Mediterraneo agli accordi con i paesi africani per fermare le partenze, per non parlare della redistribuzione negli altri paesi europei.
Proclami che in questi 10 mesi sono stati miseramente spazzati via dalla cruda realtà di un governo semplicemente incapace, che sicuramente si è trovato a fare i conti con un’emergenza che sarebbe stata complicata per chiunque da affrontare (è facile urlare e promettere di tutto quando si è all’opposizione), ma che con quel poco che ha fatto (come il decreto Cutro e il farsesco accordo con la Tunisia) non ha fatto altro che coprirsi ulteriormente di ridicolo. Con quel decreto approvato dopo la tragedia sulle coste calabresi, ad esempio, il governo aveva deciso di assestare un duro colpo alle odiate Ong, che hanno l’unico torto di salvare le persone in mare, ponendo limiti ridicoli e inaccettabili alle loro azioni di salvataggio, con quel surreale divieto ad effettuare più di un salvataggio che rappresentava l’emblema dell’inadeguatezza di questo governo. Che nei mesi successivi, coprendosi ulteriormente di ridicolo, ha dovuto scongiurare quelle stesse Ong di aiutarlo, fino al punto di invitarle ad infrangere le norme approvate dall’esecutivo stesso, implorandole in diverse circostanze di effettuare plurimi salvataggi.
Se possibile ancora peggio è andata con il presunto accordo con la Tunisia, il famoso memorandum rivendicato con eccessiva ostentazione della presidente del Consiglio e celebrato come un grandissimo successo della Meloni ed un improbabile panacea liberatoria da parte dei suoi fedeli scudieri (come dimenticare, ad esempio, le dichiarazioni trionfali del solito Donizelli?). I dati del ministero stesso ci dicono che, dopo quell’accordo, abbiamo avuto i record di luglio e di agosto di sbarchi (con molta probabilità superati da settembre), con quasi 60 mila sbarchi nei 2 mesi successivi al memorandum di Tunisi, praticamente la metà degli sbarchi complessivi dei primi 8 mesi e mezzo dell’anno. Un vero e proprio trionfo! Come se non bastasse il comportamento e la folle gestione delle relazioni con gli altri paesi europei del governo italiano contribuiscono a peggiorare ulteriormente, e non di poco, la situazione.
L’Italia preme per la rapida approvazione del Patto asilo e immigrazione che manderebbe in soffitta il regolamento di Dublino. Che, però, al momento resta vigente, anche se il governo Meloni, per forzare la mano, ha deciso (con tanto di annuncio) di non rispettare più. Una mossa altamente autolesionista innanzitutto perché le resistenze maggiori all’approvazione del nuovo patto arrivano proprio dai governi più vicini alla Meloni. Soprattutto, però, perché lo sconsiderato atteggiamento dell’esecutivo italiano ha immediatamente provocato la reazione di Francia e Germania, che hanno deciso di sospendere le redistribuzioni dall’Italia. Che il prossimo 28 settembre a Bruxelles, alla ripresa del negoziato tra i ministri dell’interno, rischia di essere sempre più isolata.
Anche perché, proprio a causa di questo atteggiamento “aggressivo” del nostro governo, l’Europa ha rotto gli indugi per confermare, numeri alla mano, che il nostro non è affatto il paese che sopporta l’onere maggiore. Anzi, non siamo neppure ai primi posti. Infatti i paesi membri che, in rapporto alla popolazione accolgono più rifugiati sono di gran lunga proprio Germania e Francia insieme alla Spagna. Ma anche Grecia, Belgio e Olanda hanno, in proporzione, numeri maggiori rispetto all’Italia. Che, quindi, secondo i dati dovrebbe offrire solidarietà ad altri paesi e non certo viceversa.
In realtà neppure questa è una novità, è sempre stato così, solo la propaganda di Meloni e Salvini è riuscita a far credere, a quella parte del paese con pruriti razzisti, il contrario. Quella propaganda che ora, inevitabilmente, si ritorce clamorosamente contro il governo Meloni, mostrandone il vero volto.