Come da tradizione, ad estate in corso arriva il solito proclama del sindaco che celebra l’inesistente invasione di turisti, sostenendo addirittura che nel 2022 si sono superati i numeri pre terremoto e pre covid. Ma i dati ufficiali della Regione raccontano tutt’altra storia…
L’estate passata l’annuncio trionfale sul boom del turismo era arrivato ad agosto, con tanto di surreale foto di piazza del Popolo allungatissima (ad occhio sembrava lunga almeno un paio di chilometri…) per farla sembrare ancora più piena. Come da tradizione il bis (perché da anni gli annunci sul presunto boom turistico del capoluogo piceno sono rigorosamente due, uno in estate, l’altro prima della fine dell’anno) era arrivato prima del Natale scorso, con un post pubblicato dal sindaco Fioravanti sui social dal titolo roboante: “Boom turistico ad Ascoli nel 2022”. Per l’estate 2023, però, il primo cittadino ha pensato di anticipare un po’ i tempi, così nei giorni scorsi ecco spuntare titoli a tutta pagina che esultano per “la città invasa dai turisti”, con il sindaco Fioravanti che si autocelebra, sostenendo che la programmazione e i grandi eventi (quali, di grazia?) pagano, che esulta per i numeri straordinari delle strutture museali (che, però, si guarda bene dal fornire) e, senza alcuna remora, lancia l’ambiziosa sfida: “l’obiettivo è fare meglio dell’anno passato quando superammo anche i numeri del 2015” (l’anno prima del terremoto, poi c’è stato anche il covid…).
Una sfida che, ad una lettura superficiale di quegli articoli, non dovrebbero esserci dubbi che verrà vinta, visto che si parla di presunti primati e di “numeri da capogiro” nelle settimane scorse. In realtà basta leggere con un pizzico di attenzione in più i trionfalistici articoli per scoprire che non è affatto tutto così scontato, anzi. Perché ci sono le dichiarazioni di un imprenditore del settore che sostiene che, dopo l’impennata post covid, è arrivato l’atteso rallentamento, considerato fisiologico non solo per Ascoli ma per gran parte del paese. E, per non lasciare dubbi in proposito, indica anche alcune cause del rallentamento, sottolineando l’aumento dei costi, il caro energia ma anche i tanti cantieri presenti nel capoluogo piceno.
Al di là di tutto, quello che più fa riflettere è che come al solito il sindaco, nell’esaltare i presunti risultati turistici-culturali, si guarda bene dal fornire cifre e dati che in qualche modo possano avvalorare e confermare i suoi proclami. E se non lo fa, se non fornisce mai dati concreti, è semplicemente perché in realtà i numeri, che ci sono e possono essere verificati da chiunque ne abbia voglia, come al solito non solo non confermano la presunta invasione di turisti ma, al contrario, forniscono un quadro per nulla edificante, che vede il capoluogo piceno continuare ad arrancare e ad essere di gran lunga, anche per quanto riguarda il turismo, la Cenerentola delle Marche. Discorso a parte, invece, per quanto riguarda i presunti numeri record dei musei cittadini.
Era già accaduto dopo le festività pasquali, quando addirittura si era parlato di “Musei superstar della Pasqua”, lasciando immaginare chissà quali risultati, chissà quali folle di visitatori. Invece nei 2 giorni festivi (Pasqua e lunedì dell’Angelo) i musei ascolani avevano fatto registrare circa 600 visitatori, un numero sicuramente positivo rispetto agli anni precedenti ma che, se confrontato con gli altri musei marchigiani (Fabriano 1.700 visitatori, Arcevia e Urbisaglia oltre 1.000, i musei di Ancona più di 2.000, Senigallia poco meno di 3.000, Urbino addirittura oltre quota 5.000), evidenzia l’enorme distanza che esiste ancora tra il capoluogo piceno e il resto delle Marche. Il problema è che, partendo quasi da zero, ogni minimo risultato che si ottiene viene enfatizzato. Così come ogni semplice iniziativa che in altri luoghi della regione è da tempo routine, nel capoluogo piceno viene presentata come chissà quale geniale trovata. In proposito basterebbe pensare all’enfasi con la quale è stata annunciata l’apertura serale dei musei ogni venerdì nel periodo estivo, dal 1 luglio al 31 agosto. Cosa che avviene (e certo non solamente il venerdì) da anni in tutte le altre città delle Marche (e d’Italia) ma che ad Ascoli è stata presentata come una novità unica e “rivoluzionaria”.
Tornando ai numeri e ai dati relativi al turismo, guarda il caso l’annuncio trionfale di Fioravanti è arrivato pochi giorni dopo la pubblicazione sul sito della Regione (https://statistica.regione.marche.it/Marche-in-Numeri/Turismo) dei dati completi relativi all’intero 2022 che, come anticipato, per il capoluogo piceno disegnano un quadro decisamente differente rispetto a quello “immaginato” dal primo cittadino. Perché rispetto al 2021 nel capoluogo piceno aumentano sia arrivi che presenze (e ci mancherebbe il contrario, il 2021 è stato ancora condizionato dal covid) ma in misura decisamente inferiore rispetto al resto delle Marche.
Soprattutto Ascoli continua ad essere del tutto marginale per il turismo marchigiano, nettamente indietro non solo rispetto agli altri comuni capoluoghi di provincia, ma anche a tanti altri comuni decisamente più piccoli. E, a differenza di quanto affermato dal sindaco, mentre complessivamente le Marche sono tornate ai livelli pre terremoto e covid (e anche qualcosa in più per quanto riguarda gli arrivi), Ascoli è ancora lontanissima dall’avvicinarsi a quei numeri. E, anzi, rispetto al pre terremoto è ulteriormente scivolata indietro. Secondo i dati ufficiali forniti dalla Regione nel 2022 le Marche hanno fatto registrare complessivamente 2.527.828 arrivi ed 11.192.184 presenze, con una crescita rispetto al 2021 rispettivamente del 25% e del 17%.
Per quanto riguarda il capoluogo piceno nel 2022 ha fatto registrare 36.803 arrivi (5.340 stranieri) e 74.251 presenze (14.959 stranieri), con un aumento rispetto al 2021 rispettivamente del 20% e del 7%, quindi molto al di sotto della media regionale. Praticamente nullo l’apporto del capoluogo piceno nella crescita turistica regionale, pari all’1,5% per quanto riguarda gli arrivi e addirittura dello 0,3% per le presenze. Non solo, il capoluogo piceno è poco rilevante anche nella crescita turistica della provincia di Ascoli, con un’incidenza del 10% negli arrivi e dell’1,5% nelle presenze. Complessivamente Ascoli è al 19° posto nella classifica regionale degli arrivi e al 24° posto in quella delle presenze, addirittura dietro a comuni come Altidona e Camerano (vedi classifiche regionali in fondo all’articolo).
Avvilente, per il capoluogo piceno, il paragone con altri comuni marchigiani dell’entroterra che, quindi, puntano su quel turismo culturale a cui dovrebbe mirare Ascoli. E non solo con l’inarrivabile Urbino (71.410 arrivi, 589.998 presenze) ma anche con comuni come Loreto, Camerino e, addirittura, ora anche Osimo che, con una crescita del 66%, ha superato il capoluogo piceno per numero di arrivi. Come anticipato, i dati ufficiali smentiscono inequivocabilmente il sindaco Fioravanti, Ascoli è ancora lontanissima dai numeri pre terremoto e covid. Nel 2015 il capoluogo piceno aveva fatto registrare 42.647 arrivi e ben 174.833 presenze, più del doppio di quelle del 2022.
Non solo, anche nell’anno del terremoto, nonostante da fine agosto il turismo di fatto si sia bloccato, si sono registrati dati sensibilmente più elevati, 39.038 arrivi e 159.073 presenze. Numeri eloquenti che, per altro, assumono un significato maggiore se si pensa che ora la capacità ricettiva del capoluogo è praticamente il doppio rispetto al 2015 e al 2016. Secondo i dati ufficiali pubblicati dalla Regione, tra hotel, B&B, case affitto ecc. Ascoli ha 1.403 posti letto a disposizione dei turisti, rispetto ai poco più di 700 di quegli anni. Questo significa che, rispetto ad allora, le potenzialità del capoluogo piceno sono sensibilmente cresciute. E che quei dati ufficiali, al di là degli infondati proclami del sindaco, sono ancor più deludenti.
Arrivi 2022
1) Pesaro 205.235
2) Ancona 199.153
3) S. Benedetto 176.968
4) Senigallia 175.119
5) Fano 125.621
6) Gabicce 123.057
7) Numana 99.873
8) Civitanova M. 86.525
9) Grottammare 82.363
10) P. Recanati 82.010
11) Fermo 79.513
12) Urbino 71.410
13) Sirolo 54.315
14) P.S. Giorgio 49.230
15) P.S. Elpidio 45.938
16) Loreto 45.736
17) Mondolfo 37.670
18) Osimo 36.905
19) Ascoli P. 36.803
Presenze 2022
1) Senigallia 876.589
2) S. Benedetto 809.160
3) Pesaro 760.713
4) Fano 675.661
5) Fermo 640.100
6) Gabicce 607.236
7) Urbino 589.998
8) Numana 578.591
9) Grottammare 522.498
10) P. Recanati 483.970
11) Ancona 421.110
12) P.S. Elpidio 339.119
13) Cupramarittima 296.908
14) Macerata 259.458
15) Sirolo 232.150
16) Altidona 219.333
17) Camerino 217.266
18) Mondolfo 190.047
19) Civitanova M. 188.943
20) Potenza Picena 174.899
21) P.S. Giorgio 157.681
22) Loreto 86.119
23) Camerano 75.406
24) Ascoli P. 74.251