L’annuale sondaggio sul gradimento di sindaci e governatori regionali de “Il Sole 24 Ore” premia il sindaco Fioravnati, secondo con il 64,5% di consensi ma boccia impietosamente il presidente Acquaroli al 13° posto e di gran lunga sotto la soglia del 50%
Festeggia Marco Fioravanti, tra i sindaci di centrosinistra, mastica amaro il governatore Francesco Acquaroli. E’ questo in sintesi il bilancio per le Marche e per il territorio piceno del tradizionale Governance Poll de “Il Sole 24 Ore”, l’annuale sondaggio per valutare il gradimento dei sindaci e dei presidenti di Regione. Che, complessivamente, per certi versi fornisce risultati sorprendenti e in controtendenza con quanto è emerso da tutte le ultime tornate elettorali amministrative, che hanno visto sempre prevalere la destra, visto che sia il sindaco che il governatore con il gradimento più alto sono invece di centrosinistra e che, per quanto riguarda i sindaci, tra i primi 10 ben 7 sono di centrosinistra e solamente 2 di destra.
Al primo posto c’è il primo cittadino di Milano Giuseppe Sala con il 65% di gradimento (+ 7,3% rispetto alle elezioni), seguito proprio da Marco Fioravanti con il 64,5% di gradimento (+5,2% rispetto alle elezioni) che guadagna lo 0,5% rispetto allo scorso anno. Seguono Decaro (Bari csx) e Guerra (Parma csx), poi l’altro sindaco di destra Brugaro (Venezia), con Giordani (Padova csx), Nardella (Firenze csx), Manassero (Cuneo csx), Biffoni (Prato csx) e Mastella (Benevento centro) nelle prime 10 posizioni.
Per quanto riguarda i governatori, il più amato è Stefano Bonaccini (Emilia Romagna csx) che, nonostante le tragiche vicende dell’alluvione, guadagna addirittura un 4% arrivando al 69% di gradimento e scalzando dal vertice il governatore del Veneto Zaia (destra) che scende al 68,5% (rispetto al 70% dello scorso anno). A completare il podio Fedriga (Friuli destra) che scende al 64% rispetto al 68% dello scorso anno. Bisogna invece scendere fino al 13° posto per trovare il governatore marchigiano Acquaroli, con il 45,5% di gradimento ampiamente sotto la soglia del 50%. Come abbiamo sempre sottolineato, i sondaggi vanno presi con le dovute precauzioni, più che altro forniscono un’indicazione di massima sul cosiddetto “sentiment” dei cittadini nei confronti dei propri amministratori locali. E per quanto riguarda quello degli ascolani e dei marchigiani è sin troppo chiaro: molto soddisfatti dal sindaco Fioravanti, decisamente delusi dal governatore Acquaroli.
Un risultato che, per quanto riguarda il presidente della Regione, di certo non stupisce. Anzi, per certi versi semmai sorprende che non si sia registrato un crollo più consistente del gradimento. Perché gli ultimi 12 mesi della giunta regionale sono stati davvero disastrosi, soprattutto per quanto riguarda i temi che sono al centro dell’attività politica regionale, sanità e ricostruzione post terremoto. In campo sanitario, ad esempio, dopo la discutibile gestione dell’emergenza covid, la ripartenza dopo la pandemia se possibile è stata ancora più scoraggiante, con le Marche fanalino di coda sia per quanto riguarda le liste di attesa, sia per quanto riguarda il recupero di prestazioni, ricoveri ed interventi non effettuati per la pandemia, sia per l’utilizzo dei fondi messi a disposizione dal governo proprio per il recupero delle prestazioni sanitarie non effettuate (appena il 36% concretamente speso).
E a proposito di fondi a disposizione non spesi, situazione per certi versi peggiore per quanto riguarda i fondi Por Fesr, con le Marche fanalino di coda per quanto concerne la spesa concreta di quei fondi, appena il 50,8% dei 585,4 milioni di euro messi a disposizione dall’Europa (quindi quasi 300 milioni di euro non utilizzati). Tornando alla sanità, da gennaio è entrata in vigore la riforma fortemente voluta dallo stesso Acquaroli e dalla giunta regionale di destra che, però, per ora ha sortito il duplice sconcertante effetto di aver messo in difficoltà anche i territori che sembravano più avanti ma, al tempo stesso, di aver accentuato le distanze tra il resto della regione e la provincia di Ascoli, sempre più “Cenerentola delle Marche”, almeno per quanto riguarda la sanità.
Poco da aggiungere, rispetto al passato, per quanto riguarda la ricostruzione post terremoto, Acquaroli e la destra nella campagna elettorale prima delle elezioni regionali avevano duramente criticato la gestione post terremoto della precedente giunta guidata da Ceriscioli, dispensando promesse di ogni genere, poi puntualmente non mantenute. A complicare ulteriormente le cose per il governatore marchigiano anche il comportamento di alcuni esponenti della giunta regionale (l’assessore alla sanità Saltamartini su tutti) che continuano ad inanellare gaffes e “figuracce” storiche.
Situazione praticamente opposta per la destra e per il sindaco Fioravanti nel capoluogo piceno che conferma un altissimo gradimento per il primo cittadino. Un risultato che di certo non stupisce e che assume un significato ancora più particolare se si pensa che negli ultimi 12 mesi per il capoluogo piceno sono arrivati quasi esclusivamente risultati negativi e pesanti bocciature. Ascoli continua ad essere il fanalino di coda delle Marche praticamente in quasi tutto, in tutte le classifiche sulla qualità della vita (per quanto possano contare…), nel turismo, nella cultura.
Da anni continua a perdere residenti, tanto da essere scavalcata da San Benedetto che ora ha addirittura oltre 1.500 abitanti in più, sta vedendo miseramente svanire il sogno di “Ascoli città universitaria” (anche in questo caso superata, per numero di iscritti, da San Benedetto). Certo bisogna riconoscere al primo cittadino, grazie anche all’aiuto di gran parte dell’informazione, di saper mimetizzare con indiscussa abilità, grazie anche ad una massiccia campagna propagandistica, insuccessi e difficoltà che pure ci sono e in tantissimi campi. A Fioravanti, inoltre, va riconosciuta l’intelligenza e l’umiltà (che è un grande pregio per chiunque, ancor più per chi riveste determinati ruoli istituzionali) di non aver mutato il suo atteggiamento, di essere rimasto una persona “semplice” (nel senso più positivo del termine), di non essersi “montato la testa”.
Questo fa si che la maggior parte dei cittadini ascolani lo sente molto vicino, come uno di loro, sempre disponibile ad ascoltarli. Il lungo e difficile periodo del lockdown e dell’emergenza covid, poi, hanno ulteriormente amplificato questa sensazione, in quei momenti così duri i cittadini ascolani hanno percepito la vicinanza del sindaco, lo hanno sentito partecipe delle loro difficoltà e in qualche modo l’hanno visto come un importante punto di riferimento. E questo ha fornito a Fioravanti una sorta di bonus che gli consente di ammortizzare, praticamente di annullare, gli effetti negativi di un così elevato numero di insuccessi. La logica porterebbe a pensare che questo scudo non potrà durare all’infinito, che alla fine inevitabilmente il primo cittadino verrà giudicato sulla base dei fatti concreti.
Ma non bisogna dimenticare che quello di Ascoli è, però, un caso per certi versi unico nel panorama nazionale. Basterebbe pensare che nel capoluogo piceno, nonostante una situazione complessiva sempre più allarmante, da 24 anni governano sempre gli stessi, è stato praticamente abolita la parola “alternanza” (anche per evidente responsabilità delle cosiddette opposizioni). Nel meraviglioso regno di “Ugualos” (il modo ironico con il quale i giovani ascolani, ispirandosi ad una famosa scena del film “Non ci resta che piangere”, a metà anni ’80 avevano rinominato il capoluogo piceno) ci vuole poco a ribaltare e stravolgere anche la logica… Certo, se poi Fioravanti trovasse anche il coraggio di far sentire la sua voce in Regione contro le ripetute umiliazioni subite in campo sanitario, ricordandosi che come sindaco dovrebbe anteporre gli interessi dei suoi cittadini a quelli del suo partito, allora i cittadini ascolani probabilmente sarebbero pronti ad incoronarlo imperatore dell’incantato regno di Ugualos…