Mentre sui quotidiani locali va in scena la surreale celebrazione del fantomatico boom di nuovi nati, i dati ufficiali evidenziano che nel primo quadrimestre 2023 ad Ascoli sono diminuiti i nuovi nati mentre non si ferma la fuga di residenti dal capoluogo piceno
Nel mondo al contrario che ormai caratterizza il capoluogo piceno, negli ultimi giorni è andata in scena la surreale celebrazione del fantomatico boom di nuovi nati, con stucchevoli inni al sovrano cittadino (naturalmente Marco Fioravanti) e lodi sperticate e titoloni a tutta pagina per la (molto presunta) straordinaria e convincente (almeno così viene raccontata…) ricetta adottata dal Comune di Ascoli. Come sempre, purtroppo, la realtà non solo è completamente differente ma, praticamente, è esattamente l’opposto di quello che si vuol far credere.
E, in questo caso, racconta di una città sempre più in difficoltà, che mese dopo mese si svuota sempre più e vede precipitare il numero di residenti, dove continuano a nascere sempre meno bambini e che non solo è di gran lunga, sotto ogni punto di vista, il fanalino di coda delle Marche, ma ormai vede seriamente messo in discussione il suo ruolo di capoluogo di provincia da San Benedetto che ha numeri decisamente migliori, in ogni ambito, rispetto ad Ascoli. Dove, per altro, non vengono applicati chissà quale politiche per la natalità ma, anzi, al di là di iniziative che sono tipiche di qualsiasi comune italiano (orari prolungati, nidi d’estate, centri estivi, tariffe rimodulate e ridotte per asili stessi, mense scolastiche e trasporti), per alcuni specifici servizi siamo decisamente indietro rispetto ad altre realtà della regione (in particolare per quanto riguarda i posti a disposizione negli asili nido).
Per altro tutto lo stucchevole teatrino è nato dalla sconcertante strumentalizzazione di un dato e un fatto concreto, l’aumento dei parti all’ospedale di Ascoli e l’annuncio del cosiddetto “bonus bebè”, con il contemporaneo oscuramento di numeri e dati inoppugnabili che confermano il costante e sconfortante declino del capoluogo piceno. Ovviamente è indiscutibilmente positivo che nei primi 6 mesi del 2023 all’ospedale di Ascoli si sia verificato un aumento dei parti (276 rispetto ai 236 dello stesso periodo dell’anno precedente), se non altro perché, se il trend proseguirà anche nella seconda parte dell’anno, non ci sarebbe più il rischio della chiusura del punto nascite all’ospedale Mazzoni.
Allo stesso modo ben venga il “bonus bebè” (dai 200 ai 400 euro) per i nuovi nati, un piccolissimo ma prezioso aiuto per chi mette al mondo un figlio. Ma non bisogna certo essere dei particolari geni per capire che un conto sono i parti in ospedale ed un altro un eventuale boom di nuovi nati nel capoluogo piceno, mentre neppure il più ingenuo e sprovveduto “boccalone” potrebbe credere che un semplice “bonus bebè”, per giunta al momento solo annunciato, possa in qualche modo spingere qualcuno a mettere al mondo dei figli.
E’ invece evidente come questo stucchevole teatrino e questa surreale celebrazione di qualcosa che, come vedremo, non esiste affatto in concreto siano servite per spostare l’attenzione, per far passare quasi sotto silenzio alcuni dati che fotografano un quadro semplicemente sconfortante. Nei giorni scorsi, infatti, sono starti resi noti i dati relativi al primo quadrimestre del 2023 dei residenti nei principali comuni marchigiani che evidenziano una scontata tendenza ad un generale calo di residenti che, però, non riguarda tutti i comuni più grandi, visto che Macerata, Osimo e San Benedetto fanno invece registrare una crescita.
Complessivamente le Marche nei primi 4 mesi del 2023 hanno perso 1.956 residenti (da 1.480.839 a 1.478.883), una diminuzione contenuta solo grazie al saldo migratorio positivo (+1.449) che ha attenuato gli effetti del consistente saldo naturale, – 3.405 (6.086 morti a fronte di 2.681 nuovi nati). Non ci sarebbe quasi bisogno neppure di evidenziarlo, ma in assoluto il comune che nei primi 4 mesi ha perso il maggior numero di residente è proprio Ascoli Piceno che il 1 gennaio 2023 aveva 45.571 abitanti, scesi a 45.427 al 30 aprile 2023 (- 144 residenti). Un trend irrefrenabile che, se proseguirà anche nei prossimi mesi, porterà il capoluogo piceno entro i primi mesi del 2024 a scendere sotto quota 45 mila.
Come anticipato, invece, a San Benedetto cresce il numero degli abitanti che si avvicina a quota 47 mila (46.994 rispetto ai 46.957 del 1 gennaio 2023) e, di conseguenza, si allarga sempre più il divario con il capoluogo piceno che ora ha 1.567 abitanti in meno. Ancora più significativo è il dato relativo ai nuovi nati (sempre nel primo quadrimestre del 2023) che complessivamente fa registrare un leggero incremento nelle Marche (2.681 rispetto ai 2.612 dello stesso periodo dello scorso anno), con in particolare alcuni comuni che hanno un saldo decisamente positivo.
Su tutti Macerata (+27 nuovi nati rispetto al primo quadrimestre del 2022) ma anche Civitanova e San Benedetto (+13), Fabriano e Urbino (+10). In controtendenza, rispetto al quadro generale della regione, Ascoli che invece registra una leggera diminuzione con 74 nuovi nei primi 4 mesi del 2023, 4 in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I dati ufficiali, quindi, certificano in maniera inequivocabile non solo che non c’è nessun boom, ma che addirittura si registra un calo di nuovi nati rispetto ai primi 4 mesi del 2022, anno in cui complessivamente nel capoluogo piceno sono nati appena 255 bambini (268 a San Benedetto).
E confermano che Ascoli continua a svuotarsi e a perdere residenti in maniera decisamente più consistente rispetto al resto della regione. Dati che rendono ancora ridicola e imbarazzante la celebrazione di qualcosa che non c’è andata in scena nei giorni scorsi su gran parte dell’informazione locale, con tanto di lodi e interviste al sindaco Fioravanti che spiegava come è stato possibile ottenere simili risultati. Che, come visto, in realtà non esistono, anzi…
Naturalmente, per non commettere in senso opposto lo stesso grave errore, è giusto sottolineare che siamo di fronte a due fenomeni (la continua fuga di residenti e il crollo delle nascite nel capoluogo piceno) molto complessi, determinati da svariate ragioni che solo in parte sono imputabili all’operato dell’amministrazione comunale. A cui si può rimproverare di continuare ad andare avanti con annunci, slogan e misure di facciata o, in certi casi, del tutto inutili e, soprattutto, di continuare a fingere di non vedere la realtà e di ostinarsi a disegnare un quadro idilliaco che è in netto contrasto con quello che emerge dai fatti concreti. Che dimostrano come Ascoli stia sempre più perdendo il ruolo di capoluogo di provincia, come sia una città in profonda crisi, scavalcata in quasi tutti i settori da San Benedetto.
Non solo per quanto riguarda i residenti, anche per quanto concerne l’offerta universitaria, la sanità (anche se siamo di fronte ad una “guerra” tra poveri ma almeno San Benedetto ha la speranza/illusione di avere nei prossimi anni una nuova struttura ospedaliera), per non parlare del turismo, settore nel quale non è neppure possibile un paragone. Il problema è che per provare a risalire, per cercare di migliorare la situazione innanzitutto è fondamentale prendere coscienza e ammettere la situazione di profonda crisi in cui versa la nostra città.
Esattamente il contrario di quello che, invece, continuano a fare il sindaco e l’amministrazione comunale, con la complicità di gran parte dell’informazione locale, come dimostra inequivocabilmente proprio quest’ultimo caso, con la surreale celebrazione di qualcosa che non esiste (il boom di nuovi nati), proprio mentre i dati ufficiali confermavano l’ennesima diminuzione di nuovi nati e l’inarrestabile fuga di residenti. Per la serie “occhio non vede, cuore non duole”…