Girandola di direttori e commissari, ennesima penalizzazione per la sanità picena


La Regione aveva assicurato che avrebbe garantito una direzione generale all’Ast di Ascoli ben prima della scadenza del 31 maggio. Invece l’Azienda sanitaria territoriale ascolana dovrà aspettare fino al 17 luglio per la nuova direttrice generale Nicoletta Natalini

Sembra una barzelletta, una solenne presa in giro, purtroppo è la cruda e sconcertante realtà. Martedì 30 maggio la giunta regionale guidata dal governatore Acquaroli ha deciso le nomine dei direttori delle 5 Ast (Aziende sanitarie territoriali) che entrano in carica dal 1 giugno, con un’unica particolare eccezione. E indovinate un po’ quale Ast è oggetto di questa particolare eccezione? Non c’è neppure bisogno di chiederlo, naturalmente si tratta di quella di Ascoli. Che dovrà aspettare il 17 luglio prima di poter finalmente vedere all’opera la nuova direttrice generale Nicoletta Natalini. Fino ad allora ci sarà un commissario ad interim. Che, però, non sarà quello in carica fino a poche ore fa, sarebbe troppo semplice e troppo logico.

Dal 1 giugno al 16 luglio il nuovo commissario ad interim (anzi, la nuova commissaria) sarà Monia Capalbo. Se non è un record, poco ci manca. Da quando la Regione ha deciso il passaggio dalle Aree Vaste alle Ast (1 gennaio 2023), quella di Ascoli ha collezionato ben 4 cambi al vertice. Inizialmente era stata nominata Vania Carignani che, come gli altri commissari straordinari, sarebbe dovuta restare fino a fine febbraio, scadenza inizialmente stabilita dalla Regione per la nomina dei nuovi direttori. Ovviamente non rispettata, con una prima proroga ed una seconda fino al 31 maggio 2023. Solo che, in occasione della seconda proroga, mentre in tutte le altre 4 Ast sono stati confermati i commissari iniziali, in quella di Ascoli è stato nominato al posto della Carignani quel Roberto Grinta commissario dell’Ast di Fermo, quindi costretto ad occuparsi dell’Ast di Ascoli a tempo perso.

Il resto è storia recente, con la nomina della Capalbo commissaria fino al 16 luglio e poi finalmente l’arrivo della nuova direttrice generale Natalini. Non serve neppure sottolinearlo ma, chissà perché, questo incredibile e folle turn over ha riguardato solo l’Ast di Ascoli (quella che un quotidiano del capoluogo regionale senza tanti giri di parole ha definito “il ginepraio del sud”). Un’evidente e pesante penalizzazione per un’Azienda territoriale sanitaria che ha già uno storico e consistente gap con il resto della regione, destinato inevitabilmente ad ampliarsi con la partenza in ritardo della nuova gestione. Che, oltretutto, si aggiunge ad un’altra pesante penalizzazione subita con l’avvio delle Ast, con quella di Ascoli unica ad aver subito un consistente taglio dei fondi per il personale (-1,8 milioni di euro), mentre le altre 4 Ast hanno ottenuto un consistente aumento (da un massimo di 5 milioni di euro in più per l’Ast di Ancona, ad un minimo di 1,5 milioni di euro in più per quella di Fermo). E per fortuna che con l’arrivo di Acquaroli e C. alla guida della Regione la destra ascolana aveva assicurato che Ascoli non sarebbe più stata la Cenerentola delle Marche per quanto riguarda la sanità…

Tornando alla nomina dei direttori, ancora una volta al danno si è aggiunta anche la beffa. Perché solo qualche settimana fa la Regione avevano assicurato che avrebbero garantito una direzione generale all’Ast di Ascoli ben prima della scadenza stabilita (31 maggio). Sembra quasi che per Acquaroli e la giunta regionale non sia sufficiente penalizzare così pesantemente il Piceno ma vogliono anche divertirsi a prenderlo in giro e umiliarlo con promesse puntualmente non rispettate. Tanto poi nel capoluogo piceno nessuno reagisce, il sindaco Fioravanti, da bravo soldatino obbediente troppo preoccupato di tutelare prima di ogni altra cosa gli interessi del suo partito, accetta senza mai dire nulla qualsiasi genere di penalizzazione, fingendo (insieme a quegli stessi esponenti della destra ascolana che fino a qualche tempo fa si battevano quotidianamente per la tutela dell’ospedale cittadino e della sanità picena) che vada tutto bene, mentre in realtà non possono non rendersi conto che tutto sta andando a rotoli.

A mobilitarsi, come avviene ormai da tempo, anche in questo caso sono stati i sindacati che, in un comunicato sottoscritto da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fp, Ugl Salute, Fials, denuncia l’ennesimo commissariamento, sottolineando tutte le conseguenze negative che ne deriveranno per la già derelitta sanità picena.  “Prendiamo atto della nomina del nuovo direttore generale nella persona della dott.ssa Nicoletta Natalini la quale però, per incarichi tuttora vigenti fuori Regione, prenderà servizio solo il 17 luglio prossimo – si legge nella nota –  In qualità di commissaria straordinaria, da domani 1 giugno, giungerà invece alla guida dell’Ast di Ascoli Piceno la dott.ssa Maria Capalbo. Auspicandoci che entrambe riprendano immediatamente in mano le relazioni sindacali, abbandonate dai commissari che le hanno precedute, non possiamo non esprimere amarezza per le modalità con cui queste nomine sono state gestite, in particolare a fronte dei riflessi che le scelte compiute comportano – e comporteranno – per la Sanità Pubblica Picena.

In una situazione come quella che investe il nostro territorio, in cui tutto è fermo agli ultimi atti dell’ex Area Vasta 5 ed in cui i precari vengono prorogati a singhiozzo, gli istituti contrattuali economici non vengono liquidati ai lavoratori a partire da quanto vantato con riferimento ai tempi di vestizione fino a cumulare crediti per oltre 6.000 euro cadauno, in cui alcuni dirigenti fanno e disfanno senza tracciare e motivare le scelte compiute, in cui i lavoratori vengono spostati dall’oggi al domani con una telefonata e nessuno si assume l’onere (ma solo l’onore) di giustificare tali direttive, in cui l’utilizzo dei fondi contrattuali non è in alcun modo monitorato e la riorganizzazione tracciata a fine 2022 non vede ancora la luce”. I sindacati ricordano poi l’ennesima promessa non mantenuta dalla Regione, sottolineando come l’Ast di Ascoli avrebbe invece bisogno da subito di stabilità.

I rappresentanti regionali – si legge ancora nella nota – avevano assunto l’impegno di garantire una direzione generale per codesta AST, con pieni poteri, che sarebbe stata operativa già ben prima della scadenza dei termini. E invece oggi, 31 maggio, dobbiamo prendere atto dell’ennesimo commissariamento per questa Azienda Sanitaria che avrebbe invece così urgenza di una direzione generale stabile che possa ripristinare una gestione programmatoria di ampio respiro. Dunque, consapevoli della fragilissima situazione in cui la dott.ssa Capalbo dovrà inserirsi compiendo scelte importanti sin dall’assunzione dell’incarico e del compito arduo, assolutamente ineludibile, che dovrà portare avanti, pena l’ingovernabilità dell’intero sistema della Sanità Pubblica Picena, auspichiamo che la nuova commissaria, tra le priorità, inserisca l’immediato confronto con le rappresentanze sindacali al fine di prendere cognizione delle gravi problematiche e con assoluta determinazione adotti i provvedimenti necessari a salvaguardare il Servizio Sanitario di questo territorio che di giorno in giorno lascia spazio al privato con le disastrose conseguenze che ben si possono immaginare per i cittadini piceni”.

In realtà purtroppo non c’è alcun bisogno di immaginarle perché i cittadini le verificano di giorno in giorno sulla propria pelle…

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