Risultati complessivamente negativi per Ascoli e la sua provincia, di gran lunga la cenerentola delle Marche, nelle tre classifiche generazionali con le quali “Il Sole 24 Ore” valuta la qualità della vita per bambini, giovani e anziani. Nel dettaglio tutti i risultati
Ascoli e la provincia non sono il posto ideale per i più giovani ma neppure per gli anziani, mentre va decisamente meglio per i più piccoli. Non sono molto incoraggianti per il nostro territorio, ma neppure particolarmente sorprendenti, i risultati che emergono dalle tre classifiche “generazionali” (bambini, giovani, anziani) sulla qualità della vita con le quali “Il Sole 24 Ore” anticipa la tradizionale classifica di fine anno, anticipando e valutando la vivibilità delle province italiane in base alle differenti generazioni. L’indagine, i cui risultati sono stati presentati in anteprima al Festival dell’Economia di Trento, misura le risposte dei territori alle esigenze specifiche dei tre target generazionali più fragili e insieme strategici, i servizi a loro rivolti e le loro condizioni di vita e di salute.
Per ognuno dei tre target vengono presi in considerazione 12 parametri statistici, forniti da fonti certificate, che riguardano entrambi gli aspetti citati (servizi e condizioni di vita). Quello che complessivamente emerge è un racconto che mette in luce come, da nord a sud, i divari territoriali siano purtroppo anche generazionali. Si conferma il ritardo del Mezzogiorno che nelle tre graduatorie popola quasi sempre il fondo. Per quanto concerne le province marchigiane generalmente si collocano a metà classifica, con alcune eccezioni in positivo di Ancona (9° posto nella classifica “bambini”) e Fermo (3° posto nella classifica “anziani”) e in negativo di Ascoli e Fermo (rispettivamente 71° e 68° posto nella classifica “anziani”). Complessivamente, sommando i risultati nelle tre classifiche, la provincia migliore risulta essere Ancona (1.517,4 punteggio complessivo), mentre ancora una volta Ascoli e provincia si confermano di gran lunga le cenerentole delle Marche (punteggio complessivo 1.381,6), come detto con risultati molto negativi nelle classifiche “giovani” e “anziani”).
Naturalmente, come sempre in queste circostanze, è ben ricordare che le classifiche sulla qualità della vita vanno prese per quello che sono, non certamente come una sorta di marchio definitivo, come una certificazione indiscutibile. Più che altro sono importanti e interessanti perché forniscono delle indicazioni di massima sulle condizioni di vita di ogni provincia italiana, senza mai dimenticare, però, che la reale qualità della vita è determinata anche da fattori che non possono in alcun modo essere misurati o ai quali non si può attribuire in astratto alcun punteggio. E’ anche importante saper valutare i vari parametri che contribuiscono a determinare ogni graduatoria perché ce ne sono alcuni che sono indiscutibilmente legati alle scelte politico-amministrative delle rispettive amministrazioni (solo per citarne alcuni, asili nido, trasporto pubblico per anziani, assistenza domiciliare, disponibilità di orti urbani e biblioteche, presenza di aree sportive ed eventi culturali), altri che sono legati ad aspetti più generali sui quali l’attività di un’amministrazione pubblica poco o nulla può incidere (tasso di natalità, numero di laureati, consumo farmaci, numero di infermieri e geriatri, ecc.) altri ancora inerenti più alla sfera economica determinata da vari fattori (importo medio pensioni, canoni medi di locazione, ecc.).
Allo stesso tempo è innegabile che queste tre graduatorie “generazionali”, pur con tutte le precauzioni di cui sopra, complessivamente forniscono un quadro delle condizioni di vita delle province italiane da tenere doverosamente in seria considerazione. Ricordando sempre che le tre classifiche (così come quella tradizionale di fine anno) riguardano l’intera provincia, anche se ovviamente la situazione del capoluogo di provincia incide in maniera consistente sui risultati, vediamo nel dettaglio la situazione di Ascoli nelle tre graduatorie.
Classifica Bambini – Ascoli 36° posto
E’ la provincia di Siena, seguita da Udine e Oristano, quella dove i bambini vivono meglio. Per quanto riguarda le Marche la migliore è Ancona (9° posto), seguita da Macerata (33° posto), Ascoli (36°), Pesaro-Urbino (65°) e Fermo (68°). I risultati migliori per la provincia di Ascoli arrivano dal numero di delitti denunciati ogni 10 mila minori (3° posto con 0,4 rispetto alla media nazionale di 1,9) e dalla percentuale di alunni delle medie con competenza alfabetica non adeguata (16° posto con il 31,8% rispetto alla media nazionale di 38,6%). Il risultato peggiore, invece, è quello relativo alla spesa pro capite per servizi e interventi sociali (88° posto con appena 26,9 euro pro capite rispetto alla media nazionale di 47,9 euro) ma dati negativi sono anche quelli che riguardano la qualità delle scuole, con il 67° posto per quanto riguarda la presenza di giardini e verde nelle scuole pubbliche (dato che riguarda solo le scuole del capoluogo) e il 65° posto per la presenza di palestre nelle scuole. Sotto la media nazionale anche i dati relativi alla presenza di pediatri ogni mille bambini e dell’incidenza sul reddito pro capite della retta per la mensa scolastica.
Classifica Giovani – Ascoli 55° posto
Ravenna si conferma la provincia con la qualità della vita migliore per i giovani, seguita da Forlì e Ferrara. Pesaro-Urbino con il 24° posto risulta, invece, la migliore provincia delle Marche seguita da Ancona (41°), Fermo (46°), Ascoli (55°) e Macerata (65°). Complessivamente il dato più incoraggiante per la nostra regione è quello relativo ai cosiddetti neet (giovani che non lavorano e non studiano), con, ad eccezione di Macerata, tutte le altre province che hanno dati migliori rispetto alla media nazionale (22,1%, la provincia di Ascoli fa segnare una percentuale del 14,3%) e Ancona e Fermo addirittura tra le migliori 10 province italiane. Andando più nel dettaglio per quanto riguarda la provincia di Ascoli è significativo che l’unico primato regionale che può vantare è quello relativo a bar e discoteche ogni 10 mila residenti tra i 18 e i 35 anni (200,9 rispetto alla media nazionale di 161 e complessivamente 19° posto). Di contro risulta invece la peggiore delle Marche in ben 5 dei 12 parametri statistici presi a riferimento.
In particolare per quanto riguarda gli spettacoli (65° posto, 19,9 ogni 10 mila residente tra 18 e 35 anni rispetto alla media nazionale di 26,6) e le aree sportive a disposizione dei più giovani, con il 91° posto tra i peggiori dell’intero paese (1,3 mq per residente 18-35 anni rispetto alla media nazionale di 12,7 mq). Fanalino di coda regionale e agli ultimi posti nazionali anche per quanto riguarda la soddisfazione per il proprio lavoro (93° posto) e per il tasso di disoccupazione giovanile (49° posto), comunque ben al di sotto della media nazionale (11,6% rispetto al 14,6%). Non stupisce, invece, il dato relativo alla variazione del numero dei residenti giovani, con una diminuzione (rispetto al 2019) del 5,8%, decisamente al di sopra della media nazionale (71° posto). D’altra parte non servivano certo i dati de “Il Sole 24 Ore” per sapere che prosegue la fuga dei giovani dal capoluogo piceno e, più in generale, dalla provincia di Ascoli.
Classifica Anziani – Ascoli 71° posto
C’è anche un po’ di Marche nel podio della classifica per la qualità della vita degli anziani. Dietro a Trento, che si conferma la provincia migliore, e a Bolzano, c’è al terzo posto la provincia di Fermo. Che, naturalmente, è anche la migliore della nostra regione seguita da Macerata (17° posto), Pesaro-Urbino (40°), Ancona (42°) e Ascoli (71°). Nonostante il risultato decisamente negativo, non mancano comunque alcuni aspetti positivi. Come il 4° posto (migliore delle Marche) per quanto riguarda le persone sole anziane (26,9% rispetto alla media nazionale del 32,8%), ma anche la speranza di vita a 65 anni (29° posto) e il numero di infermieri non pediatrici ogni 100 mila abitanti (25° posto con 1.016,3 rispetto alla media nazionale di 907,5).
Di contro, però, la provincia di Ascoli è la peggiore delle Marche (e tra le peggiori in Italia) per quanto riguarda la spesa pro capite per il trasporto anziani e disabili (88° posto con appena 80 centesimi di spesa pro capite rispetto alla media nazionale di 6,40 euro), per la presenza di orti urbani e di biblioteche comunali (87° posto in entrambi i casi), mentre solo Fermo ha un numero di posti letto inferiore nelle Rsa (63° posto con 12,4 ogni mille anziani rispetto alla media nazionale di 19,1).