Dopo aver tagliato di quasi 2 milioni di euro i fondi per il personale sanitario dell’Ast di Ascoli, mentre sono stati aumentati di diversi milioni quelli per le altre 4 Ast delle Marche, la Regione prova a “lavarsi la coscienza” con l’elemosina da 342 mila euro
Cornuti e “mazziati”. Così dovrebbe sentirsi gli ascolani dopo le ultime dichiarazioni dell’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini e il conseguente comportamento della Regione guidata da Francesco Acquaroli. Secondo quanto riportano tutti i quotidiani (non smentiti fino ad ora dall’assessore stesso) Saltamartini avrebbe affermato che “la Regione ha stanziato 608 mila euro per il Piceno. Riconoscendo che l’ex Area Vasta era stata penalizzata, la giunta ha stabilito di incrementare i soldi a disposizione”. Non sappiamo se l’assessore regionale alla sanità si renda conto della gravità delle sue affermazioni, di come quelle parole suonino come una pesante e inaccettabile presa in giro per il Piceno, per i suoi cittadini e per tutto il personale sanitario.
Purtroppo, però, orami questo territorio sembra essere così abituato ad essere penalizzato e sbeffeggiato dalla Regione che si lascia prendere in giro senza neppure reagire, con le istituzioni e gli amministratori locali (su tutti i sindaci di Ascoli Fioravanti e di San Benedetto Spazzafumo) che accettano supinamente, senza obiettare nulla, qualsiasi umiliazione. Perché, sintetizzando, Saltamartini in pratica sta dicendo che la giunta regionale è pienamente consapevole di aver pesantemente penalizzato il Piceno, già “Cenerentola delle Marche”, con la distribuzione dei fondi per il personale sanitario.
Ma ha pensato, probabilmente consapevole di questo incomprensibile atteggiamento remissivo, che è sufficiente elemosinare due spicci (342 mila euro), che non colmano in alcun modo il divario e non sanano di certo la situazione, ma consentono al governatore marchigiano, all’assessore alla sanità e al resto della giunta di “lavarsi la coscienza”. Al di là di ogni altra considerazione e della solita stucchevole propaganda, il punto fondamentale che quei 342 mila euro non cambiano minimamente la situazione. Perché il gap tra il Piceno e il resto della regione nella sanità, che nelle promesse elettorali della destra ascolana ma anche dello stesso Acquaroli doveva non diminuire, ma scomparire, è clamorosamente e consistentemente aumentato. In ogni ambito della sanità ma, in maniera sin troppo evidente, per quanto concerne la dotazione economica per il personale sanitario.
E’ cosa arci nota anche ai muri (e politici e amministratori della destra ascolana lo hanno sempre denunciato) che quello dell’ex Area Vasta 5 era sottodimensionato, assolutamente insufficiente per garantire i necessari servizi ai cittadini. Con la presunta rivoluzione sanitaria voluta dalla giunta Acquaroli (su cui è meglio stendere un velo pietoso), il minimo che ci si potesse aspettare, viste le promesse fatte nelle campagne elettorali (quella per le regionali ma anche quella per le politiche del settembre scorso), era che la Regione aumentasse le risorse per la nuova di Ast di Ascoli, magari anche a costo di ridurle per le altre Ast delle Marche.
D’altra parte se per anni si ripete ossessivamente che il Piceno non sarà più “la Cenerentola delle Marche”, è lecito ed è logico attendersi prima di ogni altra cosa un occhio di riguardo per quel territorio che, secondo gli stessi amministratori regionali, è così indietro rispetto agli altri. Invece, quando è stato il momento di decidere e stanziare le risorse per il personale sanitario delle 5 Ast marchigiane, incredibilmente è accaduto esattamente il contrario. Perché non solo non è arrivato l’aumento ma, addirittura, c’è stato un ulteriore e piuttosto consistente taglio di fondi, quasi 2 milioni di euro in meno (1.838.976 euro per l’esattezza).
Non solo, tanto per aggiungere la beffa al danno, il taglio dei fondi ha colpito esclusivamente l’Ast di Ascoli perché le altre 4 Ast delle Marche hanno ottenuto un consistente aumento di fondi per il personale sanitario: 5.301.954 euro in più per l’Ast di Ancona, 4.977.497 euro per quella di Macerata, 2.226.839 euro per quella di Pesaro, 1.339.209 euro per quella di Fermo. Il netto gap già esistente tra il Piceno e il resto delle Marche, sempre ammesso (anzi, denunciato) dalla destra ascolana che ora è al governo della Regione, è ora diventato un abisso. Che, ovviamente, non può essere in alcun modo colmato dai 342 mila euro, che rappresentano una goccia in un oceano, o comunque dai 608 mila euro rivendicati dall’assessore regionale alla sanità. Che somma quei 342 mila euro (promessi ma ancora da stanziare ufficialmente) ai 266 mila euro aggiuntivi, per il fondo 2022, stanziati dalla Regione nell’agosto scorso.
Anche mettendo insieme questi due stanziamenti si tratta di appena 608 mila euro che coprono appena il 40% del taglio di fondi per il personale deciso per l’Ast di Ascoli. In altre parole, con quei due stanziamenti il fondo per il personale sanitario dell’Ast di Ascoli subisce comunque un taglio di 1.230.976, mentre tutte le altre Ast hanno ottenuto un consistente aumento di fondi. Naturalmente è sempre meglio avere qualche centinaio di migliaia di euro in più che in meno, ma c’è poco da esultare e, a maggior ragione, le parole di Saltamartini suonano beffarde e sono assolutamente inaccettabili.
Il problema è che la Regione ha ampiamente capito (lo hanno compreso tutti) che può continuare a penalizzare come e quanto vuole il Piceno perché ormai il nostro territorio sembra assuefatto e rassegnato a subire supinamente e, soprattutto, perché chi più di ogni altro potrebbe e dovrebbe tutelarlo ha abdicato al proprio ruolo. Il fato che il sindaco di Ascoli Fioravanti sia dello stesso partito del presidente della Regione Acquaroli doveva e poteva essere un grande vantaggio per il nostro territorio, invece si sta rivelando un grandissimo handicap.
E’ facile immaginare l’impatto che avrebbe avuto un atteggiamento differente da parte del primo cittadino ascolano, se davvero Fioravanti avesse messo la tutela dei suoi cittadini, del suo territorio al primo posto e, magari, di fronte a queste pesanti penalizzazioni e alle parole dell’assessore Saltamartini avesse minacciato di strappare la tessera e uscire dal suo partito, con tutto quello che in termini elettorali una simile minaccia avrebbe comportato. Purtroppo, però, possiamo solo immaginarlo perché Fioravanti, da fedele “soldatino”, ha sempre dimostrato che per lui è prioritario l’interesse del suo partito rispetto a quello dei suoi concittadini.
Chi, naturalmente oltre l’opposizione, prova a far sentire la propria voce di protesta sono i sindacati. “Se teniamo conto che il divario tra il Fondo dei dipendenti del territorio Piceno era di un milione e mezzo di euro in meno rispetto alla media regionale con tale ultimo stanziamento verrebbe recuperato il 40% del divario esistente. Dette nuove risorse non sarebbero ancora sufficienti per garantire il regolare pagamento di tutte le indennità contrattuali quali turno, festivi, straordinario, notturni, ecc. ma indubbiamente rappresentano una utile risorsa apprezzabile per il riequilibrio complessivo dei fondi dei dipendenti della sanità pubblica regionale” si legge in una nota della Fp Cigl, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials e Ugl Salute.
“Non sono accettabili – prosegue la nota – le dichiarazioni dei Rappresentanti della Regione Marche che la citata ripartizione sarebbe stata effettuata a conguaglio in considerazione della popolazione residente in ciascun territorio. Le risorse per il personale, infatti, dovrebbero essere assegnate in base ai posti letto autorizzati nella stessa Regione ed ai servizi sanitari offerti all’utenza, sempre sulla base delle richieste ed autorizzazioni regionali. Per tali motivi rivendichiamo, anche in questo ambito, un incremento dei finanziamenti al fine di poter implementare e non ridurre la dotazione organica al fine di consentire a tantissimi operatori sanitari di poter smaltire le oltre cento giornate di ferie cumulate per mancanza di personale. Ricordiamo infine all’Assessore alla Sanità e al Presidente della Giunta Regionale che i lavoratori dell’Azienda Sanitaria Territoriale di Ascoli Piceno hanno un credito medio nei confronti del datore di lavoro pari a circa 6 mila euro cadauno per il mancato riconoscimento dei tempi di vestizione di cui l’Assessore, alla presenza del Presidente, aveva pubblicamente riconosciuto il diritto dei dipendenti a riscuotere tale credito, motivo di fortissimo malcontento con conseguente deterioramento del clima ambientale nei luoghi di lavoro”.