“Capolavoro” della Santanchè, 9 milioni di euro per promuovere la Slovenia e alberghi per milionari


La costosissima campagna promozionale “Open to Meraviglia”, con testimonial la Venere di Botticelli in versione… Chiara Ferragni, naufraga nel giro di poche tra incredibili “pastrocchi” e clamorosi strafalcioni da dilettanti allo sbaraglio

E’ una Venere influencer capricciosa e dispettosa quella che ci propone la costosissima campagna promozionale “Open to Meraviglia” lanciata nei giorni scorsi dalla ministra per il turismo Daniela Santenchè. Al di là del fatto che ricorda terribilmente la Chiara Ferragni che nel 2020 svelava (lei gratuitamente) “il segreto della pizza che rigenera”, la Venere di Botticelli in questa versione da influencer, oltre ad andare in bicicletta al Colosseo, a scattarsi selfie in piazza San Marco e a girare tutti i meravigliosi luoghi del nostro paese, è decisamente viziata, perché ama le strutture alberghiere di super lusso, riservati a pochi fortunati, non sopporta i bambini e si diverte a giocare brutti scherzi e a prendere in giro il suo paese.

Ad esempio sconfinando in Slovenia, a pochi passi dal Collio Friuliano, per sorseggiare un ottimo vino sloveno, il Cotar dell’omonima cantina slovena, facendosi beffe di tutti gli straordinari vini che abbiamo in Italia. In un paese normale sarebbero già saltate parecchie teste, prima tra tutte proprio quella della ministra Santanchè, perché simili sconfortanti pasticci e una così imbarazzante “figuraccia” non possono in alcun modo essere tollerati. A 48 ore dalla presentazione in grande stile, con tanto di conferenza stampa e roboanti annunci, non c’è stato neppure il tempo per discutere sulla scelta di utilizzare la Venere di Botticcelli in versione influencer per la promozione turistica (che ha fatto storcere la bocca a tanti, compreso il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi) che l’incredibile serie di strafalcioni emersi ha finito per travolgere la campagna promozionale stessa, trasformandola in un autogol senza precedenti.

Serve per vendere la nostra nazione e le nostre eccellenze in un modo inedito, mai fatto in Italia prima d’ora” aveva affermato Daniela Santanchè. Ed in effetti non era mai accaduto prima che una così importante e costosa campagna promozionale si trasformasse in così breve tempo in una farsa senza precedenti. Perché già poche ore dopo la presentazione è venuta fuori la prima sconcertante “magagna”. Sembra persino incredibile a dirlo ma si è scoperto che il dominio opentomeraviglia.it non è stato registrato. O meglio (forse sarebbe il caso di dire peggio…), quel dominio è stato registrato da qualcun altro. A far venire a galla l’incredibile “topica” ci ha pensato sui social tale Bob K. Palmer che ha annunciato di averlo registrato lui al costo di un solo centesimo, dopo aver sbeffeggiato in ogni modo la ministra Santanchè.

In realtà poi si è scoperto che il dominio è stato preso da una web agency di San Piero a Sieve. Così tutti coloro che cliccheranno su opentomeraviglia.it si troveranno di fronte non il sito della campagna promozionale del ministero del turismo (insieme all’Enit), ma nel sito della Marketing Toys. Che accoglie i visitatori con un’evidente e sottile ironia nei confronti della ministra Santachè. “Tranquilli, ci abbiamo pensato noi di Marketing Toys” campeggia sulla pagina, con l’ulteriore puntualizzazione che “il marketing è una cosa seria”. Sempre nel sito si trova poi la spiegazione di come sono andate le cose. “La storia di un dominio (non ancora registrato) è il titolo del racconto secondo il quale due consulenti marketing della società, mentre erano a Parigi per un concerto, volevano collegarsi ma hanno scoperto che il dominio opentomeraviglia.it era libero, non era registrato da nessuno. Un’occasione troppo “ghiotta” per non essere sfruttata da chi è del settore, così un minuto dopo quel dominio è diventato di proprietà della Marketing Toys.

Era in offerta a 4,99 euro, non potevamo lasciarlo libero. Però la ministra Santanchè non si preoccupi, siamo pronti a darlo alla sua campagna promozionale” ha poi spiegato con evidente ironia il titolare di quella agenzia. Siano ben oltre i dilettanti allo sbaraglio, già solo per questo ci sarebbe da vergognarsi, una campagna da 9 milioni di euro messa in discussione per meno di 5 euro… Ma è solo l’inizio. Poche ore dopo la scoperta del pasticcio sul dominio emerge un nuovo sconcertante particolare. Si scopre, infatti, che alcune scene del video che fa parte della campagna Open to Meraviglia sono state girate in Slovenia.

A svelarlo è il proprietario della casa di produzione “Terroir films”, Massimiliano Milic. “Sapete come il ministero del turismo ha deciso di rilanciare il made in Italy – scrive su facebook – con un bel video di riprese stock, prevalenti in questo video, di una cantina slovena spacciandole per immagini dell’Italia”. Sembra impossibile, sarebbe davvero troppo che nel video della campagna promozionale del nostro paese ci siano immagini della Slovenia spacciate per immagini dell’Italia, sarebbe uno scandalo senza precedenti. In realtà il condizionale bisogna toglierlo, è tutto incredibilmente vero.

Mi sembrava impossibile – scrive Selvaggia Lucarelli su Twitter – visto che è una campagna pubblicitaria che costa complessivamente 9 milioni di euro e di cantine in Italia ce ne saranno 200 mila. E invece è possibile, ho cercato sul web e quella del video con le finestrelle azzurre e le piante rampicanti è la cantina Cotar, nel carso sloveno. C’è anche una bottiglia del vino Cotar sul tavolo. A quel punto mi sono chiesta, non è che si tratta di un video stock? Ed ecco che ho trovato su una piattaforma straniera il video, la società in questione cede queste e altre immagini simili per appena 600 euro all’anno in abbonamento. Manca solo il claim: la cosa più bella dell’Italia? Il treno per Lubiana”.

Qualcuno dovrebbe spiegare all’incauta ministra Santanchè che nell’era dominata dal web basta pochissimo per scoprire tutto. E con una rapidissima ricerca emerge, infatti, che il video in questo si trova su Artgrid, una piattaforma straniera il cui abbonamento costa 600 euro all’anno, ed è stato girato dal regista olandese Hans Peter Scheep. Quindi una piattaforma straniera, un video di un regista olandese, una cantina slovena. Tutto rigorosamente non italiano per promuovere il nostro paese, un vero e proprio colpo di genio. Ma non è finita qua. Passa ancora qualche ora ed ecco che emerge un nuovo sconcertante particolare. Come spiega Mentana su Open, la Venere influencer voluta dalla ministra Santanchè sul sito Italia.it oltre a guidare i turisti nelle bellezze del nostro paese (e, come abbiamo visto, anche della Slovenia…) “suggerisce con una sorta di promo di Stato anche sei strutture alberghiere dotate di spa dove poter soggiornare”.

Sorprende – prosegue Mentana – perché di fatto lo Stato fa pubblicità solo a loro e non ad altri, ma anche perché non si tratta di strutture per tutti. I prezzi sono generalmente esclusivi, alcuni davvero da turisti milionari. Ma soprattutto in due dei sei hotel suggeriti sono ammessi gli animali ma non i bambini”.  Quindi la ministra del governo che tutela la famiglia e che promette politiche contro la denatalità, promuove strutture che non vogliono bambini. Complimenti per la coerenza… Sicuramente molto più coerente il fatto che si tratti di strutture riservate a pochi, non lo scopriamo certo ora che questo governo nei confronti dei ceti più deboli adotta la strategia di Cetto Laqualunque (“che voglio fare per i più poveri e i più deboli? Una beata minchia!”).

Mentana svela anche i nomi dei 6 hotel, con prezzi che vanno nel più “economico” da 400 a 700 euro a notte, fino a 4-7 mila a notte. Al di là di coerenze e incoerenze e di questi non secondari particolari, è semplicemente vergognoso e del tutto inaccettabile che in una campagna che dovrebbe promuovere il nostro paese si pubblicizzi in questo modo esclusivamente 6 strutture alberghiere, per giunta di quel tipo. D’altra parte, però, con una simile ministra non c’era da aspettarsi qualcosa di diverso…

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