Nella determina n. 967 del 30 marzo il direttore dei lavori certifica che “sono stati eseguiti lavori per 334.522,81 euro”, pari al 53,96% dell’intero intervento. Un mese prima lo stesso direttore ai lavori sosteneva che erano sufficienti altri 10 giorni per completare l’opera…
Novità ufficiali, nel senso che arrivano da atti ufficiali del Comune, in merito all’infinito tormentone relativo ai lavori e alla futura riapertura del ponte di San Filippo. Non ci sono date né vengono indicate possibili nuove scadenze ma emerge come a fine marzo è stato completato poco più del 50% dei lavori previsti nell’intervento di sistemazione della pista ciclo-pedonale del ponte di San Filippo.
Lo certifica la determina n. 967 del 30 marzo scorso, pubblicato sull’albo pretorio on line venerdì scorso, che conferma come la confusi regni sovrana nel Comune di Ascoli al punto che, come vedremo, si possono verificare anche fenomeni che non è azzardato definire paranormali. Soprattutto, però, quella determina evidenzia come il sindaco Fioravanti, più che della ricerca della felicità di una ristretta elite di dirigenti e dipendenti comunali, dovrebbe preoccuparsi di aspetti più meramente tecnici, visto che ancora una volta si resta senza parole nel leggere il contenuto di quell’atto. Che, come detto, certifica innanzitutto che siamo ancora in alto mare, visto che dopo 7 mesi è stato completato appena il 54% dei lavori, e che bisognerà attendere ancora molto prima della riapertura del ponte di San Filippo. Due settimane prima dell’approvazione di quella determina, della situazione del ponte di San Filippo ne aveva parlato, nel Consiglio comunale del 16 marzo, il sindaco Fioravanti, denunciando un misterioso quanto surreale tentativo di depistaggio.
“Qualcuno si è infiltrato nel cantiere del ponte di San Filippo – ha affermato il sindaco – e ha messo una pecetta sulla data di fine lavori, riportando la data del 30 marzo 2023. Poi giornalisti di partito, sicuramente dipendenti di partito, hanno scritto questa è la scadenza, vediamo se la rispettano. Ci sono gli atti pubblici, ognuno può verificare gli atti pubblici”. Detto che una volta tanto Fioravanti, se vuole accusare qualcuno, dovrebbe avere il coraggio di fare nomi e cognomi, altrimenti le sue parole valgono meno che niente, è giusto precisare che eventualmente le cosiddette “pecette” sono due, perché quella data del 30 marzo è presente e visibile all’ingresso di entrambi i lati del ponte.
Per altro non è necessario essere delle particolari “menti” per comprendere che l’ipotetico misterioso “incursore” in realtà ha fatto un favore all’amministrazione comunale perché senza quelle due “pecette” sarebbe rimasta ben visibile, in entrambi i lati, come data di fine lavori quella iniziale del 30 gennaio 2023. Almeno in questo modo, con quelle “pecette”, quando il sindaco ha denunciato il “misfatto” in Consiglio comunale (16 marzo) ancora era da verificare l’eventuale rispetto della nuova scadenza. Senza “pecette”, invece, c’era già la certezza che la scadenza originariamente fissata (30 gennaio 2023) non era stata in alcun modo rispettata.
Non che ne avevamo bisogno, perché è nostra consuetudine fare riferimento esclusivamente agli atti ufficiali, ma seguendo il consiglio del primo cittadino, cioè verificando gli atti pubblici che riguardano l’intervento inerente il ponte di San Filippo, in realtà il quadro che emerge è di gran lunga più paradossale e imbarazzante. Perché la determina n. 967 è a dir poco sconcertante. Con quell’atto l’amministrazione comunale ha approvato “il primo stato di avanzamento lavori (Sal), redatto dal direttore dei lavori e sottoscritto senza riserve dal legale rappresentante della ditta, dal quale risulta che i lavori eseguiti e contabilizzati alla data del 21/3/2023 ammontano a 334.522,81 euro”. Considerando che l’importo complessivo dei lavori da effettuare ammonta a 619.836,26 euro, è stato eseguito poco meno del 54% dell’intero intervento (il 53,96% per l’esattezza). In altre parole ci sono voluti 7 mesi per realizzare poco più della metà dell’intervento, non è affatto detto che per effettuare l’altra metà ci si impieghi lo stesso tempo, di certo, però, la fine dell’intervento (e la conseguente riapertura del ponte) non è certo vicina.
Quel verbale redatto dal direttore dei lavori citato nella determina 967, però, inevitabilmente solleva inquietanti interrogativi. Infatti bisogna innanzitutto chiedersi come è possibile che nel progetto, nella gara di appalto e al momento della sottoscrizione del contratto e della contestuale apertura del cantiere si stabilisce che sono sufficienti 161 per concludere l’intervento quando, poi, dopo oltre 200 giorni siamo appena a metà dell’opera. Soprattutto, però, l’aspetto più sconcertante della vicenda è che il direttore dei lavori che ha redatto il primo Sal è lo stesso che 1 mese prima aveva fissato al 24 febbraio il termine ultime per la conclusione dei lavori. Sempre facendo riferimento agli atti ufficiali, come chiesto giustamente dal sindaco, come detto all’apertura del cantiere il temine ultimo per concludere l’intervento era stato fissato al 30 gennaio 2023.
Poi il 6 dicembre 2022, con determina 4087, si rendeva noto che la ditta che stava effettuando l’intervento aveva concordato con il direttore dei lavori una proroga di 15 giorni alla scadenza inizialmente fissata. Di conseguenza la fine dei lavori slittava al 14 febbraio 2023. Ma due giorni prima del nuovo termine, con determina n. 434 del 12 febbraio veniva accordata un’ulteriore proroga di 10 giorni. “Vista la nota dell’impresa – si legge nella determina n. 434 – di richiesta proroga del termine dei lavori fissato di 20 giorni, dato atto che il responsabile unico del procedimento ha sentito il direttore dei lavori il quale, con nota datata 10/2/2023 ha autorizzato la suddetta richiesta”.
In realtà, secondo la lingua italiana, scrivere “ha autorizzato la suddetta richiesta” significherebbe che sono stati concessi i 20 giorni richiesti. Nel meraviglioso mondo del Comune di Ascoli, però, non è così perché poche righe dopo si legge che “pertanto si ritiene di rilasciare ulteriori 10 di proroga all’appaltatore”, aggiungendo più avanti che per il direttore dei lavori sono sufficienti quei 10 giorni. Questo significa che il 12 febbraio l’amministrazione comunale ha fissato al 24 febbraio la nuova scadenza di fine lavori. Quel termine è scaduto da più di un mese e ovviamente i lavori non sono affatto terminati, anzi, la determina 967 di fine marzo ci svela che praticamente siamo a metà dell’opera.
Al di là di date, scadenze ed eventuali proroghe, c’è da chiedersi come sia possibile che il direttore dei lavori che il 21 marzo ha certificato che sono stati effettuati il 54% dei lavori, poco più di un mese prima (il 12 febbraio) sosteneva che erano sufficienti ulteriori 10 giorni per completare tutto l’intervento. E’ evidente che in un caso o nell’altro ha preso una clamorosa “cantonata”, sbagliando valutazione in maniera davvero imbarazzante.
A completare il quadro, sempre nella determina 967 si sconfina nell’assurdo, nel paranormale visto che si fa riferimento ad un verbale di sospensione dei lavori del 23 marzo, con poi il verbale di ripresa lavori… il 6 marzo precedente! In pratica i lavori sarebbero ripresi 17 giorni prima di essere sospesi. Impossibile in qualsiasi posto al mondo, non nel magico mondo del Comune di Ascoli. Ironia a parte il quadro complessivo che emerge verificando esclusivamente gli atti pubblici, così come invocato dal sindaco, è davvero desolante.
Invece di inseguire ipotetici tentativi di depistaggio, di preoccuparsi di chi eventualmente ha messo le citate “pecette” e accusare qualcuno senza neppure avere il coraggio di dire con chiarezza chi, il primo cittadino farebbe bene, lui si, a rileggersi con attenzione gli atti ufficiali inerenti i lavori sul ponte di San Filippo e magari poi provare a fare chiarezza sulle tante, troppe anomalie che caratterizzano questa ennesima telenovela. “Cercare di montare un film finto è un danno che si fa ai cittadini” ha concluso Fioravanti in Consiglio comunale. Per una volta non possiamo che essere d’accordo con lui. Il problema è che il regista del film sul ponte di San Filippo è proprio il primo cittadino…