Solo briciole dal piano regionale delle opere pubbliche, Piceno sempre più Cenerentola delle Marche


La giunta Acquaroli con delibera n. 276 del 6 marzo scorso ha approvato il piano triennale (2023-2025) delle opere pubbliche. Previsti 82 interventi per un investimento di quasi 227 milioni di euro di cui appena il 4,5% destinato al territorio della provincia di Ascoli

 “Il Piceno non sarà più la Cenerentola delle Marche”. Per anni ci siamo sentiti ripetere questo slogan dalla destra ascolana, in riferimento principalmente alla sanità ma anche più in generale. Nei mesi di campagna elettorale prima delle regionali del 2020 era diventata una sorta di liturgia giornaliera e alla fine qualcuno in buona fede ci ha anche creduto. Dopo 2 anni e mezzo di governo regionale della destra, però, ormai non ci sono più dubbi che il Piceno non solo continua ad essere di gran lunga la Cenerentola delle Marche ma rispetto agli anni passati la situazione continua sensibilmente a peggiorare.

Nel silenzio di chi fino a 2 anni e mezzo fa prometteva di difendere fino allo strenuo il capoluogo piceno e il suo territorio (ogni riferimento al sindaco Fioravanti è puramente… voluto) e di chi nel corso di quella campagna elettorale aveva promesso che quello sarebbe stato il primo e più importante impegno, mentre oggi approva in silenzio, da buon soldatino, ogni intervento, ogni atto ufficiale della Regione che continua a penalizzare il nostro territorio ed accentua l’abisso che esiste con il resto delle Marche. Naturalmente la sanità è il settore in cui l’abisso è maggiormente evidente, con le due strutture sanitarie della provincia (il “Mazzoni” e il “Madonna del Soccorso”) ridotti ad ospedaletti di terza – quarta serie (alla faccia della supercazzola dell’ospedale di primo livello su due plessi). Ma non è che le cose vadano molto meglio in altri settori, anzi. E, a giudicare dai primi importanti atti ufficiali della Regione in questo inizio di 2023, la situazione è destinata a peggiorare sensibilmente.

Restando in ambito sanitario, nonostante sia cosa ampiamente nota che l’Azienda sanitaria territoriale (Ast) di Ascoli abbia gravi carenze per quanto riguarda il personale sanitario, pesantemente sottodimensionato e insufficiente per garantire tutti i servizi, al momento di distribuire i fondi proprio per il personale sanitario tra le 5 nuove aziende marchigiane ancora una volta ad essere pesantemente penalizzata è stata l’Ast di Ascoli, l’unica che ha subito un consistente taglio di risorse pari quasi a 2 milioni di euro (1.838.976 euro per l’esattezza). Per tutte le altre Ast, invece, sono stati previsti consistenti aumenti di fondi: di 5.301.924 euro per quella di Ancona, di 4.977.497 euro per quella di Ancona, di 2.226.839 euro per quella di Pesaro e di 1.339.209 euro per quella di Fermo.

Discorso simile per quanto riguarda il potenziamento dei Pronto Soccorso regionali, con l’unica differenza (che non cambia di molto la sostanza) che in questo caso, insieme all’Ast di Ascoli, ad essere penalizzata è anche l’Ast di Fermo. Infatti nel concorso regionale per dirigente medico di Pronto Soccorso che mette in palio 46 posti, 14 sono riservati all’Ast di Macerata, 13 a quella di Pesaro, 12 a quella di Ancona e solamente 5 a quella di Ascoli, con appena 2, invece, riservati a Fermo. Considerando, però, che quest’ultima Ast ha un unico ospedale, a differenza di quella di Ascoli che di ospedali (ammesso che si possano ancora considerare tali) ne ha 2, di fatto le Ast di Fermo e di Ascoli praticamente sono state trattate nello stesso modo. O meglio, sono state penalizzate nello stesso modo…

Come anticipato, però, il differente trattamento non è così clamorosamente evidente solo in campo sanitario. La settimana scorsa, ad esempio, la giunta regionale con delibera n. 276 del 6 marzo ha approvato il piano delle opere pubbliche per il prossimo triennio (2023-2025) che ancora una volta è incredibilmente punitivo e penalizzante per il territorio ascolano. Infatti appena l’8% degli interventi previsti per i prossimi 3 anni riguarderà il territorio della provincia di Ascoli alla quale è stato destinato appena il 4,5% degli investimenti stanziati. I numeri non mentono e, in questo caso, sono inequivocabili, non lasciano spazio a possibili interpretazioni. E dicono con imbarazzante chiarezza che il Piceno è sempre più la Cenerentola delle Marche.

Il piano triennale delle opere pubbliche approvato dal presidente Acquaroli e dagli assessori (tra cui anche l’assessore ascolano Antonini) prevede, infatti, 82 interventi per un investimento di pochissimo inferiore ai 227 milioni (226.902.637 euro per l’esattezza) così distribuiti: 25 interventi (30,5%) per 79.510.881 euro (35,1%) per la provincia di Ancona, 21 interventi (25,6%) per 88.418.411 euro (39%) per la provincia di Macerata, 19 interventi (23,2%) per 27.590.156 euro (12%) per la provincia di Pesaro, 10 interventi (12,2%) per 21.380.623 euro (9,4%) per la provincia di Fermo, 7 interventi (8,4%) per 10.002.560 euro (4,4%) per la provincia di Ascoli. La differenza è impressionante, come sempre le Marche sono spaccate in 2, quasi l’80% degli interventi (79,3% per l’esattezza) ed oltre l’85% degli investimenti (86,2%) si concentrano tra Pesaro, Ancona e Macerata.

Al sud della regione restano le briciole, il 20% degli interventi e meno del 15% degli investimenti, con la provincia di Fermo che comunque ottiene più del doppio dei finanziamenti riservati a quella di Ascoli. Dove sono finiti i difensori del territorio, quelli che avevano promesso solennemente che il Piceno non sarebbe mai più stato la Cenerentola delle Marche? Scomparsi, da bravi “soldatini” che hanno a cuore solo l’interesse del proprio partito e della propria parte politica, fregandosene delle esigenze e delle necessità del territorio, obbediscono in silenzio.

Tornando al piano triennale delle opere pubbliche dei 7 interventi che riguardano il territorio della provincia di Ascoli, 4 dovrebbero prendere il via nel corso del 2023:  ristrutturazione straordinaria, efficientamento energetico e miglioramento sismico della Sala operativa integrata della Protezione civile in via Marche ad Ascoli per un investimento di 1.127.855 euro (con termine dell’intervento fissato per il 2024), mitigazione rischio idraulico torrente Vibrata Maltignano per un investimento di 405.683 euro, realizzazione collegamento ciclopedonale sul fiume Tronto per un investimento di 3.500.000 euro (con termine dell’intervento fissato per il 2025) e l’intervento di manutenzione straordinaria ponte sul Tronto tra Monticelli e Marino del Tronto per un investimento di 1.310.000 euro. Vale la pena di ricordare come il collegamento ciclopedonale sul Tronto tra Marche e Abruzzo era un intervento che era stata concordato tra le due Regioni negli anni passati e previsto dalla precedente giunta regionale marchigiana (a guida Ceriscioli) ma poi misteriosamente accantonato dall’amministrazione Acquaroli tra le proteste, con tanto di manifestazioni organizzate nei mesi scorsi. Che, evidentemente, hanno sortito l’effetto sperato, visto che l’intervento è stato ripreso e inserito nel piano triennale delle opere pubbliche.

Per quanto riguarda gli altri 3 interventi inseriti nel piano regionale l’intervento di protezione degli argini del torrente Tesino nel tratto tra Ripatransone e Grottammare (354.634 euro) e lo spostamento e completamento argine destro del fiume Tesino zona Marino (1.000.000 euro) sono stati programmati per il 2024 e termineranno nel 2025. Per quanto concerne l’intervento di riparazione e ripristino del Poliambulatorio di Offida l’avvio è programmato per il 2024, con termine previsto per il 2026. Al momento dei 3.300.000 euro necessari sono stati stanziati 2.304.394 euro, con il restante finanziamento (poco meno di un milione di euro) che andrà inserito nel successivo piano triennale.

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